l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

popolazione, cioè le zone della Tripo– litania. 11 re ldris el-Awa'1 essendo ,al tempo stesso capo ,.della confraternita religiosa Snusiyah, se aveva un ·assolu– to prestigio nelle zone cirenaiche, sia costiere che interne, non incontrava al– trettante simpatie in Tripolitania, che avendo un ceto urbano, abbastanza in– fluenzato dall'educazione e dal sistema di vita degli italiani, non tollerava di esser governato e soggetto a un « sovra– no beduino ». Per di più il sovrano non amava, proprio per tale situazione - che. portò anche nei primi tempi a at– tentati e moti - risiedere a Tripoli e si ·appartava addirittura all'estremo del suo territorio, a Tobruk, sotto la vigile protezione delle ·armi straniere, che gli avevano permesso di salire e mantenersi sul trono. Al problema finanziario avevano, in partenza, provveduto almeno in parte, le nazioni protettrici del nuovo regno Inghilterra e Stati Uniti - che, in cambio di concessioni ·di ordine mili– tare ed economico, avevano stabilito una forma larvata di sovvenzionamento per pareggiare l'inevitabile deficit sta– ta'1e. A questo aiuto ha partecipato an– che -l'Italia, che continua a mantenere un complesso di interessi, rappresentati soprattutto daUa presenza tuttora -di circa 30.000 connazionali, nelle aziende agricole della costa e del predeserto. Ma questa situazione dava tuttavia una sensazione di instabilità e gli scricchio– lii non mancavano, nonostante l'abile politica del filobritanni:co Primo Mini– stro hen-Halim. Da •due o tre anni a questa parte la situazione è andata però evolvendosi: sul terreno politico, la questione -dina– stica si è in certo modo avviata ad una soluzione; una soluzione di compro– messo, è vero, ma una soluzione. Il vec– chio re tiene in mano, col suo stile pa– ternalistico, distaccato ma vigile, la co– sa P.ubblica, ma pur essendo senza eredi diretti ha adottato come principe eredi– tario il giovane principe er-Redah. Il principe que·st'anno ha fatto un ampio giro in Tripolitania, suscitando suffi– ciente consenso. Inoltre, per assicurare niep:lio l'avvenire del trono, il principe ereditario ha contratto matrimonio con una signorina tripolitana, la figlia di Mohammed Bakir, i-1 governatore della Tripolitania. Il giovane erede presuntivo ha ora tutto il tempo di prepararsi al suo fu. turo compito ed ·al tempo stesso di pre– pararsi a sua volta degli ered~. La di– nastia non è più in crisi e il vecchio re può tenersi la sua vecchia fedele compagna e rilasciare la seconda mo– glie, la principessa Alia, •l'egiziana che non è riuscita a dargli discendenti. Una fonte di pette:i;olezzi e di insinuazioni v.iene così a ·cadere. ib ioteca 1n . ' 1anco Nel .settore amministrativo, ormai le prime armi sono state fatte, dopo il periodo di inevitabi-le rodaggio del nuo– vo Stato. La situazione con la forte co– munità italiana è stata sistemata di co– mune accordo, in ·seguito alla ratifica dei patti italo-libici del 1957. La loro applicazione è ancora in corso e Roma dovrà adempiere la sua parte rivolgen– do finalmente una maggiore attenzione a questi figli, che troppo a lungo sono rimasti abbandonati. Il fatto veramente nuovo è più im– portante si è verificato poi, in questi ultimi anni e possiamo dire, addirittu– ra mesi, proprio nel ·settore economico. Le ricerche di carattere minerario in– traprese dalle compagnie petrolifere in– glesi, americane e tedesche, concessio– narie di vaste"---zonecostiere ed interne, hanno dato frutti insperati. La Libia si sta sempre più palesando una terra dal sottosuolo fecondo, anzi, secondo le ul– timissime notizie, fecondissimo di idro– carburi. Un po' ovunque, nonostante le no– tizie reticenti e volutamente vaghe, tra– smesse dalla stampa, spunta il petro– lio : da·l confine occidentale al deserto orientale. Lo « scatolone -di sabbia >> si potrebbe trasformare in una « scatola d'oro». Le perforazioni si succedono da ,due anni a ritmo serrato dalla costa al lon– tano Fezzan, dalla Ghibla al gebel Achdar alla Sirtica·, e, a stare alle po– che sporadiche informazioni, ovunque qualcosa di interessante zampilla. L'ul– timo pozzo di Zelten ha addirittura da-· to risultati eccezionali e fa presume.re che il sud bengasino si manifesterà co– me una -delle zone ·petrolifere più fer– tili del mondo orientale. Il problema economico-finanziario va verso una s~a soluzione norma-le. La verità infatti -di questi ritrovamenti riceve una confer– ma dalle scoperte fatte nel sud tunisino, nel Sahara algerino, nel sud marocchi– no e, in questi giorni, perfino nella sconsolata depressione di Q~ttara, nel deserto egiziano occidentale, ·che vide la tragedia di -el-Alamein. Un avvenire nuovo si apre quindi per la terra libica e non tarderà a mutare un complesso di situazioni. I riflessi politici non han– no mancato di prodursi. 11•settore politico è sempre il più sen– sibile nel registrare, come U:na borsa valori, i riflessi deHa situazione econo-. mica di un paese. La Libia si schiera fra i produttori di petrolio. Ecco per– chè, anche per altri motivi precedenti, la ventata di nasserismo, che aveva tur– binato irresistibile snecialmente in Tri- . politania, è quasi del tutto passata. La Libia si orienta verso la Federazione del Maghreb. L'Egitto, che sembrava in un certo momento quasi sommergere l'ordine civile il potere del re ldris e della Smi'siyah in un rogo ·di entusiasmo, alimentato . da una fervida propaganda, oggi perde terreno a vista d'occhio. Insegnanti e funzionari egiziani, già stipendiati dal governo libico, sono già stati rimandati a casa: loro, e i ritratti di N asr, così dif– fusi a Tripoli e in tutti i ce~tri urbani della Libia, ora scarseggiano e ingial– liscono. La Libia potrà fare da sè. Merito di questa ripresa è senza dub– bio del Primo Ministro el-Coobar, che ha saputo equilibrarsi fra le esigenze del sovrano, degli alleati protettori e il vigile nazionalismo del paese nella sua parte più evoluta. L'attrezzatura ci– vile, ammin-istrativa e industriale avan– za si può dire di mese in mese. Per chi segue la ·stampa tripolitana è chiaro lo sforzo -continuo del governo nel fu progredire il paese. Opere pubbliche, istituzioni nuove, scuole, attività assi– stenziale e artigiana, lo stesso turismo, tutto si migliora e si svi'luppa. Sono an– cora i primi passi di una marcia che dovrà esser necessariamente lunga, ma sono promettenti. La cessione del Fezzan, imposta -due anni or sono alle autorità militari fran– cesi, ha restituito al pieno dominio li– bico una vastiss-ima regione, che anche e-ssa promette di esser produttiva in sen– so mineralogico. E, ironia delle cose, proprio in quell'estrema propagine d.i territorio, la piccola oasi di Bara•kat, a occidente dell'estrema -Gat, il petrolio ·è affiorato. Pensare che gli accordi ita– lo-francesi del 1926 avevano, fra l'altro fatto oggetto di -« compensi » all'Italia di piccolo lembo -sahariano, che, in– sieme alle larghe fette. del meridionale Tibesti, avevano fatto sorridere colonia– listi e profani. Altra sabbia che si ag– giungeva alla nostra abbondante colle– zione ,di deserti. Se ·si fosse soltanto su– bodorato che proprio laggiù, in quel piccolo pezzo di terra acquistato, pas– sava la grossa vena petrolifera, che è divenuta i·l pomo di discordia fra Tu– nisia e Algeria, e che ha il suo epicen– tro nella contermine zona di Egelè ! E chissa quali altre sorprese riserba un prossimo avvenire. Ci pare quindi che orma-i l'avvenire della Libia è ad una svoha. La scoperta del pozzo di Zelten, che segue agli al– tri del nord e del sud, segna una pa– gina della nuova storia, non solo eco– nomica, del territorio libico, ove c'è posto per il lavoro italiano. E dove gli italiani, presenti valorosamente nel campo agricolo, sono ben visti ed an– che desiderati. Il problema libico, quin– di, può anche interessare e vivamente l'Italia, non come un tempo, ma in ma– niera più sostanziale e redditizia, basta che lo si- consideri con realismQ e se– rietà di intenti. ./

RkJQdWJsaXNoZXIy