l’ordine civile - anno I - n. 2 - 10 luglio 1959

l'ordine civile sfidare una così grande e risoluta potenza? E quale senso possono avere i fermenti di libertà nei paesi -dell',Europa orietale? Che soccorso possono attendere da parte occidentale nei confronti del potere sovietico, deciso e minaccioso sino alla. sfida? La politica della minacci,a paga dunque su tutti i fronti. E tuttavia nè la « falla » dei missili nè la convenienza delle minacce rappresentano in questo momento il fattore -deter– minante della « posizione di forza >> sovietica. C'è un altro fatto che consente -di giocare tutti gli altri in una prospettiva solida, decisiva e un tempo stesso prudente e limitata. Questa componente decisiva •è la debolezza della posizione occidenta– le a Berlino. La debolezza risale all'assurdità dell'accordo di occupazione sulla Germania e sulla divisione delle zone di occupazione. Turingia e Sassonia vennero sgombrate dagli ·occidentali in cambio di una presenza a Berlino, senza che si assicuras– sero la continuità di Berlino occidentale con le zone occiden– tali di occup,azione. Se la grande alleanza avesse potuto con– tinuare, l'assurdità della situazione non si sarebbe rivelata. Ma la grande alleanza non poteva continuare e l'occupazione di una zona nel cuore di un blocco con -cui vigevano rapporti di guerra fredda rivelava la sua grande difficoltà. Probabilmente se non il monopolio la preponderanza ato– mica americana non fosse venuta meno, la ·questione di Ber– lino non sarebbe mai stata sollevata. ·Ma nel quadro che ab– biamo sopra delineato ,(e a cui va aggiunto la debolezza della leadership di Eisenhower, la tendenza a un'iniziativa della diplomazia inglese e il correlativo irri,!!idimento di Adenauer, cio'è l'assenza di una -direzione unit,aria dell'occidente), Ber– lino rappresenta un ~occasione straordinaria. Si pensi ad esempio che Krusciov attui la minaccia di firmare un trattato di pace -con la -Germani,a Est e di attribui– re unilateralmente cc ultra vires » con un autentico atto di forza, al trattato la capacità di far decadere i diritti di occu– pazione degli occidentali a Berlino. Poniamo che in conse– guenza di questo fatto le autorità della Repubblica comunista variassero, limitassero, legiferassero insomma .sui rapporti di comunicazione delle potenze occidentali con Berlino. Come risponderebbero gli occidentali? ,Con la guerra? E' ben dif– ficile. Sarebbe politicamente e moralmente impossibile. 1 Difficilme~te i tedeschi orientali li porterebbero di fron– te ad un vero show.Jdown. Li umilierebbero a fuoco lento, li èostrinirerebbero a dipendere dalla buona grazia di Pankow, cioè dal più disprezzato e combattuto degli Stati comunisti, che oggi è il capofila ,degli stati satelliti. In ogni caso, gli occidentali sarebbero costretti a eompiere essi il primo atto di forza : i russi ·sanno che ·questo non accadrà mai: le de– mocrazie non iniziano per prima una guerra, meno che mai la g:uerra atomica. Ed esse, abb-iamo visto, non hanno oggi alcuna possibilità di iniziare un conflitto che non sia la guerra at•omica. Il !!'ioco dei russi è dunaue o-ioco ohe dà solo vantao-.g:i: è un gioco facile· e ben studiato: Si tratta di un irioco ~he sem·bra audace e minaccioso ed è invece un !!;ioco sul sicuro. Eccita l'ooinione pubblica democratica, umilia le p·otenze oc– cidentali innanzi all'opinione pubblica ·del mondo comunista e di quello afro-asiatico e non rischia nulla. Inoltre Berlino 1 è un simbolo, innanzi al mondo dei popoli del Centro-europeo di obbed·ienza comunista come innanzi alle· Germania occidentale. La sola pressione su Bedino e tutti' i successi che i vantag:gi della posizione, l'abilità della diplo– mazia, la d.ebolezza deirli 11vversari consentiranno ai russi di rairgiunirere avranno una doppia ripercussione, su tre punti nodalissimi' dell'equilibrio europeo. Ora la cosa più 11;raveè ·che i russi -e i tedeschi di -Pankow sono in misura di nroseiruire il loro disegno senza che ii;li occidentali possono fare alcunché. Possono vessare il traffico su Berlino, interromperlo con pretesti, soffocare in mille modi 1,. vita della capitale tedesca, essendo certi che nessuna co– lonna di carri armati entrerà a Brandemburgo. I vantaggi di nosizione dei russi { in ·conseguenza dell'assurdità del piano di .occuoazione della Germania e della sistemazione dell'oc– cup-a:,:ione alleata di Berltno) sono reali e determinanti. _Bisogna che di occidentali e soprattutto ii;li europei, so– prattutto i tede1i!.;hi, lo f!}illfzzipQ. N O!I •è P,Ossi·bile fare -dello pag. 7 statu quo di Berlino una condizione di princ1p10, senza es– sere disposti a rispondere alla minaccia con la forza. Ma questo non è nè possibile, nè giusto. Allora una posizione ri– gida che non si ha i mezzi per sostenere diventa il contrario di una posizione forte, diventa una posizione debole. Gli •occi– dentali non possono giocare la propria faccia sullo s,ta,tu ,quo a Berlino. Debbono controproporre una soluzione reale. I rus- si hanno una situazione di vantaggio: non scherz-ano, vogliono sfruttarla -sul serio. -La diplomazia è stata giustamente para– gonata alla scherma : i lunghi •anni ,della politica del hloceo ' l'hanno ridotta invece ad arte da sermone. L'incontro di Gi– nevra è stato un classico esempio di •questa sterile diplomazia. Oggi inevitabilmente il gioco diplomatico si fa più simile al- 1'-antica immagine; lo scontrarsi, il cedere rapido per ripartire poi con un nuovo attacco ritornano a far parte di ·questo combattimento padfico tra gli -Stati. Saprà la diplomazia oc– cidentale ritornare al gusto della diplomazia ,d'iniziativa e di movimento, che oggi i sovietici tornano a imporre, soprattut• to in Europa, ma non solo in •Europa? Gli inglesi aspirano ad avere nuove idee. Ora sul numero del 27 giugno dell'Economist abbiamo letto che ,cc dato un problema come quello tedesco, dove nessuna rapida e defini– tiva soluzione è all'esame in prospettiva, la ·cosa migli-ore sa• rebbe organizzare una conferenza permanente di vice ministri degli esteri; con i superiori che gua!'dassero di tanto in tanto se mutamenti nella situazione giusti•ficassero 1-a loro pre– senza ». Questo tipo di ragionamento r( veramente straordinario) ci ricorda ·quello di taluni che sostenevano che Krusciov desi– derava tanto essere ammesso alla presenza del Presidente Ei– senhower in un,;1 conferenza al vertice che avrebbe pagato qualunque prezzo pur di arrivarci. Lo si rè poi visto. Che Kru– sciov abbia modi volgari non consente di interpretare .la po• litica sovietica con -la psicologia del parvenu. •E' possibile che gli occidentali non si convincano che i russi fanno sul serio, ·che la -conferenza al vertice non è il sommo ,dei Joro desideri, nè il riconoscimento dello st-atu quo? Che essi desiderano l'umiliazione del loro avv-ersario ed il loro successo e eh~ Krusciov conduce uno spregiudicato gioco di– plomatico, che può passare la conferenza al vertice ·come non passarvi? La minaccia sovietica non è una minaccia << -con lo schiop– po vuoto ». E' l'aperta e spregiudicata indicazione preventiva di una politica che l'URSS può effettivamente seguire, con alcuni sicuri vantaggi. Non ,è che gli occidentali non ,abbiano carte -e.possibilità, non è che non possono cc toccare l> il -ii;overno sovietico. Ma giocare l'unità dell'occide_nte, il pr-estigio degli Stati Uniti e quello ,del gove_rno tedesco democratico su una carta sola e -su una carta -che non si può sostenere sino in fondo è rinun– ciare a ,!!iocarle. Ci sarà un momento .in cui sarà troppo tardi, per cambi are. •La soluzione di Berlino Ovest deve essere trova-ta nel quadro dell'ONU e sulla base dei diritti di occupazione. E questa deve essere impostato in modo rl.à salvare la p_iene:i;za dei diritti -di libertà di cui oggi i berlinesi occiden– tali godono_. ·C'è un momento giusto per ottenere la migliore soluzione nossibile: stà alla diplomazia occidentale individuare l'uno e l'altra. Non ci si può sottrarre· alla necessità di negoziare un nuovo accordo per Berlino. Meglio vale negoziare un nuovo accordo che peggiorarne uno vecchio, che l'altra parte per di più rifiuta e per di più con qualche raii;ionevolezza (.assur– dità ,di dirùti di occupazfone tredici anni dopo la fine delle ostilità]. E' migliore tattica cedere su un'impostazione generale per ottenere migliori condizioni di fatto che ottenere peg,!!io– rì c-ondizioni di fatto per salvare un'impostazione generale. In sostanza la auestione veramente importante è queUa di preservare 111pienezza dei diritti civili e politici dei cittadini di Berlino Ovest. • • Questo non è incompatibile oii:iricon un acc~r-do con i rus– ~i.•Una volta superata l'imn~sse b~rline~e, la di oloma;ia occi– dent-ale si troverà fuori di una pericolosa strettoia, di fronte a n_uovi problemi, ma in condizioni_ dip_loma-tiche proporzio– nate alla sua reali;i QQnsis~~nza ~ val~ne moral~ e :politiço.

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