l’ordine civile - anno I - n. 11 - 1 dicembre 1959
pag. 14 singolare attitudine a sminuzzare le dif– ficoltà, a distinguerle e risolverle sepa– ratamenié. Quel che si può dire, di -e.er– to, è che nei prossimi mesi egli sarà costretto· ~l pieno esercizio di queste sue virtù. D. C. ~Todos caballeros" Il consiglio nazionale· della DC ha eletto la nuov,a direzione centrale ; que– st'ultima, a sua volta, ha provveduto ad inflazionare ed a distribuire gli ·in– carichi. Le due operazioni, per il modo in cui sono state condotte e per le con– clusioni a cui hanno approdato~ con– fermano lo stato di confusione, di equi– voco e di crisi in cui versa il partito cattolico. Zoli da una parte, nelle poche parole pronunziate all'atto di prendere pos– sesso della carica di presidente del con– siglio nazionale, ha affermato che lo stato di confusione e di crisi è calato dal vertice alla base del partito. L'on. Cossiga dall'altra, rifiutandosi di avallare con il suo voto la elezione della direzione « concordata », ha con ciò inteso sottolineare che la soluzione scelta da Moro per la direzione pone le premesse per portare da uno stadio fisiologico ad uno stato patologico la crisi del partito. · L'on. · Moro chiama quella data al problema della nuova direzione « solu– zione unitaria ». Ma tale definizione ,è accettabile so– lamente se riferita al dato puramente materiale della presenza fisica nel mas– simo organo esecutivo del partito di rappresentanti di tutte le correnti o tendenze che hanno cittadinanza nella DC. Perchè la obbiettiva valutazione dei fatti esclude che si possa attribuire alla soluzione adottata un qualsiasi conte– nuto politico positivo. La logica ed il buon senso suggeri– vano, infatti, che l'organo esecutivo del pariito si costituisse sulla base di un eh iaro discorso politico; sia pure frut– to <]j dibattito preventivo in seno' al– l'organo deliberativo ( consiglio nazio– nale) a cui il congresso aveva deman– dato H comp.ito di meglio definire e prog1·arrnnare i deliberati che erano al– la base della mozione che aveva pre– valso a Firenze. Tale discorso politico è mancato. to– tabnente, per fare posto invece ad una gara in cui i protagonisti sembrava si muovessero solamente sotto la spinta di preoccupazioni tattiche, intese ad assicurarsi i posti migliori per continua– re all'interno del partito, e fuori, la bat– taglia iniziata alla « Domus Mariae ». A confermare che tale sensazione non era errata, già all'indomani del rag– giunto accordo, l'agenzia ufficiale fan– faniana chiariva che l'operazione cc uni– taria » conclusasi alla CIDA doveva considerarsi un fatto puramente cc mec– canico », e che la parte fanfaniana si proponeva, in sede ,di direzione, di pro– seguire la sua battaglia, nell'intento di << mettere alla prova » le intenzioni ma- Bibl·iotecaGino Bianco· nifestate in congresso e dopo dal capo riconosciuto della maggi~ranza. Tale interpretazione della « soluzio– ne unitaria » non poteva che conferma- · re l'esattezza delle conclusioni a cui èra giunto l 'on. Cossiga neHe dichiarazioni 1·ese avant,i al consiglio nazionale, là dove aveva afferrnat~ che la procedura seguita e la soluzione adottata per la I formazione della « direzione unitaria >> ~uonavanò insulto allo ·spirito ed alla prassi del metodo democratico. Se la cond~tta operativa dell'on. Fan– fani ,in tutto la faccenda si giustifica facilmente alla luce dei più validi e riconosciuti canoni di tattica politica e del peso concreto di forza che egli rap– presenta all'interno del partito; la con– dotta delle altre minoranze rispetto al procedere di Moro non si giustifica se no_n ~on la preoccupazione di non re– stare tagliati fuori dalla sfera di potere nel partito, pena la loro scomparsa. E veniamo alla posizione dell'on. Mo– ro e dei suoi amici. I più vicini al segretario del partito giustificano il suo operare con la mas– sima « In necessariis unitas ». Ma se così fosse, sarebbe troppo faci– le obbiettare che sopratutto « in neces– sariis >> « l'unitas >> non può che essere un fatto essenziale, fondato su premesse semplici e chiare~ che mancano assolu– tamente nel caso in esame. Noi invece, pur senza voler mettere in discussione l'onestà politica dell'on. ·Moro con le considerazioni che seguo– no/ siamo deU'av,viso che il suo opera– re sia stato mosso da altra e più sottile visione delle cose del partito. E deriviamo i nostri convincimenti da obbiettivi elementi di fatto. La formazione ed i trascorsi di parti– to dell'on. Moro,. la impostazione data alla sua azione come segretario politico e, sopratutto, la relazio.ne fatta a Firen– ze, fanno concludere che ciò che lo divi– de dall'on. Fanfani è una diversa valu– tazione di tempi e di modi relativi alla attuazione di una linea politica che, nella visione dei due uomini, presenta divergenze assolutamentè marginali. Ed è solamente l'esistenza di tali di– vergenze marginali ed una diversa valu– tazione dei modi e dei tempi di attua– zione di una stessa linea politica che, a nostro avviso, hanno portato l'on. Moro a capeggiare una eterogenea formazione contrapposta aH'on. Fanfani. Formazione nella quale,. tuttavia, i suoi am1c1 sono in netta maggioranza rispetto a coloro che si pongono in po– sizione di netto contrasto con le tesi dell'on. Fanfani. Questi ultimi, a loro volta, trovandosi in netta minoranza all'interno del par– tito, sono costretti ad ancorarsi alle po– sizioni dell'on. Moro non fosse altro che per il fatto di poter, in tale modo, esercitare ancora una qualche influenza all'interno del partito; e nella speranza che la evoluzione della situazione inter– na ed internazionale permetta loro di modificare l'equilibrio di forze all'in– terno della DC. Un ~emplice sguardo alla composizio- · ne della direzione ed alla attribuzione degli incarichi negli uffici, dimostra che i « duri >> della frazione « dorotea » l'ordine civile e delle aJtre corrente decisamente schie– rate contro Fanfani, oltrechè essere in netta minoranza, sono relegati in posi– zioni prive di qualsiasi contenuto poli– tico-organizzativo reale. Questo altro non significa che quan– do Moro lo ritenesse opportuno o ne– cessario, sarebbe in grado di privarsi del loro appoggio per dare vita ad una nuova maggioranza, omogenea nella forma e nella sostanza. Ma è proprio in tale disegno politico che trova radice l'equivoco e la con– fu ione. Perchè il contenuto politico del di– scorso fanfaniano deve misurarsi non solo sul metro delle dichiarazioni e de– gli a·tteggiamenti ufficiali, ma anche e sopr.attutto sul metro delle reticenze e delle allusive sfumature, che fanno c~n– siderare le prime solamente come pun– ti di partenza e non com.e punti di arP10. D.D.R. Progresso economico anche nella "zona " .Nel decimo anniversario della sua fondazione la Repubblica democratica tedesca ha potuto presentare un bilan– cio sostanzialmente positivo dell'attivi– tà svolta nel decennio sia nel campo J>olitico che in quello economico. Nel campo politico ha certo avuto il suo peso l'evoluzione registratasi nel– la situazione internazionale con le pro– spettive affacciatesi a seguito della vi– sita .di Kruscev negli Stati Uniti e a -se– guito dell'irrigidimento dei dirigenti della Germania Occidentale sul'le loro posizioni, mentre i leaders di Pankow hanno assunto, seguendo Kruscev, un atteggianrento più flessibi]e rispetto alle rigide posizioni del passato in ciò che concerne la questione tedesca. Non si è avuta, invece, •l'influenza di fattori esterni nello sviluppo dell'eco– nomia del paese, sviluppo che indub– biamente ha assunto un ritmo notevo– le. In un suo recente discor,so il primo segretario· del partito di unità sociali– sta ( comunista) della Germania Orien– tale, Ulbricht, ha dichiarato che gli obiettivi della produzione lorda da raggiungere entro il 1960 e che origi– nariamente erano previsti ne.J secondo piano quinquennale, saranno raggiunti entro la fine del 1959. Inoltre, sempre secondo Ulbricht, l'aumento della pro- • dnzione industria•le lorda all'agosto scorso era quasi pari all'aumento avu-: tosi nell'intero anno 19 58. In sostanza Ulbricht ha potuto affermare che il ritmo d'incremento mensile della pro– duzione industriale lorda è del 12 per cento circa e che l'aumento della pro– duttività lavorativa dell''industria nei primi otto mesi di ,quest'anno è stata superiore del 110 per cento rispetto aHo stesso periodo del 1958. Per avere un 'idea dei progressi com– piuti nel settore economico dalla Ger– mania Orientale si può dire che pren– dendo come base 100 la produzione del_ 1950, dopo sette anni l'indice ge– nerale è risultato più· che raddoppiato. Del resto anche nel settore del com-
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