l’ordine civile - anno I - n. 4 - 10 agosto 1959
bi pag. 14 tina ed in Cuba, la sua pm caratteri• stica e ,drammatica sensibilizzazione. Una sensibilizzazione che pur innestan– dosi sua una comune matrice, a seconda delle condizioni ambientali, economi• che, sociali e politiche sta determinan• do nei due paesi una fondamentale dif. ferenza di orientamenti. Due strade di– verse e nello stesso tempo logiche che sono quella della rivoluzione e quella del riformismo, che ·corrispondono a due punti di partenza diversi. A Cuba, la rivoluzione di Castro nascendo da una base popolare, quasi totalmente contadina, si pone come reazione ad un fenomeno di dittatura militare; in Argentina, viceversa, partendo da una base militare, preoccupata di distrug– gere un regime nel quale stava perden– do progressivamente la sua influenza, la rivoluzione anti-peronista, sfociando nella costituzione di uno stato demo– cratico, si pone a dover mediare di con– tinuo tre elementi fondamentali del suo equilibrio : la tensione iniziale deìla sua nascita, la mancanza di adesione po– polare ( vasti strati della nazione sono rimasti fondamentalmente peronisti), ed infine la risoluzione fondamentale dei problemi di indipendenza econo– mica che sono le radici più profonde ,dell'attuale squilibrio. Attualmente ambedue le situazioni sono in fase di sviluppo alla ricerca di una stabilizzazione ed il loro assesta– mento definitivo è sul piano della pro– spettiva. Tuttavia dato che sono con– traddistinte da un dinamismo vigoroso c'è da att-endersi per il prossimo futuro che il loro atteggiamento abbia vaste ri– percussioni non solo sul piano degli sta– ti americani ma su quello mondiale de– terminando agli occhi di tutti la perso• nalizzazione di una nuova politica di un nuovo continente. I viaggi dell'Imperatore d'Etiopia Il recente viaggio dell'imperatore d'Etiopia, il Negus Hailé Selassiè, al Cairo, a Mosca e a ·Parigi, ha polarizza– to l'attenzione internazionale sui delica– ti processi. di evoluzione politica che sono in corso nella zona centro-setten– trionale dell'Africa Orientale e sull'in– fluenza che questi ·possono avere anche .su tutto il .resto del ,continente. Un'at– tenzione non scevra di preoccupazioni che, dalla puntualizzazione di precisi fatti di cronaca diploma-tica, si è proiet– tata nel futuro, conscia della fondatezza ~lella previsione, fatta ad Accra da una personalità africana, che il problema africano, cioè la maturazione politica del ,continente, verso una cosciente esi– genza di autonomia, il suo sviluppo eco– nomico, il ruolo che potrà giocare sul piano dell'equilibrio mondiale, sarà il problema del ·quale molto potranno ca– ratterizzarsi i prossimi dieci anni. Ma molte delle preoccupazioni che si sono risvegliate nei paesi •« occidentali » m occasione •dei contatti etiopico-egi- a ziani ed etiopico-soviet1c1 erano origi– nate oltre che dalla reale situazione esi– stente in una zonl\ che, a ragione, può esser considerata strategi,ca ai fin di una penetrazione nel continente, anche, e forse maggiormente, dall'incertezza e dal disaccordo esistente, all'interno del– l'occidente stesso, sulla valutazione del problema. ·Ci si trova di fronte., è il caso ad esempio della Francia e deWln– ghilterra, a una mentalità che ha dovu– to constatare il superamento storico del– lo schema coloniale nei rapporti inter– nazionali, ma che non è ancora riuscita a trasformare questa esperienza in una maturazione della coscienza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità nei confronti della evoluzione dei ·« popoli di colore ». E l'incertezza e il disa·ccor– do sulla politica da condurre nell'Afri– ca orientale, può esser considerata in– dicativa. La situazione esistente in quella zona può essere così sintetizzata. Al centro un grosso Stato che, relati– vamente al resto del continente africa– no, ha notevoli tradizioni di indipen– denza, si è strutturato socialmente se– condo le linee di uno Stato moderno, ha ormai una storia in cui ritrovare motivi di •coesione nazionale, è diretta• mente impegnato in un processo di « auto-sviluppo >> economico, in ·cui, pe– raltro, sa attribuire il giusto ruolo al– l'aiuto e all'assistenza estera e, infine, presenta la caratteristica di essere un 'i– sola a religione cristiana fra l'Africa araba e musulmana e l'Africa nera e pagana. Questa è l1Etiopia. Attorno ad essa, per migliaia _.di chilometri, si svi– luppano le terre dei somali, che le for– mano, tutt'attorno ai confini orientali, un diaframma di separazione dall'Ocea– no Indiano. Nelle terre somale l'arretra– tezza politica, sociale ed economica non ha, finora sviluppato esperienze unita– rie così come, ancora, non ha permesso la formazione di uno Stato autonomo. E·sse vengono normalmente distinte •con denominazioni dalle quali risulta evi– dente il rapporto coloniale che ancora le lega, nel caso della Somalia francese e della Somalia inglese, o che le ha le– ga te, è il caso della Somalia italiana, a paesi ·europei. Qualcosa di nuovo si sta però prospettando anche per esse. E queste novità sono legate all'evoluzio– ne politica della .Somalia italiana e al– l'indipendenza che questa raggiungerà pienamente nel 1960 al termine del manàato di Amministrazione Fiducia– ria italiana. Ma è un'indipendenza a cui molti, purtoppo, guardano, con in– teressate premure, che rischiano di sof– focare l'intimo significato e che le attri– buiscono delicate funzioni di equilibrio internazionale. La Gran Bretagna ,cerca, con illusioni di abilità politica cc fin de siècle >>, di assumersi un ruolo di grande ed illumi– nata protettrice lanciando l'idea ,della Grande Somalia: l'unione, cioè, in un grande Stato ·e< indipendente » d-elle tre Somalie, e dei territori che i somali abitano al di fuori di queste : il Nord del Kenya e l'Oga·den etiopico. Le •sa• l'ordine civile rebbe così possibile avere inflenze de– terminanti su uno Stato ben dosato e costruito cc ad hoc ». Il limite di questo disegno consiste appunto nel voler arri– vare precipitosamente al momento uni– tario di popoli e territori che manife– stano, per ora, solo labili legami raz– ziali, per porre un'ipoteca su un diverso orientamento politico che ·potrebbe de– rivare dall'autonomo e maturato pro• cesso della ,coscienza unitaria. La Francia si oppone al progeÙo per– chè gelosa delle sue prerogative asso– lute su una posizione chiave del Mar Rosso e non tiene conto che la sua poli– tica, come quella inglese, ignora i sus– sulti e i fermenti che sta·nno perèorren– do tutto il continente africano. E l'in– filtrazione nasseriana nell'Africa mu• sulmana non è che una concreta speci– ficazione di questi fermenti, che in mo– do particolare interessa le Somalie. Questo insegnano, ad ·esempio, le loae e le fratture verificatesi nella « Lega dei ,Giovani Somali », partito che ha la e< leadership » della Somalia italiana. Così come non si possono sottolineare gli approcci che il comunismo tenta me– diante le più varie e mutevoli e spre– giudicate alleanze. Ora è naturale che l'Etiopia non po– tesse rimanere insensibile a tutte queste manovre, coperte o palesi, ,che così in– direttap:i1mte la interessano. ,Può, infat– ti, correre il rischio non solo di vedere posta in discussione la sua integrità ter– ritoriale, ma anche di vedersi racchiusa completamente da un grande stato mu– sulmano, col quale, già le esperienze esistenti lo fanno prevedere, non sareb– bero difficili urti e contrasti. In questo nuovo grande stato m_us– sulmano si potrebbero ·poi ritrovare ul– teriori elementi di supporto per l'espan– sione del •panarabismo in Africa e per maggiormente legittimare una posizio– ne di •cc leadership » dell'intero conti– nente, ,cui, evidentemente, Nasser risul– ta molto interessato. Ma questo interesse non è estraneo, fra l'altro, all 1 Etiopia e al suo Negus, che avanza titoli di più intima e profonda. africanità. Egli ha pertanto ritenuto opportuno prendere l'iniziativa. Al Cairo si è incontrato con quello •che potrebbe essere, potenzial– mente, il ·suo avversario, ,col quale ha discusso, su un piano di uguale dignità, il progetto inglese, che più lo ·preoccu– ·p.a, a Mosca, giocando le sue carte in un momento di raffreddamento dei rap– porti russo-egiziani, ha cercato un altro più prezioso appoggio e ha accettato aiuti economici. E questa è forse la più rischiosa contropartita ,che egli abbia rilasciato ai sovietici. L'esperienza in– segna infatti quanto questi ultimi sap• piano far fruttare, sul piano politico, gli aiuti economici che ·generosamente elargiscono. Poi è andato a Parigi, dove gli ap– poggi al suo piano politico risultano evi,denti. Ma .c'è andato con la forza che gli ·derivava dalle due •precedenti tappe e dal significato ,dell'iniziativ,a au-t-ono– ma assunta. Un'iniziativa che ha avuto
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