l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959

l'ordine civile quella meridionale, solo per il profondo influsso che su quella stessa cultura ha avuto la religione cristiana: perché nell'in– segnamento cristiano, e non in residui eulturali precedenti ( che non sono nella cultura greca, nè in altre culture prece– denti il cristianesimo) si trovano le giustificazioni all'impor– tanza della famiglia ·come cellula ,sociale fondamentale, alla solidarietà fra i membri di una stessa comunità - il vero cc prossimo » - come espressione della solidarietà in potenza con tutti gli altri uomini, all'ac-cettazione della sofferenza ma anche della dignità del lavoro come mezzo di conquista e di dominio della natura e come vincolo sociale (,quindi come titolo etico) di appartenenza a un gruppo -di uomini. Tutta l'organizzazione della cultura contadina dimostra questo: la casa modellata alla grandezza della famiglia - come la forma del pane che si mangia - e alle sue esigenze di minima azienda economica ; le istituzioni sociali più forti e organizzate: il vicinato, il comparato, il parentado, perfi– no, nel suo modo inautentico, la clientela politica; le feste e le cerimonie, legate alla natura o alla religione o aUa pace so– ciale (come quando, in ·occasione di particolari feste religiose, i nemici si riconciliano pubblicamente); l'istruzione tecnica, il mestiere che ogni padre si sforza di a•pprendere ai figli, in– sieme con le principali nozioni sulle leggi della vita e sul suo significato. All'interno di ,questa organizzazione alcuni istituti, apparentemente incomprensibili { per esempio le scel- te matrimoniali operate dai genitori per i figli operate sulla base della sicurezza fisica, economica e morale, e indipenden– temente dalle tendenze affettive degli interessati) testimonia– no ancor più, con la debolezza, l'assenza di un'individuazione culturale dello stesso ,grado di quella delle culture- mode.me , che sia forza di incorporazione della vita -personale nella vita della famiglia e delle comunità. Ma poiché questi - umani - sono i •parametri con i quali la cultura contadina si è venuta ,costruendo, { non sono l'altezza dello sviluppo economico, nè il benessere, nè il creare assoluto, dell'individuo) il risultato di una cultura come que– sta sono ancora degli uomini, capaci di vivere e di crescere anche in ambienti molto diversi da quello che li ha fatti nascere: la storia dell'emigrazione meridionale e, quando non si è incrociata con problemi di chiusura e reazione •sociale dando luogo ~l ,banditismo più moderno, la sua affermazione all'interno di stati totalmente div-er-si dal mezzogiorno ita• liano, probabilmente rimetterebbe in discussione il modo ra– zionalistico di configurare la cultura meridionale come cul– tura (solo) della magia e del negativo, e a considerarne più approfonditamente gli altri aspetti. 6 Queste osservazioni, che estremizzate potrebbero indurre alla falsa conclusione che solo una cultura di questo ti~ po, e non una cultura come quella moderna, meriti di essere presa m •considerazione come modello al quale n• IO g1noo1ae pag. 9 ferirsi ( ed è spesso su questo piano sdrucciolevole che, a torto o a ragione, avviene ila polemica all'interno -della pub– blicistica -dedicata a1 meridione italiano: si può vedere ·per tutti cc Mezzogiorno d'Italia » di F. -Compagna) vogliono solo confermare un assunto precedentemente enunciato: è hen ve– ro che la cultura meridionale - la cultura contadina·, che ne è il contesto più antico, più radicato e articolato - è in crisi irreversibile a causa del suo carattere cc parziale >> ( il suo fare -centro sulla •persona e il non aprirsi al valore della storia, della inventività e imprenditività creativa, ecc. non le consente di reggere il -confronto con il mondo moderno che, invece, ha ben scoperti e fatti propri questi valori); ed è ben vero che questa parziarietà si manifesta prima -di tutto nell'incapacità di cc comprendere >J la ,cultura moderna; è pur vero, per altro, che altrettanto parziaria è la cultura moderna che quel valore della persona ha per-duto e che, pour cause, è incapace di cc comprendere ii le culture di tipo ar,caico, uno degli esempi più avanzati delle quali _è rappresentato dal mezzogiorno italiano, almeno dal mezzogiorno contadino. La parzialità degli schemi storiogra 1 fici di De Martmo, di cui cc Sud e magia ii è un esempio, porta necessariamente alla identificazione della cultura meridionale con uno sol– tanto -dei suoi aspetti, e a giudicarla solo sul piano del cc ne– gativo ii ,( di ciò che non sarebbe cultura), a concluderne in– fine, sempre sulla ·base di un parametro di tipo razionalistico, la sostanziale debolezza religiosa e culturale: affermazioni, come si è cercato di dire, inesatte. ~ C'•è·ancora uii aspetto, non secondario, nella pubblicazio– ' ne del libro di De Martino. Dopo l'ondata pro-meridiona– • listica del dopoguerra, che si è concretata. nella larghis– sima accoglienza dei libri di Levi, di Scotellaro, di Dolci, ecc. sembra di assistere ora a un ritorno .a posizioni cautamente anti-meridionalistiche. Ne è esempio un recente fondo di Pio– ·vene sulla cc Stampa J> e l'interpretazione che del libro di De Ma·rtino tendono a dare giornali e riviste di divulgazione. Il merito della prima cc ondata >J fu quello di scoprire in Italia un altro-da-sè culturale insospettato: e bisogna dare atto alla sensibilità poetica -di Levi di avervi intuito elementi di cultura e di civiltà addirittura dissueti nella cultura di tipo moderno; è un fatto che questo atteggiamento, che passa attraverso la poesia, è l'unico che permette di costruire in qualche modo un ponte fra la cultura moderna e una cul– tura di ti•po arcaico; un ponte, almeno, che non sia egemo• nico e sradicante; è un atteggiamento, questo, non nuovo nella :Cultura moderna, ma che si ritrova, più o meno conta– minato dalle dispute idèologiche interne a quella stessa cul– tura, continuo da •Montaigne ai grandi registi che scoprivano fra il '30 e il '40, il ·cc mondo incorrotto ii delle culture non europee - Flaherty, Murnau, Wright, ecc. - e che, come si diceva, trova i suoi punti più alti proprio quando il con– tatto, il ponte, •è affidato alla poesia. Ciò non toglie che quando, al disotto delle ing-enuità -e degli entusiasmi, o sulla base di un possesso scaltrito degli strumenti della -cultura moderna, viene tentata una compren– sione in termini -di razionalità, di cultura, ,quasi sempre - come mostrano certe parti di •cc Cristo si è fermato a Eboli i> - il giuditio risulti parziale e inesatto; ,per quella stessa parzialità, quello stesso egocentrismo -di origine razionalisti– ca, che si è detto proprio della cultura moderna. La seconda ondata ha anche, per suo conto, dei prece– denti storici e data, almeno, dalla fine del secolo scorso, da quando cioè i violenti sconquassi politici delle rivolte conta– dine meridionali, misero in luce, a coloro che, incmiositine, calarono dal settentrione a rendersene conto, !'-esistenza di un altro-da-sè culturale; sbrigative ragioni politiche consi– gliarono di catalogarlo negativamente, come •cc primitivo », in– capace di modernità e di ordine, quasi biologicamente in– feriore: ed è questa l'esasperazione razzisti-ca cui arriva, soli– tamente, ogni cultura che è incapace di comprenderne un'al– tra con la quale convive; in questo caso i precedenti ai quali ci si riferisce sono stati -da alcuni interpretati (v. per tutti Dorso) come il riuscito tentativo di slegare le forze popolari settentrionali dai contadini meridionali, agganciandoli piut– tosto al carro del sistema politico della grande industria set– tentrionale, allora egemone. Questi pr'ecedenti, la cui inter– pretazione politica è più Q weng disc'!1tibile 7 hirnno tl;!ttavia

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