l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960
l'ordine civile Senza allontanarsi dalla riva, ne occuperanno, come dice Pla– tone, la cerchia come i ranocchi attorno allo stagno. Dove ·vorranno, faranno del traffico ». Vi fu prima di loro un 'altra civiltà mediterranea? Vi fu forse un collegamento con la civiltà della favolosa Atlantide? Si può scartare l'ipotesi di una grande civiltà sahariana qmm– do proprio in questi ultimi mesi si sono scoperte in fondo al Sahara ,delle mummie perfettamente simili a quelle egiziane. ina molto più antiche? • ComuJ?,que è indubbio che una civiltà mediterraneo egea ha preceduto quella .fenicia, quella egiziana e quella propria– mente ellenica la quale, col concorso dei Sicelioti e degli Italioti della Magna Grecia, creò una unità culturale sulla quale il .Diritto Romano potè poi instaurare l'unità politica e quella civile. . Videa del diritto ha avuto, infiitti nel bacino mediter– raneo una fondamentale unitaria concezione, sia pure attraver– so le particolari ori,ginarie ideazioni babilonese, summerica ed assira, che rivelano la comune aspirazione dei popoli mediter– ranei verso i modi ed i limiti delle loro leggi. Ed è proprio su questi conglomerati di ideazioni che il diritto romano pri– ma e quello islamico ,dopo, operarono la felice unificazione che è vanto ,della civiltà giuridica mediterranea. In sostanza, l'etica mediterranea, così come operò' su varii popoli, organizzandoli, orientandoli e riconducendoli ad una nuova unità nel-la media degli elementi comuni, altrettanto l'idea del diritto, nei popoli mediterranei, rappresentò il tipo di riferimento nelle varie direZ'ioni d'influenza dei diritti particolari. Ma è solo con l'avvento del .C~istianesimo chè le moltepli– ci civiltà mediterranee, len,.~ 1 ; formavano un coarcevo caotico e fluido, cominciavano a coordinarsi, ad amalgamarsi, a pren– dere co,;cienza dei legami formatisi durante i millenni di coesi– stenza, nonostante i con,Elitti, anzi forse per loro merito, poi– chè obbligarono i popoli, le nazioni, le razze, le religioni a convivere o a combattersi, ad amarsi o ad odiarsi e quindi a conoscersi e a valutal'si. Finalmente ,i Padri con la Patristica idea ellenistico-ro– mana, l'idea latina, diviene cristiana e piµ tardi, nel Medio Evo, gli umanisti arabi l'arricchirono nuovamente di pensiero 11:recoin gran parte attinto dai Nestoriani della Siria e dellà Persi•a. • , L'apoorto araho a-Ila ·civiltà occidentale ed i nomi di El– Farabi, Avicenna, Averroé sono troppo noti per so.ffermarvisi. Mi limito a riprodurre· una sintetica frase ,di ,Giuseppe Stroppa, tolta da una sua erudita memoria: cc L'idea latina e il Grande Mediterraneo »: • << Medio-Evo cristiano e Medio-Evo arabo-islamico sono termini che solo per artificio dialettico possono essere coniati ' separatamente. Giacchè mentre i Y,uei:;rieri Franco-romani. Greco-bizantini, e arabo-islamici continuavano a contendersi sanguinosamente il dominio territoriale e marittimo del ba-· cino, le rispettive civiltà collaboravano e s'interpenetravano reciprocamente,.formaudo una comunità culturale di fatto. che possiamo e dobbiamo chiamare il Medio-Evo cristiano-isla– mico >l. Questi rapidi cenni altro non vogliono essere che un tocco ~ulle corde dell'arpa della storia, oer far vibràre una nota che richiami il subcosciente dei mediterranei alhi realtà, li renda consci del pericolo mortale che incombe sulla loro civi.lt, ,, 11ncora succube di forze estranee al Mediterraneo e infon ,fa loro la for:,;a e la volontà imperiosa atta ad equili– brare i due centri di pote~za che ora dividono il mondo. Sol!' la cc pax mediterranea » potrà dare agli uomini lo statuto del fronte morale unico, cattolico e islamico, postulato in mez:r,o 10ll'infuriare d_elle Crociate e già stabilito sul piano più alto dello spirito. . 1 Statuto che vuole uniti tutti gli uomini di buona volontà a m~aluuque r~ligione, a qualunque ,ideologia, a qualsia,si razza essi appartengano non già sul piano della \coesistenza. subdola parola che maschera,o l'imp~tenza o la malafede. bensì sul piano della convivenza fraterna. Convivenza e non coesistenza così, nel Mes$agg;i() c:li Na- ' - bi liotecaginobianco pag. ll tale, ci ha ammonito con profonda saggezza e con altissimo senso di responsabilità, S.S. il Pontefice Giovanni XXIII, feli– cemente regnante. Questa ,digressione era necessaria per giustificare l'inclu– sione nel Complesso Mediterraneo, di tutti i paesi che gravi– tano su quel suo grande golfo che è il Ponto Eusino e quindi _anche i paesi del Caucaso. Inclµsione questa che meriterebbe una lunga e documen– tata giustificazione che nòn può certo trovar posto 'in una serie di articoli il cui unico scopo è quello di richiamare non solo l'attenzione degli studiosi, ma degli uomini politici responsa- • bili, ai quali basta un cenno, un'allusione, un riferimento per dedurne conclusioni e riflessioni utili aHo svolgimento del com– pito loro affi.dato. Tuttavia l'inclusione del Caucaso nel Complesso Mediter– raneo merita per la vitale importanza che essa acquisterà in, un avvenire. non lontano,. di essere meglio chiarita. Il 5 giugno 1948, per dar vita tangibile e legale ad un organismo che si facesse ,banditore dell'idea mediterranea e lavorasse per la sua realizzazione, venne •costituito, nelle debi- te forme legali il ·Centro Mediterraneo. • Per le norme del suo statuto {registrato al n.· 12389 voi. 699) il Centro venne costituito quale libera associazione - con sede in ,Roma - tra i cittadini ,dei Paesi ,gravitanti sul Mediterraneo che intendano collaborare per la realizzazione.di una salda intesa tra i popoli mediterranei. L'iniziativa riscosse plausi è autorevoli consensi ed il 22 giu~no 1948 mi giunse, quale Presidente del Centro, l'adesio– ne degli Ucraini e dei ,Caucasici che riproduco integralmente: . "Noi rappresentanti dei popoli dell'Ucraina, Azerbaigia7!, Georgia, Armenia e Nord Caucaso, i quali, per i loro seco– lari contatti col mondo mediterraneo hanno assim'ilato la concezione di vita e gli elementi spirituali e fondamentali d~lla sua universàle civiltà, radice ed alimento perenne . del– la civilità occidentale, e di questo mondo si ,sentono parte viva ed inseparabile; constatato che, con la comunità degli intéressi si armo– nizza .la comunione degli ideali, per cui .i nostri Popoli si sentono uniti a quelli mediterranei nella loro caratte,ristica fondamentale: la concezione ed il rispetto della persona umana, che nettamente li distinguono dalla comunità euro– nord-asiatica { alla quale la Russia o meglio la M oscovia ap– partiene) .la quale vede nella persona umana soltanto uno strumentum re/Ì;ni; comunità con la quale sarà tuttavia pos– sibile ed ausTJicabile mantenere rapporti di buon vicinato ed anchè collaborare - pares inter pares - quando essa ri– nunci ad ogni ·messianismo e ad Of!.niimperialismo; constatato che il Centro Mediterraneo interpreta· lo spi– rito più profondo della civiltà mediterranea e propugna, la comunità dei TJopoli di questo com1}lesso, in TJiena armonia con le idealità e con tkli interessi del.le f!enti ucraine, azer– baigiane, georgian_e, armene e Nord Caucasiche; constatato che nel Centro Mediterraneo oggi ravvisiamo il difensore della libertà dell'individuo ed il propugnatore del– l'indivendenza di ogni nazione; "decidiamo di dare la nostra adesione,· in nome e nel– l'interesse dei nostri Pnvoli, al Centrao Mediterraneo per con– tribuire alla realizzazione di quel sistema di solidarietà me– diterranea che dovrà intevare la comunità europea delle Nazioni libere; per portare il suo Messaf{gio a tutti i fra– telli, sparsi sulla su1}erficie della terra, perchè se ne f ac– ciano assertori e vropuv;nato,:i e sostengano nresso le Nazioni libere, delle mwli molti sono cittadini, ·i diritti comuni del complesso mediterraneo ed i particolari ,diritti di ciascun Po– p.alo di· questa {!.rande comunione". . Roma, 22 g;iu,g;no1949. ( Se~uono le firme dei delegati dei paesi caucas1c1 e tran• scauca.sici). • Ho riprodotto questo documento, che domani µotrà forse avere un'importa~za storica, perché comprova la volontà, direi l'ansia, dei popoli rivieraschi del· Mar Nero, di. unirsi alla izrànde Comunità Mediterranea e ad enuclearsi da quella Eura'sia dove la persona umana è ridotta ad uno « strumen– tum regni >1,
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