l’ordine civile - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1960

bi p,ag. 10 seguire la felicità, perchè la natura inserisce in tutti questa inclinazione per ·quanto confusamente, e quantunque mohi differiscano nel determinare in che cosa consista la felicità » ( pag. 106, n. 15). E il discorso continua nel modo più reali– listico che si possa pensare, eliminando per forza 'di eviden– za logica tutti i beni che da soli non possono dare la felicità, ma soltanto momentanee soddisfazioni e mezzi per organiz– zare individualmente e socialmente l'ascesa verso la vera feli– cità. Nessun bene creato, neppure lo spirito umano più eccel– so, può àssicurare questa felicità,· che anzi la costituzione di •una creatura qualunque a fine ultimo - specie se è il pro– prio io - è Il principio dei più gravi disastri in ogni campo individuale e sociale. Si potrà osservare che la trattazione di S. Tommaso d'Aquino e quella che ne. dipende di Savonaro– la, sono troppo speculative e scolastiche, e sono per di più sc;ritte in latino. Ma, a parte il· fatto che si trovano anche in circolazione ottime traduzioni, non solo italiane, una tale obiezione è puramente farisaica e suggerita d~ll'invidia e dall'accidia. I cultori d'ogni altra soluzione non temono di consumare . tutta una vita sui testi davvero ostro-goti di Kant, di. Marx, di Hegel e via dicendo, studiandone anche la lingua originaria, mentre non si piegano a leggere la i,cur– revole prosa d'un latino semplicissimo in cui Savonarola ripe– te S. Tommaso con un senso storico non inferiore a quello tanto decantato di Machiavelli o di Lenin. Poichè, a che ser– vono tante astruserie in russo o in inglese, se poi conducono all'infelicità più tragica e sempre· ricorrente delle soluzioni non cristiane o anticristiane? Perchè dai pulpiti non cristiani ci si scaglia tanto contro le immani crudeltà perpetrate dal nazismo, quando il nazismo è solo una forma mitigata del comunismo, e quando il nazismo fu finanziato, incoraggiato, -·;,,; l'ordine civile finchè faceva comodo, dalle forze della libera massoneria internazionale? • E' vero che i v1z10si gustano soltanto più le miscele dro– gate, ma al limite .dell'avvelenamento, un bicchiere di pura acqua di fonte è ciò che più· fa bene e più si gradisce. Tale è l'itinerario della felicità che Savonarola espone a conclu– sione del suo libro, che ritorna tra noi con la dignità dei classici e il ben più •grande pregio di una ispirazione decisa– mente e schiettamente evangelica. Nè la fama, nè gli onori, nè la gloria, nè il denaro, nè la potenza ( industriale, politica, letteraria, razziale), nè il banchettare, nè lo sposare, nè i trionfi della scienza, della filosofia, delle arti, della stessa virtù più sublime, possono fare l'uomo felice. « Il nostro cuore è •inquieto finchè non riposa in te, o Signore >>. Così S, Agostino, colui che a Milano era stato il Sartr~ dell'epoca, e che poi' scrisse le Confessioni e la Città di. Dio. ·Con questo riferim'ento Savonarola chiude il suo libro in cui ha esposto il suo programma, per il quale diede la .vita su di un misero e crudelissimo patib~lo, pur essendogli stata offerta , dal Papa la porpora di Cardinale, insieme a Cesare Borgia, e dal Re di Francia un posto d'onore alla sua corte,' insieme a Leonardo da Vinci. Quando gli furono fatte .queste offerte, Savonarola ave– va 43 anni, tutto il mondo allora conosciuto ·guardava a lui, si trovava nell'altérnativa di scegliere tra tutte le felicità ter– rene insieme raccolte, e la forca che gli apriva la gloria dei Santi e dei Martiri di Cristo Re. Preferì senza esitazione quest'ultima, per trovarsi final– mente e per sempre con il suo e nostro medesimo Iddio. ·Il complesso Inedìterraneo e • I • SUOI confi11i In tutta la distesa terracquea che fo1·ma la zon~ tem– perata nordica del glo,bo non c'è altro ·complesso, all'infuori di queHo Mediterraneo, che abbia territori dagli aspetti così polimorfi e pur così sostanzialmente convergenti. E' una di– stesa d'a~qua che ha una distensione di circa tre milioni di kmq. ai quali va aggiunto il Mar Nero il quale, più che un'ansa, si può -definire il più grande golfo del Mediterraneo, ed ,anche il 1Mar Rosso, in comunicazione nella preistoria col Mediterraneo, poi separato, poi di nuovo rimesso in comu– nicazione a varie riprese dei secoli artificialmente dai medi– terranei stessi ,che, senza il ·Mar Rosso, si sentivano come am– putati di un arto. La strozzatura -che separa il M~diterraneo dall'Oceano Indiano si trova à sud del Mar Rosso, a Bah el Mandeb. Dopo ,di esso, compiendo il periplo della penisola arabica e risalendo il golfo Persico si arriva allo Shattel-arab, pomo di discordia fra lrak ed Iran. Il confine della Persia, fino al Caucaso segna, grosso modo, il confine sud-est del Complesso Mediterraneo separandolo da quello sud-himalaiano e dell'In– sulindia. . Fra quesl'i due éomplessi si trovano la Persia e il Belu'. cistan, o con terminologia più aggiornata l'Iran e il Pakistan Occidentale, che molti autori vorrebbero includere nel co~ plesso Mediterraneo :poichè sono il ponte di congiunzione ma– teride e spirituale fra l'Oriente ed· Occidente, i di cui con– fini furono segnati indelebilmente da Alessandro Magno. L'Iran e il Pakistan infatti, fin dalla preistor.ia , e anche dopo la loro islamizzazione, portarono un inestimabile con– tributo alla civiltà Occidentale facendo passare attraverso il loro vaglio, o forse più esattamente mediterraneizzaiido la sa– p.ienza maestosa e solenne della grande civiltà indocinese Pur lasciando in sospeso questa •questione;· che esigereb– bé una lunga disanima 1 è indubbio che nel Complesso Medi- o I\., di Enrico Insabato terraneo va incluso il Vicino .Oriente Arabo, non solo perchè gravita sul ,mare nostro ( e per ·« nostro », sia detto una volta per sempre, intendiamo il mare di tutti noi mediterranei nes– suno -escluso), ma per la sua civiltà millenaria, per le sue relì– gioni monoteiste rispettose della dignità della persona umana anche nei momenti di maggior tensione. Del resto tutta la sto– r.ia della vita mediterraneo è stata, come quella di tutto il mondo, un succédersi di lotte, un ,susseguirsi di egemonie at– tuate, o tentate o anche semplicemente ideate, coi relativi er– reri ed orrori, che però non infirmarono mai la concezione sociale della unità mediterraneo in gestazione, anzi adempi– rono alla loro missione di stimolo, necessaria per .allargare, dilatare l'area fjno agli esterni limiti della mediterr.aneità, per provocare tra i popoli in essa sorti, •cresciuti o insed,iati, con– tatti materiali ·e spirituali sempre più stretti per portare il loro subcosciente alla piena consapevolezza, all'orgoglio di sentirsi figli e partecipi dell'umanesimo mediterraneo. Come sia sorto, come si ,sia affermato ed abbia pervaso, nello svolgersi dei secoli, miliardi di uomini, ce lo diranno •gli studiosi che sapranno animare i freddi schemi della cultura nordica -ritemprandosi nel diretto contatto con S. Agostino ,e S..Tomaso, con Ibn Khaldun e Giambattista Vico, con Averroè e con -Gioàcchino da Fiore immortatalo da Dante: « Il èala– vrese abate Gioacchino, di spirito profetico dotato >>. Certo è che il ·ciclo cl.ella formazione dell'umanesimo me– diterraneo si è iniziato da molti millenni ed è ancora in– compiuto. Glotz, il fortunato scopritore del grande e del piccolo Cnosso, ha ,dimostrato che -già dal sesto al _secondo millennio avanti· Cristo : ((.i cretesi del •periodo preistorico, creano la prima talassocrafia che sia esistita ... dal nord· al siid, dall'est. all'ovest elleni e preelleni percorrono liberamente ii Medi– terraneo. Da un'·estremo all'altro ne faranno iì loro mare.

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