l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959
pag. 8 mo,ecc. che si saldavano con acquisizioni e accumulazioni pre– cedenti e le aprivano a una maggiore profondità e universa• lità di valore e a una maggior~ disponibilità verso la vita re– ligiosa. { Ancora ora, in alcuni paesi meridionali, ove la disgre– gazione delle slrutture partitiehe o grossolanamente, materia– listicamente assistenziali non ha avuto luo·go, si possono ritro• vare esempi di grande e significativa forza sociale che parte dalla purezza e forza religiosa di qualche istituto cui .fa capo l'intero paese: un convento, un sacerdote ecc.). Da ·questo pun– to di vista non vi è dubbio che il rapporto cultura-religione cattolica nel mezzogiorno interno va visto con prospettiv-e sto– riche che risalgono molto più indietro dell'Illuminismo napo• letano. D'altro canto -è1pur vero che la cultura meridionale, come altr-e culture, contiene alcuni elementi di arretratezza rispetto allo sviluppo storico in atto nel mondo; ed è altrettanto vero che, specie in un momento di •crisi ,come l'attuale, -che data più o meno dai tempi dell'unità d'·Italia, si accentuano gli elemen– ti di tipo vitalistico che la religione crìstiana non è mai riusci– ta totalmente a riassorbire -e a trasformare. E' forse in questa prospettiva ( non è più ·di un'ipotesi che •si formula) ehe do– vrebbe essere inquadrata un'indagine storiografica -che voglia occuparsi della magia. A proposito di questo problema De Martino esamina (ipag.115) la ·proposta di Hutton Wehster: cc scrivere una storia della magia e della sua enorme influenza nelle civiltà del mondo antico e, oltre di esse, attraverso il me– dio -evo sino a giungere all'età moderna sarebbe compito che richiederebbe la •cooperazione di una galassia ·di studiosi » e oppone che non basta -estendere a tutto il mondo i risultati de– gli studi sulle tecniche magiche dei primitivi per fare la sto– ria della magia; se questo è verissimo ( e, tuttavia, non tog-lie valor-e all'osservazione di Webster) •è pur lecito dubitare ,che la sola presenza degli elementi strutturali magiei propri anche di altre culture e la mancanza di energia civile dell'IUumini• smo napoletano -del'700 bastino, messi insieme, a liquidare in sede storiografica il pro·blema della magia nel Meridione. (Una volta per tutte, poi, va detto che elementi magici sono ritrova• bili in cultur,e molto diverse da ·quella meridionale italiana, come risulta dall'-esempio della Germania contemporanea for– nito da De Martino a pag. 195: culture -che con l'illuminismo hanno avuto ,ben altri rapporti che non la Lucania; il che sta a significare ila complessità della questione storiografica del– la ma·gia.). Un aggregato culturale di tipo vitalistico, sollecitato an• cor di più, come si diceva, nel momento in cui quella cultura entra storicamente in una crisi irreversibile, ha sempre uno spazio riparato, resistente alla forza -della religione: uno spazio nel quale o.gnuno è chiamato a farsi da sè ogni bene, • a farsi da sè, prima di tutto, quello che, in una -cultura di questo tipo, 1 è il massimo bene - la vita di ognuno nel gruppo, specialmente quando ·questa vita sembra insidiata anche bio– logicamente, e il gruppo p·rossimo ad essere travolto --. Fon– damentale, in questa -condizione, all'interno di -questo spazio è dunque il darsi da fare, l'organizzarsi da sè il ra1pporto con la realtà, anche quella negativa e rischiosa; e questo anche ricorrendo alle forze « soprannaturali >> indipendentemente dall'ordinamento vero di •quelle forze che è, per ddìnizione, la religione. ,Per inci-so : -è solo in un quadro come ·questo che aequi– stano significato alcuni fenomeni apparentemente « oscuri », nello schema di De Martino, cioè inspiegabili; un esempio è dato dallo spiccato erotismo del maciàro, -descritto con poche vivaci pennellate. Il maciaro non è sacer-dote, non lavora per l'-altro mondo ,(anche se, appuentemente, su di esso), ma per questo, per questa vita, •per difenderla come se -essa -fosse tut• to : -il suo comportamente è mol~o ·più spiegabile di quello di un sacerdote che manchi ai suoi doveri. •Con ·qualche speranza di risultato positiv-o sarebbe da condurre un'analisi del costante e foTte combattimento della Chiesa contro la magia, la quale è uno dei modi .più scoperti e diretti •con cui il primato -di Dio 1 è revocato in dubbio presso gli uomini dal maligno, e, parallelement-e, un'ana,li,gi delle resistenze opposte da una cultura con forti elementi vitalisti• ci ·(e dei corrispondenti cedimenti e compromessi di uomini di Chiesa): un'analisi come questa 1può forse suggerire modi diversi -da quelli -esclusivamente razionalisti-ci per il supera- l'ordine civile mento del problema e, pnma ancora, per il suo inquadra– mento storico. In altre parole : fuori di un 'unica sistemazione per nega• tivo di magia e religione, più fecondo sarebbe forse vedere se dentro alcune zone critiche della religione all'interno di una società, di una cultura, non possano crescere ( o ricrescere) gli elementi magici proprio -come .crisi della vita religiosa: e in– teressante potrebbe ·essere l'analisi del materiale ma,gico eo– me corrispondente al rituale e al culto di religioni ( autenti– che) storicamente precedenti a quella dominante e perciò su– perate, anche se non totalmente cancellate o assorbite da quest'ultima; e misurare fino a ,che ·punto la forza del ritorno, della resistenza, della crisi rispetto alla religione vera, sia in grado, come mostrerebbero alcuni esempi citati da De Martino, di servirsi e ·di adattare al proprio sistema elementi della reli– gione autentica. 5 Resta, dicevo, l'altro elemento che, nell'analisi della cul– tura meridionale condotta da .De Martino sotto il solo angolo visuale ·della magia come negativo razionale, non è neppure eonsiderato: l'abito etico sapienziale, al quale pure altri autori di diverse tendenze -danno giusto rilievo. Eppure si tratta -di un complesso ,culturale molto impor– tante e significativo, certamente irriducibile all'orizzonte angu– sto della magia. I diversi istituti in cui si concreta 1a vita sociale ( quelli propri della cultura contadina, non quelli importati dalla cultura moderna, come i partiti, gli enti assi"Stenziali, la cul– tura -della radio, della TV ecc.) sono fra loro articolati e orga– nizzati in una maniera -coerente e, entro un certo grado, ar– monica : il rilievo, già fatto da altri autori -(oltre al Lacala– mi ta si può Leggere, recentemente ,pubblicato, un interessante capitolo sull'educazione dei contadini in ·« Dieci anni di po– litica agraria >> di Rossi Ùoria) porta a riconoscern, nel qua– dro di una cultura premoderna, nella quale l'organizzazione tecnico-economica e più ancora ·quella politica hanno come obiettivo la pura conservazione del gruppo, -cioè escludono ogni dimensione dinamica nella vita sociale, la traccia ·di una vera e propria Weltanschaung imperniata su alcuni valori particolari: il rispetto alla parola data, la famiglia, jl lavoro, la comunità, ecc. Tutti valori ehe, -continuamente esposti, data la eontinua durissima lotta contro la natura ( fisica : il terreno, l'atmo– sfera, ecc.; o come storia: le devastazioni e i soprusi, le tasse, l'andamento del mercato, il grande progresso tecnieo delle altre società, ecc.), al pericolo di slittare sulla sola afferma• zione vitalistica, conservando in •sommo grado il senso della misura umana, della •« statura umana », secondo la felice im– magine di Ramuz. E la misura umana si eonserva, cioè non si degrada alla misura animale, in una -cultura relativamente arcaica eome
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