l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

l'ordine civile D.C. Fanfani e l'organizzazione Nella DC, nel quadriennio 54-58, si fece un gran parlare di impegno orga• nizzativo. Vediamo ora di esprimere un giudi– zio tecnico e poHtico sulle tre iniziative di natura organizzativa che caratteriz– zarono la vita della DC nel periodo so– pra indicato, iniziative riferite: 1) alle operazioni di tesseramento; 2) alla Campagna per le ccZone Depresse»; 3) aUa creazione ed al potenzia– mento di « Strutture Capillari ». Già all'indomani del Congresso di Na– poli 1a Direzione Centrale affrontava il problema del tesseramento, giustamen– te considerato come il perno di tutta la attività politico-organizzativa del par– tito. In materia vennero indicate precise norme, che fissavano i seguenti obbiet– tivi: 1) ccTesseramento limpido » come garanzia imprescindibile per il buon funzionamento del partito. 2) Adeguazione proporzionale del– la composizione sociale delle sezioni al– l'ambiente sociale esterno. 3) Impegno capiUare e responsabi– le di ogni iscritto per allargare le ade– sioni alla DC in tutti gli ambienti. 4) Obbligatorietà per i soci di con– tribuire con quote trimestrali, comprese nella quota-tessera, all'autofinanziamen– to delle sezioni. 5) Diffusione, attraverso la cam– pagna per il tesseramento, della stampa cli partito. / 6) Allineamento su una media na- zionale di rapporto reale ,del 15% del– la proporzione fra iscritti ed eletto– ri DC. La mobilitazione generale di tutte le strutture del partito e concorsi a ·premi di varia natura, dovevano agire da sti– molo per il conseguimento di tali ob– biettivi. Grandi manifestazioni di masse a di– versi livelli, denominate << Feste del So– cio », alle quali si aggiunsero più tardi le ccFeste del Dirigente >>, dovevano concludere le operazioni relative al tes– seramento. Passiamo ora ad esaminare brevemen– te i vari punti. « Tesseramento limpido 1>, in concre– to, voleva significare che si intendeva combattere il malcostume dei tessera– menti ccdi comodo » inflazionati, in vir– tù dei quali maggioranze pre-costituite impedivano alle minoranze ,di svolgere il libero gioco democratico, togliendo loro la possibilità di mutare in loro fa. vore i rapporti di forza. Per conseguire tale obbiettivo non vi era 1:he un solo mezzo : dare modo alle minoranze, in sede cent;ale, di control– lare l'andamento delle operazioni di tes– seramento. Nonostante il gran parlare che i di– rig•enti centrali fecero sull'argomento ccmoralizzazione », i tesseramenti ,del 1955 e del 1956 vennero fatti senza che alle minoranze fosse dato modo di se– guire da vicino le operazioni di tesse– ramento. Con il ~esseramento del 1956 comin– ciarono a farsi sempre più insistenti le voci secondo le quali ccIniziativa Demo– cratica » gonfiava artificialmente il tes– seramento in provincie ccfedeli », nel– l'intento di rafforzare ed estendere il suo controllo sul partÌto. Per difendersi da tali accuse, l'on. Fanfani, al -congresso di Trento, fece la proposta di affidare ad una apposita comm1ss10ne, rappresentativa anche delle minoranze, il controllo d,el tes– seramento. ,cc Iniziativa » a Trento conseguì la maggioranza assoluta. Ma l'on. Fanfani si guardò bene dal concretare la propo– sta da lui stesso avanzata, tanto che i tess-eramenti del 1957 e ,del 1958 ven– nero completati seµza che prendesse corpo la famosa commissione di con– tro-llo. A questa si diede vita per il tessera– mento del 1959, quando cioè •i rapporti di forza all'interno del partito s'erano ormai definitivamente solidificati, a tutto vantaggio della maggioranza. Adeguazione proporzionale della fi– sionomia sociale delle sezioni all'am– biente esternò. La conseguenza pratica di tale diret– tiva fu che nelle sezioni e negli organi superiori del partito - s1no ai gruppi parlamentari - il peso di organizzazio– ni settoriali, che in nome della loro pre– valenza numerica in un ambiente ac– campavano diritti di guida in esclusiva, finì per prevalere e condizionare in tut– to la direttiva politica. Impegno capillare eresponsabile dei soci per il tesseramento. Vedremo, trat– tando dei nuclei capillari, come tale di– rettiva fosse del tutto fuori portata del– le possibilità obbiettive della DC. Impegno individuale ed obbligatorio dei soci per contribuire all'auto-finan– ziamento delle sezioni. Tale obbiettivo, dopo alcuni timidi e sconnessi tentativi, venne giudicato ir– realizzabile e non venne più posto. Solamente la demagogia imperante in quel periodo poteva partorire certe pro– poste. Negli intendimenti dell'on. Fanfani, conseguire tale obbiettivo voleva signi– ficare poter d-are ad intendere, agli op– positori interni ed al corpo elettorale, che egli poteva disporre di uno stru– mento di lotta almeno pari, per effi– cienza e decisione, al PCI. ·Ma l'atmosfera di tensione cc sociale » e ccpopolare » che alitava su .tutte le iniziative ,della Direzione in quegli an– ni, -non aveva permesso ai responsabili di settore di considerare che per rag– giungere l'obbiettivo che si proponeva al partito era necessario : pag. 17 1) che la base degli iscritti fosse formata da elementi ad altissima quali– ficazione cosa che non er-a vera neppure in minima parte ; 2) che la richiesta che veniva fatta alla base era del tutto inconciliabile con la sfrenata propaganda « sociale » che véniva indirizz-ata alla base stessa, in virtù della quale, nelle sezioni, i ccpo– veri » andavano convincendosi ,sempre di -più che nel partito essi erano coloro che tutto rlev•evanò avere e niente dare, -in quanto a dare devevano essere i ccsi– gnori », i cc -notabili » che sino ad allora avevano solamente profittato della po– litica della DC. Diffusione della stampa del partito ) ·1 attraverso i tesseramento. Non sono mai stati 1·esi noti dati ufficiali sulle cifre di diffusione, per tale fatto non possiamo esprimere un giudizio 4i me– rito. Riteniamo tuttavia di dover dire che se la Direzione Centrale si ripro– metteva, come si riprometteva, di ele– vare il livello politico degli iscritti at– traverso una più larga diffusione della stampa, -dubitiamo molto che tale meta sia ~tata raggiunta, stante il livello for– mativo ed informativo della stampa uf– ficiale di partito. Allineamento su una media naziona– le di rapporto reale del_ 15 per cento nella proporzione fra iscritti ed elettori DC. Era forse l'ohbiett~vo più impor– tante nell'impegno organizzativo degli uominj di «·Iniziativa Democratica ». Se fossero riusciti a conseguirlo, unita– mente a quello del cctesseramento lim• pido », avrebbero a buon dirirto potuto affermare di aver impresso -.;in cc nuovo corso » alla politica dei cattolici m Italia. Non vollero impegnarsi, perchè il conseguimento di tale obbiettivo poteva portare al crollo delle basi interne su cui poggaino le fortune di cc ln_iziativa Democratica ». • Secondo nostri calcoli, fatti in base alle cifre ufficiali di tesseramento rese note dal 55 al 58 e rapportate al nume– ro degli elettori DC del 1953 e del 1958, il rapporto iscritti-elettori, con– siderato il complesso del territorio na• zionale, sarebbe di cirea ·il 13 per cen• to. Tale cifra sarebbe dunque vicina al– la meta del 15 per eento posta dalla Di– rezione Centrale. Ma il 13 per cento di cui sopra non è altro che un dato stati– stico e quindi non reale. La situazione reale del rapporto i– scritti-elettori, viene invece data • dal • raffronto dei due dati riferiti alle tre classiche ripartizioni geogra·fiche ,del– l'Italia, Italia Settentrionale, Italia Centrale, Italia Meridionale. Da tale. raffronto avremo: 9% per l'Italia Sett., 13% per l'Italia Centrale, 21 % per l'I– talia Meridionale. Tale rapporto i dirigenti eletti a Napoli lo ebbero in eredità dalle pre– cedenti gestioni del partito. La consta– tazione di una palese inflazione del tesseramento al Sud fu uno dei cavalli di battaglia di ccIniziativa »; l'occasio•

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