La Nuova Europa - anno II - n.49 - 9 dicembre 1945

• -- 9diccm. 194.:; ----------------- L.~ ?.'UOVA EU llOPA ------------- 5 -- RICORDO DI GIAIME PINTOR Q UEL che ho amato in Glalme slingueva Il lm·oro di Pintor era Il tcn– Pintor è stato l'incontro felice t.ativo.di distticare di là dalla tecnica, di quaIHa diverse. quasi contra- scaltnsslma e perfetta, il valore spirl– st.¼nti.· tuale della pocsln., l'intuizione che ol• Non so se di questo incontro - che u-e alla tecnica ci fosse qualche .tltrn a ripensarlo ora, nel ricordC', appare cosa. Questa intuizione, Q piuttosto complicato e perfino difficile - eglJ questo bisogno, sono con(ermatl, anzi avesse piena coscleoza; se alta stta glo- rivelati dalle note critiche con le quall :vlncv,a,. in fondo cost acerba e già Giaimc Pintor usava accompagnare le cesl matura (Cialmc Plntoc morl a sue traduzioni. Cosi è nella not.:t su son 21 anni) app:1rissc la fatica d'aver- Rilke stesso. pubblicata in Germanica: lo conquistato, quel primo cqulllbrio, in quella su· JUnger, apparsa nella o la fortuna di tenerlo con sò come un ll1Wta, del giugno 1940 dove t: peri dono. Certo è 'che egli lo Portava con colo dell'estetismo e di « un fred(lo naturalezza, non disgiunta, dirci, da sa1>0redi gluoco » è chiar3mentc indi• ima ·certa grrrnla, se pure una ·grazia cato: in quella su Trakl; cosl In quasi pensoSc.1.; e questo non era l'ultima ra• tutti gU scritti critici di Plntor. E an• glonc del suo fascino, specie per noi cor più a chiare lettere Plntor J);'lrla pnzlani nel lungo &,gglo preposto alla bclllssl· . Una sera del 1940 - ,·erso il feb• ma traduzione <Jel Klithelicn d\ Klelst; braio o U mar?.o - un gruppetto dl e nello scritto pastumo e Amcrlcn.na• lettcratl e dl scrittori, per lo più gto· pubblicata da Aretu.sa,•c'I) addirittura '1ani, viaggiava sul treno Fircnzc·Ro- una dichiarazione dl fede, con ton: quasi calvo a vcntiquatu·'annl: alto. snello, aveva In tutto il suo comporta· mento un che di signorilità asciutta e sbllda, non priva dl una contenuta cor– dialltà; e al suo viso lungo, aperto, a un cranio non grande, non assiepato da ciutrl di capeJll troppo neri o in• crespati ma piuttosto tendenti al chla· ro. la cah•izlc prccocc non sembrava togliere s:ran che della glovincz,-,a;an· zl aggfunscrlc un tratto di pensosità e di serietà, Portate con clegam·.a. Lo vi• di l'ultima \'Oit.l dumnte l'Intervallo di un concerto: appoggiato alla colon– na deJl'atrio, in mezzo a un crocchio d'amici, sorrideva con quell'arcuarsi leggero del fabbro superiore sul dcnU che sii era abituale, come se aspcttns– sc, per un momento improvviso d'hn· paccio, Il nutre della propria p:::i.rola o ascoltasse, tra malizioso e benevolo. 11 discorso altrui; e tm•t'Ce, quando ave• va afferrato bene un pensiero, quegll occhi chiari, cosl nperti e slneQ.rl, quello ~guardo fermo. quelle sue paro• le, cosl 1>3rche.precise e sostanzlosf ... Ogni volta che vado a un coneci10 e vedo gente elegante e odo musica. ml assale reJ)Cntlna, sfo. pure attt·m·c,-so l'immagine balenante di un seoondo, la nostalgia acuta di lui, della sua ami, clzfn: un rimpl:mto senza consolazione. smcrJgll, seshc di. ram• senza denti, Cl si provò Lcon Battista Albel'U ado· pcrando per tempera 11 s.1ngue di bec– co, ma o: levava PoCO di queUa pietra du1·Isslmn nel Javor~rla, e sfavillava sempre fuoco•· Nel 1553. su ordina• ztone di Giulio 111, inten,cnnc addl• rittura Michelangelo: non pcr cavarne statue, ch'era ritenuto Impossibile, ma appena il res~uro di un'antica va– sca. E anche Jul, e pur nvvcv.o n.lta durcz7.a del sassi, insieme con gli al– tri ~e ne tolse giù, nè sl fece nitro•· Lasciamo dunque stare 11 Porfido. Di certe tempere tropvo sublimi, che esigono sangue (e d'uomo, non di beo, co) per incidere un segno. è quasl P:Ovvidenzlale, per I comuni mortali, ritrovare raramente U segreto. Ma col marmo cl dobbiamo provare. Lt è la nostrn giusta mlsurn. In nn s..1.sstodl Huxtey sl legge che D. H. Lawrcncc prediligeva la terra– cotta J)er la straordinaria plasticità e la scarsissima durata. Gli erano cari sH Etruschi cJ,e costruivano templi di legno non sopra,•tssuU alle preghlc– rc. Gli cdl!lcl ln pietra l'opprimevano con la capacità di conservare durcvoI• mente le pure forme geometriche. Del resto per uno che scrh•e: a: La ml.t re· ma; c'era anche Plntor; si parlava vivacemente Polemici. • BONAVENTUU,\ Tl•:CCHI cli cose letterarie, di libri recenti. Pin• Nou importa· ora fissare In quale lor portò nella discussione una sicu- p~rte Quelle slmp.ttie, quelle esigenze rczza dt giudizio critico, i gusti di una d1 carattere morale e perfino sociale, lntelllgenza libera, direi q_uasl spre- andassero a finire; non imJ)Orta ncp. ""'""'""'""'""'""""""""""""""'""'"""= I ~~o~cla \~;n;°s~!~:,Z~tf; s.~;;l ~e1f.:~: tclletto ». anche un templo e un., casa di legno dlvent.ano troppo precisi e stabili. Il daimon a cui Lawrence ub· bitJiva, 11 numcn estrano e J)086Cntedi cui si scnUva tabernacolo», non pote– vano abitare che nella mute,rotczr.a irriflessa del senso, nell'urgere degli Istinti, nel' flusso segreto del sangue, lndot~ all'espressione nrtlstica, U da(• mon esigeva pcrclò di correre ognl vot:•:~ ta un'av\'Cmturo. Istantanea e lrrlpcU.s-t bile. non di an·ivare a una rappresen– tazione coerente. completa e cosctcntc. E' slgnlflcati\'11. la aua av,•crslonc a Goethe (scrittore di marmo in ocni occasione, anzi tah•olta troppo mar– moreo) che può considerarsi Il suo contrarlo nell'idea di un'n.rto che tra– muti l'esperienza momentanea ln co· noscenz.1 dcflnlta. Ma forse più signl• ficativa è l'avversione per un poeta che come lui amava 1 e m<Xlldi essere ignoti•• sempre al llmite dell'ombra, al margini del mistero: a QuesU terri• bili uccclll coscienti. come Poe e la sua Ligcria, rinnegano la vaa stessa che è in loro; vogliono ·tramut..1rln tutta in chiacchiere, in conoscenza. 11: Ja vita, che non vuol essere conosciuta, li ab· bandana». Jl che, intendiamoci, rife– rito al caso particolare cli quell'amore colpito da capogiri inLcllettu.all, non mane.i dl un certo fondamento. .Ma qui importa solo notare cl1e In Poe an• che lo straordlnn.rlo. per il fatto cli di– ventare arte, acQ .ulstavn.la cons.11,cve– lczza dl un cnlcolo m.ttcmalico; men· tre In Lawrcnce il mistero tenderebbe (se lo potesse). a rimanere tale nncbe nell'atto di essere rappresentato, lne,. sprim1blle nel suo esprimersi. Palese contradizionc. Poe aspirava a mettere in figure, a costruire archltcttontca• mente, perfino t torbidi istinti. 1 ma– lefici incubi, I terrori ossessivi. Non diversamente da come uno statuario classico scolpiva 1a mostruosa chimera giudicata. tesa tutta a capirC le cose pure che la tesi sostenuta nel saggio M A R 1\1 o nucwc e moderne eppure non tmme- su Kleist sta probabilmente sbagllat.1: in.ore delle antiche che, in un çlovlne essere il teatro dl Kleist l'opposto di e tentcnnc, ml meravigliarono. Il di· quello di Hcbbcl e di Jbscn e semmai tcorso volse raplUamcnte ,•crso altri più vicino al melodramma di Wagner ~rgomcnU: uno, del più anzJanf, rac- e perfino dl Verdi, a} Verdi dl Hallo tontò rlcordl propri, di donne, di quan- in maschera e di Rigoletto (chè, nel Uo cm giovane In un paese straniero, caso di Kleist. nonostante tutti gli TE RR A eo T T A b capitò fuori un eplsodletto piuttosto elementi lrrazlonaU che sono nel suo Volgare. Quell'episodio. quella paroln, tealro e le curiose arrennazlont di un bon pi<>,.,.,uero a Pintor: non già che quasi surrca!lsmo ant~Uttcram conte- , k- ._ nute nel saggio sul Teatro delle marto- E osservazione corrente che nella ~~h~a~i Pl\u~t~~t2e~~r:.li:;• ,r:i nette, bisognerebbe vedere se e quan· scultura d'oggi, e forse più di to l'alternanza delle .figure e scc· Ieri. Il marmo sfa sopraffatto da tordo non gll piacque. ' ne, present3tc In un tono indubbia· altre materie plastiche: il le:no, la cc– . Quel gesto mc fo fece conoscere mc- mente fra storico e rcalls..Uco,con sce- ra, la terracotta. li Rinascimento fu di glio dei nostri incontri, quasi clande- ne e figure immaginarle O ,lnvcrosiml• marmo, Il Darocco di travcrUno, U Ro• st!ni, al Qiffè Creco, in queUe serate 11.abbia una necessità d'arte, una coe- cocò dl porcellana. L'Ottocento nacque dell'inverno 1939-4.0 quando, scoppiata renza non logica ma fantastica, cioè tra. i m..i.rmlneoclassici di C..i.nov,a, sen. la seconda guerr..i.europea ma non an- crei, in quell';mtore e in ogni singola za nccorgcrsl che rassomigliavano u·op, ij~~r(~ 1 ~ \r~.ii~~:h~i~~ev~b~~a~~ opera di lui. veramente e un'arma- Po allo stucco, e mori prim.t cli capire k-tgorc intellettuule aSS3l severo, una nla •...). Quel che Importa è la conco• ~hcrie cere ll~presslonistifthc 1 di Medar- Ccrta Intransigenza di gustl che lo por• ~~~l~~ ~~!ii~ 1 st:~~~~:r~g;l w rY:}; sista~ i~l~ni1v~~gp~;ll~ ~[ 0 i:;1~~ tava a capire le tendenze, le atmosfc- nascimento di un'ansietà di valori mo- la forma nella luce con una momcnta– I'e, i tonl dell'arLe modcrnti, e .insieme raJI; quel che lmi>orta è che Ia tesi di nelta di vita lramutabile perfino solto ,un certo ritegno di sapore antico, una Klelst, sto pure ardita e più O meno l'azione del caldo e del fl'eddo. Dalla sensibilità - In mezzo .tlla quasi gc• accettabile ma sempre intelligente. sia linea esterna cd astratta che, secondo neralc insensibilità - per i-,·alorl mo- stata esposta con un tono moderato, 1 canoni Iasclatlgll da Wlnckelmann, ~l!nc~~ a!~~~o, a~n~=~~ti ~~ ~~ ~~:;;r. l)ersuasivo, in cui era lutto ~~r~~~l;~.n~;~ltl =~~~~i~~i~~,riu~~ Partecipazione sincera e intelligente... Pochi contatti, dopo quclH lcttcrau !~~~eop~~~o. f~;:n~,c~~s 1 18 1 !cp~,:1;.1~~.– • Ma c'era un'altra cosa che ml pia• del 1940: gli obblighi della vita rnlU• cangiante ed aleatoria da assogcett'.; .. ceva in Plntor. Io .:illora nulla s.ipevo tare cominciarono asS.ll presto per la non pm·e all'cUetto del colore ma dl lui. del suoi parenti, delle sue ori· ~~~~ed~i~~~~-q~ti~~hii~l~~t:r~~~/~?i~ ctclcalore. Al nostri giorni, assumendo ~g\r n~~ecl~11~~~z:~t~ir~ri:::,•\t~ ·slcdeva al seguito ùella commissione ~ 0 fi!~~~,;~jt:.~ cft~~ 1;~~irtlff}~~ era studente tn legge, che allo studio itaHana presso li governo fr,:mccsc: lini. riusciamo a immaginai·e tra le del giure unlv.t quello della lctteratu• qualche altro incontro nelle r.apiòe sUc mani la creta, la cera, li legno e ra, specie della lingua e della lettera, sfuggite a Roma e Poi, nel 1043,la rl- altro ancora, tranne che 11manno. tura tedesca e che, più che all'arte. soluzione di lasciare Vichy, cll rlen- Appeno occorre ricordare che non sembrava fosse Indirizzato verso la trare net ranghi clcll'csercito. Non ca· tanto import., In materia prescelta .crltlc:i.. Cose generiche e che dicono pii questo comblnmcnto, ml p..i.rcva qoonto il modo di trattarla tmpUclto voco. Ml piaceva, piuttosto, scoprire in che la dimora ln F'rancia, le gite frc- nella SLm ,-.articolare natura. Anche :,1n'v''e•,? ... c.lstnlmosntr!,,costl,oqc l'1'c'· , 'n'o "n.go ,1solvnn,,1,1cc scthu~ quentl a Parigi, 1cont.1ttt COl'.1 gli scrit- Vasari pm·la cli sculture di legno. stuc- " u '-' tori francesi, la PoSSiblUtàdi ossen•a- co. ccrn. e terra. Ma se deve consislla• 'dlassc cose dtvt>rSC, cerc.:w:i, senza re diversi paesi europei In condizioni re u legno migliore, indica 11 tlclio sbanclmnenU e senza perplessità una tanto eccezionali (Pintor fu anche In perchè e ha 1 pori uguali per ognl la• via sicura e diritta: ma assai lliù ml Germant:i: durante la guerra), potcs- to cd ubbidisce più agevolmente alla ·piaceva che cotesta stima di sè. fosse sero essere utili ltll'ansietà delle sue Hma e allo scalpello•· Vale a dire u pure .imblztone - in mezzo nll'ansia ricerche, alla sua volontà di capire e legno più slmllc al marmo. Del l)afl .incomposta d'accaparramcnti, d'arrivi- di agire. Glalme Plntor fu reticente - tra le altre materie plastiche egli ap. ·smt frettolosi che caratterJ1,7,.1va la una delle ultime volte. che lo incoa• prez.za Je c1ualltà che permettono di :maggior parte del giovani delle ultime trai, per cn.so, ln una piazza. di Roma· adol){!l'arle o: come marmo». Al contra- 'f:;~~~~f:ir~~~~;t~ ;o~ 1 ~r:n~~eu~~~ ~ea~~r~ 11 ;n~~~~~atY1~\~~~•~/~1~~ ~~t~ ~fg~giiz~~~ g{f~~~l~~c 11 i~ ~ ;questione di buon gusto c1uanto per che preferiva stare coi soldati. Venre, dcrà a trattare II manno come tl.tvcr· ;un segno di slgnorllltà, dirci quast di quasi subito dopo. il 25 luglio; Glalmi! tino n Rococò u marmo come J)Orcel- 1armorùa interiore. ~ssò di là.dalle lince, nel!'ltalfa meri• lan:i, U Ncoclasslclsmo come gesso, : Allora ·non conoscevo nulla degli d1onale; orf.'anlzzò a Napoh i volontal'i, l'lmprcsslonlsmo come cera. :scritti cii Glalme Pintor, mi pareva si preparò. col concorso del Comando Il gusto letterario che va sotto te ,volesse soltanto studiare e prepararsi. Alleato, e all'a:done dl collegamento denominazioni dl frammentismo e lm– :Quando un giorno ml mandò, quasi al- con le bande del patrioU » e 113 dicem• pr'essionlsmo, ebbe come ideale nppun• l'improvviso, le traduzioni eia Rilke e brc 194.3, tentando di ripassai· le lince to una scrittura di cera. Qual'è l'ideafo iqunlchc nltro scritto pubblicato qua e verso Il nord, per lo scoppio di una plastico di molta scrittura ncorealJ• •,tà In riviste e giornali, ml parve di ca- mina, trovò la morte. sta? Forse, la terracotta. Mn se tosse pire. Pintor aveva scelto Rilke, e di Quando In un.:i grigia giornata del semplicemente e veramente scrltturd fRllk.e i libri più dlfflclli: alcune poc- febbraio 1944 (era il periodo plt\ di(· a: reale», 11suo emblema plastico cor- /~~n~f;c N~ueo~f;~~c81~~~it"~1~~~at~ ~!::J ! 0 ~~1 11 tc~ ~~o i!:!~~! ~=ie~~~n:~~~e\1:is;:,1 r: d~ ; Spiite Gedichte. Quei che meravigli.a· venni a s..1.pcrcdella sua morte, capU marmo. Confessiamo che 11 plastico, lh tn un giovine che diceva sapere ::m• quello che avevo perduto. Egli era per il chiaro, 11definito, l'eterno del mar– i cpr poco U tedesco cd averlo studiato rn"e. come per tutU quelli che non mo, cl dànno soggezione e repulsione. :eolo negli ultimi due o tre anni, era sono più giovani e amano ancora la E' scrittur.:i di un bianco tropl)O sco– r~ straordinaria slcurez1.a tecnica del vita, un segno di vita: vo.Mrltac, di perto, con tropl)O peso di responsabl· \verso e della parola, 11 gusto sicuro quella vita fervente e seria, moderna lltà. Eppure vi fu chi adoperò mate· ;:ber Il- valore della parola, singola e 1n ma non superficiale, che a lui piace· rie più ardue. Dante, Slmkespcare, t ,~nfronto a quelle vicine, la prcoccu• va. E questo è perdere molto. tragici greci scrl$ero in porfido. Nel t,azione d1toglierle ogni sbavatura sen- Adesso che le sue carte, le poche durlssln10 porfido al quale Vasari de,. $1,mentalee, ciò che per Rilke era es, carte che egli ha lasciato, giacciono dicò più pagine che nl vari Upl dl mar- . IJC:nzln.le, Isolare la ·parola, farla vivere sul mio tavolo, nori posso sotlrarml al• mi, disperato perchè non si ritrovava Jn una spede di casto e difficile clima la tentazione (sono tentazioni che na• il segreto dl ecolplrlo, untco caso in ,s_plritualc. Questn slcurez-t.a tecnica scono specialmente quando 11viso, gU cui 1 moderni ancora ce<levnno ni;ll non era nuova ner•giovani della sun occhi, la voce di chi ha scritto non csl• antichi: « Al dt nostri non s'è mal con- ! 1:~~~zi~:1!:a:ia,P~~11?i~C:~~m1:0[:6S:i f!°~~aN~)ln~Ife;~i;r eu~:r~?~1?e \;~ ~ri~ I~IJ~~~.dlp~:e;~~r!or~11ao~:~fgj :maestri, dlco del maestri migliori e tentato di tratteggiare e l'aspetto fl. nostri perduto t modi di temperare i 'Più moderni, nell'aria della dlfficllc' li· sico di chi le possedeva. Glalme Pln· ferri». E 1mrra 1 tentativi fatU Jl<!r ~~_nioderna. ~a q~el cl)e.oontra<fdl, .tor_era. a.~tPe an bel sJo,•ine..sebbene . intaccarlo, i>oco a poco, con ruo.tc , I o l'cnlgmatlca sfinge. Invece L..,wren– ce aspirava più a scavare che a BCOl· pire, più a traforare gallerie nell'igno· to che a erlgére tem11lie case. Ma Pol· chè scrh•cre è sempre scolpire e co– struire, faceva statue di terracotta cd cdl!lcl di le;no. I <1uali 1~no rlu• sclrc lo stesso del capolavori. Tuttavia Q.Unlchedifferenza c'è tra il capalavoro di terracotta e quello di marmo. Sempre che la terracotta sia trattata come terrncotta e il marmo come marmo. Ne indicherò una: la ll· nca che dcUmll:l e determina la forma. che crea Il movimento. che trasmette i moti dell'animo. passando dal m.1r-– mo alla terracotta. tende a indebolirsi. E abbiamo visto che nelle cere hn• presslonlsttche nlla Medardo Rosso - tende perfino a disfarsi. Nel mam10 essa è Umpldn, sicura, co·nttnuatlva; nella terracotta è screpolata, granulo– s.,, intermittente. Ll plù funzionale cd energetica, meglio ..1rticolata; qui plt\ sfumnta, }Xlstosa,di una corr)()sltà fol· ta e meno dUfcrenzlata. Ll ph'l Indi· cativa, con netto .trrcsto nl limite; qui plù nllusiva, compiaciuta del non fl., nito e dell'indertnlto Ll plù disegno e scultura, qul più colore e pittura. In· fine il llial'ffi0 wol essere quello che è, la terracotta quello che pare che sla. Cl sono epoche di marmo e altre di terracotta. 'Nè è detto che I conti tor~ nino sempre ano stesso modo. Le ca• ratterisUchc cosl schema.lizza.te sl ri– scontrano sia nella discesa dal l'lina– sclmento nl Barocco che nella salita dal Ncoclasslclsmo ,all'Impressionismo. Volte piuttosto al negativo nel .Primo caso e piuttosto al positivo nel se• condo. Sotto JQ sU!e di marmo puà

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