l’ordine civile - anno I - n. 2 - 10 luglio 1959

Spediz. in abb. postale - Gruppo li l'ordine civile RIVISTA QUINDICINALE Anno I - n. 2 10 luglio 1959 Una copia L. l 00 Editoriale: Cristianesimo e civiltà La secessione operaia di Luciano Cavalli - La questione di Berlino di Giovanni Baget-Bozzo - Critica e televisione di Claudio Leonardi - Pasolini tra la lirica e il romanzo picaresco di Paolo Gonnelli. Note e commenti: La prima enciclica di Giovanni XXIII - Il governo Segni e il Congresso D. C. - La Cisl e gli sci.operi • Siderurgia nel Sud - Mercato comune e Zona di libero scambio - Adenauer ed Erhard - La crisi di governo in Austria - Libano : bilancio di sei mesi di quadrunvirato ~ Polemiche sulla legge Merlin. - Letteratura e costume : Don Chisciotte e l'ideale del cavaliere - Il mito della Duse • I nuovi diabolici • Arte e artisti. - Letture: Libri di C. G. Jung, Charles Kerény, Paul Radin. Cristian esi tno civiltà Gli anni che videro l'apoteosi -del nazismo furono, nella storia contemporanea, un terribile « momento della verità ». La misura di coazione sociale che la società poteva eser– citare appariva in tutta la sua drammatica potenza. E risulta chiara così la vanità della grande illusione del secolo XIX: quella cli cercare la libertà attraverso un determinato mecca– nismo ,istituzionale, di fondar.e la libertà prescindendo daUa trascendenza del Bene, suo oggetto, suo scopo, sua norma. Il grande tentativo, che aveva occupato per la sua maturazione cruattro secoli di storia e che era « scoppiato » nel secolo XIX, il tentativo di laicizzare il Cristianesimo dando vita a una mo– rale, fondata ulla sola ragione, concepita senza riferimento intrinseco alla Verità Trascendente, era drammaticamente fal– lito. ,La filo-ofi.a classica tedesca, che aveva es.presso con Hegel il maggior tentativo di laicizzazione del Cristianesimo, cli ri– solvimento del Divino nella toria umana, sfociava in due grandi sistemi politici, ispirati ciascuno a ciascuna delle due po sibili derivazioni del pensiero hegeli-ano, la destra e la si– nistra, o meglio alla radicalizzazione critica della destra hege– liana compiuta da Nietzsche e della sinistra hegeliana com– piuta d-a Marx. Due i temi erano identici e opposti, unificati nella accezione politica da una parola cli chiaro sapore hege– liano « totalitarismo »: perfettamente identici e perfettamen– te contrari. La filosofia hegeliana era riuscita a costruire la storia a sua immagine e somiglianza, provando ancora una vol– ta la potenza che Dio lascia alla libertà e all'azione umana. Il tremendo cozzo tra nazismo e comunismo con le più drammatiche, imponenti e radicali stragi degli innocenti che la storia umana abbia mai conosciuto, con le sue spaventosi ecatombi di milioni e milioni di morti, fu la drammatica con– clu ione della dialettica dei contrari; in"vece della sintesi su– periore sangue, fango e morte: e poi il nulla. Da allora il sub– con cio dell'europeo medio, dell'americano medio è dominato da un solo assillo: dimenticare. Fare come se i milioni di mor- ti fossero come dei non nati; approfittare di questa meraviglio– sa dote umana che è la perdita della memoria: questa è la via della quiete.- Ma proprio del tutto perduta la memoria non è: qualcosa dèlla grande tragecl i a rimane, rimane indelebile nella memori-a della stirpe, in quel profondo che la moderna psico– logia ha imparato a conoscere e a « muovere »: l'irrequietez– za dei giovani, la loro svogliatezza, il bisogno di evadere in ma– nifestazioni prerazionali e precivili, è il segno di questo ricor– do e la testimonianza -del grande vuoto che la tragedia ha la– sciato. La paura: questo è oggi un sentimento nascosto ma vi– sibilissimo, inconfessato ma ben conosciuto nei cuori di coloro che sono campati dalla bufera totalitaria. P.aura della socie– tà umana. La memoria collettiva ha ormai impressi i mali terribili, totali, assoluti che la società può fare e può sempre fare al– l'uomo: la passione naturale di fortezza, il coraggio, si estingue di fronte a questo nemico onnipotente, dai mille occhi e dalle mille braccia che- può rapire veramente tutto. C'erano un tempo dei limiti a quello che la società pote– va fare alla persona: questi limiti comportavano certo la per– dita della vita e della libertà, e ammettevano forme relati– vamente ampie di -diseguaglianza sociale. La Rivoluzione fran– cese potè pensare, a buon diritto, cli aver eliminato tutt,a una serie di odiose limitazioni della dignità e della libertà umana. Eppure, nel momento stesso in cui si eliminavano queste li– mitazioni, per questo stesso processo iniziava la formazione dello Stato totalitario moderno. L'uomo raggiungeva la sua libertà diventando cittadino. Nessuno colse il passaggio tanto -decisivo quanto dissimulato in una lunga serie di transizioni graduali che segnava il defini– tivo -tramonto del Medioevo e la vera nascita della civiltà mo– derna.

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