l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960
l'ordine civile rione -di Nehru per la protezione del Nepal e ,del Bhutan, il rifiuto del pri- ' mo ministro indiano di partecipare ad una conferenza al vertice con il primo ministro cinese sono fatti nuovi. L'In– dia si è trovata per fatto altrui, in una posizione non più « neutralistica >> : ed ha dovuto allora cercare di rendere vi– sibile quella garanzia americana alla sua indi'Pendenza che era neUe cose ma che il rigoroso neutralismo del governo indiano aveva sinora dissimulato. bib Gli indiani si sono mostrati persino ansiosi di ·questa garanzia: basti pen– sare con quali reazioni vennero accolte a Nuova Delhi talune dichiarazio;i del seirretario ,di Stato americano in base a cui gli Stati Uniti non avevano un'opi– nione ,sulla v-ertenza cino-indiana per– chè non erano stati interessatJ alla que– stione stessa. Per la verità, il governo di Nuova Delhi non ha rinunciato al neutralismo e tiene a che la garanzia a– mericana sia visibile ma non esplicita: tanto più che egli si è ingegnato di bi– lanciarla con qualche gesto sovietico, come l'invito di ·Krusciov a Cina ed In– dia a comporre amichevolmente i loro dissensi. Il viaggio di Eisenhower, v,isibile e suggestivo quanto discreto, era ce.rto il · mezzo midiore per consolidare la po– sizione indiana, e per far sentire alla · opinione pubblica che la politica del governo Nehru non ayev.a eondotto l'In– dia all'isolamento. Nehru ne aveva bi– sogno sopratutto dinanzi al suo paese : ~ ner ffUest,, il « viaggio della b~ona vo– lo11là >J è .~lato un successo per il r:o verno indiano. Lo è stato egualmente per il governo americano? La politica di Eisenhower verso Nehru ha dimostrato che non occorre essere amici •ed alleati degli S.U. per beneficiare della loro protezione. riel loro aiuto e ·della loro amicizia. Un'ac– corta politica e opportune costanze oossono fare ancora meglio. Anzi : in linea di massima, una certa politica am– bigua, che contorni il governo che ,la comnie di una certa aureola di sinistra. si rivela alla lun!!;a un espediente di grande efficacia. Gli americani vogliono che le loro buone intenzioni siano rico– nosciute: e niente, a loro giudizio, •!!io– va di più a sfatare la leP.:genda dell'im– perialismo americano che appropriate parole di un leader asiatico progressi– sta Ò neutralista. Tuttavia a rialzare stavolta Jè auota • zioni delle lodi e dell'amicizia indiana agli occhi del governo americano. c'era un altro fatto : ed è questo fatto che il– lustra l'attivo americano nella politica di cc amicizia senza alleanza >> inaugu– rata nei -confronti dell'India. Il governo americano ha apportato sensibili mutamenti alla sua politica estera. Può essere che questi ~ambia– menti si sarebbero imposti anche a Fo– ster DuHes : ma tuttavia la morte del segretario di Stato, ha dato un ritmo, una fisionomia ed una ampiezza· -di mu- tamenti che difficilmente si sarebb~ rag- O e g e }l_Rg: 13 --------------------------= giunta se egli fosse vissuto ancora. Il governo ·americano doveva dim~– strare che tali mutamenti ( espressi spettacolarmente dal viaggio di Ki;u– sciov in Usa e ora da una prospettiva di conferenze al vertice periodiche) non solo non fa.cevano perdere le vecchie alleanze ,(è il sensato viaggio di Eisen– hò.wer nei paesi della Nato, della Seato e del patto di Bagdad) ma allargavano la sfera di simpatia ·americana all'este– ro. L'India faceva propriamente al caso. Ma l'India aveva al suo attivo anche un'altra, più sottile ragione. Il principale· argomento che viene addotto dai sostenitori occidentali della distensione è l'inevitabilità e anzi la visibile esistenza de-I contrasto russo– c1nese. Questo avrebbe dato vita a una sor– ta di invisibile fronte russo-americano. E l'India era il primo concreto caso in cui questo fronte anti-cinese -p~tesse a- vere occasione di .funzionare. 1 Nessuno sa quanto in tutto ciò sia il– lusione e quanto sia realtà. Il governo indiano gioca però discretamente que– sta carta. Abbiamo letto in una intervista con– cessa dal premier Nehru un accenno ·al problema delle terre spopolalte dalla Asia sovietica ai finiti della popolatis– sima Cina. Era un accenno discreto rtJ.a chiaro. Non c'è certo del_resto alcuna ragione perchè i rapporti indo-americani non siano buoni o perchè non ci si debba rallegrare del loro miglioramento. Il pericolo è ehe orà essi vengano addi– rittura assunti a Pl!-~adigma -dei rappor– ti americani con il mC1ndo asiatico. Abbiamo letto ·un articolo di Lip– mann sulla Persia. In sostanza Lipmann consiglia gli S.U. ad avvicinare gra– dualmente l'Iran aa una politica simile a quella dell'India, toii;liendo ogni rap– porto tra appoggio politico ed economi– co e trasferendo il loro aiuto economico e trasferendo il loro aiuto economico a un ente internazionale. Una tale politica significherebbe la rinuncia alla Seato •e al patto di Bag– dad : e una tale rinuncia comportereb– be -il graduale passaggio dell'Asia Sud– ovest sotto l'influenza sovieti,c~, magari attraverso la med~azionc di regimi na" zionalisti. E' •chiaro il perchè; la pre" senza russa è viciJa e potente. Se quel– la americana no~ si fa altrettanto vici– na e potente, se sparisce -dietro l'Onu e la Banca Mondiale, ,se diventa solo una innocente fonte d1 aiuti, ebbene allora i paesi del Sud o~est asiatico seguiran– no l'esempio dell'Afganistan. E non è detto che questo peggiori le ,carte- della Cina nel 'Sud-Est. Tutt'altro... • Questi motivi sono dunque motivi di - ,, perplessìtà sulla presente politica ame- ricana. Affrontare il problema dd con– trollò del disarmo è una questione, ri– vedere la scelta delle alleanze è un'al– tra. Può ·essere che domani un accordo internazionale renda non ·più necessaria la presenza di certe basi americane al– l'estero, E' accaduto pochi gio.r:rii fa in • l • ' Marocco, può aceadere altrove. E tut– tavia anche questo fatto non svuotereb– be di si•gn:ilficato il sistema delle alr leanze. Un -accordo militare di natura tecnica non deve ,distrug-gere accordi di natura politica. QueHo che è certo, è che gli S.U. so– no entrati in una cc fase di ripensamen– to )). Questa fase è ancora così generica e iniziale che è stato possibilé a W a– .shington ottenere nuovi consensi senza perdere i vecchi. ,E' difficile prevedere quale sarà il definitivo punto di equili– brio e di allineamento e quando si tro– verà, ma è certo quanto mai importan– te che l'Europa ,sia oggi presente nella politica internazionale, come soggetto autonomo e responsabile. IL GIORNO. L'opposizione di governo L'Unità del 27 dicembre ha aperto un discorso con l'opposizione d.c. Ci si aspettava di trovare nel testo un riferimento all'on. Fanfani o all'on. Tambroni o, almeno, all'on. Sullo. No, Pietro lngrao si rivolge al suo collega Baldacci ed al "Giorno". La cosa può sorprendere solo gl( igna– ri e gli •inesperti di quella complessa realtà che è la politica nostrana. Dopo il congresso di Firenze, un mi– nistro, che dinanzi •al Congresso aveva formulato non solo una politica oppo– stq a ,quello del Minister,o ma aveva ad– dirittura esplicitamente indicato un'al– tra formula ed un'altra maggioranza, si dice giustificasse la sua permanenza in carica argomentando che il governò era governo d.i tutto il partito e che quindi doveva starci non solo la mag– gioranza, ma anche l'opposizione. Chi si oppone al governo in carica ne.ll 'am– bito del partito di maggioranza relati– va, ha il diritto di diventare "ministro di opposizione". "Tutto il potere a tutto il fascismo". I partiti democratici antifascisti appli– cano il ·medesim·o principio, ma demo– craticamente : cioè, ci sono anche i po– sti per le minoranze. Tra i "beni di potere" toccati in sor– te alla "opposizione di governo" c'è dunque "Il Giorno", il quale difatti ha seguitato imperterrito a suggerire una formula di governo opposta a quèlla del governo Segni. L'on. lngrao ha dunque mostrato una 'esatta interpretazione del regime costituzionale effettivamente vi– gente in Italia rivolgéndosi al "Gior– no" quale organo legittimamente tito– lato dell' "opp·osizione di· governo". Così meglio informati sull'esatto pe– so e funzione politica del "Giorno", ve– niamo stimolati ad approfondirne, di– ciamo così, l'ideologia. Cercheremo di farlo in uno dei prossimi numeri. Ri– teniamo che essa si riuelerà certamente "organica" con il gruppo po.litico che il foglio milanese esprime, e cwe l'op– posizione interna del partito di mag· gioranza relativa.
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