La Nuova Europa - anno II - n.36 - 9 settembre 1945
u -- 9.sNlem.19-15 -------------- LA NUOVA EU HO PA ------------------ 5-- TIRIAMO 'IL COLLO Al,LA PROPAGANDA quelfa, sarebbe stato belfo conflrappor• re soltanto la verità; ma era fatale che le si contrapponesse anche un'altra propaganda; ptt) ragionevole e meno rozza, ma sempre propaganda. E qui Cl sarebbe molto da dire: quanu carl compagni di pena e di speranza tn– conu·ammo In quegli anni, ma anche quantt Imbecilli cl toceò passar per buo. nl! Quanti d:scorst since:-i e accenti commossi udimmo, ma anche quante bugie e quante scemenze! Qualche voi• ta Si saltava su o si rideva. ma più spesso si ahbozzava ..... G IORNI fa. \n un gruppo di amld, qu_aicuuo propose l1 quesito: - Le bombe e l cannom hanno nn1. J.o la parte loro; ma quando potremo -dire che è torn:lla la pace o almeno quel tanto di rclaCva pace che è con• sentito agli uomini? Le risvostc furono diverse e di va· rto umore. Ci ru uno solo che dlsse: • Quando saranno applicatl in tutto U moncJo i principi! della Carta Atlan– tica, e ciascun paese sl sarà dato il·go– ,verno che vuole; e le nazion! amanti .della pace ...•• ma nessuno gli dette retta. Altri disse: «Qmrndo tutti 1 bab· bi e tutti i fìgHoli s.1ranno ritornali al• jc loro case:,e avr:mno ritrovato il la· voro »; e questo convinse un po' di più. E un altro: • Quando da tutto 1.1 mon– do saranno s1>arite le tessere del t><me e tutte le altre tessere»; e anche que– sta rlspost.:i non dispiacque. Io diss! Il per li: e: Quando tut.tl , governl ed uo· mini, a\·rcmo stut.!SSOla propaganéb .... ». Ma non potei cont1nu:1rc i.I <.t:scofso perchè arriv.:wa Il trnm, e tutti ave– .vano frctt:f d':lndarc a C:lsa. bll, che mangiano pane e sabbia, bevo· no. acqua e sabbia, piangono lagtime e sabbia, dicono parole e sabb!a. La 1>ro– pag-anda era da per tutto. Ricordo che da principio qualcuno, àpota superstite, aveva detto: auest.1 non at:tacca o non dura: è una propa– ganda.. troi>1>0noiosa o troppo rozza. E sbagliò: s·cra dimenticato dt una pessim:stica verità che è sempre vei·a: il J>Ot>Olo vult decfpl: tocca al capl non volerlo ingannare. SI vide anche cosa non rarissimo., ma che riesce pur setn· pre strana: taluni che avevano com~n– elato a ripetere a papl)ag.:illo e quasl per celia le consapevoli bugie, finiro– no per crederci essi stessl. L'unguento av\·etenava l'untore. I nuovi àuguM, incontrandosi, non si strizzayano plt) l,'occhio. come gh lntell\gentl àug1.;1rl dei _ro1l}<4ni; ma sl salutavano romana– mente. da quegli sciocchi die ·erano divent:iti. Ricordo anche 1"1mpress1one:dismar– rimento (direi propr:o di sman·lmcnto morale) che alcuni dl noi provarono quando a Roma tu solennemente lsU· lUit-Oe insedialo I.I Ministero della pro• Poi entrarono nel giuoco nnchc le propagande straniere (la radio russa, americana, Inglese); e qui è curioso o....c;.•;ervare l reazioni nostre. al loro confronto. I russ! 1>arlavano un Jingunggio tut· to solido e pian1f:cato. che evidente· mente a loro diceva molto, ma a noi diceva 1>0eo. E µolchè ogni propagan– da è rivelatrice Oella psicologia del 1>0• polo che la fa, noi anche s:. pensava: - Strano popolo, Questi. •russi credo• no di confortarci, commuoverci e som– muovercl prospettandoci un av\'enlre tutto e soltanto pianificato. - Tra 11 loro dire freddo e il nostro caldo sen– tire. c'era un diaframma che in quel momento credo neppure I nostri co• munlsU scientifici riusclss:ero a supe• rare. paganda; comP. dire il ministero· del• Ma aoche a ripensarci ora, credo l'inganho e della bugia dlchlaràt:: E dav,•ero che quando da per tutto sa- 1ioichè alle cose nuove seguono·subilo rà finil::I 1a propaganda, quello sarJ. il le nuove·parole, fu Inventato d'urgen· primo giorno aella vera pace. C':. trove-- 7.a il \·erbo pr07,agandare. L'escm1>IO remo allora 1mpron•isamente in unu veniva dall'alto, la mala.ttla era con– stato di chiarezza e leggerezza menta• lagiosa; e presto sotto li f.:rsc~smotut• !e, in una vora e propria euforia, come ti 1,ropagandarono qualcosa, anche le chi esc.-1guarito da un lungo periodo cose meno propagandabili: ft se.:t·CIP• di intossicm:ionc. Un periodo che è du·. 11eal, il surrn:;i!!smo, la poesia crme- r.lto almeno un quarto di secolo... tica. .Anche la propaganda amer:cana, non cl diceva molto: troppo allegre le no– te del Star S;xmglcd Banner con cui si apriva; e quel notiziario a colpi al· terni, dato su due voci diverse e mon– tanti, Lqrn:gliava troppo al-le scritte luminose che si stampano e s'inseguono preclpitase sul grattacieli. E noi si di• cev:i: - Gr:in popolo questo. che con– duce due immense spettacolari guer• re su tre oceani e due continenti e non perde perciò il buon umore. Gen– te allegra, Iddio l'aiuta! l\Ja noi qui slamo troppo al rls'.tretto e st pena troppo, per potere. Intonare a QU.?lla mustca. - E la propaganda arnerica· na e quella russa, anche alle nostre orecchie assordate, davano tuttavia la impressione dl quel ch'erano: prona• gande. A volerne dare una dcrinlzione alla Qualcuno ora dirà: - Ma c"crano svelta st potrebbe dire che la propagan• sem1ll'e, g non tanto f){)Chi, I non faS<:~– cla è la dlfrustonc forzosa e a flne uU• sti e gli antlfascsitl sui quali la proJKt· ~!tarlo di una vcr:.là (o creduta tate). ganda non aveva presa; e costoro al· mescolata con qualche dose di consa• meno si salvarono. pevolc bugia, nruccn.ta, a scopo cli ve- Non è vero nemmeno Questo. In rosimigHamm. con quo!che o8petto di questo mondo lutto si tiene; e quan• .vcrltà. Nel 1>rlr.nocaoo, I! prop;1gand~· do la perturbazione s:smica è molto sta è u11 apostolo :i.iutato dn un impo• forte, qualcosa se ne risente :i.nche 3.. stare; nel secondo è un impostore che gli antipodi. 11 contraccolpo del fasc1· ha rub:ito Qualche cos..1all'apostolo. A smo, per ciò che riguarda il r!t:,;pctto rigore, c:i surcbbc :i.nche la propagan- della verità. tu molto sensibile anche da della verità nuda e cruda, <icH.l ve- sugli antifascisti. A una propagnnd::i. rità com'è; 1n tal caso il propagandi• e a una propaganda sfacciata come Altro effetto sortiva la propaganda inglese. Qul avveniva un fatto curio. so. Con quell'alternare i fatu e i com• menti, e i fatti semr>re vert. la prop:l• ganda Inglese dava anche al commenti il suono di una genuina verità. Ed era J.lOI anch'essa. come doveva essere, una verità di propaganda, atteggiata per 1:ob~~;~~~te ~~s~~~~~ol~ ~t~!;l!~:~ ========================== anche martire); ma dl questa propa· ganda raro se ne coglie. Com'csce chiaro anche daila defini- 2ione, la p1opaganda è antica tiUanto la bugia. Cl fu sempre. E uhlm~. se ci guardiamo .ndletiro, n~dlnmo tutta la :nostra vita fiancheggiata da propigan– de. :Ma prima del fasclsn10 era altra cosa. c·erano te propagande dei singo· ,1 partili, all'uso dcmocralico; e trat• to tratto sl addensavano all'or:zzonte i~ più grosse rr.01>::ig.:inclc nazionali, CO· mc per la guerra di Lll>ia e per la guer ra Euroi>ea, (sl potrebbe anche osscr– ,•arc che. in fondo ali..: grosse propa• gande, spun~a spesso la guerra). r.ta ,la p!ur;.1li:à stessa delle diverse pro1>a· gancJo, lmpcd;va al!ora l! formar::,.idel– ~a chiusa e plumbea atmo;;fcra di pro– pag,mcla. t--: I~ prop:tg:andc cli allora sa· pe\•ano che, nell'adulterazione della ve• rità o ncl!'artcnnazionc della L>ug:a,c·c. il"a un Jhr11tenon valicabile sent:1 far sub:to li g,uoco dell'avvcr.sario; o, peg• gio, senza cadere nell'universale ridi– colo. (S1>esoo il senso <le! ridicolo è Quello che salvu gli uomini dalle peg• giori corbellerie; e s: può ragionevol· mente credere che qu.mdo Dio ha pro• prio deciso di perdere un uomo, gli toglie per ultimo anche il senso del ridicolo). E a quel tempo. tra una tlro• J>aganda e 1·~1tra,rest.1vano sempre lar· ght s1>r.i1.z; di sereno. c·crano, in tutti 1· paesi, g1i àpoti, quel!\ a cui non si dava a bere- {anche se poi tah·olta, ta· luno bcv~.:iSe): e gli àpoti non erano pochi. fornuvano tr.l loro in tutto. U mondo un:::i:soc:età che aveva it suo 1>eso nel regolare le cose del mondo. Alcuni cJPi Ili stato, certi prelati, b:lll· . chieri. ç:ipitanl di industria, direltor; di grandi g-iornall, anche se non tuttl sempre !lOtcvano r·vf"brlo. appartene• vano pc,rò :illa i:, 'I degli àpoti. rr: nella città dell'uomo, restavano scm• pre alcune zone (la scienza, l'arte) net– \(e quali cm proibito l'ingresso all:i 1>ro1>agando.Poteva accadere che trat· to trntto lu propaganda si nvventuras• se anche Il; ma. appena aprlv-1 !Jocca. come ta cornacchlo tra le coJomUe, ve– niva suh.to riconos<:iuta al gracchiare. • Poi succe!':Se quel che successe. Vio· late le :·egole del giuoco, sp:17.z:.,tevi.i ·le propa~ande, .1.':lSOrbitl o messi a ta– <:ere gli ii1 >oli.il fascismo (come in al- ~1in~;~cf:· r~:,\~~ ti~a c~r~~~~~~1dtaut~~ nica totalit~ria e incessante che i: du• rata. \lcnt'anni; e che, senza pensare ora agli eHettl, solo per se stessa, fu tal cos..1da c:1mbiare colore e s:i1>0re alla vit..i. 1-'c>r vent'anni, fummo come ~ carovan:eri del deserto sotto il ghi• lONSlGLI ED ESEMPI cli un J, E.CCHIO POJ,.,T A comando a molli dei noslrt galarttuo· mmt. Vl mette però nella posizione dz avere straiti rimproveri. A questa d-Ol ce pigrizia atcmti rigidi ce,uwri hanno altril.mito la distanza che ho ·m-antc mito da quelli fra i miei onorevoli a· miei che hanno avuta la disgrazia cii !Jiu.nr,ereal potere. Rendendo trom>o N !t 0 ;;~r:::' 0 atr:;;::::J,,~/ 1 :/v:,~ onore a quetto che chiammio Ja mia pfefazione deL vecchio canzoniere 1~~z~l~?:a~ic :r~l/l/~/~°:,:;;~~~ 'tu!!, Bé,w1!]er in cui si leooono considera• seJ1so e la scienza dei arandi a//ctri, zWni oneste e saaòe. Atc1tne di esse si quesU censori vrelendono che i miei !:;:ii1f 0 tu~taft8:[etr~~:~itz!~n~"~ st io;~f~ cor1sioli avrebbero i/lum.iliato vitì di /cime un reoalo ai lettori di Nuova d·;~t;~t,~~1!r~; 0 /i;. 0 ~~n~[ ;;;~·to 11 ~~~ 0 :/; Europ;. stl'i uomini cli. stoto, avrei sco119lurato « 7'e11,!}o che si sappia che bi nessu· t venti, allontanato le ~empeste e fat• tta evoca deUa mia vita di cantastorie to 1wvioare la Francia ~,t un mare di. ho pe,-m.esso a chi che sia di di,·tni: dcli:::ie, Avrlmmw l1ttti la Ubertà da e: Ftii questo. non far quello» o "arrl· ve11dc1'co 1,htttosto da reoalare. A neo· va O non. arriva fino a questo punto•. ra 11-01t ne sappiamo bene il prezzo. Quando rinunziai aL modesto impleou J::h, signori. e tre o quattro amici miei. che 11011 dovevo che al sifmor Arnault, che prendete un cantastorie 7,er 1m e che in. quel tempo era L'1u1Jca ml<t ri· mauo, non -vt hanno dunque detto che sorSQ, alcuni uomini, verso t auali /io .il potere è una campana che impedi· conservato una profonda riconoscenza, scc a chi La. mette in m.ovimc>tto dì mi fecero offerte vantaggiose, e/te aurei 11.dire tdctm altro suono? Senza dub· 1J0t1Uoaccettare senza rossore; ma es· bio al..;11ni ministri consultano qualche si avevano una sit1<azionepolitica trop· volta quelli elle hanno sotto ma,io: vo cospicua per 1wn • crearml tmbaraz· citi edere consigli è un·occasione cli zo in. qtialche momento. n mfo carllt· parlare di sè che raramente st perde. tere indipende11te resistette alle sedu• Ma non basterebbe di consultare in. zioni dclt'amicizia, Restavo perciò sor- buona fede oe11te che in buona fede 1,rcso ed im.barazwto, quando si dice· cousiylia: bisounerebbe poi esea1,ire: e va che ero un. 1>ensto11ato de! tale o questo fa parte del carattere. De inte11- det tal altro. di Pietro o di Paolo. di zioni pi-U pure, i! pì1ì illuminato pa· Giacomo o di. Fi-lJppo.Se ciò fosse sta· triottismo 11011 sempre Io danno. Chi to. no,i ne avrei fatto mistero. Proprio no1t ha visto q11.alclte alto perso11aogio perchè w quale voterc la rico11osce1t•lasciare tm co,isig/iere con in mente za esercita su di mc, temo dl contrar· u,i proposito coraggioso e r1tor11are -re obbliuhi de! genere, anche verso un mome,ito dopo, M non so quale g1i·utmUni che mauoiormente sttmo. tuooo di delizia. con {'im.barazzo dello La Rivoluzio1ie di luglio avrebbe smentila data alle pltì savie decisioni? anch.c voruto arrlcchil'mi: l'ho t1·attata « Oh, dicono, 110n ci prenderamio pi1ì; come wia 1>0te11za che pud avere dei che galern •· 1 più, imbarazzati ayoilm· ca11ricci, cu quali bisou11a essere. 1n uono: « Vorret vcclervi a, -mlo ·11osto •· grado di resistere. T11W, o quasi tut· Qua11<io un mJ.nistro dice qu.esto, po• ti. i m.1eiamici i'.Olto passati per H 1114· tete essere sic-uro che ium rnaioria viù nistero: ne ho pe1·/lrto ancora uno o cori /.a praprìa testa». due che sono restati am>esi a Questo :bcl~o~~ ~~~:S~:'~in;;~tt\~!!r~s,~:i ------------- te uli sforzi che /armo per discender– ne. Avrni du11(Juepotuto avere una 1mrle nella daistribuzitme de{Jli impie• {Jhi. Dis9razlatame11te 110n ho (amore delle si11ecu.re e il lavoro obbligatorio •mi è àiventalo insopportabile, salvo forse <11.tello di far lo s1,edizioniere. Del maUlicenli lta,uw preteso che jJrali.cavo la virtù. Niente affatto: si. trottava di 1>iarizia.Questo vizio mi lta fattu at– tribuire molte quaUtà e verciù lo rac· C. COl.,0S1, Evotuzione . Lamarcki3mo, darvini.rnio. mt1tazioriìsmo, olo:,c11ismo. Fìrcnzt'. Le Monnier. L. 200. R. GIAC..'OMl!!LLI, IL terrofiSmo aereo 71ella t.eoria e 11ei~a realtà. Rom3, Assoc. lt.al. di aerotccuiC3. L. 300. C. D'AGOSTINO. Critica coltrtutiua. Roma. r::d. dei S.1gìU-3,1io. L. 50. C. SAL\'K'.l!Nl • C, LA PIANA. La !o~':. 1 ~~~.-,~~li::: Rom.a, Fìr('nze, Ed. quel verso, sollecitata morto o un po~ a quello scopo. Cc ne accorgemmo do– po (con una certa Inevitabile deluSlo-· ne); ma allora quasi non ce se ne ac– corgeva. Consumata arte. <1uella della B.B.C.! Ma l'effetto grande che fa B.B.C. ottenne Lra noi. non fu poi tut.– to merito suo. Metà del merito ce l'eb– be Il fascismo che cl aveva abituato a tale propaganda di tromba di tamburo per cui ogni voce p!t) discreta che ci arrivasse doveva sembrare a noi usci– ta dalla bocca stessa della verità E quelli. eran P<>I tempi bui. 10 cul è consentito fare anche quello che n~m sl dovrebbe fare mal: aiutarsi a vivere (e a sbucare dall'altra parte dc( ll!nnel) auchc con qualche Inganno. R.cordo che quando nel mio paese re– sta! s,,lo ;:idavere una radio (a batterie)~ che funzionasse, (I tedeschi in ritirata aye"·:m fatto saltare gli lm'p\antt, raz· z:0nrno aninrnll ed uomini, e saccheg• c,:wano case). 10 uscivo ogni sera a sp:.i.l'gere le notizie raccolte nella gior– nata, e via via che l'angoscia di tutti ofesceva, le sollecitavo sempre un po• di plù.. e le davo agli altri semp1·e un tantino più rosee. Ora però, se non vogliamo df nuo– vo rimbcx:llllrc (e Dio sa che non ce ne snrcbl>c bisogno) bisogna smct· tere tutti. A dire Il vero, li tono di Jl!"Ot>:1ga_nda, se scomparso non è, ha dato g-lu molto; e più. di quello che non ci si 1>0tesseaspettare. Facciamo p!!-rò che non risalga; e cerchiamo dl smontarlo subito In qualche zona do– ve ancora è r:masto. Per esempio, dci ,,:irt 1 R'.ilni e <ìella reslstencr.a,_.che fu· rono certamente cose serie, st dovre~ hc onnai parlare senza reticenze e senw ampliflcazionl (ciOI!fuori di pro– paganda), come sem,pre meritano Je cose sc>rie. E attenti ai m.ili! (nglt pri~ mogenltl delle propagande). Sgonfiarlf'..t sul rwciccre. J miti nul:ct e Quelli po-il polari. furono tra i nostri più gro~\ nwlonnl. Non Si dice con clO che. nella vita J>oltt'.cache st J>re1>ara,l capi partitt, g!i uomini politici e i giornalisti, deb– Oano farci tutti apostol! della verità oom'esce dal pozzo (sarelJbc troppo prc1en<.l"t'eJ:1>0ichèmaledettamente la pro1>ag::indafu inventata, la pro1>agan· da sem1we cl sarà; ma ciuel politici che ci ricorrcrnnno meno, e mostreranno ma~::lor fiducia nella forza delle idee e delle cose come sono. 1>er ciò stesso mo~treranno anche di essere più. pro– baUilmentc dalla parte della ragione. E 1>otrehbe-roanche (augurlamo...~101' a\"<'r fo1·tuna. L'esempio lo dà a tutU Ferruccio Par!'i che ,t!enc facendo a, gli Italiani una p1'0paganda onntna· mente sprov,~i$l3 <li propaganda, co– me non s'era mal sentita. Che possa continuarla. e che non aocada a lut quel che accadde a prete Pero, per -o– pera del conclliobvto: cr Questo è un papa in buona fede. E' un Jl:ipaccio eh,.. ci crede. DiamO'.di l'arsenico•. Se \"<'nissc finalmente l'ora che aglt uomini nol:ticl re-pugnasse. (come a o::;nl onesto rlpugn::i). di ingro.~are le file e di portarsi dietro JllJ:•a ~ente so– lo pcrrhè a costoro si ~ tenuta. nasco– sta p,11·tedella veritìl. o si è pro1>:n.:ita una corta dose cli bugia; e che la gen· te fosse fina1mentc disposta a credere e nwgari lottare per le Idee e le cose come sono e non truccMe; quella sa– rchhC" r>cr lutti l'alba di un:1 gran bella giorn.it.a. Aspettando che Il ca.fondario ce 13 J>ort'..ciascuno Intani.o (e non soltan– to ! politici e r partilantl) dentro dt sè può fare qualcosa. Anche noi malin· conici, eh<• si vive con la penna in mano. Più degli altri noi dovremmo c-ssefe (e molti slamo) stanchi di pa– ne e sabbia e desiderosi di risentire il sapore del pane com\}. E la finezza di un ingegno, anche più che dalla sua rcfrattarielà a subire la propaganda. si l'lvclNà sempre dalla sua ,;pu. :,:na11zn. a lnworla. Anche noi voi:;llamo difendere la ve– rità (o quella che a noi sembri la ve– rlt.t); mc:1. che sia sempre una verilf1 ac· compagnata da tutte le sue srumature, le sue ombre; e anche le sue incertez• ze e I suoi dubbi. Tra le parole che l( fascismo aboll e che nOi vorremmo ora rimettere ln onore (dl&.~ebene Paolo Rossi) e·~ anello la parola forse. Tra !'nitro. ci accadrà di sc1·1vere torse un 1)0" megto: 1>erchèle idee hanno in sè qualcosa.di leggicro, di. alacre. di all· tante (e in effetto sono più comunica, tive) rtnchè r<-Slano come nascono, soltanto Idee; e diventano J>esanl.i e musone (e in effetto sono meno em• caci) quando si picgnno a servire. Sento ora qualcuno che .mt dice: - Mcl sa le\ che ~ una bella ingenuità dire queste cose .:ill'uscita 'di una rl• ,·oluz'.onc e alla vlgiHa di una costi• tuente? E mentre gli scrittori e gli o– ratori di domani vengono già arrotan– do la voce e la penna ... EpJ)ttre 'proprio questo è il momen· lo di dlrle. Tra l generi letterari che uno scrittore do\•rcbl>e ogni tanto e– sercitare, c'è anche il genere inattuale. PIB'J. 1 1«) PANCU.AZI
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