l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

_creduto, finchè il veleno del comunismo imperialista, propi– nato alla Cina dalla Russia, non si è rivelato come un formi– dabile catalizzatore che ha risvegliate, scuotendole colla forza di un trem.endo tifone, le enormi forze latenti che la tiran– nide ,della dinastia mancese, la guerra dell'oppio, il regime dei marescialli corrotti avevano semplicemente assopite, ma non vulnerate. In attesa che la leadership del comunismo mondiale passi dalla Russia alla Cina, Pekino sta già appostando nei posti strategici le sue vedette, i suoi agenti per captare gli Arabi, per guadagnarsi l'Africa Nera, per isolare l'Europa. E non sarà certo tenendo la Cina fuori dall'O.N.U. che si ovvierà il pericolo mortale che essa rappresenta; ciò le servirà anzi per guadagnars'i le simpatie degli asiatici e degli africani che ravvisano in questo ostracismo un residuo raz– zismo dei bianchi colonialisti e imperialisti. L'U.R.S.S., come abbiamo segnalato, ha già avvertito il pericolo e Krusciov, con molta prudenza e tatto, cerca di dissociare la responsabilità dell'Unione Sovietica da -quelle della ·Cina, oggi in ·preda ad un esuberante messianismo, evi– tando il pericolo di una rottura anti,cipata che potrebbe pro– vocare una reazione proprio all'interno dell'Unione Sovietica dove i puri, i fedelissimi, gli ultra ,del comunismo leninista, hanno ancora forze sufficienti se non per annullare per lo meno per rinviare di anni la distensione e la collaborazione con l'Occidente. Ecco perchè riteniamo troppo precipitoso e forse peri– coloro l'aut-aut che, a quanto si' afferma, Herter vorrebbe por– re a Kruscev: o l'URSS appoggia Mao ed allora è inutile par– lare di distensione e di disarmo, o non l'appoggia ed allora Kruscev lo deve dire chiaramente e pubblicamente. Non è però agendo come un elefante in un. negozio ,di chincaglieria, che si favorirà lo hiatus fra l'imperialismo ci– nese, che è in un periodo di piena euforia conquistatrice, e l'imperialismo russo che deve mettersi sulla difensiva e tende a trasformare i partiti comunisti, d'obbedienza moscovita, in partiti nettamente conservatori. La buona volontà di Krusciov, anche se sincera, non è dunque una garanzia assoluta contro un possibile ritorno di fiamma del comunismo stalinista russo, ed un conseguente con– solidamento· ,dell'unità d'azione col comunismo comunalista cinese. E' necessario quindi che l'Italia, e con essa l'Europa tutta, appresti immediatamente valide e imprendibili difese. Esse sono molte e complesse, ma vanno sapientemente coor– dinate. Accenniamo rapidamente come apprestare le tre difese che riteniamo essenziali ed urgenti. Si dovrà dunque : a) favorire l'unità del mondo arabo, conquistare la fiducia cointeressandolo ed integrandolo in condizioni di di– gnità e di parità in un complesso di libere nazioni mediter– ranee onde sottrarlo alla insidiosa propaganda sia sovietica che cinese;' b) approfondire l'intesa spirituale, ormai m atto, tra cattolicesimo ed islamismo, le uniche due religioni autenti– camente universali che unite formano un complesso di un miliardo di credenti, assolutamente refrattari al comunismo imperialista, qualora essi ripiglino coscienza della loro forza e -della loro missione; c) creare un'Eurafrica realistica, la quale, per essere vitale, dovrà inizialmente essere costituita dall'Europa medi- liotecaginobianco pag. 5 terranea e dall'Africa nord-equatoriale, da qu~H'Africa c10e che geograficamente, storicamente, religiosamente, econo~i– camente gravita sul Mediterraneo· e sul Mar Rosso ( che del Mediterraneo è un'ansa, come lo è il Mar Nern) e non già sull'Atlantico e sull'Oceano Indiano. Ma per realizzare queste difese, le uniche che possano efficacemente instaurare una « Pax Mediterranea » chi! garan– tisca l'unità dell'Europa ed abbia un peso determinante per la distensione del mondo intero, bisognerà estinguere i due foco– lai d'infezione che la paralizzano, la debilitano, l'avvelenano e minacciano di annientarla. L'Algeria e Israele. L'indipendenza dell'Algeria è nell'interesse stesso della Francia; lo abbiamo estesamente dimostrato in un nostro precedente articolo· che possiamo sintetizzare riproducendone la conclusione. Potrà De Gaulle liberare i francesi dal complesso saha– riano che li induce a prese di posizione esiziali per la Francia , e per l'Europa intera? Potrà egli smontare quella illusione che alimenta l'ol– tranzismo francese, il quale è convinto di poter disporre del– l'Europa, ed influire sulla sua politica, sia allettandola con le ricchezze del suo Sahara, sia minacciandola di uscire dalla NATO, sia prospettandole la possibilità di apprestare nel de– serto una base di esperimenti nucleari èome primo passo per la installazione di una base atomica? Potrà il Generale convincere il « paese reale » che il Sahara non è nè francese, nè americano, nè russo ma è sem- • plicemente africano e come tale costituisce l'hinterland natu– rale delle .libere nazioni nord-africane? • Sta a De GauUe osare quelle rinunce che salveranno il suo Paese, l'Europa e il complesso mediterraneo, perchè « quanto una nazione può perdere di privilegio e controllo esclusivo, può essere largamente compensato in stabilità e pro– fondità dalla collabo-razione onesta e cordiale tra uomini liberi ». Per quanto riguarda il problema di Israele, che gli in– glesi hanno giusìamente definito « spot of danger » poichè co– .stituisce una permanente minaccia di guerra, e che tutti rite– nevano ormai insolubile pacificamente, il cuore si è riaperto alla speranza con le dichiarazioni che giorni orsono ( 8 otto– bre) Nasser, Presidente della R.A.U., ha fatte al quotidiano americano « Cristian Science Monitor» e all'agenzia « Asso– ciated Press ». Nasser infatti si è dichiarato pronto a concedere ad Israele la libertà di navigazione nel Canale di Suez, a condi-. zione che Israele applichi le decisioni dell'O.N.U. ché lo ri– guardano. E' probabile che Israele rifiuti recisamente, tuttavia la questione è sbloccata ed in Pale_stina gli ebrei indigeni e no]l, immigrati che hanno per secoli convissuto pacificamente con gli arabi cominciano a mostrare la loro insofferenza verso i nuovi venuti ·che vorrebbero estendere i confini di Israele dal Nilo all'·Eufrate. Chi sarà il De Gaulle israeliano che saprà opporsi agli intransigenti, agli ultra, e inizierà quelle con– versazioni costruttive che porteranno finalmente la pace nel tormentato ,Medio Oriente? Roma Cattolica guarda a Gerusa'lemme, che l'O.N.U. aveva internazionalizzato, ed è pronta a portare il suo di;;in– teressato concorso alla pacificazione e all'intesa -delle tre gran– di religioni abramiche.

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