l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

bi pag. 16 blemi, sulla necessità dell'organizza– zione, sull'ordinamento civile, sul con– cetto di Stato ed ancora della famiglia. * * * Non è il caso di tenere un normale, semplice corso di religione data la estre– ma ignoranza che corre fra il pubblico in ogni strato. E' necessario un ver'oe proprio corso apologetico preminente sopra ogni altro genere di cultura. E' innegabile che è cosa non sempli– ce nè facile offrire in questo campo una istru·zione seria e popolare nello stesso tempo. Prima di Lutto bisogna conoscere a fondo le verità religiose che si devono difendere in una trattazione popolare. Poichè la chiarezza e la semplicità di linguaggio non potranno accoppi.arsi a esattezza di dottrina se non a patto di possedere profondamente e largamente le verità che si devono illustrare. Non è buon indice incontrare degli aclisti che stanno fra l'essere e il non essere, tra la religiosità e indifferenza, come guardassero al cristianesimo per opportunità o come ad una filosofia di– scutibile, o comunque lasciando la vita e la verità religiosa in una linea molto circospetta e raffreddata. L'organizzazione centrale non deve limitarsi a corsi disparati, ma intro– durre la cultura religiosa in tutti i cir– coli e vigilare a sua volta -affinchè ogni nucleo del movimento non agisca ispi– randosi « grosso modo >>ad una dottri– na cristiana genericamente riaffermata, ma ad aderire alla dottrina cristiana nella sua complessa e completa mani– festazione sulla persona e sulla società. * * * La questione sociale è divenuta oggi travolgente. Dibattiti, opinioni sul con– cetto di capitale, di lavoro, di diritti, cli salario, di leggi sociali, di metodi, di organizzazione appaiono su mille fogli imprevveduti o peggio come affiancato- 1·i e perfezionatori. nella nostra clot- trina. " - I concetti nuovi sono seducenti e non pochi cadono in errore per insufficien– za .culturale o per snobismo. E' djfficile capire com.e si giunga a negare l'evi– denza. La varietà delle dottrine sociali e l;, varietà delle scuole che si contendono i 1 campo rende difficile segnare con prP– cisione là dove comincia e dove fini.se "' la nostra -dottrina in contrasto con Jr avviirsarie. Ma· chi ha la procura ufficiale di dif– fondere la dottrina cattolica eseguisce con coscienza per non creare confusio– ni o reticenze e non accumula responsa– bilità cl i opportunismi. Va con la s.icu– rezza dei testi pontifici, testi che il grande Pontefice Pio XII ha diluiti per oimi asoetto e circostanza della vita, mentre il regnante Giovanni XXIII rifà questa dottrina mettendola innanzi nel– l;umanissimo e meraviglioso riasimnto delle opere di misericordia spirituale e corporale. Eppure vi sono cattolici che guazza– no e si dibattono tra liberalismo e so– cialismo, utopistici l'uno e l'altro, e co– munque diversi e •opposti al pensier· sociale cristiano. Occorrono in ciò maestri e testi ac– credita ti esposti con mentalità essenzial– mente cristiana libera cioè da qualsiasi ombra demagogica. Giustamente i vescovi lombardi av– vertono nella loro lettera-« la tenden• za 'a considerare ogni dottrina come prohlerna, autorizzando tutti e ciascu– no a dnhitarc di ogni affermazione, di Oi!ni insegnamento, di ogni verità e ad opporre alle dollrine, anche se suffra– gale cb 1 huon raziocin,o umano e dal magi3lno eccle,iastico, il principio al– trettanto imbelle che dogmatico, che il pensiero deve essere impegnato -sola– mente in una perpetua errabonda ricer– ca; principio che non solo distrugge- • rebbe, se applicato sul serio, ogni fon– damento dell'edificio delle nostre scien– ze positive, ma negherebbe ogni auto– rità alla verità della fede e toglierebbe all'uomo la grande, più grande fortuna di farsi alunno della Rivelazione di Dio, discepolo di Cristo, fedele della Chiesa>>. * * * Poichè la ricchezza deriva dalla fu. sione di due elemènti, natura e lavoro, il primo puramente materiale e spiri• tualizzato, il secondo dalla facoltà ra– zionale che l'uomo unisce al suo sfor– zo fisico, chiara è l'importanza dei pro– blemi del lavoro. Ma bisogna stare bene attenti per non finire ad avere meno buon senso di Menenio Agrippa. « Lo spiritualismo inquieto e presun– tuoso che si arroga una superiore ade– renza alle fonti evangeliche, e si arro– ga e si fa obbligo di criticare tante ma– nifestaz.ioni della vita cattolica ... >>è il pericolo più grande al quale possiamo ancla1·e incontro e che molti trascina in una responsahile confusione semma– la sullo stesso terreno faticosamen– te coltivato d'.'.i pastori della chiesa. Perchè pro.:'pettare sempre un ordine nuovo? Tutta la storia---~ei tempi passati non fa che parlare di ordine nuovo. Ma è avvenuto qualche· cosa di nuovo al– l'infuori del Cr_istianesimo? o ve ne sa– rà uno che lo possa uguagli.are? * * * Il mondo si organizza. L'organizza– zione è divenuta un bisogno organico della società ed avviene o sul hinario socialista come arma di rivoluzione per l'abbattimento clelle classi, o in forma sistema tic a secondo il concetto sociale cristiwo per una ricomposizione delle cla8si sulla base di un giusto equilibrio. Sarebbe un controsenso che i cattoli– ci volessero restaurare l'organizzazionè soci a fo all'infuori del principio cristia– no della collaborazione. Perchè perdono tempo a parlare di l'ordine civile produttività, di pubbliche relazioni, di· fattore umano, quando tali iniziative sono parti o particolari del costume cri– stiano, costume che è pure democrazia? Non vi può essere una vera democra– zia se non in un popolo pervaso delle verità religiose e morali del Cristiane– simo. * * * Così pure si dovrebbe insistere sul concetto di Stato. Il concetto di Stato e delle sue funzioni è oggetto dj vivi di– battiti fra le scuole più opposte come quella liberale e quella socialista. Ma lo stato è emanazione della famiglia e per esso valgano le stesse norme degli individui ed il suo potere è ricondotto al servizio della società, al pieno ri– spetto della persona umana e della sua operosità per il conseguimento dei suoi fini eterni. * * * Terminiamo con un richiamo alla fa • miglia. La famiglia è anteriore allo sta– to. Lo stato quindi non può toccare la famiglia. Chi potrà mai negare quale campo di attività molteplici offra la fa. miglia per il sostegno della classe lavò– ra trir.e. Non .sembra però che le Acli abbiano puntato a sufficienza il loro studio su questo nucleo, cellula prima dell'organismo sociale e principale fat– tore della moralità e dell'incivilimento. Ogni nazione che voglia assicurarsi vitalità ed espansione deve studiare in– nanzi tutto i mezzi per rinsaldare la compagine della famiglia, per renderla più prospera, per renderla anche forte contro i mali che la dissolvono. « Importante è senza dubbio l'altezza dello stipendio o del salario che il pa– dre di famiglia, e forse anche i figli più grandi, ogni mese od ogni settimana, portano a casa; anche più importanté è la comune cura di impiegarfo saggia– mente per i vari bisogni », ma altrettan– to importante è sostenerla con istruzio– ne dei suoi membri con opportuni isti– tuti d'insegnamento, con tratten.imenti nelle ore libere, con un sano ed appro– priato sollievo corporale e spirituale dei giovani. Le incompatibilità parlamentari che si vuole ·discutere al prossimo Congresso delle Acli. è un particolare di importan– za secondaria. E così pure la van– tata antinomia - per la quale ora si corre ai ripari - è una presunzione se non una specie di intolleranza per tut– to ciò che si deve eseguire fedelmente. Non basta parlare con le parole del Cri– stianesimo, occorre che queste siano ri– vestite di tale spirito perchè è questo che le distingue dal materialismo e da quel materializzare tutto, oggi di' mo– da, sirio a materializzare il Cristianesi– mo ed il suo Divino Fondatore. Perchè Cristo era sì lavoratore come uomo e squisitamente umano anche, ma era Dio: l'Uomo che fece il mondo, ve– nuto a visitare il Suo mondo ed Egli ri– marrà per i secoli la Luce sotto la qua– le ogni çgs~ è chiara come un cristallo.

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