La Nuova Europa - anno III - n.9 - 3 marzo 1946

-- • ------------------ L:.t: N U.OV.A EUROPA-------------- 3 marzo 1948 -- ·ROMA E ANTI-ROMA IN VIRGILIO I N questl ultimi anni, forse perchò sono stati i più fortunosi e l più trtsti, s'è venuta delineando un:.i. eon·ente dt studi che esprime il bi· sogno di entrare tn contatto non glà marginale ma pieno e intero con i nostri' grandl Tale tendenza è in sostanza un atto dl fiducia nello spirito umano; e 1111 eSS.1può ascrtversi questo denso vo• lume di E. Paratore, Vtroilio (Roma. Faro, 19.,&5, pp. 454, L. 400). In partl· colare, quest'opera è anche prova del. ~a benefica azione che la nuov,1 atmo• sfera ha esercitato sugll studi ,•lrgi, lianl: i c1uall, benchè tenuti Ca pochi - prtncipalmente per merito del Fu naloll - ad un alto 11,·c110,erano stati non dl rado sogpetto d'lnsulsag• ginl retoriche e dl bassi opportu• nisml. Non v'è- in queste pagtne un Vlrgi• lio per esteti puri (dandosi pur posto, a suo luogo, ad un'analisi sapiente dell'arte virgiliana e ciel «semlmento » v1rgtUano), poichè già sino dalle pri• mc pagine li P. vede 1 termini del suo problema ln una vera e propri.:i ricostituzione spirituale: « da Call1ma. co u Vjrgl\io c'è stata di mezzo la rrande reviviscenza rcllgiosa <.leterml– nnta, a mezzo 11 sec. 11 av. Cr., da! nuovo provvidenziale incontro fra il nascente impero di Roma e l'Oriente ellenistico 1. Difatti tutto il primo ca. pitolo. introduttivo, costltul.Bce una Indagine dell'humus dal quale nasce l'opera virgiliana. Essa dove\·a forni· re una risposta alle impellenti esi• i:enzo d'una vasta crisi, drnmmauea se mal altre ve ne Curono. la cui com– plessità appare già a. chi tenga. prc• sente p. es. la commistione clegll ele· menti pitagorici con quelli risalenti alla prisca religiosità italica. Nel diffondersi della cultura stoica (quest'argomento dà il destro al P. di delineare una rivendicazione alla classlcltà df quel concetto dl perso• nalltà umana, troppo volentieri attrl· buito esclusivamente al cristianesl• mo) e della cultura epicurea, in un mareggiare di correnti e controcorren. tr, emerge la necessità d'una nuova sintesi politica, religiosa e culturale: già preoccupante appare l'allargamen• to dell'ot1zzonte di Roma, a cm1sa del. le conquiste. Sotto questo comune dc. nominatore il P. fonde gll aspetti po. Jltlci e quelll puramente letterari del, la questione: da Catullo a Lucrezio, ùa.l Gracchi a Cesare - autore, que· sL'ultlmo, d'un equilibrio provvisorio, d'una sistemazione momentanea, d,,. po la <tuale l'anima romana doveva esser di nuo,·o scagliata in un più terribile mareggiare di storia. E Vir. gilio appare come « ti profeta d'un mondo che minacela di morire sul nascere e che, se si salverà in parte, lo dovrà a provviclenziall concomi– tanze delle quali è in lui solo \I prc· .sentimento». Suggestive, anche quando sono (IU- SULLE TRACCE DI ASTOLFO Q U.4NDO prima aJ>parve 11ci titoli Ja notizia sc11saziom1tc che In America ci si era 1nessi <i contatto con ia tmui sembrò che fosse ,wia 1iott· zia da PJccvlo (o, ouui da Espresso>; poi hivcce 110: la 1wtizla è co11fer-nwta. è avvalorata '<la tm commtfcato dl quel Mlutstero della {JUCrra. Un ragofo è ca· pace dl rifare ora il cammino di AstoL– fo: e di tornarse11e mm1sueto a bomba. Non, sappiamo se savrù. co,wooliarci dl lassù le fialette con lo smarrito scn- 110deoli -umani. Energia atomica e comu11icarlonl con 1a1.unasono i portati di quest" ouerra; sono n 1,asso -ultimo 11elcamml110delle invenzioni, pili lungo .d; ,notti elle lo 'Precedettero. più lml{Jo dt tutti. forse. <folla scovcrtti di. Pa1>in tn vot; o così sembra dt voter utudicare at 1Jrofa11i. dacl, le osservazioni del P.. Si veda per esempio quanto egli sc1ive sulla liricità di Virgilio: «se taluni parago_ ni non fossero pericolosi, si sarebbe tentati di scorgere in Virgilio, per la poesia antlca, quello che rappresenta ti HOlderlin per la poesia moderna: il poeta della poesia, cioè colui che li· rleamente es.alta 1 valori supremi, pu. r1ficatorE e tllurntnatort, del canto». Ed è propt1o per questo - si badi - che io dissentirei dal Paratore, quan. do egli pone ti poema eeorgtco « qua. le 1ipresa della genuina tradizione esto<lea». Anche nella sua tesi riguar. do alla vexata auaestio dell'egloga IV 11 P. ha il merito dl ampllare corag• gtosamente gli schemi consueti e, pur in tanta varietà d'ipotesi, uniformi: egli postula un'lntluenza del :\lessia– nlsmo ebraico, riprendendo una test del Norden. Nelle Egloghe ti poeta trasporta 13 scena lontano dalle canoniche spiagge sicule o calabre o egee, per far vtve. re il paesaggio della sua campagna mantovana, dando così prova di se rletà ed originalità, in una mescolan– za personalissima. E tutto il paesag. gio si spirltualima, realizzandosi insic· me in una più precisa fisionomia; co· s1 da darci Insieme la realtà e il sim· bolo. Onde la squisita tendenza all'al– legorismo, nella bucollca vlrgtllan3; e nello stesso tempo la slngolarttà rlt quell'Arcadia nutrita di consapevo. Jezza delle tol'bide passioni che bron· tolano da lungi. Poichè il cantore dl Roma sentl pro– fondamente J'anti-Roma; nOn per nul. la e(l'li interruppe bruscamente li sog– giorno romano per tornarsene alle sue campagne. Egli detestava inoltre In città, e particolarmente quella cit· Ui, ove la DOlltlca aveva colore di sangue: lato sorprendente e che fa pensare, nel futuro cantore dell'Enei. de. L'influsso dell'otium. epicureo ave. ,·a trovato il terreno 3datto nell'amo re di lui per t campi, nella sua finczz~ spirituale, nella sua sensibllità d';;mi· ma profondamente religt~. S'lntui. sce già la complessità del problema spirituale da cui - quasi paradoSS1l– rnente - doveva nascere ti poema. li P. pone senz'altro l'accento sul Iato religioso di Vlrgtllo: 11 latlJ c:he può dare meglio l'ldea della sfera cui il poeta tentò elevare la romanità, solo cosi 1n1ravedcndo - In sostam.a - la soluzione di quel problema di fl. Josona della storia che aveva :tffati· cato la mente di Poliblo: quale la cau· sa della grandezza d1 Roma? i\b an– che si sente che Vlrgtlio aveva 1n· gi-andito il problema: qual'è la vera. grandezza di Roma? E a questo pro• biema egli non poteva 1isl)Ondere :-(' non rifuginnclosl nel passato. Anche dall'anallsl (lclle Georoiclie U P. ricm 1 a utili clementi per la ca. ratterizzazlone di VlrgUlo: anima spe. ranzosa e protcttca, rmlicalmcnte aìie- Saril Jo stesso ora? Il mondo di nuo– vo stupirà <lei ritrouati tec11icl, la rt· cercti e la <Uffu,çio11e di questi ;,uturran· 11011eoli 11omint un. 1wo,:o fervore <li speranze? /0r"e co1i questa 1ruova spin– ta si rimedierà aoll effetti dell'ultimo cataclisma, alla sua pstcosi. L'America i una terra sosta,1zialme11tc intatta 11elle siie fedi,• e ua voco umWata e dubbiosa <la ultimo solo per u11a man– canza di svazio, per aver esplorato e dominato tutte le sue fro11Uere. Ora ai terrestri. $i anului1{Jo1w {lii spazi stel· torl: e {Jrinfim?. e mlcrosco1,ici, che si rivelano potenti e onrndlosi come mfr versi. Può essere. per fa civiltà omeri· ca11a, una 1rnovt1 af/ermazlone, tota ri– presti di fulucia. GU uom,ini. checché dicwto le a1,parc11zc. lauuhì, ·non sono stanchi; son pronti t1 rinfrancarsi, a ritrovare la Loro freschezza a qual1m· que 'Prospettiva di progrèsso. Bisoona però. per il loro benessere. che i miti si traducano a1 piri presto in. realtù., Può essere che cosl ora accada. A che cosa potrebbe essere varagonabf· ------------- :;~ ~~;ir:r/af,!ci°!a!!~fs~J~':::i:fil~~:z::; "CIVILT A' LIBERALE,, per '/,.'etere? C,i ~embr,1 che 1n que~te E' uscito Il 6., 1 mm. di Ciuiltd l;beralc, 11Uhne /JHaravrglle st .s~opra t~H « 7,r-m· battagliero organo settimanale dei liberali cip/o» 1wovo s~1sce_tt1~1le di rn~ntte e di slnjstra. Esso contiene: ','~'J>e-nsa~cdcni;a,uom: che. s, ~J)rn A Calvi, Uriltd democratica; G. Pepe, u.l nuovo c'!mpo af{li, esperm1ent1. Sl L'articolo .scuantaiei,• c. l~ugliese, costi. potrebbe quu!di le(!ittanamc11te ptirla- tu::iolli moderne; c. Crnnata, Torie, in• re. ora, dt « nvolu::.,o!ic •: c~mp a quel otc 8 t e conscn:atolrl 1ta1la11l; Cnssio, Le lt.~npo, che la macc!w1a a 'VQporc c~e~ elc::lo,ii ammirilstratjce del 1920; S. Stevc, uh opifici e accor~,ò le distanze. '!11. Per un indiriuo nuoco dcll'economiJ.; C. •Presse 1m 11uoi:oritmo e tono "Il" vita Crngnani. La politica commerciale italia· sociale, e che dai posteri. nel Juooht 1w; E. Omodeo Zonn, Co11sensi. con w~ dov'ebbe il suo primo svill1ppo. fti con· cattolico francese: Notizie; Corrispondcn• ,aerato coL 11ome dl • rivoluzione ;11: z:i. Cli fase. L. 10; Roma, pirizza Novo· • ~strull.t •· na 49). na dal filosofismo grettamente scol.l• stico dl. Orazio, anima messianica e fortemente sentimentale. atta 1>H1 ad influire su ],.Jecenate che a t1cevcrnl! l'influcni.i. Onde 11 cosiddetto elemen. to « propag;:mdistico • in Virgilio va inteso in proporzioni assal ridotte; m3 d'altro canto il rappol'to Vlrglllo– Orazio sl rivela più profondo di quan. to si suol credere. E in tutte le Gcor• otchc si coglie - espresso pur con un singolare equilibrio, pl'op1·10delle opere d'arte - ti dissidio sempre più doloroso che Virgillo sente fra 11 suo ideale e la realtà che l'attornia: real. tà cosl spi1itualc come Politica, con. tro cui muove 11 sano credo natura• ltstico dl Virglllo, anelante a sproton. darsi nel seno della gran madre che tuttl nutre e consola. E tutto ciò è ben lung~ da una « facile Arcadia 1, polchè a(Conda le radici nel processo s,·olto dnllc filosofie ellenistiche per assorbire !a spiritualità mediterranea. li «sentimento• ,•Irgiliano cl appare cosl nella luce d'una quasi tragtca consapevolezza. Con spregiudicatezza e con ampia: lnform;tzlonc (rammento le cltazionl dallo Huysmans!) il P. passa ad esa· minare !'E,ictde, rl!evando innanzi tutto l'lnsumctenza del e1iterl mera.. mente slilistlct a cogllere ti segreto dell'arto virglllan:i.. 1 vertici poetici dell'E,ie/(/e coincidono con t suol ver• tlci ideologici, e dobbiamo abituarci a considerare tutto 11 poema sotto ti segno del suo valore ettco e religioso. Il P. sostiene la teoria della genesi non continuativa del poema, anche perchè ciò permette cli porre una cer– ta necessaria gradualità fra ti p1imo concepimento dell'Eneide e la sua struttura definitiva. L'Eneide è nata non come poema stortco, ma come epos leggenda11o delle origini romane. E' per una complessa ernluzlone che Virgilio è giunto dalla llalicltà, In funztone quasi anttromana, della primitiva concezione già viva nelle Gcoroiche, all'ltalicltà culminante nel_ la romanità, nell'Eneide; difatti gran. dc Importanza su Virgilio ha ayuto la restaurazlone religiosa e culturale pe~guita da Augusto. E forte è li senso sncralc di cui il poeta clrcon· fonde rnurora della n:izionc itahca. Naturalo ed lnc\·habilc era poi che, via facendo, 11 poeta assumesse il proposito cli gareggiare con Omero, in forma talora esteriore e gratuita; pe· rò &.?mprc per nc<"essario portato del· la sua evoluzione spMtualc. La grandc1,1 ... 1 di Virgilio sta In quel suo mess3gglo òi provvidenzialltà e di mistero raC'chtuso nel cosmo e soprat– tutto nella vita agreste; provvlclenzla• Utà che non attutisce la sottile, Jnl!J• sta anllnomia fra Ideale e realtà. hll cul appaggta si può dire tutta l'Enet• de. Se la compless1tà delle es1>t..'t1enze poll11co-soclall dt VJrgillo ricorda - su altro pl:ino - quella delle espe• rienze di Polibio. il s!gnificato del· l'opera vlrglliann è messo 1n luce sin. golarment.e- drammntica - da quest'o– pera del P. -, nella sua mal estinta polarità fra Roma e antl·Roma: da un lato e con I suol presaid. cristiani d:::. l'altro lato. Lo sviluppo degli studi pro,·erà (cc lo augurl,.1mo) la fecondità di <1ueste lntulz!ont, e soprattutto della polari– tà \'irglllana fra Roma e antt·Roma. Sta Il - ml sembra - Il s."grcto t!cl poeta; e ciò rappresenta la via mi• gliore per Jntcndcre l'opera vtrgllla. nn, n<'l'a sua mescolanza di consape. ,·olezza e di candore, d'ingenuità e dl Irresolubile dramma spi.rituale e mo· raie. Scct1lco sul conto della « mornle PoClic;:1 » che il Salnte•Deuvc voleva trovare In Virgilio. il )farchesl ha os_ servato che se Vlrgllio fosse stato tutto preso dal suo argomento sto– rico e clvllc avrebbe fatto un'opera di poesia mcdlocl'e e caduca. In realt:ì. questa frattura che il Marchesi rt· scont.rava glà allora è assai più am• pia, e va espressa appunto col dissi. dio (rimasto sempre in J>arte insolu. to) fra Roma e antl·Roma. Diciamo Infine che se tn talune parti 11 libro del P. è faticoso a leg– geri-I, ciò dipende in gran parte llalla rtcchcz7.a stessa d'Interessi mantrcsta. ta dal P. e da quella sua quasi ecces– siva cultura e informazione. Dunque, una Jellx culpa. Quanto poi all'ccllzlo· ne, alln carta, alla st.lmpa, all'lmpn• glnazionc, alla presentazione del vo. lume, non si potrà mai dirne abb:t– stnnza male. Quest'opera, che è anche d! consultazione, è presentata come un tempo venivano presentati da cdl• tori d'infimo ordine 1 romanzi dl Ml• chele Zevaco. Come si può uttllzznre l'opera per consultazione? :\tanca un indice dl nomi e di luoghi; e l'aspet. to del volume è tale che queste 450 fitte pagine appaiono, a chi lo apra candidamente, un solo. -enorme, ocea. nico capitolo ... Tutto ciò, naturalmcn• te. non può non rlflettersl sull'esito editoriale e commerciale del libro. Davvero, non era questa la veste da rlaro nd un'opera di fede nella cu}· tura. FOLCO MARTlNAZZOl.,I - SIGLE .4. propos ito della mta protesta contro fuso del.la sigla italiana e francese ONU Invece della sigla Inglese UNO, da ado-, perare come sigla Internazionale, sl t obbiettato (Domenica U febbraio) che allora si doorebbe anche adoperare la stola (russa) SSSR invece dl que[la URSS. L'obbiezione è trlplicamente sba9lla• ta.: 1) la sigla URSS è fo vigore da ·un quarto dl secolo, e sarebbe assurdo u.n tentativo di cambiarla; 2) ~ stola di u,io stato nazionale, non di un istltuto inter• nazl011ale; 3) ti russo, ouot, 110,lpu() pre; tendere a fungere da lingua interna:zio- 11alecome vi può pretendere laroame,&i te l'i,iylese. J. e. GL'ITALIANI SONO NOVANTA MILIONI M E.'.\'TRE conversati-O coii una fa1i.~ c-iulfa cari11a e volentfcrl spiri· tosa. il discorso -cadde su/l'a,1tifa~ scismo. La fanciulla - con un'aria di fronda <fhe, l'ho Of}1)1·eso r,oi. fa parte del bon ton di certl omblentl - SO0{Jhl-. gn() lcuuennente e ml disse: « Gi(l, l'an~ tiJ/ascismo... Perchè dffattl oli italiani sono quaruntacinquc milio11J, tutti dt fascisti; e poi cc ne sono altrl q11ara-n~ taci11que, tu.tti anti/a.<;clst-i. Totale fl<h vanta ... » lo non risposi, co/.pito da una om11<lc tristezza. Lei fanclullti credè che 110,i avessi capito, e 111,ripetè il totale. Cambiai cliscorso. Pe11.savo ad uit mio amico morto. Da st.ucfcntc - vent'anni fa - era e11,trato in, confallo cmi. u,t orupJJ0 am tifascisla. Divc,itò pot direttore del Musco Archeologico dJ Pavia. Qualche anno dopo, un d-elatore lo denunci(), col solo cognome; cosi avvem1e, che, la notte di San Glovan11f, fu arrestato Il padre dt luf, gid anrtano. Sarwta l.a notizla, il mio amico corse a presen·. tarsi in qu<!stura, dicendo: « E' un equivoco: sono io!• Avrebbe dovuto alme110 dire: « St tratta di me•· Quel « sono io• gli valse, sl, lo sca rcera· 1nento di suo padre; ma poi oli val.se Regina Coeli, la cella con t delinque,t~ U comuni, le battiture col bastone di sabbia, la tiubercolosl, Il processo, l'a~ soluzione per fnsufficle11za di prove, il sa11atoriO, la morte dOJ}o un'ago,1ia di sei anni. E che agonia. Ebbene - vensavo fra me e me -, ~m.che lui, pouero amico perduto, a~ parleneva ai quarnnlaclnque mW011i di 'it(INani che 110,i esistono ... 1llENZOGNE IMPOSSIBILI I N un periodico dl 1-.·ewYork, The :Kation, Ra,ulall Tarrcll ha scritto queste parole che l'ultimo fascico– lo del ;\lese (n. 20, voi. IV, p. 162) cii ri>J}orta: « bwcht la nostra vittoria hl questa cuerra sia certamente migliore clcUa nostra sco11fitta; benchè ci sia una differenza sosta11z1atetrn le due 1x1rti fa lotta, pure cJù che la ouerra esl(iC e la sua stesse essenza c1p1u1rteti~ 00110 (JltaSi 1nteramrnte al male•· Xcss1u:o tli 11oi - creda bene - co-: noscc sl~o da ora <1uate piega p1·e1h d,ern,rno yli cwveriime11ti su questo 1Wt stro globo: voglio <.';re quale f>ieoa prcndera11110 i,i rcallù. fn quella e/Jet~ th.·a re<!ltn che speeso t radlcalm1.11te diversa eia <1ua11to r;S'uUci nelle oaran· z.\'.: scritte. 11ei trn!tati, negli accordi, 11elle i11tesee neyli ~gn.cments, Nessu~ no sa se la infausta politica cli vresth yio, la pote11za fatalmc11te deriv"11tc d(1!f(i ora11de ·vittoria trascineranno hl futuro le nazioni ver$0 nuove 1ncooni~ tt. il1coo11ite che - necessariamente - sarebbero pi,it, te1TibilJ <il quelle che gUl sono state offro11tate: e, t,t oy11i c<i~ so. tali da far esc'famare sconsolata-: mente: « ma allora, ,1 che scovo... ?• Ncssu,10 di 11oi pu() cure come ciù mt~ drtl, a»che se ciascuno di noi spera che la sete in/e-male della votenza sia stat<i <1efinitivamenie amtc{Jata 11el $0/l{JUC. Eppure, una cosa è certa; ·tt11a sol.a cosa, nonostante ogni possibile o futu~ ra amarezza. E' certo che mal un na~ zista ·t;ittorloso o mt fascista -vittorl~ so aurebbc scritto - nemmeno a titolo cli menzogna! - le parole che ha sait~ to o.uesto oiornalista amerlca110, Rm,~ dall !arre/. Basta rileooerle, per persudarsene. Il bene ed il male, per quanto an, gosclosamcnte siano confusi tra di lo, ro, 110,i sono tutitavia cosl frrimcdic.. bil.me11temescol.ati come ce1·ti pessime~ stl vorrebbero far credere. Cl sono del~ le menzogne che anc11e i! pili. emerito 111e11Wore110n votnì, non oserà ma( pronu·nciare; come ~ vero cl1e st puù anche men.tire, perù non si vuù mai na.sc< mdere si110 ilt fondo 11 fatto elle s'I i dei mentltorJ. ....

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