l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

pag. 4 E l'israeliano J oseph W a,schitz in Israele, numero unico del Ponte, 1958, p. 1828, testualmente sèrive: « ... Anche se sotto il profilo mor,ale e ·politico Israele non è -direttamente responsabile della questione d·ei profughi, è impossibile che un -po·polo costruisca il suo futuro sulle ro– vine di un altro, e Israele ha il ,dovere di aiutare la soluzione nazionale ed umana del problema -dei profughi : assol'hen– done una parte, .indennizzando gli altri, soddisfacendo alle loro aspirazioni nazionali ... ll « ... Più fondamentale ancora è 'la questione che gli arabi chiamano "diritti del popolo ·arabo -palestinese". Questi -di– ritti vengono interpretati .in maniere diverse: molti li_ fanno coincidere -con le risoluzioni dell'ONU sui confini e sul ritorno dei profug,hi... ll. cc... Dato che conseguenza indiretta della ,creazione dello Stato di Israele è stata la distruzione -dell'esistenza naziona'le de-gli ,arabi palestine,si, ciò pone un prO'blema al quale è logi- . co che il -piano di pace israeliana debba dare una risposta. Israelé -deve dichiararsi disposto a collaborare alla soluz~one della questione dei profughi ,assorbendone una parte e resti- tuendo l'esistenza nazionale al ,popolo arabo palestinese >l. • :Ma ancor •più esplicitamente una delle figure più autore– voli ,della cultura ebraica contemporanea, il prof. Martin Bu– ber, co,sì si esprime, a pag. 1958 del citato ·volume -del Pon,te: « ... Molti -di noi avevano riconosciuto da molto tempo che un fattore ,di nuove aspirazioni, quale noi eravamo, non pote– va stabilirsi e affermarsi come enclave del mondo occidentale, tra i popoli -del Vieino Oriente, ma che era necessario un ac– cordo reale ( e non soltanto tattico) colle po·polazioni circo– stanti. Non era sufficiente ,conquistarsi la .fiducia -degli· arabi per es.sere sicuri ,che più tardi essi non si sarebbero opposti alle nostre aspirazioni di autonomia ; era necessaria una soli– darietà non apparente, ma reale, integrale, oggettivamente fondata. Solamente questa -avrebbe potuto resistere alle scosse che era presumibile le ,sarebbero venute dall'esterno. Oltre a· ciò alcuni di noi presentivano, già più di quaranta anni fa, la crisi mondiale incipiente, di cui .il Vicino Oriente sarebbe risultato elemento essenziale: elemento -altamente costruttivo - o distruttivo. Sole se ci fossimo inseriti nella sfera vitale del ·Vicino Oriente, avremmo potuto avere noi stessi una ·funl!JÌone impor– tante nella·soluzione -di que,sto dil~mma l>. Oggi non può esserci una •pace tra ebrei ed arabi solo come cessazione della guerra, è ,ammissibile solo una ·pace di intrinseca, v-erace cooperazione. Anche nelle attuali condi- • zioni difficili, oggi come non mai, il comandamento dello spirito è quello di a·vviare la ·colla'borazione tra i •popoli. . \ L'Italia non può non avel'e un -atteg,gi,amento positivo e fiducioso verso la realtà di compresenza universale dei po·poli che oggi è in atto. Soprattutto il nostro popolo e i'l nostro Stato, per quanto ad essi compete, debbono combattere con la ma·ggiore energia ~li errori del nazionalismo e -del razzismo. •Come non ricordare in particolare ehe gli arabi sono p·ar– te integrante delle nostre civiltà? Che tra la civiltà europea e quella ,cla,ssica sta la mediazione araba? Ora il processo dello sviluppo civile dei popoli mediterra– nei o è bloccato o è deviato, e in modo particolarmente dram– matico. Parliamo principalmente della ·questione algerina ma non solo di quella : è tutto il quadro che p·resenta lati oscuri e difficili. La struttura e l'ideale della democr-azia occi'dentale hanno. bibliotecaginobianco l'ordine civile · legittimato il poiere machiavellico· dei « mandarini )), la eui dem·ocraticità sta nell'interpretue la xenofobia popolare. Le formazioni religiose, nel loro insieme, non riescono a trovare uno spazio possibile di -convivenz.a con una politica machiavellica; i gmppi religiosi modernisti, ribellandosi ad uno stato immanentistico-materialistico, si ·ergono a stato nel– lo stato; ma non trovando la via giusta ·per l'incarnazione del– l'istanza religiosa nel -civile, si riducono ad una fol.'ma -di vio– lenza sul civile, di negazione del medesimo.' Nel baci,no del Mediterraneo, terra povera e di popoli a cultura popolare é'ssenz·ialmente teocentrica, l'errore imma– nentisti>co produce povertà e antidemocrazia, perchè impedi– sce a1'l'autentica cultura popolare di accedere al civile. La civiltà ehe l'-occidente e l'oriente europeo esportano verso i pa·esi arabi ,è una ci•viltà c-he non -conosce la Trascen– denza come valore eivile: e riduc't perciò il vero al forte, il bene all'utile. E' una civiltà che schiaccia il debole, -anehe se democrazia e comunismo proclamano a voce alta ehe egli è il padrone dello Stato, il signore -della St-oria. Ogni supe– riorità materiale divent,a così umiliante: e non conosce altre risposte che la degradazione ,o la sfida. Da questo è nata la tragedia algerina. I francesi hanno fatto il par.agone tra i benefici materiali da essi portati in Algeria e il prezzo di sangue ehe ne è stata la risposta. -Ma essi hanno in realtà raceolto ciò che hanno seminato. Una mi– glior, saggezza presiede oggi ai destini di Francia eosì determi– nanti per quelli dell'Europa come dei popoli mediterranei: ed è questo •che -ci fa bene sperare nel no~ro eomune futuro. Ma non bisogna dimentic~re ehe • '1a tragedia dell'Al– geria è nata .dall'assenza di un ,patrimonio comune, di verità comuni, trascendenti ed universali, •che, pienamente accettate, valessero per popoli -diversi, per -culture diverse. La Francia laicista non poteva -dare ( e fu moho) che un riflesso d.i orgo– glio e di coscienza nazio,nale: 'la ·convivenza, potrà essere frut– to del -dolore e della sofferenza, ma richiederà sempre una idea comune. Per questo tanta importanza ha ai nostri occhi la ·pace in Algeria : ed una pace ,che assieuri la convivenza tra fran– cesi di origine metropolitana e algerini d'Algeria (ehe tristez- • za sentire le parole cristi,ani e musulmani per indicare eonfini razzia'li !) nel quadro del medesimo Stato. _Noi -pensiamo -che questo Stato, che speriamo vitalmente associato alla Francia come agli altri popoli mediterranei nelle form~ adatte e opportune, dovrà affrontare il prol1lema di una sua nuova ,costituzione : e speriamo che lo faeeia al -di fuori dei mo·delli i,deali e dei criteri istituzio~ali delle ·costi– tuzioni democratiche e comuniste. Speriamo ehe •essa sappia ritrovare il senso autenticq del valore. della legge di Dio nella vita civile ed esprimerla in nuovi e vitali istituti. Noi pensia– mo e speriamo che la collaborazione dei popoli euro·pei e d·ei popoli arabi raccolti nel bacino mediterraneo ·sia il principio di una nuova epoca politica in cui la ·politica non sia più fondata sull'indifferenza e l'ostilità alla legge di .Uio, ma viva invece nel riconoscimento di essa. Pensiamo anche che la collaborazione profondamente unita ,di europei e di arabi, d.i cristiani e d.i musulmani, segni la fine degli errori moderni della civiltà europea e della -decaden~a e della stasi araba. . Perchè giuste relazioni internazionali e storiche s'intes– sano nel mondo -che si va maturando ad unità ci~ile, nel culto della verità e della libertà, contro ogni uso d,i viol,enza e di frode, senza smanie di potere o cieca adesione ad interessi di parte: questa la linea -di una azione' civile internazionaile, che oggi i cattolici possono e d·ebbono dare come servizio alla pace e cooperazione all'ordine internazionale.

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