l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960

pag. 14 Vorremmo, anticipa:ndo, far notare la di_fferenza che come tra gli scritti del Baldacci ( a cui sopratutto ci rifaremo per accertare l'ideologia del "Giorno") e gli scritti di autori come il Benedetti e lo Scalfari o il ?annunzio, cioè autori che non possono consvderarsi "opposi– zione d.c.", anche se sostengono, sul– l'Espresso e sul Mondo, tesi molto si– mili a quelle del '-'Giorno". • Lo stile del Baldacci è uno stile che ' sente la tradizione mussoliniana. Il pi– glio risoluto e spr~zzante, il tono voliti– vo e intimatorio, l'invito all'energia e alla azione, anzi la indicazione della energia e dell'azione come valori pri– mari che uniscono le persone al di so– pra dell'astrattezza delle idee politiche, ebbene tutto questo ha certamente una matrice_ di derivazione fascista. Direm– mo anzi del fascismo degli anni '30, del tutto, epurato di ogni residuo idealismo sociale. E' su questa base ideologica che Bal– dacci fonda la sua tesi dell'apertura a sinistra. Le ideologie non contano, con– tano, conta l'efficienza, il piglio, la ri– solutezza, il dinamismo. Tutto il resto è bizantinismo, sottigliezza : o, più mo– dernamente, arretratezza. Ma dove sono gli uomini risoluti? "Siamo forse i soli a cogliere nell'aria questo senso di vuoto che soltanto un gruppo di uomini politici preparati, ri– soluti e non provinciali potrà colma– re"? { "Il Giorno" di domenica 27), Messo su questa vie,.,Baldacci non ha che a rispolverare i classici. Il fondino quotidiano gli riuscirà ,così certo più fa– cile, e più fa-cile sarà anche ·il nostro !Javoro di accertamento dell'ideologia dell'organo della nostra "opposizione di governo". Noi non dubitiamo che gli uomini ri– soluti che Baldacci invoca a riempire il vuoto, siano gli uomini, appunto, della . sinistra d.c. Il che, dopo le spiegazioni dell 'on.le lngrao, ci pare legittimo e persino ras– sicurante,. C'è solo un punto che ci riesce non del tutto chiaro e ch_e ci infastidisce, ·come ogni problema che non è stato an– cora risolto : cosa ha voluto dire Baldac– ci con quell'aggettivo qualificativo, aTJ•• pli•c,ato agli "uomini po-litici risoluti" : "non provinci~li"? .. Se avessimo dovuto noi ,fare un cau– to, _allusivo accenno agli uomini della opposizione d.c., ci sarebbe venuto più spontaneo un altro agu:ettivo. Ma c,ue– sto forse è dovuto a un'esperienza di vi– ta personale che non si può presuppor– re in altri. Un amico, autorevo.le mem– bro della opposizione d.c. ci ha per mol– to tempo spiegato che la forza di base di un autorevole esponente della cor– rente era dovuta al fatto che era "co· me loro". Ed il "come loro" del mio amico dai modi qual-che po' aristocratici ma di sicura fede democratica, non si ad– diceva molto bene a queUa classica im– magine di uomini della sa,lvezza che Baldacci ci ha presentato; e soprattut· 10 eca lj to a quell'aggettivo "non provinciali". E tuttavia questo argoment~ non ci rassicura: se Baldacci avesse al suo arco delle freccie che lngrao non sospetta? Un motivo di più dunque, questa so– spensio.ne , per seguire con attenzione la colonnina del "Giorno". N. B. - La nota era già stesa, quando abbiamo saputo della sostituzione di Baldacci con Italo Pietra. Ma Baldacci annuncia, nell'articolo di commento, che -la sua « guerra n continua. Così il problema rimane e, con esso, la nostra nota. E. O. Provvedimenti contro i cinesi in Indonesia La decisione del governo indonesia– no di proibire -agli stranieri la gestione di piccole attività commerciali ed al– tre attività di questo genere nel terri– torio nazionale dal gennaio 1960 ha suscitato un serio conflitto fra l'Indo– nesia e la Cina popolare. Il divieto infatti si dirige in prima linea contro i 300.000 commercianti cinesi che n– sie-dono nel Paese. Il giovane stato indonesiano vuole ora rompere la potenza dei commercianti cinesi e le esistenti ·organizzazioni com– merciali attraverso l'istituzione di coo– perative. I commercianti cinesi hanno la scelta tra tre possibilità : se lasciano la loro occupazione possono continua– re a rimanere nei loro domicilii, op– pure essi possono aderire alle nuove cooperative, infine potrebbero darsi ad altre occupazioni nelle già sovrapopo– late città. Per molti di loro rimane aperta per il futuro solo la terza pos– sibilità poichè i rappresentanti dell'e– sercito che mantengono il diritto dì guerra neUe provincie sono decisi a toglier di mezzo i commercianti stra– nieri per ragioni di sicurezza. Già essi fanno uso di questo diritto nella parte occidentale di Giava. Il nuovo decreto non si dirige contro i cinesi che già posseii:~ano la cittadinanza indonesiana. IJ tra\tato sulla cittadinanza tra Cina ed Indonesia non .è stato •però ancora ratifi':!ato e fa Cina solleva la pretesa che « i cinesi stranieri in Indonesia, il cui numero è valutato a circa I milio– ne, siano da considerarsi cittadini cine– si fino alla ratifica dei trattati. Si rile– va a questo proposito che circa i1 70 per cento di questi cinesi aU'estero de– sidererebbero mantenere la cittadinan– za cinese sotto ogni riguardo. :Si ge'nei:_a cosi per i governanti di Pekino una situazione grottesca .. Essi si sentçmo ob– bligati per la loro politica di potenza a prendere la difesa -di piccoli capita– listi che dovrebbero essere sacrificati al sistema delle cooperative mentz,e in Cina ogni attività privata ·è brutalmen– te interdetta a vantaggio dell'economia "nllettivistica. Il comportamento della Cina p.uò essere capito fino ad un -certo uunlo ma il modo che viene adopera– to in Indonesia ha sollevato un'impres- l'òrdine civile sione straordinariamente cattiva. L'Am– basciata cìnese a Giakarta ha per pri– ma duramente protestato contro i nuo- vi provvedimenti. Inoltre allorchè il Ministro degli Esteri Subandrio ha fat- to una visita a Pekino è stato trattato rial Presidente dei Ministri cinese Ciu– En-Lai con prov6catoria scortesia. Il Console gene~ale cinese e i loro fun– zionari in Indonesia hanno intrapreso viagGi attraverso il Paese e preso par- te a riunioni dove hanno raccomanda- to la opposizione contro i provvedi– :nenti di. Giakarta promettendo l'ap– poggio ddla Cina. Tale modo di agire diplomatico sÌ!!:nifica chiaramente un interve~to negÌi affari interni dell'ln– donesi'l. L'intervento dei cinesi ha in– fatti purtroppo provocato un inaspri– mento della controversia, poichè diver- si cinesi che all'inizio si erano di~o– strati propensi a piegarsi alle disposi– zioni delle autorità hanno cambiato ' opinione opponendosi alle decisioni di Giakarta in modo tale che si è dovuto adoperare la forza contro di loro. An– che la controversia sul terreno diplo– matico ha preso un aspetto piuttosto penoso allorchè Subandrio dopo una conversazione con l'Ambasciatore cine- se Huang Cen ha reso noto che costui gli aveva •dichiarato minacciosame~te di renderlo responsa·bile per le. conse-. guenze prodotte dal decreto sugli stra– nieri; H-µang ·Cen ha pubblicato subi- to una smentita nella quale egli di– chiarava che le spiegazioni date da Su– bandrio non corrispondevano alla veri– tà. Il Ministro degli Esteri indonesiano ha messo poi in guardia l'Ambasciato- re sulle· « conseguenze estremamente serie >> che si sarebbero verificate se egli avesse -continuato a promuovere le megali attività del personale eon– ~olare cinese. L'amministrazione mili– tare della parte occidentale di Giava l,a interdetto negli ultimi tempi a di– versi membri deU'\Ambasciata cinese l'ingresso nel terrj.torio, le truppe han– no setacciato le campagne alla ricerca di cinesi. La crisi si è inasprita anche a causa . della diffidenza che regna tra la Cina e le sinistre i,ndonesiane da una parte e i capi anticomunisti deU'arma- 1 à indonesiana dall'altra. Gli alti gra- di dell'esercito considerano i cinesi ahitanti a Giava come potenziali agen- ti. della Cina, mentre i comunisti - sia cinesi che indonesiani - temono che l'armata. userà quei provvedimen- ti contro i cinesi senza ragione e in senso estensivo. Il partito comunista indonesiano che ha mutato la sua ori– l!inale presa di posizione e che oggi ~-i tiene ,buono il decreto sugli stranieri, dirige la sua opposizione soprattutto contro quelle disposizioni che concedo– no una così vasta autorità all'esercito. Subandrio ha promesso che i cinesi saranno trattati umanamenti, ma por– tavoci dell'Ambasciata cinese parlano di « incidenti sanguinosi n che si sareb– bero verificati e dichiarano che le au– torità indonesiane sono di ciò respon– sabili. La Cina ha senza duhio inte– resse a rafforzare la sua influenza in Indonesia attraverso mezzi pacifici e la nèutrale Indonesia non desidera af •

RkJQdWJsaXNoZXIy