l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959

l'ordine civile nente: brilla, spicca, si impone, cioè, non per vaghezza o am– bizione di comando, ma per intrinseca autorità di giudizio, e per la qualità superiore del tratto umano. Gli intèrv·enti mode– ratori fatti dall'alto attraverso l'opera di tattici, incatenati mani e piedi alle cc direttive » e agli cc apparati », si sono rive– lati a lungo andare controproducenti. Un partito quindi di scarsa coesione interna e di estrema fragilità esterna; sprov– visto di vera energia centripeta, e per ciò stesso esposto, come organismo politico, a tutti gli sfaldamenti e gli sbandamenti. La scissione di Milazzo ha segnato la caduta di uno dei t,mti massi erratici che si sapevano, ché si sanno, destinati a staccarsi. Appunto per questo nessuno ebbe chiaro immedia– tamente da che parte fosse, moralmente parlando, il cedimen– to; nessuno fu in grado di giudicare -con sicurezza se c'era cc tradimento », e da ehe parte era. Ci pare però che in un primo tempo, a caldo, .il moto is6ntivo di solidarietà si indi– rizzò quasi unanimemente verso Milazzo. E solo così potè for– marsi un governo con tutti dentro e la D.C. i( ma non intera, per carità) fuori: un governo di rottura, di sfida e di riscatto; un governo .di compromissione, in ·cui tutti i partiti, pur di realizzare il cc fatto nuovo », accettavano volentieri la eontrad– dizione con se stessi, che -è il massimo dei sacrifici. Per quale motivo? per amore gratuito dell'avventura? o per buttarsi alla cieca in un giuoco che non sarebbe valso la candela, se si fosse ridotto a strappare il potere alla D.C. per un -giorno, facendole quasi il favore -di tenerglielo in serbo, o in deposito, fino al giorno dopo? Niente di tutto ciò. La ra– gione è un'altra, ed è la seguente: essendosi ·costretta la D.C. ad entrare in movimento, tutto entrava in movimento: l'intero fronte politico passava dalla fase statica a ,quella dinamica. Ma la spinta sismica sotto il cui effetto si -sviluppava la catena dei passaggi, degli spostamenti, delle transizioni - e se vo– gliamo delle transazioni -- aveva il suo epicentro nella D.C.: principalmente nella sm'. hase popolare. Questa trave di sostegno delle fortune della D.C. accusava il-sovraccarico e si piegava sino a schiantarsi. Nel fondo delle coscienze la scontentezza, lungamente covata, esplodeva in insofferenza. D'altra ·parte, la terza legislatura ha stabilito la misura culminante della fedeltà eroica cui può spingersi onestamente un elettore rlella D.C. Neppure a chiudere tutt'e due gli occhi si riusciva a non essere cc impressionati » dallo spettacolo triste della usura gravissima delle persone portate in alto dalla ,D.C., e di quella, non meno grave, delle cose da esse mane-ggiate. La funzionalità del mezzo -·· uffici, impie– ghi, enti, burocrazia --, la ministerialità puramente elettiva , delle cariche, distrutte, l'una •e l'altra, sotto il peso schiac-. -ciante del cc fatto proprio », quale che ne fosse la natura, o confessabilmente politica - partito, correnti, tendenze, e loro cc dialettica » - o, più spesso, inconfessabilmente economica. Fu così, nel confronto con codesta razza di amministratori democristiani, che ad un certo momento i comunisti in Sicilia iblio ca inobianco pag. 5 si sentirono autorizzati a spiegnre al vento la bandiera della moralità. Fu così, nel confronto con codesta cc classe » di va– lentuomini, che Milazzo ad un -certo momento potè buttare sulla bilancia l'arma validi:ssima della sua onestà, e tirare drit– to per la·sua strada. La sua alleanza con i comunisti non faceva nè caldo IJ1èfreddo in un paese cc primitivo », dove il cc non rubare » tende ancora a prevalere -sulla settaria e frastornante moralità di partito. In fondo Milazzo ha benefì.ciato di una asS'enza della n.,C., fattasi d'un -colpo eloquente ed invitante fino alla provocazione. Ecco perché le sue .misure d'l_;_omopo– litico - in verità modeste - si sono dilatate in un baleno sino a diventare quelle di un leader popolarissimo. Nel contrasto, nella· polemica, nella guerra dichiarata, egli compensava al vuoto creato dalla D.·C. almeno su due punti capitali: 1) capacità - una ·qualunque! - di gover– no; 2) vaforizzazione fiera, decisa, oltranzistica dell'istituto autonomistico. Ce n'era abbastanza perché molti dimenticassero i mezzi usati ( e Milazzo aveva buon gioco a ricordare· gli autorevo– lissimi precedenti forniti da esponenti d.c.). 11 7 giugno Milazzo non è stato apprezzato e cc riconosciu– to >> come alleato dei comunisti, o come autore di una opera– zione alla quale avessero fabbricato il manico in via delle Bot– teghe Oscure. Chi ha simpatie per l'estrema sinistra, in Ita– lia, non transige, sa per chi votare. Non si dica neppure che Milazzo ha largamente attinto alle clientele, :perché basta guardare in faccia la maggior parte degli sconosciuti spuntati dietro di lui a Palazzo dei Normanni per capire su quali estese cerchie di influenza personale costoro potessero contare. Le clientele puntano solo sui ,cava1li vincenti, i più noti dei quah correvano anche questa vo.lta per la D. 1 C. Non •c'è stato pae– sello sperduto dell'Isola dove i ,cristiano-sociali non abbian.o racimolato i 1oro voti: segno di una presenza non localizza– bile e non imputabile a semplici situazioni di fatto. Se è vero - e so1o fanatismo di parte oserebbe contra– stare all'evidenza - che il 7 giugno ha prospettato, come nuovo fatto politico, il successo dei cristiano-sociali, i proble– mi sorti in conseguenza per l'elettorato cattoli,co sono nuovi e sono molti. Questo nuovo fatto, purtroppo, ha avuto come base di • partenza, una soluzione, ·che non ~ soluzione, densa di inco– gnite, viziata di garibaldinismo. Ma la D.C. ·è stata corsa da un brivido : solo una gigantesca operazione di salvataggio ha arginato un vero crollo. E dire che i suoi conti erano ben diversi: liquidare un episodio di litigio in ·famiglia, e ripren– dere di slancio e con passo travolgente la marcia in avanti. Invece, sotto l'impressione dello scampato pericolo, ecco il patetico scambio dei tele-grammi gratulatori, ed ecco soprat– tutto 1'esultanza e 1 l'euforia ufficiali ·per la clamorosa vittoria. Ma siamo giusti, se la D:C. ha vinto nella misura in cui non ha perduto, per vincere nella misura in cui si vince, Mi– lazzo ·che cosa avrebbe dovuto fare? Far saltare completa– mente per aria -il -cc partito storico >> di maggioranza? Non scherziamo. La lotta si è svolta come si ,è svolta, ma è pur significativo che, in una situazione -così difficile, il 7 giugno abbia fatto ai ,cattolici un regalo -dinanzi al quale si può re– stare soggettivamente indifferenti, ma oggettivamente di tale e tanto valore, da impegnare e obbligare l'avveIJ,ire della nostra malferma democrazia : quello di far loro sfiorar-e la maggioranza assoluta. Se tutti i politici di denominazione cnshana avessero saputo fare il necessario sacrificio dei personalismi e degli esclusivismi, una quantità a-pprezzabilissima di elettori, che si è astenuta, per essersi rifiutata ,di prestarsi a un giuoco condotto patentemente colle ,carte truceate, finendo bloccata tra il ,cc non volere >> per gli uni, e il ,,e non potere >> per gli altri, non -lo avrebbe fatto. In codesta riserva di voti c'era da rimediare ,alla !Sicilia la ricchezza impagabile di un go– verno sostenuto non più da una delle solite maggioranze cc d'occasione >> (che oltretutto non si trova), bensì dalla arti– colata effi-cienza di un fronte maggioritario cattolico costi– tuito nello spirito -di_un -sano pluralismo.

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