l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

pag. 18 Le nostre citazioni del Machiavelli sarebbero forse equi: voche se non fosse così chiara e costante la nostra adesione all'insegnamento e alla figura, appunto, di Gerolamo Savona– rola, l'unico autentico "anti machiavelico" in radice perchè fedele nel suo alto insegnamento civile alla verità della Chiesa Romana espressa dal suo Dottore Comune. Tutto questo ci ha portato lontano dagli "apprezzamen– ti" non benevoli che Gianni Sofri e Francesco Traniello han– no ritenziljl__di dover dedicare a questa rivista e che il Mulino ha ospitato. Ma "tacitismo nero" è un'insulto non banale, proprio di giovani colti: e ci .ha obbligato a dire di no e a rispondere con una dichiarazione di fede. L'articolo non ci consentiva d'altro canto un discorso più dettagliato, una più precisa confutazione. I clerico modP.– rati sono la forma clerico moderna che non si espone mai a dichiarazioni di principio : è questo il prezzo che essi paga– no per la loro "ufficialità" éattolica e per il loro successo politico. Buon pro: ma questo per noi significherebbe "propter vitmn vivendi perdere causas". Per essi, evidentemente, no. Sofri ci insegna che questa via conduce, oltre che a certo suc– cesso politico, a certa fortuna accademica ( che questa è la "La Voce repubblicana,;: "Nostalgie Il "tacitismo nero" del Mulino si converte, nella prosa della Voce repubblicana, in fascismo tout court. Del resto anche qui non manca un saggio di interpretazione della nostra biografia personale, dominata da un momento "misti– co ed autoritario" ora compiutame~te liberato. Anche qui la polemica politica comincia e finisce co.n l'insulto. Il clerico-moderato del Mulino ed il laicista moderato della Vore rivelano una piena identità di concezione, di stile e di metodi. Non ci illudiamo certo che le precisazioni e le illustra– zioni possano attingere un foglio che l'on. La Malfa ha sapu– to elevare al rango di paradigma di una faziosità saccente ed astiosa incapace di ogni dialogo che non sia un monologo spez_zato. Noi non abbiamo· nostalgie fasciste, in nessun senso; riteniamo il fascismo estra_neo alla tradizione cristiana ed al– la civiltà del nostro paese. Ma rifintamo ogni sua interpn~ta– zione manichea come male, o regresso o semplice negazione. Per noi il fascismo è l'ultima forma dello Stato risorgi– mentale e della strumentazione della tradizione al giacobini– smo ed alla rivoluzione che allora venne compiuta. Chi rileg- ... ga l'interpretazione che dello Stato· risorgimentale dà un grande storico come Guglielmo Ferrero vede che questa in• terpretazione è estremamente vicina alla nostra tesi. L'ille– gittimità latente nel compromesso cavourriano è esplosa nel- la falsa sintesi mussoliniana. La critica non ci esime dal rico– noscere il significato storico e politico di Cavour, come di Mussolini. Rifiutiamo l'insulto come metro e stile del giudi- zio storico. Non nascondiamo cert'o l'importanza che il Gioberti ha -nella nostra opinione sulla recente .storia d'Italia. Il fatto che il tentativo giobertiano sia fallito non ci fa ritenere che liot ca inobia co l'ordine civile realtà coperta dalla frase "scelta, ben più difficile, dello stu– dio e dell'approfondimento storico e tecnico"). E' probabil– mente per questo che i redattori del Mulino hanno accettato i nostri articolisti come dei loro. Le libere docenze e l'aspirazione alla cattedra affratel– lano, al cli là, non direm,mo delle ideologie ( non è il caso), ma delle storie personali. Sofri ed i redattori del Mulino ci perdoneranno, ma ri– maniamo attaccati ai giudizi generali. Abbiamo conosciute nelle nostra vita innumeri ed autorevoli esortazioni alla filo– logia. -Siamo sempre stati incapaci di raccoglierle, persino quando lo avremmo voluto. Ci è dunque rimasto il piano dei giudizi universali. Che questo piano sia un piano giovanile, e che chi vi si attarda oltre la tesi di laurea sia un giovane in ritardo, è una affermazione notevole. Ci piace che sia stata fatta: è una pro– va che non si possono sempre sfuggire le dichiarazioni impe– gnative. Se essere alla -page vuol dire acquisire "un po' di pessimismo ed un po' di sfiducia nell'uomo", e rinunciare alla filosofia, ebbene allora noi preferiamo le cose antiche. Quale di noi poi abbia scelto la parte migliore "è nascosto a tutti tranne al Dio". fasciste,, esso fosse privo di verità e anche di un'alta verità. Ma non è questo il punto. La Voce non vuole la discussione, ma sol– tanto la resa a discrezione. I cattolici sono ammessi nell'olimpo lamalfiano solo quando ragionano come i laicisti. Ogni tentativo dei cattolici di pensare su un piano ciuile in modo conforme alla Tradizione cattolica, con/ orme agli atti della Chiesa e dei Romani Pon– te/ ici nella storia, è respinto dai cani da guardia della nostra massoneria, che non concepiscono alcun lecito comportamen– to per i cattolici _che non abbia a presupposto -l'egemonia culturale laicista. Almeno quella culturale, visto che il suf– i ragio universale non consente ai laicisti il diretto controllo del potere politico. E del resto i loro "cattolici" li hanno trovati. E non glieli ha soltanto offerti il Mulino. Ne hanno di più. Non essere di questi ,vuol dire essere ai margini della storia. Noi preferiamo essere ai margini della storia con la Ve– rità che al centro di esso con l'errore-. Solo che non siamo così convinti che sia oggi esattamen– te questa la nostra posizione topografica. - Certo, le grandi tattiche vogliono pur dir qualcosa-: e non è forse lontàna, per l'òn. La Malfa e per i suoi amici, qualche felice emozione. Ma le tattiche hanno un loro limi– te: non sono . una politica, non sono un ,ideale, non dicono niente a nessuno, salvo a una sottile pellicola di politicanti e di interessati. Giacchè siamo così reazionari, ci sia lecito far onore alla nostra firma e ricordare che il diavolo fa le pentole, ma -non i coperchi. Basta alle volte un nulla a rovesciare i più ben conge– gnati progetti. Un nulla grande come 1a coscienza e la tradi- zione di un popolo. G. B. B.

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