l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

b pag. 20 Ad affermazioni così nette, autore– voli e persuasive non sarebbe da ag– giungere altro ma poichè la nostra si– nistra para-marxista e radicaleggiante sembra fare a· ga·re nello sbracarsi di– nanzi al ,comunismo sulla scia dei vari Lunik (si legga a tale proposito ciò che ancora scr.ive Silone nella stessa circo– stanza) come se il funzionamento delle macchine elettroniche sostituisse il ri– spetto dell'uomo e la forza delle ideolo– gie, ricordiamo ( e speriamo che nep– pure tale fonte risulti sospetta) come Krusciov, nel ,suo recente viaggio a Bu– dapest, abbia ammonito i comunisti a non credere che lo « spirito ,di campo David i> ,comporti la smobilitazione al– l'interno e la fine dell'opposizione ideo– logica e come, anzi, proprio la ,dislen– i;:ione renda necessario un rafforzamen– to intransigente delle idee perchè il marxismo non sia inquinato dalle ideo- • logie decadenti e borghesi. E' quanto, per l'appunto, anche noi sosteniamo e su questo, più che sul sorriso di Kru– sciov, dovrebbero meditare i pallidi in" tellettuali della riva sinistra di via Ve– neto •che, ,per la prospetti va di un viag– gio a Mosca rinnegherebbero moglie fi. gli e ideologie. M. B. La Quadriennale I fatti d'arte vanno giudicati •con pie– na conoscenza, ma ,della Qua-driennale che tra non molto dovrebbe aprire i battenti nel Palazzo delle Esposizioni si può parlare benissimo prima di esa– minare i quadri che i pittori vi espor– ranno. Perchè al di là di quello che si potrà vedere approvando o meno la scelta, quello ,della Quadriennaile ro– mana rimane un fatto di costume vera– mente importante. In genere le cose vanno così ( e an– che quest'anno non è che- la regola ab– bia conosciuto eccezioni): la commis– ~ione ·per gli inviti fa le cose secondo criteri piuttosto misteriosi, in gran se– greto, senza comunica ti ufficiali; « '1e cose JJ si vengono a risapere lo stesso; gli artisti esclusi protestano, minaccian– do una specie ,di contro-Quadr.iennale; la Commissione provvede ad invitare di corsa quelli che ,strillano di più, e che, per il loro nome, sono più capaci di influenzare l'opinione pubblica; gli ultimi ammessi, soddisfatti di esserlo, smettono di criticare, e il risultato fi. nale, a mostra ormai aperta, è una mo– struosa bahele ,di valori, in cui la gran massa dei mediocri, amici ,di Tizio o di Caio oppure ahili sindacalisti, sovra– stano cli gran lunga i migliori, i critici. ciurlano nel manico e il ·pubblico na– turalmente non capisce niente e finisce di disorientarsi. Nd frattempo ·per vie segrete, ma non .troppo, enti e ministe– ri fanno i loro acquisti scartando co– stantemente, ·con una sorta di intelli– genza, si direbbe, le opere migliori e spendendo i soldi ,del cont•ribuente per favor.ire i soliti ignoti. Ritroveremo poi questi quadri negli uffici dei sottose– gretari o dei 1 direttori genera'li a ri- 1otecag1n neo cordare, in maniera palpabile, che vi– viamo in un Paese di geni incompresi e di allegri dissipatÒri, di intrallazza– tori e di ignornnti. Così· è stato per le prececlen ti qua– driennali, ,così è stato, finora soltanto per le scelte, per la presente. Ma a par– te quel che si può dite cli una istitu– zione che con così scarsi cri Ieri svolge i suoi compiti, bisogna aggiungere •che c'è davvero da ,disperare di una genera– zione di artisti che p 1 rotesta non per a– more ,di. giustizia e di verità, ma per sete di successo, che si richiama (e agli immortali principi Jl per poter mandare cinque lavori anzichè tre, che invita al– le barricate e alla rivoluzione, solo per vendere un quadro al Ministero dei T,rasporti o ·della Marina Mercantile. M. B. Il grido di dolore Se a fine ,d'anno si andasse a fare l'e– lenco dei fatti che in Italia hanno su– scitato più scalpore, ci sarebbe vera– mente da rimanere sorpresi, catastrofi e vicende di dive si dividono equamen– te l'onore ,dei titoli più grandi e a più colonne, in modo che le passioncelle di 11na qualsiasi Belinda Lee, valgono bene un terremoto in Cina e .5eun aereo . carico di cinquanta persone cade lo stesso giorno in cui un'attricetta fugge di casa, i poveri morti meriteranno al massimo una scarna citazione, soffocati dalle foto dei fuggiaschi e dei loro pa– renti fino al settimo grado. Vin qui nulla di nuovo: abhiamo la stampa che in fondo meritiamo e tra chi ac,carezza sensi bili tà mala Le e chi si fa accarezzare, non sappiamo davvero chi sia il maggiormente respon– sabile. Ma se aneliamo a guardare le cosiddette polemiche politiche, o alme– no aloune tra esse, c'è dàvvero da -di– sperare dei nostri èeti dirigenti, della loro capacità di attender,e con diligen• za alle ·cose veramente serie ( che sono proprio tante e meriterebbero una stre– nua costanza). Prendiamo il caso del grido di dolore: i fatti sono sommaria– mente noti e sono riducibili alla trovata di due ra,diocronisti di inserire .in un documentario, lo storico proclama di Vittorio Emanuele II, facendolo legge– re o declamare da quello che sarebbe stato Vittorio Emanuele IV, se l'avven– to della Repubblica non ci avesse libe– rato da un simile erede al trono, noto fi110·ra, crna,si soltanto per la sua sim– patia per le ,divelte ,del varietà e per la pesca subacquea. Più o meno intelli– gente che fosse la trovata dei ,due cro– nisti andava comunque misurata col metro della sua funzionalità giornali– stica giacchè sarebbe davvero pietoso credere che la Repubblica ( malferma si ma non tanto da permettei·e una re– vanche monarchica) possa andare ,in pezzi ,pe·r una voce più o meno barito– nale. Invece sembra che le •cose possa– no andare proprio ,così, che la trasmis– sione di un nastro magnetico faccia crollare le istituzioni, che il grido di dolore di un monarca discusso, recitato l'ordine civile da un pronipote dal temperamento piuttosto fatuo possa provocare la re– staurazione. E le polemiche s1 so– no allargate a macchia d'olio, con in– chieste, richieste di spiegazioni perve– nute perfino dal Quirinale, palleggia– menti di responsahHità, titoli dei gior– nali a cinque o sei colonne. Fatti simi 1 li si ,commentano da sè: a noi resta da aggiungere che è davvero una strana Italia, quella in cui accado– no simili cose, l'Italia, si diceva la volta precedente, che ha la sola preoccupa– zione di salvare la faccia, e in realtà se la cosparge accuratamente di fango. • M. B. Stagione teatrale romana cc Requiem per una monaca J> di Fanlk– ner-Carnus << Gli Arcangeli non g,iocano al flippeni di Da.rio Fo Presen La lo a chiusura della scorsa stagione teatrale, e, Requiem per una monaca ,, di Albert Camus ( eia un te– sto di William Faulkner) è stato porta– to di nuovo sulle ribalte romane dalla compagnia Proclemer-Albertazzi, per la regia di Orazio Costa. Diremo subito che ben poco, della ti– pica atmosfera faulkneriana è rimasto nella trascrizione di Camus. Questi per– sonaggi in delirio, gonfi di colpe e di disperazione, ultimi eredi di un cc vec– chio Sud JJ che si sfalda sotto il peso di problemi inevasi, di responsahilità ricusate cli tabù non infranti - tutto ciò in Falkner - hanno colpito Camus sola men te in virtù delle loro assurde ma sintomatiche posizioni morali, qua– li simboli rarefatti , di cc condizioni » spirituali da verificare passo passo, da seguire in quel conflitto dramma tic o che è il naturale risultato ciel loro in– contrarsi. Così il primo autore si è limi– tato a fornire al secondo solo alcune cc maschere » individuate da precisi contrassegni morali: rifiutata decisa– mente invece (si confronti anche la sti– lizzata regia dell'edizione francese, cu– rata dallo stesso Camus) l'atmosfera (il con test o sociale e geografico), questo nesso che in Fauikner è introdotto come un elemento non isolabile a giustificare o al-meno ad illustrare tante azioni. A contatto con analoga materia Ca– mus ci ha dato una soluzione diame– tralmente opposta a quella di Tennes– see W illiams, ha ripudiato cioè la spie– gazione dete'rministica, il gioco psico– logico, la sottolineatura dei miti sessua– li, dei complessi freudiani, per consi– dernre ~olo il disegno delle posizioni 1t1.orali, ìa possibilità estrema che ha il « male JJ <.lidistinguersi dalla cc colpa J>. Due personaggi antitetici: una ma– dre che ha un alibi (la costrizione) per giustificare un vergognoso passato ed nna negra infanticida che non ha alibi da far valere di fronte al giudizio degli uomini. Ma la valutazione delle inten– zir>ni deve es1Screben diversa: la prima donn,a non si ,è ribellata al male che le veniva imposto perchè in fondo quel male cc le piaceva ii, la seconda donna ha ucciso i:;na bimba innocente speran– do di trasformare la morte in uno stru-

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