l’ordine civile - anno I - n. 4 - 10 agosto 1959
l'ordine civile vole partecipazione delle popolazioni all'azione per il proprio sviluppo. ))ue, mi pare, sono i principi essenziali per impostare rettamente una politica di sviluppo della soèietà : il primo è che occorre superare la visione dello sviluppo ristretto allo sviluppo economico, che, oggi poi, si identifica con l'indu– strializzazione; il secondo è che la politica di sviluppo di una società deve essere impostata •come politica di auto-sviluppo di quella società. Il primo dei due principi ha grande importanza per la determinazione tanto degli obiettivi, quanto dei fattori dello sviluppo e delle loro efficienti combinazioni. Infatti secondo questo principio gli obiettivi di sviluppo non saranno for– mulati come raggiungimento di un certo livello di reddito, o di occupazione o di industrializzazione: obirttivi questi che sono necessari, ma di carattere strumentale, « operazionale », rispetto agli obiettivi propri dello sviluppo della società che ad esempio possono essere : .l'acquisizione delle condizioni economiche, culturali, sociali ,dell'indipendenza politica, nel caso. di un. paese coloniale, o semicoloniale o sotto tutela; ovvero il raggiungimento di un'autonomia economico-politi.ca , con una corrispondente capacità e stabilità di a1,1togoverno, nel caso di paesi formalmente indipendenti, ma in realtà do– minati, come fornitori di materie prime, dai potentati eco– nomico-politici internazionali { vedi il caso di gran parte ilei paesi dell'America Latina e del Medio Oriente); ovvero - quando si tratti di comunità infranazionali sottosviluppate e attardate come il nostro Mezzogiorno - il raggiungimento di una migliore amalgamazione con il complesso nazionale circostante, e il correlativo passagp;io da una struttura econo– mico-sociale precapitalistica ad un'altra di capitalismo avan– zato e di -democrazia moderna. Altri consimili tipi -di obiettivi che potremmo dire globali, in ·quanto direttamente includono e fondono gli aspetti economici, politici, sociali e culturali, di una trasformazione sociale, possono essere individuati così per intere nazioni già avanzate nello sviluppo, come per le più piccole comunità municipali o meno, di questi stessi paesi. Per nazioni come le nostre, un esempio di obiettivo globale può essere offerto daUa integrazione europea e dallo sforzo di contribuire a una ripresa non imperialistica, ,da parte del– l'Europa, di una iniziativa di propulsione e di orientamento di valore mondiale. Per le nostre comunità municipali, obiet– tivo globale può essere quello di iscriversi, con una propria iniziativa aderente alle •esigenze, risorse e tradizioni locali, nella generale politica di •espansione nazionale, più o meno codificata nei programmi governativi a lungo termine. Quanto poi alla individuazione ,dei fattori e alla deter– minazione della loro, più proficua utilizzazione, una visione globale e non economicista dello sviluppo conduce a impor– tanti conseguenze. ·Essa indurrà a considerare la presenza di molti uomini - come nel caso dei paesi detti sovrapopolati - non come un ostacolo allo sviluppo, ma come la ragione, l'incentivo fondamentale e la risorsa principale ,dello sviluppo. pag. 7 né regalato né imposto: lo sviluppo è la vita stessa di una società, che non può essere •che vissuta in proprio da quella società. Ciò non significa che non vi debbano essere interventi ed assistenza dalPesterno. Anzi, senza questi interventi non vi può essere generalmente - almeno nelle società depresse o arretrate - l'avvio del processo di sviluppo, il passaggio dalla stasi e dall'involuzione allo sviluppo. Una delle conquiste del– le recenti teorie economiche, ma che vale anche al di fuori dell'economia, è che una stasi secolare - con il crescente divario materiale e intellettuale che ne consegue rispetto· al mondo in cammino - non può essere rimossa senza l'ap- . porto dalPesterno di un complesso massiccio di aiuti. Ma, in che cosa deve consistere, più precisamente, questo apporto per non essere a sua volta inefficace od oppressivo? • Oggi, in pratica, i paesi sviluppati - almeno di occi– dente - si comportano come se fosse suffi-ciente l'apporto di capitali, di strumenti moderni di lavoro, di cognizioni tecni– che. Tutto questo è ,certamente indispensabile, ma non è suffi– ciente. Ciò che occorre in primo luogo è l'apporto di un principio motore, di un movente intellettuale e morale che renda ·capaci di desiderare innanzitutto lo sviluppo, e quindi di procurarsi e di utilizzare i mezzi propri e altrui per attuare tale sviluppo. I marxisti non commettono questa omissione e in ciò consiste il segreto del loro successo presso i popoli e le classi meno sviluppati. L'ideologia rivoluzionaria che essi apportano soddisfa - sia pure con le distorsioni e g.Ji errori che sap– piamo - la necessità di un principio motore. • In taluni casi, fra i popoli attardati da concezioni del mondo e da religioni fatalistiche, o comunque mortHìcanti la natura e il destino dell'uomo, può risultare decisivo per sé solo l'apporto della religione cristiana. E in ogni luogo e popolo la ripresa e la più profonda assimilazione della con– cezione dell'uomo e della società che scaturisce dal dettato cristiano, costituisce la base per una disposizione pratica allo sviluppo. Per attuare però una politica dello sviluppo storicamente determinata, bisogna, nell'ambito di questa disposizione che diremo primaria, ,creare una disposizione secondaria che abbia riferimento alle istituzioni economiche, sociali e po– litiche, ai livelli tecnici ed alle operazioni economiche che rappresentino il massimo di pienezza umana e sociale rag– giungibile in un dato luogo e momento storico. Occorre cioè offrire ai popoli un'attuabile way of life, una prospettiva praticamente raggiungibile di libertà, di innovazione, di si– curezza e di giustizia capace di infondere in loro la volontà di sviluppo. Certo, oggi, i popoli sviluppati sono ben poco in grado di presentare esemplarmente una sollecitante way of life, e mi rendo conto, Padre, che il Suo sforzo di elaborare una teoria della civilizzazione trova origine da questa constata– zione e dall'ansia di colmare sì grave lacuna. Anche però la- Verranno pertanto valutati e soppesati nella loro evolu- sciando da parte le considerazioni precedentemente svolte ;,;ione, come elementi propulsivi o fattori limitanti, a seconda circa l'attuabilità di questo progetto teorico, sono ·assai poco dei casi, non solo le risorse materiali, i capitali tecnici e la convinto che un modello astratto ,di civiltà avrebbe quell'effet- forza lavoro, ma anche lo sviluppo maggiore e minore della to animatore che sentiamo necessario. Noi assistiamo al fatto cultura generale, lo spirito d'·iniziativa e la capacità d'im- che anche presso i marxisti perde 1>rogressivamente valore presa più o meno diffusi nelle popolazioni, le strutture so- pratico la visione della futura società senza classi e della so- ciali e istituzionali e la loro maggiore o minore rigidità, la cietà senza stato. più o meno intensa e organizzata vitalità politica, ecc. . . Ciò che in ogni situazione conta è invece la presa di co- 11 secondo principio - far sì che la politica di sviluppo scienza del proprio diritto e della propria attitudine a un sia una politica di auto-sviluppo - non è certo estraneo alla miglioramento indefinito delle condizioni di vita materia li, determinazione deg;li obiettivi e delle più complete e migliori intellettuaH e spirituali e, corrispettivamente l'individuazione comhinazioni dei fattori, ma più specHicamente infl1i-isce sulla dei vari ostacoli che realmente, nella situazione data di ogni disposizione e animazione ,della volontà delle popolazioni che popolo o comunità, impediscono lo sviluppo. devono sostenere e orientare la politica di sviluppo. Questo La volontà di sviluppo ha un'ispirazione-base religiosa o principio è cioè determinante nel ragg;ruppamento, nelJa for- filosofica nella stessa concezione del dei:ti·no dell'uomo: ma mazione e nella ·animazione delle forze popolari a cui incom- la d-eterminazione pratica della volontà di sviluppo non si bono la fatica di realizzazione e l'incertezza di esito della ha per riferimento a un modello astratto di benessere. ,di li- politica di sviluppo. hertà e di giuste istituzioni, bensì come individuazione ,e vo- Una politica di sviluppo che ·non riesca ad essere di auto- lontà di superamento degli o,:.tacoli che in un dato luogo e in sviluppo, diviene una imposizione o un regalo senza costrutto un dato momento •concretamente ,si oppongono alla apertura e senza-seguito. Ma lo sviluppo di uua.sodetà ....non può. e~er6-,•-··-e al-m.;rntenimento di un indf"fìnito processo di espan8ione d l
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