l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959
l'ordine civile pag. 23 ------------------------------------------------------ retta minore, dignitosa nei momenti migliori. Anche l'interpretazione del piccolo Ian Mac Laine cede di parec– chie lunghezze di fronte a quella del– l'altrettanto piccola Hayley Mills che abbiamo ammirato - è la parola esat– ta - nell'altro film inglese, « Tiger bay », presentato nella sezione infor– mativa. Con cc V Tvoykh Rukah jizn » ( La vita nelle tue mani) di Nicolai Rosant– sev (Russia) ci troviamo di fronte ad un trasparente ed elementare aneddoto pedagogico. Come funziona una comu– nità cittadina, qual'è il contributo del Partito e degli attivisti comunisti, qua– l'è la ,collaborazione fra esercito e _ci– vili: il dovere d'illustrare questi mo– tivi, ma su un piano superficialmente didascalico, cioè a livello di semplice trasmissione e non di personale appro– fondimento, detta l'orditura del film. Durante alcuni lavori di sterro lo scop– pio di una mina, che uccide un operaio e la sua figlioletta, mette in luce l'esi– stenza di un enorme cumulo di bombe e mine inesplose nel cuore della città ricostruita. Le abitazioni e le fabbriche dovranno essere immediatamente eva– quate, gli sforzi della ricostruzione stan– no per essere •distrutti dall'esplosione che dovrà· seguire. A questo punto un ufficiale con un drappello di soldati si offrono volontari per tentare la rimo– zione degli ordigni. Evaquata la città gli uomini incominciano il loro lento lavoro: si tratta di trasportare proiet– tile per proiettile su un camion per pro– vocarne poi l'esplosione in zona deser– La. Alla fine di una lunga giornata e di mille rischi l'immane compito è ter– minato, la città è salva. La storia, come si -accennava, è. infio– rata da tutta un 'episodica d'intento pro– pagandistico: il comitato cittadino del partito che si riunisce a discutere sul da farsi, gli attivisti che girano di casa in casa per facilitare una ordinata eva– quazione della città ed evitare il pa– nico, la minaccia d'espellere dal par– tito un ricco che ha anteposto il pro– prio benessere al bene comune. Il. mo– tivo drammatico principale - l'opera di rimozione dei proiettili - poteva utilmente prestarsi come movente per il lenlo e progressivo rivelarsi della psicologia dei singoli uomini dedicati a cruel lavoro. Tentiamo un confronto con • un recenle Eilm americano su tema mol– to analogo, cc Dieci secondi col diavo– lo >> di Robert Aldrich. L'opera di di– sinnescamento delle mine viene sfrut– tata da Aldrich i:q due sensi: per dare occasione ai personaggi, particolarmen– te ai due protagonisti, di svelare il lo– ro diverso modo d'agire nelle medesi– me circostanze, cioè come causa ester– na d'un interno svolgimento psicologi– co, e, secondo, per creare con espedien– ti squisitamente cinematografici ( inqua– drature e montaggio) una suspense, una tensione prorrressiva negli spettatori. Al contrario, nel film russo l'episodio vie– ne descritto come fatto di cronaca, co– me un inconsueto avvenimento dram– matico che colpisce una comun ·tà non individuata, colta solo globalmente e per istantanee ( di conseguenza le scene migliori sono quelle, « di massa », del– l'evaquazione della città). Ogni tenta– tivo di trarre dalla folla un personaggio naufraga malamente : al di là di qual– che volto ben scelto, e altrettanto ben fotografato, ci troviamo di fronte ad in– dividualità retoricamente disegnate ( co– me il soldato poeta a cui la paura imo pedisce il compito propostosi) o a gra– cili bozzetti ( il soldato innamorato) o a tenta-tivi incompleti (la moglie del– l'ucciso; il protagonista). Così pure Ro– santsev evita di esasperare con accor– gimenti di ripresa la tensione dramma– tica della parte centrale { come nel ri– cordato cc Dieci secondi col diavolo », rampollo americano della scuola fran– cese di Cayatte, Clouzot, Dassin). I mo– menti di massima emozione ( un pon– ticello che s'incrina sotto il peso del camion, un soldato che inciampa, una zolla che si sfalda, un improvviso ac– quazzone, ecc ...) sono anch'essi sempli– cemente ed oggettivamente cc racconta– ti ». Perciò il nucleo drammatico, ·che dovrebbe far ingoiare le scorie propa– gandistiche, trova un pubblico occiden– tale dal palato smaliziato e ben lontano dall 'impres·sionar,si, dopo le recenti e– sperienze francesi e americane emotiva– mente ben più marcate. Nonostante al– cuni spunti felici, una certa in telligen– te cura delle scene di massa, quest'ope– ra retorica, senza slanci, è apparsa mol– to inferiore agli altri tre film russi pre– sentati nella sezione informativa. Ecco quindi, in breve, il consuntivo della partecipazione sovietica alla Mo– stra veneziana: a) una convenzionale storia apologetica ( « La vita nelle tue mani ») fedele ai più vieti canoni del– la tradizionale politica cinematografi– ca russa; b) un interessante film paci– fista ( « Primo giorno di pace )l di J. Seghel), storia d'amore ricca di s-punLi felici inquadrata nel clima del primo giorno di pace: gli allea ti americani e russi fraternizzano e si. scambiano au– guri, i russi soccorrono la popolazione te'desca, ecc ... ; e) alcuni aneddoti sulla vita di Lenin ( « Racconti su Lenin l> di S. lutkievic) che ne meltono in luce particolarmente gli aspetti minori e di DÌÙ spicciola umanità, l'amore per la famiglia, per i giovani, il senso dell'u– morismo, con una retorica molto di– screta; una specie quindi di cc vi La pri– vata ». di biografia antieroica da clima post-staliniano; d) un'accuratissima tra– scrizione, in chiave espressionista, de ccIl cappotto >> di Gogol ( regia di A. Batalov): anche in questo film il re– gista, anzichè sviluppare una satira pe– sante contro i ·« pezzi grossi ll, (molto niù violenta a questo proposito la ver– sione -di Lattuada), preferisce sviluppa– re· la biografia intima del personaggio principale, •quel suo carattere di peren– ne umiliato. Dovremmo quindi conclu– dere per un abbandono quasi generale delle posizioni retoricamente più fruste, per una riscoperta di quel timbro cc cre• puscolare ll, patetico-drammatico, che sembrava così rigidamente bandito in l ~ epoca stalinista, per una eco, non sap– piamo quanto diretta, delle opere let• • terarie del cc disgelo >> o addirittura di Pasternak, per una riscoperta quindi del personaggio cc privato », anche se questo processo appare ancora molto embrionale, dato che nel cinema sov.ie , tico, molto più che nella letteratura, ri,sulta sempre chiaro il doveroso omag– gio, ma spesso puramente formale, a;d alcuni passaggi tematici obbligati. Dei tre film della cosiddetta cc sele– zione dei paesi comunisti >> il migliore è stato senza dubbio il polacco cc Po– ciag >> (Il treno della notte) di Jerzy Kawalerowicz. Lo schema ,è piuttosto consueto : l'unità di luogo ( un treno notturno) presta il filo conduttore ad una galleria di episodi e di personag– gi che progressivamente convergono verso un fatto centrale: la cattura di un assasS'Ìno. La costruzione del film è a'bhastanza sapiente: dalla fràmmen– tarietà degli aneddoti iniziali si giun– ge, per passi progressivi, all'interferire dei personaggi che abbiamo singolar– mente incontrato. Infine il ritmo della corsa notturna, appena ap·pena inter– rotto da qualche sosta in stazione,- si spezza bruscamente quando l'assassino provoca l'arresto del treno in aperta campagna. Di qui la sequenza, ottima, ricca ·di effetti drammatici e di tagli <li notevole originalità, dell'insegui– mento e della cattura. Tutti i passeg– geri si trovano impegnati in un'azione comune che interrompe ed unifica i fili rarefatti delle singole storie. Dopo la cattura si ritorna al treno mentre l'eccitazione cede il posto a un senso di stanchezza, di scoramento, a un opaco rilassarsi. All'interno di ·questo quadro, stilisti– camente impostato in mo·do coerente. gli episodi, specie quelli centrali ( una ragazza inseguita dall'uomo che cerca di riallacciare con lei una vecchia re– lazione; un chirurgo reduce da un'o– perazione disgraziata) appaiono talora improbabili; il protagonista poi, che sino alla sequenza finale viene scam– biato per l'assassino, è un personaggio incolore, eccessivamente ermetico, va– -lido solo a lasciar sussistere nelJo spe_t- tatori un equivoco che dona al film un moderato sapore di giallo. Convenzio– nale è anche il personaggio della ra– gazza, spirito ribelle e anticonformista, rubato di sana pianta da un film della nouvelle vague, labile e impreciso co– me una figurina schizzata in fretta. Un seguito di personaggi di secondo pia– no, a volte notevolmente felici (l'ad– detta al vagone-letto, la moglie inquie– ta, il giovane prete, ecc.) viene nhiJ– mente osservato per via di accostamen– ti, -con un gusto per l'aneddoto che non decade mai a macchietta. In defi– nitiva un film ·dignitoso, con qualche brano di antologia, che non pretende però di essere un capolavoro. La formula del film a episodi, che ebbe qualche anno fa anche da noi il suo momento di fo;rtuna, ma che, ec– cezion fatta per i grandi affreschi dram-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy