l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

• pag. 18 ne per le grandi filippiche a sfondo mo– ralistico contro il clientelismo dei no– tabili meridionali, accusati di fondare la loro forza politica sulla spregiudica– ta manovra di tesseramenti sapiente– mente dosati e controllati. Nel 1955 Luciano Del Palco ed Amin– tore Fanfani firmavano una circolare ove era detto testualmente: « Là dove la percentuale di iscritti è molto alta - ed al Sud lo era - si affaccia il dub– bio di un tesseramento indiscriminato e generico ». Questa eu la constatazione esatta dei fatti, ma a puro uso di propaganda in– terua di partito. La Direzione Centrale infatti, lungi dall'impostare una qual– siasi azione intesa a -dimensionare il tesseramento al Sud, operò in modo ta– le da fare sì che il rapporto eccessivo per gli iscritti rimase invariato o au– mentò. Era successo che << Iniziativa Demo– cratica » si era accorta che controllare attraverso elementi di fiducia il tesse– ramento « indiscriminato e generfoo » del Sud, significava poter disporre di un formidabile strumento di potere. Accorte manovre di vertice isolarono i vecchi << notabili », pochi in verità, che non fossero già passati armi e baga– gli nelle file della maggioranza ; i Co– mitati Provinciali finirono sotto il con– trollo di elementi di assoluta fiducia della -Direzione. I piccoli notabili sezionali e comu– nali si adeguarono rapidamente al cam– bio della guardia, dopo aver preso atto che lo stesso non minacciava le loro particolari posizioni di preminenza m sede locale. E continuarono, nel nuovo clima di « modernità » e di ,((avanguardia », ad esistere le sezioni di 500, 800, 1000, si– no a 3000 iscritti; per sezioni di co, muni ove, in non pochi casi, la DC, in occasione di elezioni, prendeva meno voti dei tesserati. La campagna per le •«Zone depres– se », fu la seconda grande iniziativa or– ganizzativa lanciata dagli uomini di N a– poli. Essa deve essere considerata il de-· rivato diretto di quella sorta di « me– ridionalismo patologico » che dominò quel -congresso. Si voleva, come allora si disse, dare alla DC nelle zone depresse di Italia una forte struttura organizzativa, capa– ce di affiancare l'impegno politico del bi li . 1anc partito e -del governo con mezzi e stru~ menti moderni. Si affittarono nuove sedi, si distribui– rono bandiere, radio, televisori; si in– viarono nei Comitati Provinciali fun– zionari appositamente preparati al cen– tro; tutte cose che l'on. Fanfani a Tren– to definì« strumenti ai combattenti scu– do-crociati ». Ma ci si guardò bene dall'affrontare i veri problemi del partito al Sud; il trasformismo dei dirigenti prov.li e se– zionali, i tesseramenti gonfiati sino al– l'assurdo, il più completo analfabeti– smo politico della base. Quando ci si ritenne paghi di poter esibire - a riprova del nuovo fervore organizzativo del partito - valanghe di dati relativi alle nuove sedi aperte, ai televisori distribuiti, alle bandiere pal– pitanti; quando con grande sforzo di regia si organizzarono alcune adunate delle « forze, vive del sud », il grande sforzo improvvisamente cessò. L'ultima grande iniziativa organizza– tiva fu quella che si proponeva di dare alla DC una efficiente struttura capil– lare permanente. L'intelaiatura di tale struttura preve– deva la costituzione in ogni sezione di nuclei di iscritti, capeggiati da tre ele– m~nti pilota, facenti capo ai vari seggi elettorali dei comuni. Tali nuclei dovevano assicurare una permanente azione di presenza organiz– zata tra gli iscritti, tra gli elettori DC, ed i cittadini, aventi residenza anagra– fica nelle zone di competenza di un seggio. A premessa del nostro giudizio co~– plessivo sulla iniziativa, riportiamo una sintesi ,di considerazioni pratiche sulla stessa, fatte da dirigenti provinciali del– la DC di varie parti d',Jtalia. Tali giudi- · zi concordano : I) sulla necessità per la DC di di– sporre di strutture organizzative capil– lari permanenti ed efficienti ; 2) sulla inadeguatezza delle struttu– re capillari fondate su base territoriale, seggi elettorali, nei centri superiori ai 20 mila ,abitanti ; 3) sulla impossibilità di dare alla struttura capillare concepita dalla Di– rezione Centrale un carattere perma– nente, mancando essa di chiare premes– se di natura ·statutaria, tali da stimola- ,J, l'ordine civile re l'impegno degli iscritti che ne do– vrebbero fare parte ; 4) sulla impossibilità di assicurarne l'efficienza, senza un lavoro di qualifi– cazione politica dei dirigenti sezionali e degli iscritti; 5) sulla· prova genericamente posi– tiva che la rete capillare ha fallo in periodo elettorale. Sarebbe' fare un torto alla intelligen– za dell'on. Fanfani e dei suoi collabora– tori pensare che essi credessero in tutto ai discorsi che erano soliti fare in ma– teria di strutture capillari. E' ce;to tuttavia che esse vennero pr-;;entate sempre come una realtà vi– va e vitale del partito. Si trattava di da– re la sensazione, all'esterno, che -la DC disponeva di potenti apparati di pres– sione per orientare la opinione pubbli– ca, derivanti da quell'impegno politico « totale » che guidava gli uomini della maggior:::1Za di Napoli. Si trattava di dare ·act .:11endere, agii oppositori inter– ni, che la Direzione disponeva di effica– ci strumenti atti a condizionare il cor– po elettorale DC in materia di prefe– renze. Tesseramento, Piano Zone Depresse, creazione di strutture capillari sono sta– ti dunque i capisaldi della politica or– ganizzativa della DC nel quadriennio 54-58. Essi hanno eluso i problemi della qualificazione politica dei quadri diri– genti e dei soci, malgrado che il pro– blema sia stato posto a più riprese dal– l'ufficio centrale ,di formazione, costi– tuito pur esso dopo Napoli. Hanno eluso il problema di una pre– senza organizzata del p·artito negli am– bienti ove si forza la opinione politica dei cittadini, sopratutto nei centri su– periori ai 20 mila abitanti. Non hanno ovviato al problema gra– ve della continuità di indirizzi tecnici nel lavoro, resa -precaria dai continuo mutare dei dirigenti centrali del settore organizzativo: dopo Napoli, l'Ufficio Centrale organizzativo è stato diretto da •ben 4 dirigenti diversi. Tutto questo non era evitabile in quanto, è mancata alla DC, da Napoli in poi, una chiara e concreta linea or– ganizzativa, perchè è mancata una con– creta e chiara linea dottrinale e po- 1 . • j 1llca .

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