La Nuova Europa - anno II - n.47 - 25 novembre 1946
-- 25novcm. J9-l5 --------------- LA N uo VA EUROPA------------------ JJ -- S I C I ·L I A minare, e a camminar mnfc, con un Il quarto del peso sulle spalle e tre quar- ti sulle braccJa. LIBRI RICEVUTI I ,,. INDIPÈNDENTE Quando, sullo scorcio del 1837, l'in– domani del mot.l antinaPotctani scop– pJatl nelle maggiori città in occasio• "S ICILIA.a'l'llVoi siete nostri; voi p r decennt H I d 1 . 1 no del colera, Pietro Calà UHoa, nuo- Edlzfoni Gentil• - JIUanc: P. GOUJ:."'TTJ, Jlatteo,tf .(L. liO)'. L.SALVATORELLJ,Ca.sa Sauofa (L. SO). A, LOISY, La religione d'ltraele (L. 150). C. MARANON, Don Giovanni (L. 70). W. AXLJNG, Un mi!tlco gtappo11cse ( L.HO) . non potet stac rvl dn. · cl1iano, finch~ e"rraost;•·a•CJJ, calr,,?a','nsmat, 0 a 8 111 1 vo Procuratore generale del re pres.~ Le orlginf del ;~stro Di~f~o· . ..w rli Il Tribunnlc dl Tr r v1slt stanno, o Siciliani, non !n una cosUtu• vita dalla trionfante rivoluzione àel '·13 la e ne 1iCerlva ala~:1nistro JtG}~~~ zione JncguaJe alle aspirazioni dc1 tem· .,. e Giustizia, trovava condizioni non SO• f~I~~ ;::~f~v~~t; a~~~~n!~J~ ~f~~~~::r. In questa trama degli sforzi comp[U· !;'e~~a~s~~!ro <lil~et~r~~ii\ 1 i,llotr~~~:~ A. RANIERI. Sete, anni 11•odallzlo con Leopardi (L. 80). l'isola vostra una stazione militare per ti dalla monarchia borbonica per la fu· cioè bensl mutati gli ordinamenti ·pub– le sue annate, e che vi fu tolta quan• stone, e della reazione autonomtstlca si• bllci che ave\•ano ormai sanclut l'uni· do, caduto Napoleone, quel bisogno ces· clllana, cl permettono di penetrare più flcazlonc Ieglslatlva e giudiziaria del• sò; ma nella vostra gloriosa insurre· addentro le 1abortose, acute e vivaci le Due Sicilie, mutata la temperie del• Zione del 12 gennaio e nell'entuslnsmo Indagini pubblicate sparsamente da Er• l'assolutismo, un po' più animali gli con ch'essa ftt :1ccolta da un capo al· nesto Pontieri e raccolte ora in volu• scambi e le produzlon1, ma immutata l'altro della Pcnisol:1•· mc col titolo Il Riformismo Borbonico l'avversione contro Napoll e non sa· Cosi scriveva :Mazzini da Londra, nel.la Sicilia del Sette e dcU'Ottoccnlo nate le plaghe secolari della costituzio• tra la «slorlosa insurrezione» siclllana {Perrella, Roma, UM5). I due momen· nSelgnsoocreiaEl~cce<clllec,,cto,.s"so,.nm,10·ca,. _« N,_~11'1 .Pscu1ò·J'. P. STElNBECK. La luno u·amonta (li· re 100). G. PULLE', I popoli d'11l'U.R S. S. ,OIJ re 120). 8. CONSTANT. Memori, nf 100 giorni (L. J20). W. 6AROY AN, La maniera di t.sserc crot (L. 120). n. R. BAL8AMO CRIVELLI. La plclra al collo (L. 160). del 12 g-cnnalo '48 e le Cinque giorna• ti sui quali vi~ne rlehlamnta in par. . ""o L. H&\fON, Maria Cha1)delaldo (L. JGO). CH. BAUDELAIRE, L'arte roma11llco (11· re 100). J. RAC.INE, Portoreare f"..,. 100). J. I{. HUYSMAN'S. C,Ontroeorre,11e (L. 150)". \V, GOETHE, Amori glovanlli (L. 100). 1' fiore <kllc yeorglche (lr:ld. S. QUA$[J MODO) (L 160). te. all:1vigilia della Rlvoluzioile di feb· ucoJar, modo I attenzione tlel lettore veva - « n-carsl In dubb:o che la Sl· braio. Tra guerra e rivoluzione si a.. ~on~: I azione sv?lta da pome1~i!=O Ca• cilia 11011 sia stata per lungo tempo gitm•;rno per l'Italia 111 quella crisi del 1 acc1~lo, qual': \ l_cerè d1 Sicilia, una non solo negletta, ma abbancJonata del '48 le u·c questioni fondamentali della trentma danni prima ~ella Coslituzlo- tutto. Scarsa di popolazione, senza. libcrt.'l, dell'unHà e dell'indipendenza. ne: e, venticinque a~m dOJ>odi essa, strade, sen:,,a commercio, senza lndu• Alle aspirazioni del liberali di lii dal ~Il indomnnl di m?tl m.surrcz!onali nel• stria, colle prepotenze del po.trlzlato 0 Faro aveva i1sposto autorevolmente 11 lJsol~, i provvedimenti proposti sotto le lt1S0Jenze<.lellnplebe, la Sicilia resta Presldente del Comitato generale ln• l•e~·dinando li J)er sanare Il fatale dls- tuttora come un anacronismo nella cl- 6urrczionale, Ruggero ScUlmo, col sld10. ~l marche~e Caracclolo, per un viHà curopeà :,. AIJ'ingrosso l'ossatura. I------------– riarfcrm:irc Il diritto dell'Isola a go• decenni? ambasc1~tore di NapoJI al:a sociale si conservava qu.11 era stata v<>rnarsl con Je sue Istituzioni tradl· cort_e dl Luigi X\ I, aveva lasciato a per centinaia di anni: manca.va un ce· zionalt e con l'additare una « Sicilia malmcuore Parigi, I salotti pieni di e- to medio per difetto d'industrle e di chP tende all'Italia 'nnslos;mente le leganza, di spirito~ di ga!ante!ia,_ l'ami• commerci; la nobil~ era stata privata braccia, che fa parte dell'Italiana !a· c~evole consuetuchne cogli Enc1clope· del diritti feudali, ma aveva conserva• mig:J.a. e combatterà per essa e con d1~t1.per ra~glungcre la sua nuova de• to le terre e, con esse, l'orgoglio e Ja ERRATA CORRIGE ~~a~~nfc~~1c:osiq~~ 11~~o~!fl~tàF:;. f!'n~?~~:~~·J>;g~eib~-:;~doc~ftàa ~1acag~1~~ ~~~ni:Se1~v 0 i~l~a 1 :1~ffc:aa~o;~~~~;to~~ raz~onc fra loro i,. gra!1dlss1ma un tempo, ma ormai tan• bldo, corrotto, miserabile nelle città. Per l'appunto contro questa conci· to 1gnorata che, nonostante i suoi 200 Tutta la macchina dello stato era rovt· 11.:izlonedel fcderall;mo globe;·uano e mila abitanti, nel 1770 l'Enciclopedia nata dalla venalità e dal soJ)ruso· alle de!l'autonomismo O separatismo sic!• la day;:t. come distrutta dal terremoto. deficienze dei pubblici poteri pr~vvc• liano moveva con la sua impetuosa L..1~,cll.1aera vl~uta per secoli In un sdpcecva_ 1~odi•s<;_• 1 r, 0 tc,ci','•"ido!,'clo 11 o 0 vlara, 1 t 1 9 1 1 1 _1,a 8 11 0 e 1 e,_ eloquenza J'lrreducibile unitario ch'era quasi compiuto asolament<?,che l'ave- ., .. Mazzini, chiamando i Siciliani !rn.telll, va .materlalmeRte e sp1ritua~mente za colore o scop0 politico, senza riu· invocando la grandezea del loro amo• lster,.llla; ora soltanto tncominc1ava a nlonc, senza altro legarne che quello re, i presentimenti dell'avvenire, il rtapnrsl alla COl!ura europea e alla della dipendenza da un caPo, che qui e nome santo zt di una N.1zione, che cmios!t~ del vts1tat011 stranlerl, che è un possidente, Jà un arciprete zt, vale ~cnrecra mal stata e che stava per na- 3~~~1~~f~~Y~f q~~lias~~e~;~~r~u~toalll~ ~i~~~flg~, 1 -e:~!n~r~fc:~t:,~g,v~'ìt~n~~~ · ::~ t'Tan moto d1 rlnnovamento che aveva vano, punlv.1110, e moltiplicavano I N<'U':.rticolo dl Alberto A'!)ponl suJ ;:, 10 n:i~~~~ pe~~~~ca~o o~:sa'::~t~~csc~r terano In due punti sost:mzJ.ilr 1 c·ntc n ,;Jgnif~ato. Al!a terza colonna, dopo la 45. r~ga. il testo va cosi rlt-1ablJHo: a Qu~ sta esigenza è mollo importan1c, ('(J 4, stata fflr.damcnialc,pcrchè è s11..n (fi1clla che h:> svezznto !I feudnU.smc. dando agi.i uomln1 diritti intrinseci (clOO derivanti dalle loro attività, dalla loro capncllù H divenire elementi dirigenti, a <:os1ltuirsi clementi dir.lgenll), in,·c,cc <:be dlrit!.i estri~cl (cl~ lnvestitur 3 dall'allo per titolo nobiliare o ccclcsiastJco>. Dopo la quintultima riga dcUn 4. co. tonna si l<'gga: e :\fa la classe di tuw· quem che sono mos..slda un'ugu:ile csl• genz.a s()(!!ale, chA vogliono affermare una civiltà che, come ho dello prima, può chiamarsi liberal-soclaliAta. "RICERCA,, PurtroPPo l Siciliani l'istinto della separazione l'avevano nel sangue: era Quel bra~lo cU mare che 11divideva dalla Penisola, un aUctto e un orgo– g'.io, geloso, ombroso, per fa loro ter– ra e per Il loro popolo, tutta l'eredità di una storia di secoli. Ln loro gran· dezza, lndLmcnUcabllc, era Hel passato lontano, quando Ruggero I e Rugge– ro n avevano fatto di quella mesco· lanza dl Dlzantlni, Longobardi, Arabi, Normanni, un unico stato, li Regno per eccellenza, la maggior potenza d'Euro– pa, e dl Palermo la pli1 splendida ca– pitale dell'Occidente, quando in Paler– mo e nel Regno era venuto i'I morire l'Impero stesso con Em'ico Vl e con Federico JI. Allora la luce e la forza irradiavano dall'isola sul continente. La reazione angioino•pap:1le contro gli Svevi aycva poi Invertito la condizio• corso tanta parte d'Europa alla secon• reati. Ostilità contro Na1>0II, splMto dl da metà del Settecento, s'era arrestato indlpl'.!ndenza, tracotanza nobiliare e alle soglie dell'isola, la quale rimane- pubblica immoralità s'accentravano a va, quasi fuori del tempo, immobile Palermo e di là propagavano J'lnfezio– ncl suoj assetti sociali, economici, po· ne su tutto il p,acse. Or.correva quindi litici: col Parlamento e 1 Tribunali col andare incontro alle esigemc locali coi privilegi, - e la rlccheu ,1.ae J'lnsOten• miglioramenti clviii, favorire l comuni za - della nobiltà e tlel clero, la cor• in confronto della nobiltà, risanare le ruzione della magistratura e del ceto pubbliche ammlnislrazioni, in!renare O Il n. H pubblica: forense asserviti al petenti, la schiavi· guidare la stampa, mandar buoni pro- Cultura e i>erdltcmpo, dJ M. c. Zoll: • ne politica delle terre situate di Qua e di là dal Faro; e con la corte a Nn.• poli. con la « mnla signoria> dei Fran– cesi, prO\·ocata l'insurrezlo:1e del Ve– spri. La Sicilia ei·a diventata spa:;nuo• la, e la frattura non s'era più s..'\ldata fino al 1734, quando Carlo ùi Borbone, 11 figlio di FìliJ)!>OV e dl Elisabetta Farnese, a capo di un esercito spa. gnuolo, aveva ricondotto N'apoli e Si• cilia aU'unionc dinasUca e all'indipen· denza. Era cosl risorto, - aggravato da quattro secoli e mezzo d'isol~m1en• to e di separazione - Il problema del• l'antagonismo tra Napoli e Slcilin, e di fronte al tentat.ivt borl>011icldi rifor– me, di promiscuità negli ureici, <U!u· slcme, era nato il separatismo sicillano, !atto di !1..'<.lcltà alJc istituzioni e n.l!e costumanze Jsolane, di insan.tbile av– versione al dominio napcletauo e bor• bonico. Fra li 173-1e !l 18-18 v'era sta• to un momento di npparente concilia· zlone, in realtà cli più l'CCisaaf!c1,na• zionc del movimento autonomistico: il decrnnio, cioè 11periOdo tra !l 1806 e il 1815, in cui Ferdinando JV, spode– stato da Napoleone, era anùnto esule ln Sicilia e, sotto la pressione dell'ln• ghlltc1Ta, nl vecchio pal'lnmcnto slcl· llano col rappresentanti della feudali• tà, del clero e delle città demaniali, il cul compito consiste\la ormai · quasi unicamente nel votare e r,iparure t tra. dlzionall donativi~ erano st.lte sostitul• te le due Camere del Part e dei Co· munì, che potevano porre un argine nllc \ncessantl richieste dl danaro da parte della corona. Con Ja Costltuzio• ne del 1812 la Sicilia si ricongiunge\•a tdcaimcntc a distanza. di secoli c~in i'altra m~narchla normanna, l',iRglese: questa giunta attraverso un lungo e f~ticoso processo alla maturità del re: g1me po.rlamcntare, Quella sbalzatavi tli co!po con una riforma costltuziona• l~ c-hc lr- era tmp0sta daìl'csterno e che non nascern da nuove. profonde eslgenzt! della sua coltura e deJ 6UÒ sl~tem.i sociale eq economico. AIJrùgata nel 1816 dal decreto di fu• Blone, la. Costituzione del '12, con la sua ambigua modernità., era r:rnasta ta e la miseria del J>OPolo. li Carac• fcssorl all'Università per « diri,::-ere le Tropp~ i.niverdtd. di C. Paloz.zi; Resp,m. ciolo pcrtava nel nuovo ufficio la chla• optnloni verso i pri1~clpiidel governo e sabllltd del DtnSitro. di v. Slanl; Ra•• rczza dell'illuminista e la risolutezza scemar la for:,,aai principi! ,-ituttanti »; sconc. (Homa, Largo CavaJlcggerl, 33). ~~~:i~~~~~w~~ri~1~~a;\i pi'~ ~t~~al~o;!; ~;:1gsuoir:tt~~;o ~~c"~;~,r~~m~d~~a31c;~.~: ------------- ;gbi:Siii1a"~d~;•~<;;l;,f ~u~f1~l•r~e"r"~ ~~~~~,~~:-:i11~~c S~ci~:ptft~~a n~~ur: 1 ~: A DDE s TRAM EN 1' o [~;i}~dj; 1 ~~/ ~c';;/~~ 1 dèn~1~f;;~~ J:1- ~;:;;:,,:~a;.; 1 ~i~~r':. 3 1Ns~:;~\~1~1 "e~ ,: D El LA V ORATO R I ~;r~~W! 0 ·ci,~~~~, cgrd~i,i:n,~c!~. s~~~ 1 :~ fici~~ 0 p!~1~o~ to~~r:i~~tric~'l?~/1o~ee~~- AL COAf11IERCIO LIBRA !?[O H popolo a sol!e\·arsi dalla sua abie· la città <leiVespro e la roccarorte del• zionc, promuoverP. con le rHonne e l'indlperidenz:1. 1 patrizi, m·cmorl della con le intraprese economiche la for• costituzione tlel 1812 e delusi nelle Io– mazione dl una nuova classe so- ro ambizioni. « si davano a credere che claie, c<1ngll studi, le arti, I progres• poteva la Cra:1 Bretagna nutrir \m si civili, innalzare ta Sicilia al li· qualche ambizioso deSidcrio di .:icqul– vcllo della coltura europea. A eomin· stare la Sicilia :a e esospirav:ino forse ci.ire ùalla soppresslone del Tribunale un Lord Alto Commissario come In del Santo Ufficio nel ·11s1,fu, per cln• Malta e nelle Isole Jonie Il; gli scrilto– quc anni, una battaglia durissima, con- rl, pochi di m1mero, « la più parte tro ordini privilegiati, magistratura, !o- giovani avidi di popolarità:,, infuria· ro, commercianti costretti a sottostare ,·ano 1>erJe stampe e facevano entrare a calmleri e a nuove prescrizioni an• In ogni discorso « le ìoro Hlusloni di nona.rie, maestranze artlgiilnc obbliga- Indipendenza zt. E ·tuttnvia, nel\'appa• te a sciogliere le loro vecchie orga• rcnte unt!ormltà, qualcos.l di nuovo nizzaz.ioni militari e a consegnare le era nato, qualcosa che accennava a su– armi, plebe offesa di non poter !esteg• perare la vecchia partita della Slciìia giare i suol santi coi fuochi e le pro- contro Napoli, deli'arisrocrazla parla• cessioni consuete. e Abbiate? pietà del mentare e costituzionale dell'isola con· popolo siciliano, in preda alla rapina tro l'assolutismo borbonico. Già dall:1 dei potenti!»; « Le voci tiella pavera rivoluzione, diciamo cosl, libcr.ile del L 'ISPETTORATO ,romano dcil'Entc noztOrlale .addcstromerl'lo Javorntorl commercio, di concerto con i rap. J>r<.'8C1l't,,_'Ultl delle .tSSOOia~o0i l slnd.ic .:111 int-e1·~e Jl.., organfaz.ato un corso t1.>o. rtco pratico di addestramen.:o p,rofC$.$!o· n.'ll~ ru Q'l1Mepossono portecu >a.rc I eomnH~,'11 e· impiegati dl librerie, di bi• l>Jlotoohc,<IOC. e coloro che, In Qtto d!. lìOOOU)l..,t1, intendono avvlaiui jn qucs1r settore dl lavoro. 11 corso .comprende lfra 1' .alt.ro l'klse• g.'ln.-ncn.todella aconlca com.mc -rda)e lb: bl-ar~,. lktla conser\~~one del libro e 6orn ~ompletato da Jc:,;Jonl 11>r.1,tk=he In a))J)06it.1 s1.:w:1imcntl. Per fo )nfonnazlonJ e 4scrizlonl fiyoJ1 gersl all'Jspettornto dell'E.N.A.L.C. in ,•,!aieAfrlca 26, dalc .ore 15 alle 19 (le– lclono 582-354). f1~~1~ ~~~in tl:11rc~~ù~.a :a~~\;s~~;io nri ~~1;:;s:i~~~S\~ ~t:i:p~rite:l~~rr 0 :~ure I"'========="- glierla dagli nrtigli cli questi lupi, chè al trionfo dl?ll'invocata Costituzione lupi sono li baroni della Sicilia»: cosi sm1.gnola. Di più, te città economlca• egli scriveva. Mn il « Povero J>Opolo I mente più progredite avevano avversa· rispondeva con inerzJa e so.gi ;ezza an• to li moto e s'erano serbate fedeli a!la tica: « lntra Ju munnu 1a mità sunnu coronn. Jnflne o.uegll eccessi di slam• ricchl e la mità paviri: e chistl servi• pa che andn.vano repressi, quella col· 11ua chld<.lle chlddl !annu campari a tura universltarla fondata sulle « false chlsti l>. li padrone non voleva lasciar· e pc.rlcolose dottrine I del diritto fran– sl strappar dl mano Il bastone, e lo cese. quelle sale di convcrsa.1io11e che schiavo non voleva essere liberato· s'a1mvano come per Incanto In tutti i Napoli stessa, per Inframmettenze per'· Comuni, dove « l'attritQ delle op!nio– sonall, tradizionale inerz:a, bisognn di nl non tornava vantaggioso aHc idee pace, non second:iva lo zelo del suo del governo di S. M. », e contro le qua• mlmstro. Se qualche abuso fu ranos- 11Il Calà Ulloa invocava la costruzio· so, dato qualche impulso al prog,.·esso ne di buoni teatri per divertire la gto• economico, rinvigorita In qualch~ mi· ventù, - tutto ciò accennava a interes• sura :•autorità del sovrano, per l'OPPo· si nuovi e più larghi, a-una più ampia sizione congiunta della nobiltà locale e fervida eh-colazione d'idee. e di Napoli rimase un proposito inap– pagato qual Catasto, che avrebbe can· cellato la più grave Ingiustizia nel regime dell'Isola, la sperequailon.e trl· butaria. « E' possibHe che si possa poi·· tare e.laun uomo un peso situato sul– le braccia e non sulle spalle? Situato un quarto della gravezza per un lato e tre quarti per l'altro? E' possibile che si passa camminare da quest'uomo molto tempo In questo modo?• Ma per lunghl anni, volente Palermo. con– nivente Napoli l'uomo <-ontinuh a <'.:1m· Fra coloro che vennero colpiti dalla legge sulla promiscuità (l('ffl uCficl, e per buone ragioni, Iu '.MicheleAmari, che dall'lntendenza di•Palermo venne trasferito al :Ministero di Giustizia di Napoli. Le sue lettere di quegli anni hanno tali accenti di dispe1·azione, che a leggerle oggi, dopo tante esperienze parrabbero Indegne di un uomo, e di un uomo della sua a\tezzn morale, se non t>C?nsas.c;;.imo che Il dolore della lon• tananza era esacerbato appunto dal sentimento e.liun'inglust12ia patita. La sua passione dt patria siciliana e di li– bertà trovò nobile espressione tn Ql-et\ ~:~~fclt~~ :\ fs~13c;;irr3to~ ,!i~;~: te In Un periodo «ella storia siciliana nd secolo Xlii. Fu necessario a lui, come a molti altri d'ogni parte delle isole e della penisola, vivere la crlsJ del '48, soffrire l'esmo, li vero esilio in terra straniera, affratellarsi cogli esuli, per conquistare nella sua co– scienza la grande patria italiana. Se In tempi vicini, in circosutnze va· gamente analoghe alt'ctà n;:ipolconlca, qualcuno, di là daf Faro, ha delirato per l'lntJipendenza o ha sognato l'Al· to CommlSSariato di qualche Lord, ciò si,gniflca che ha leUo una parte, solo una piccola parte delta storia; slgnl• fica che fOrse abbiamo tuttl-..qualche colpa, che certo abbiamo tutti, di qua e di là dallo Stretto, molto lavoro da compiere? per Intenderci, pei- aiutarci a superare le difficoltà che la natura e fa storia hanno posto sul nostro commino. e ché sono in gran parte reali <lifficoltà, non lmputablli all'lgno: ra~ o al malvolere. GIORGIO FAI.CO
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