l’ordine civile - anno I - n. 2 - 10 luglio 1959

pag. 12 Presidente del ,Consiglio dalla D.·C. Era il Presidente Einaudi -che, esaurite le due designazioni fatte dalla D.C., cioè gli on. De Gas peri· e ·Piccioni, aveva per scelta propria incaricato l'on. P.ella di costituire un governo che comprendesse uomini.del partito D!C. ma che non fosse espressione formale di quel partito. Or.a questa condizione non si ,è più verifi– cata per nessun altro dei governi che si sono da allor.a succeduti: tutti sono stati oggetto di designazione formale della D.,C. In modo parti-colare, verrebbe fat– to di dire, il secondo governo Segni. Pa– rendo infatti che il Presidente della Re– pubblica intendesse usufruire della stes– sa libertà usa·ta a suo tempo dall'on. Einaudi { senza, è vero, il pre·supposto dell'esaurimento dei designati dal grup– po parlamentare di maggioranza rela– tiva che ·era ,stato la base ·di legittimità dell'incarico dell'on. Pella), i direttivi dei gruppi D.C. della Camera e del Se– nato si opposero formalmente a tale in– terpretazione dei poteri presidenziali e pretesero lo stretto rispetto delle desi– gnazioni di partito. Il g·overno Segni nacque da una pic– cola -crisi costituzionale, •che ria !fermò i dir:itti dei gruppi parlamentari a ve– dere rispettate le loro designazioni dal capo dello Stato. Il governo Segni. è dun 1 que un governo di •cui la D.C. por– ta la responsabilità. Abbiamo certo mol– to da ridire su un regime cO"stituzionale in -cui l'atto di una associazione privata predetermina necessariamente il ·conte– nuto dell'-atto di un organo dello Sta– to : e tuttavia, po-sto un tale regime, es– so deve essere osservato. I partiti non possono rivendicar.e la sostanza del po– tere, rigettando o limitando, quand·o co– sì faccia comodo, la responsabilità delle proprie ·scelte. Se la D:C. -abhia scelto di fare il governo !Segni per amore o per necessità, ·questo non interess·a il pae– se: interessa il fatto -che •essa ne sia e se ne senta pienamente resnonsabile. La categori.a del 1.rnverno amieo o del go– verno di necessità non ·è duncrne costitu– zionalmente sostenibile. Il Governo del paese non è bene privato di un partito che ne nossa disporre secondo il variare dei suoi umori. Un altro ·elemento costituzionale del problema ci nare necessario sottolinea– re: -ed è la der.omnosizione, fatta dal– l'on. Moro, dalla fiducia parlamentare data all'on. SeITTii, in due elementi estra– nei, senza con tatto -come -le rette paral– lele: il voto della D.C. ed il voto del– le <lestre. No. i governi non nascono ner narte• no!!."enesi: neanr:he la D.C. irode rii que– sto nrivileirio. L'atto -co·stituzionale che ha dato vita al g;overno Segni 1 consta •di due elementi : la present-azione del g;o– verno e la fiducia delJe ,Camere. I due atti comunicano: ·è dalla loro comuni– cazione, cioè dall'approvazione che le Camere fanno della -composizione e del– la dichiarazione d·el Gov-erno che esso trae la sua piena legittimità costitu– zionale. La D:C. può volere il voto ·delle de– stre, come r.ifiutarlo : ma non PUÒ vo- 1 rn, (Jr11H!f1 i henf.)fiçi ·dd YP.tg l¾~lle de- stre senza accettare nessun contatto, neppure epidermico, con esse, dal pun– to di vista formale. Se il voto delle destre contamina la D.C., è modesto artificio parlare un lin– guaggio prima e uno poi ·e sopratutto ricorrere alla mediazione ,di un organo locale del partito, come nel caso sicilia– no dopo che la· Direzione centrale ha esaminato la situazione e ·ha persino no– minato un suo fiduciario ufficiale inca– ricato di seguire le trattative. Se la linea congressuale della Dire– zione centrale e sopratutto quella del segretario del partito è quella preannun· -ciata dalla dichiarazioni dell'on. Moro, allora il destino del governo Segni -è già segnato. A sostenerlo formalmente saranno i gruppi d-ell'on. Scelba e, con la consueta duttilità tattica, quello del– l'on. Andreotti. Esso rischia di essere declassato a ii;overno di transizione e sa– crificato sull'altare della ricomposizione della corrente di Iniziativa democratica. E d·opo? Sul dopo tuHi tacciono. L'on. Moro nega che l'on. Fanfani ab– bia voluto stabilire rapporti politici con il P.S.I. •Questo significa fare del governo Fanfani un 'PUro assurdo : ,si– gnifica dimenticare che la maggioran– za era resa possibile da un '-astensione repubblicana che era apertamente le– gata all'apertura a sinistra. Il risultato a cui giung-iamo -co·sì è il puro assurdo. Le sinistre? No. Le de– stre? Nemmeno. Il centro? Neanche, per via dei liberali. La maggioranza ,as– soluta 1 D.C.? 1 Meno ,che mai: sarebbe l'-« integralismo )). •Insomma, siamo ri– dotti al nun to che è •saggia linea di con– dotta politica per un uomo politieo D.C. che intenda conservare tutte le sue oar• te, di dir no a tutte le possibili so– luzioni. Una simile irrisolutezza prepara al Parlamento e al Paese giorni agitati. La CISL e gli • • sc1oper1 L'estate si è iniziata sotto il segno dello ~r.iopero. 1 Le a~itazioni d·ei marit– timi. dei ·bancari. dei sidenmrici. dei metalmeccanici e le altre -a!titaz.i-oni mi– nor.i s-isono svolte con la partecipazione di tutti i sindacati, nella più completa unità ·d'azione. ,Questo ha indubbiamen– te avuto un rifle~so sulia partecinazione dei lavor,itori allo sciopero: l'adesione della CISL sembra garantire il -c:m1t– terP. economicamente ben fondato dello sciooero e sopratutto comnort,are una certa ca11zione nei -confronti dei pubbli– ci noteri. Resta a vedere quale sarà la -conclu– ~;one finale degli sciooeri. sonratutto rii anello dei marittimi. Sonrahitto di rruesti, perrliè ess·o, più de!tli altri, per il pe,o dell'iniziativa privata nel setto– rp_ è uno scionero -classico, una lotta rliretta tra padronato e lavor.atori e si P. ·esnresso auindi -con una durezza di forme, ,caratteristiche delle prime lotte .sindacali avvenute ip un quadro di eco– nomia strettamente privatisti-ca. Gli ar– ma.tor· hannn l'i:ntnmsig~Il2lft di 1-l.!1:~ po, l'ordine civile s1z1·one di princ1p10, accettando di so– stenere, pur di non cedere, perdite su– periori ,a quelle -che sarebbero derivate dalla stessa accettazione delle richieste dei sindacati: nonostante ,i -contrasti e le scissioni avvenute nel seno della loro associazione di categoria, hanno man– tenuto un fronte unitario, in cui si av– verte indubbiamente la mano di colui che Di Vittorio definiva l'unico « vero liberale » del mondo imprenditoriale italiano: Angelo Costa. E' dunque que– sta agitazione l'agitazione chiave e de– cisiva, destinata ad avere ripercu sioni su tutto il resto del mondo imprendito– riale italiano e sui suoi rapporti con i sindacati: quindi u tutta la situazione delle retribuzioni e su tutto l'andamen– to dell'economia nazionale. Contano me· no al riguardo gli altri ·settori : il setto– re bancario, legato allo St,ato, ha cedu– to e il settore metalmeccanico -e siderur– gico risentirà la con uetà duplice pres– sione: quella politica, che si esercita sulle aziende l 1 RI. per una linea più morbida, e quella del mondo degli im– prenditori e dei diriuenti, favorevoli ad una linea più intr-an i!tente. Anche a tale rig;uardo l'esito ·dello sciopero dei marittimi. in -cui ·è coinvolto anche un gruppo IRI, ·quello della FI ìM.A!RE, avrà un 'importanza de-ci iva. J1 problema più interessante de11'at– tuale situazione sinrlacale ,è dato dall'at– tegi,amento della ·CISL. La Confeder:a– zione di via Po ritiene duuque giunto il momento di un'azione ,g:enerale per l'a• vanzamento ·rli tutto il fronte delle re– tribuzioni? Ritiene che la pre sione ,sin– dacale e lo aumento de11~ retribuzioni siano destinati ad avere un benefico effetto su11a nostra -economia? Sostiene, in particolare, poniamo, che e si pos– sano avere un effetto propulsivo suirli investimenti privati, in rela:,:ione a11a situazjone denunciata ia dall'On.le Se– e:ni nPlle sue dir.h;:uazioni di iroverno. sia dal Dr. enirhella nella ·ua rela- • :,:ione all'A8semblea della Banca d'Ita– lia? E,iste una motivazione di politica economica alla ba~P rlPll'attuale politi-ca sinrlar.ale deJla CTSL? E que ta even– tuale linea di nolitica economi-ca si ri– r.ono•"e come diver a ria miella che sta– va alla ba,e del niano Vanoni e che era fon rl11 t;i. su considerazioni e u indica– zioni opposte? nu,.nrlCl itvviene un rr111t:,mento di a,1p~ta oorfl!ta. m:i~•im,.mPnte in un or– p-,ini~mo ,:jnrlac" le rl,p ha semnre s·o•te– nuto rl, voler leg,ire la oronria noliti– ca sinrl11r.ale ad nna J.ine;i. rii viluopo economico generale. q11P,•to m11tamento dovrebbe poter essere avvertito e moti– vato. r>nv;,lP r;•nonrlPrP. ~on nn cP.rfo con– creti,;mo sinrlac;,le. inrlir.anrlo il fonda– mento rli ,:ìniole rivendicazioni. Ci tro– vi.amo di fronte ad 11n mov-imento trop– no vasto per fare aJla Confederazione il torto di ritenere che •essa manchi di 1ma -orosoettiva generale. e che si sia lanciata in un'azione 'COSÌ imoegnativa senza valutare la portata e le conse– ,g:uenze ·di essa . è sarebbe una spiegazione, ma solo un'accu « ,U Vf!kr spiegll.t~ l'iJUuale li,

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