La Nuova Europa - anno II - n.35 - 2 settembre 1945

l Il l_ --·2settem,1945 ------------~--L:.t NUOVA 'PJVROPA' ------------------ SENE CA U'MOR J s T 1 " j ~~~l, iii t 1~;~~~·-· ~;:h)i°'';,~,i~i vo CABCìLA R;-;; ./:J. u itl ora ora dall'astuccio della ma· ~;~•1,;d~.~~~s~/•s;~;i;{q~~~ch~ TROPPO RICCO I N molti dialett1 Ualianl, cosl me- 'è nata a contatto con 1a pienezza e sa di buono da costoro!» (115,2). / NGANNARE lat d cl . . • kl. ~l:!;~~~l~~~~e q~\~h~~~~~\a V~ ~~;r~si~t:ne~~ ~:a v~r1ta. E che plr~s~3in~~a~!~ nci:1 ~~1:~~~~~1~: re al.cunoc~n. a·,u ! ~:1~ePa~o!~I~~ e vJvono forse ancora sulle labbra di Ma di questo punto - che è essen· sa di Seneca, una schietta corda dl verocreder/ o ~ fare cosa contrario al qualche anziano - alcuni modi di ziale per farsi un concetto di Seneca umorismo. che può anch'essa giovare M e a ~nes 0 : dire che portano in sè, ciascuno ln senza cadere nelle esagerate accuse di - oltre che ad arricchire la sua fislo• lorit~ ~op~g.b, un !nj~ 11\ ci~e fa ttn 1c 0 : 'forma diversa, H vago r.icordo e 11 alcuni studiosi o nelle esagerate esal- nomìa - a sfatare una certa raffigu• ,a e, cio_ e n uce a t;i nome di Seneca. Si va dalla frase ve· tazloni di altr-1 - è già stato detto razione troppo monota, moralistica e in frro.,_-eper inocurare un pro1mo neta « te me p~r na sencga svenada > altrove. Sarà utife invece, adesso, sof· professorale che di Seneca disgrazia· van auoi~ . .· alla frase pughesc. « ddentata quantu fermarsi a notare la presenza. nell'o- tamente è stata fatta. Raffigurazione E qui . fatto ass.ai ça:atte! istico :--: na seneca ». La prim~ di queste. frasi pera di Seneca, d"un lato che sinora si angusta, che oggi ha corso ancora; e ,iot .abbfamo ik privilegio di vote~ci ln~ica un'esosa avarizia; la seconda, direbbe sfuggito a1l'occhio dei criUci: non solo nella imbastardita tradizione espnme,e. con. una fav?losa vivacità un es1rema magrezza. Non è davvero un Iato di sottile ma profondo umori· popolare d'un Seneca allampanato o e .~tcche-:za_ dt lrnquaggio._ truffare, rag• molto lusinghiero per Seneca. . smo. Tener conto di questo lato si• spilorcio, ma nella stessa tradizione {)ti are, mfmocchiare tu( l-upm?re, far Ad ogni modo, per quanto bizzarri gnifica capire meglio, nella sua com- delle persone colte. fe!so, f ...• f ... , b... , b•.. , imb<:rlicuccare ~ imba.stardlti. siano questi. modi dl pfetezza, quest'uomo geniale e focoso; · Che questi passi qui riportati ci fac• (~ h~ letto ora solta,ito e mi pare bel.• d1rc (e m particolare è bizzarra qu~l- e nello stesso· tempo ciò gioverà ad ciano pensare, con la loro arguta comi• ltssmio), ecc. la meta1:norf0Si di Sc1.1ecada ma~ch10 intendere quanto il suo filosofare, ben cltà, a1l'edlllzia «novecento, 0 al e ti• ?ar~ _anche _q·uest<T. in. confronto de• a femnuna, per cau~ della de~nen- lungi dall'esser triste, monocorde e fo » o alla «manicure», ciò dimostra oli altri po~oh, un_ nost10 pnmttt!]? za che ha finito coli ingannare Iorec• accigliato, sia anzi sciolto, vivace, sen- appunto - se non m'inganno _ che Sarebb_e. in oo,u caso un vn~11ato f~fgre~~~~~~ehv~Je;~n;~~t~~ ~:1r !f~~ f! fe~~~nJ!f,~~n~~:r~~~n~II:_ ~~t~~~: !I ~~~u~1c~1~ica 0 ~~cc~~~~~~. c~~d{~I~ ~ig 1~ie~t~fJa:i~;to~ converrebbe disfar• g.ere a ta)i formulazioni (la cui ~st~n- sofare, insomma, che vivlt et vioet. tempo che può sembra1·e tanto \ontano M_a[a 1~ilseria, le. miserie dei secoli. sJOnC rcgronale è notc~!)le: bash due Naturalmente, al primo sentir par· dal suo. di ieri, dt oggi, sp1eocmomolte cose. che fras~ del g~nere s incontrano an· fare di humour in Seneca, al lettore FOLCO MAR'rINAZZOLI g. f. che a V1t~rl)o, in U?11brla, nel!e. Mar- verrà fatto di pensare all'ApQcplocin· che), la 11gura storica e trad1Z1onate tosi _ quel pastiche menippoo col d~l filosofo d~ve avei; sublto fll:Olte quale Seneca corbellò spietatamente vicende. Ma 10 tutte queste fa91 la ta figura dell'imperatore Jmbecllle. fantasia popolar"" deve avei: costa~te· subito dopo la sua morte. RICORDO mcnt~ avuto dalla figura d1 .lui ! 1m· No, non è questo H lato umoristico pl'css:on~ di un 1!011~och9dt tnstc, cui alludinmo. Po:chè- il riso dell'Apo• cupo, chntso, e ~nmd1 acido e filoso- colocintoSi è amaro; è uno sfogo più fìcnmente soualhdo. . d'esasperato e lungamente represso Strano è del resto che queste fr;u,,. rancore, che di vera gaiezza. V'è più D EL L A cJ.ialcttnll - . contrassegnate tt!tt~ da tronia e snrcasmo. che vero humour. · 1<1ffigu1·nz~~n!. fra lor~ congeniali, ~o- 111quel riso c'è J)Olanche dell'impuro. · · GERMANIA mc maa.1~zza, avnnzia, squa loie, c'è della catt:v;i coscienza: appena :'lfflYCtt~b1l·.oso ecc. -. ~b~:lrmo, pu~. morto l'ahoriito sov1·ano. si sa che 10 nel 1010 plateale dcfo1m.u_>!>1, co~1se 1 scherno e l'Insulto sono una fras(' di vato a~1chc.una c~rt.'~nalo~'.n coll an~~- prammatica della damnatio memoriae. co 1110.~ ph1lo1;op/i,lcl~::;. ln~p~ontatç, v;_iu InfMti questi scherni rischiano di ri– o mc1~0 d~ que.l,abito :mi_chcgg,~~~lC, coi·daroi., sia pure per antitc>si, le non éh~ già_ d1 01:1o_norn _eia st ~:o. !ti.so belle ndulnzioni un tcmr.o -- all'epoca dm J)Oet1c1ass1c1,dag-h apol?t:,di ... e da dell'esilio còrso _ Indirizzate da Se• scc~~ll~~~s:. 0 ·cei:to è che tra_ il «« S~· :~~,~~it/ 1 ~\~f p1r;;~r:· P~ltt~~~Pifc~~;~ neca morale» d1 Da,1]te ~d 1 1 Scne~a del\'Apocolocintosi non è.insomma il s~e;'Chlto e muso-lunoo ,:,,,di_ questa ti a- riso migliore di •Seneca: e se l'.4poco· dn,.onc t~llrnp~polare e e 111 fon~o ~11~ loclntosi fosse proprio - come è sta· l?nJano 1ap1~ç,1 to. In ~!na lenta. in~~- to eletto _ l'm1lca risata della vita di s1h1Je alt~1-az1.l?ne, sto1 ica, è stnto c~e- Senec<1, essa non ci nutorizzerehbe di Eto sem1>1 e p1u 1_accento su un S per sè sola a parlare d'un umor-'smo cn _lntel'l)rct~to esclus_lvam':!1t7 ·con~c sencchlano. AnzÌ, pot1·emmo contim1a- {i\15~~~~-~~~~1i1 slcis~ ; ~t :: 1 ~~~~~~; 1 1 ~ re ~ vedere cssen;i-.ialm~te l'ope_ra di mano su quanto di ,,reclicatorio e ~ul 111~~e!ln. luce monocroma cl; tra· qu,,ndi i·ctorico e meno simpntlco è ,..tea sei 1età 1n cui per Io più sinora insito. nel far a1>C1"taprofessione di è K}~'~n~~~,t~O. Come la profonda sc– m~{~~~~~- alle rozze (anta.sic medie• ri.ctà e ti:agl~tà dell'anima le 1 opar,Ha· vali che raffigurarono V!rgilio quale n,t 1:011 .d1sco1da, - anzi ne r ~~ve li• mago a Napoii e Ovldio in v-cstc <H lum111~1~:01~~ _e.rillc'\.:o - con l umori· stregone a Fonte <l'Amol'c, si può ror· smo ..11eSi.st1~1le ~, cc:t~ trovnte e se porre anche la raffi~ur.r1z'ione cl'un battute del l 111:a!wome,u, cosl q_uel Seneca :111;_1mpanato .acido. avaro. bron• drammatico,_ ~)bsslmo .... r~athos mo1~1e_ tolonc _ il vero ritratto clel mot·ali· - che cost1tl,1scc lt't 0 nmdezza e 111 sta ... Del resto a ben rifletterci. que- s~cme In debolezza di Se!1cca - non sto processo cii deformazione non è c!•scm·da affatto con ~alunc _l:i~ttute f~ molto diverso ùa quello pcl quale ., hcemcnte vcn~t.c di_ co:111c1tà.del.I. suo tem,1lo la tarda aneddotica ales· Letlt?rc a. Lttcll10. J?ifatti rrop:·10 Jll sandrina finì col vedere In Democrito ~uestn pa1t~ c01:c1~1s1vn dcli oµe1a m?• colui che sempre ridevn e in Erncli- Ia_Jcsenc~h1ana, J)!Ù che n.111e_o~e1e to colui che plang-eva sempre sui c:1si p~ccf1c!.1tt, si yo~sono Irnt1accmrc dcli.i vita. E' anche vero però che !I tialt. d~ h 1~m~w. · , . 1 peni)icro umano ha costantementch1.· Questi t1alt1 -:: clic natur.!.me1_~te c.og110 <.li quelli che. con una bella n_onv:1!11~0 c~mfu~1_con I sempllc~ t1.1t· parola nntica, Si possono chiamare \ ti lromc1, d1 cu! 11 grande scnttore syntomol: \e sCorciatoic, cioò gli sch,~ élbbonda - co1T:~pondono plenamen– mi. i rln!:ìsunti, i sintomi. gli ab uno te alla natur:-i v:v~cc:,,, e multiforme dùu:e omnes (e tali sono oggi an(!o• dello sp~~nuol~. poi.chi.: cc lo_ rann<? ra, in sostanza. frasi ratte come « 11 vedere pnt al vwo, ncordandpc1 m lui poeta della Ginestra» J anc11e I uomo alla moda e I uomo di N~n pc1~òali.i sola iantnsla po1>ola· spirito .ch'egli era stato, ~onteso dai re Seneca è apparso sotto )e .semb:an• letterali, dalla buon:, società. e dalle zc d"una figura triste e a.cciglinta. hclie clnme d.ella Romn Imperiale. Coloro che hanno studiato la sua Pc!' esempio. d~p!o1·ando. le rnffìna: personalità hanno finito col dare im· te✓.zc csagcrat_c d1 t.ilunl ricconi suoi porrnm::1 prevalente al lnto di Ju1 che contem!~•1rane1, Seneca , nc:?rcla ~he può dil•si moralistico In senso dde· la stanza da bngno dcli antico Sc1p4o· 1-:ore. Nictzsc'he per esempio classificò ne aveva solo qu~lche apertura a_lla Scnecn fra i suol « impossil)'il\ »; gli meglio nelle p:irct1. tnnto per 1,1sciar affibbiò il motto corrosivo prlmum PDSfl.ll·eun po' di lt1~•~. clall'est~rno: e philosophari, delltde vivere; non ha cosi prosegue: « Ogg.1 mvece si cscJa. ~~~li~~e qd~N:c~il'rr~i~;l~~e s~1~Tir~1\ ~ r--: q~~~ 1 c1~ ~ t v~:aU1~ 1; ;~~~~(~~ :::~~C a~)~~ifoa;iia C~\[!~ll:rf1 !)~~~~l~at~ ~i~~l~ll;r~!lOl~C~~~~-~ll\\ f~~1~tl~f~~1i,;~~; ,ippariva al m.aturo Nietzsche un po• al tr.imonto; _in cui non s~ possa ave: 6atore , un ipocrita. \rritnndo iJ suo re. anch7 11 comodo d a_bbronz:.u·:-;1 senso irr.iz :onalistico e patologica• nwn~r~ C1 Si hai:::na; In cu, non sia mente ronwnl.ico dcJJa vit:.. 1~oss1b1lcscorgere, stando_ a 1'!~olloln . Ma in rcaitt 1 Senccn non è nè (]Uel t1no?z.a .•ca';'lpa;:rnc,e ?CCa)ll » (Su,8): La lipo cli rètor~ nè quel tipo di memcn· c~m~·.c,ita eh qucs_tultun~ u·atto è 11-rc• tomo elle è stnto detto. c1st1b1Je.e fn ndcrc eh gu,sto. anche Se non altro, c;;:li era stato uomo d~ no_\. C0!3lC.non l_'iC?rda~·ccerte JlaC· mondo, aveva conosduto successi \cl· clmmene eh nu0\'1 ncch1, o certe csa• tcral'i e amoro~'i (l'esilio in Corsica geraz1on.:. cdilìi.le clc!lo stile novn• -~non~g,~)~s~~~,c~t~o1~!~), a~~;~l~~ir~;\e1~~l- e~~~~·~ d~po Sc~eco pl'ende in giro ~l mcnlc posseduto il poter~; e nella sua t;fo SJ)Ol'liVO dei illOI CO!ltClllPOl':JllCJ; !liÙ m:itura vocazione cli direttore di ~ oss~1·v_a c1w _I:i lotui ~ una grn1~ùe. eoscicnzn ::tvcva qu-:ndi. potuto ccnser• grand1ss11na scienza, la qu;t!c consiste varc tutta la vivacità delta sua indole tutta nell'un~crsi e nell':ntrogolarsi di e cldla sua esperienza monùnna. sabbia o fango (SS,IS). Non so com'è: L:i movimentatn stori;.i dd!:.1 sua vi· nrn nucstn batttlla mi ricorùa le paro· tn h;:sla da sola a smentire lo sc!wmn le (l'un talC che, a certe signorine in fittizi.o e ·unicolor~ che gli si ì'! vo!~1to vjsib11io pcl g1uoco elci calcio diSsc sovrapporre; basta - soprattutto - a che per conto suo non faceva gran garant-:rci che ?n sun opera di mo1·,11i·d:ffcrcnza tra quel nobile giuoco e il stn non è statn del tlltto nstrnttist..ica calcio (absit) nel sedere. (tale è la ca1>italc nccusa rivolta non E nltrove vediamo le doti miglio• solo a Seneca ma a tutti i n:orc!isti ri di Scnccn scrittore arricchirsi d'un dello stoicismo: anche ~li antichi Ora· rmngcnte t1morlsmo, quando egli dc• zio e Plutarco conconl.:1110 csscnz;.al• scr:ve certi esemplari di homo sa11lcHs: mC'ntc s11ciò nelle Joi·o critiche). bensì « tu conosci hcnc q11ei giovanottì ~:Ili· I tedeschi sono gente strann. Non sa· ' profonda cort•ispondcnza, sto pe·r dire prei ù-efinil'c altrimenti, senza cade- I mm identità. Questo spiega la compie- re in generiche ,,sckun.izioni di ùe· la mancanza di senso critico, di intel· plorazione sentiment:-i!e, quella che ml I !!gcnzn insomma, di cui cliede prova il è npparsa !a loro caratteristica fonda· te,d-esco, il quale fino all'ultimo si la· mentnl\; durante quasi due anni trn- sciò condurre docilment• con la mc- ,t. scorsi nei !oro campi di conccntramen· medesima ottusità del bue che va al ma· lt to: l'assolu\.a mancanzn di senso uma- celio. Anche dopo l'occupazione ncmi– no, la crudeltà elevata a sistema. Stando ca, qunndo l'.:ver perduta la guena era in German!.a ci si rende conto, pcrchè un fatto, sembrnva che i tedeschi non se ne consw.ta con mano l'assenza, dico- se ne volesser~ render conto. Si assog• me cc>rticlementi del cr·istianesimo sia• gcttavan~ passwamente al nemico per· no diventati costituenti dell'uomo, tan• chè era Il più .roi:te. Non ~o mai senti· to profondamente da essere non più ca- to ln loro un lievito di ~rlt1~a, uno s~or 0 rattcl"ist!che storiche contingenti ma zo per tçn_tarc <!I usc~rc. èla!lO ~terll:e momenti dello spirito. L'O$:SCrvazioneè rapparto ~• vinti ~ v1~c1tor1'.d, met: b-~!~~~c-Eppm:e essa acq~ist~ tutl'altr~ ;~~f~ns~eddt~~1c~~ir~~ig1 1 ;~~o«dàco~l;~~ ~'<;>:11.1~ato quando non c. pi.~ co11slde b;ittuti. _ sC"mbravano dire _ un~al· 1a~10lh: teorica, ma const,1taz1one nata tra volta. se riusciremo not ad essere t òai fatti e .magnri dalle proprie espe: lù f rt" vi balt remo> E' Un at~ .... ric1~z~persona!\. Si ha _l'impr.e~slonc d1 &iameont~'•verame~te scorifortante,•itiòi– l1'0_-.ms~ davanti a degli uom,m I quali to più sconfortante, sto per dire. di p~tò, a~ un certo n,1omento. nç,n _sono ogni f\:>rma m crudeltà -e dl barbafie. più tali: cc 11~ntiamo nostri Sl!'J1111, perchè dà l'impressione d! una Ger• fl'at!,?llial medesimo modo dl tutti gli mania che ra da peso morto. da massa alu·i, e ad un _tr~_ttoavvçrtlamo che non ritardatrice in una Europn che. d'altro ~ <:osl. Dl qui 11mprcss1one che ho de- canto, non patrà rinascere senza ti con– fimto strana. Come se. m _mezzo ad un corso di tutti noi europei. E includo m~ndo _di pçrson~ vcstl~e moderna: ln questo noi anche l tedeschi. . n:cnte: ,,ed":S-~lllJ<? !m1~r' !vvism:1ent.eag Un fenomc>no sintomatico òel carat· girar;)! altri rnd1v1du1 1 quali. con la tere tedesco, come sl mnnifestè) nei no-, n~ass1ma natur~le~za, vestono alla ma· stri riguardi. è l'atteggiamento della nier::i dcg!_Iantichi greci o del_~Ines!. donna. La donna, proprlo per il fatto Le sentmc!le, eh~ sono statt 1 tede• di 1?ssere più « natura n che non l'uo· scl1i COI)l qual\ ho avuto I pi?, lunghi mo, mcgllo di questo esprime le ten· r:.1pp01·t1, cl trattavano con grnla volu· denze fondamentali ed• istintive del· tmnente selvagge e spesso anche con l'ambiente dn cui provlen-..?.Cosl. ln. un pcl'cosse. ?enso che purtroppo queste ambiente dove domina la cattiveria. In nw11~cr<:? <11_ fare saranno conos.clute an. donna è peggiore dell'uomo. L'eroe ~~~~~~l~~~a. !1!! l~~~s~lc~g,~~~t~;~~~ i~:ke;ft~~~r. !~~il J1gl~ap~res:c~~~,;ct:1/l~ rosi non sotto un impulso di rabbia o donna: esso si chiama l\fachbeth. Rc– : 11tro.ma a s..inguc freddo, senza. nessu• gana, Gonerllla. Ebbene. la donna .te; n:1 giustificazion<:: era la tc,cmca del dcsca f'.l con noi prof9nclamente cn~tl· t~1·1·01·c. Devo aggiungere che le nostre va. Qu~sto fntto colpivn tanto più .f9r~ sentinelle non facevnno p:i.rtc <li S. s. te nol Ualian.i. che siamo abituati a o <.li corpi spec-iali nddetti ai prlglo- trovare nelle nostre donne tanto anio· nicri. nel qual caso la loro brutalità re e tanta umanità. L'italiano è buòllo. non sarebbe stnto t;mto imputabile al e la sua donna, per Istinto, tende ad cai·atterc del popo!o qlianto a quello estremizzarne In bontà. Con questo non di una minoranzn fanalicn. oppure ctel· voglio fare una scuarazionc fra poJ}Oll l'uomo ooliziotto. Si trattava di soldnt.i buoni e cattivi. Credo che. essenzial· dcll'cscrcilo. indivi,dui che nella vita mente, un popolo è ciò che lo fa essere civile erano tedeschi Qualunque. Del la sua classe dirigente- Ma a parte•if rc-sto, i pochi contatti che ho avuto con fatto che anche \a crasse dirigente e– la popolazione. durante i trhsfcrimen- scc dal popolo e ne è l'espressione, dt· ti ila un campo <.li concent!'amcnto al· r('i che si trovano nel popolo certe ten~ !'a!frò. confemmno questa impt\:!ssionc. <lenze che ne formano Il carattere, le Nelfe ~U·:ltlc._alle stmdoni frrrovlar!P. quali sono suscettlblli di essere avvia· tutti ci ~011i;:;1<1eravano c~n C;~t_rcn:io c , te più facilmente verso la bontà o verso ualesc d:,sprezzo, s~nza 11 n11n1mo ge· \a cattiveria. La tendenza del tedesco sto <li pletù per le nostl'C condizioni, appartiene a qu-esto secondo. genere. scnzn nwi un gesto di soli<lnrictà urna· Non riuscirei altrimenti a spiegarmi na o di aiuto. l...1 bnitnlil?l dei nostri J'nttegs·1amcnto di certe donne nel n~ ::::un1·dianicrn vei-nmente l'csvresslon~ so·l rapporti. Cito un esempio: erava· !lei loro popolo, mo m un viaggio di spostamento da un F'ino agii ultimi niorni <.li guerra. nn· campo all'altro già da sei giorni, du· che Qunm!o ormai ln sconfitta era evl· rante i quali non avevamo avuto .vi· dente a tutti. non ho n<llato il minimo ve1'I<lai tedeschi. Fino allora avevamo screzio nel fro:ltc interno: non una J)a· tirnto avanti con Qualcosa che ci era· 1·o!a contraria al rer.im -e, un gesto di vamo procurati prima della partenza, mnlmnore per gli uomini che avevano ma ormai eravamo completamente diJ condotto il pnese allo sfacelo. li 7 mag- giuni dn quasi due giorni. Ad U1)asta· gio, un giorno urlma clic arrivassero zion-e, dove il treno sl era fermato, ve, 1 russi vicino a Dresda. clave io ml tra· demmo una donna che teneva per !_Jl.a· vavo, tutti lavorara110 come se nient-e no un bambino. Le dicemmo .che ave· stesse accadendo. con le c.-innonatc che vamo fame. se aveva qualcosa da 111an· si senlh':rno vicinissime. Si oirù che giare. Essn cl domandò di che nazlo– ciù era frulto della p~m·a, del t..-:?rrorl-nnlità eravamo e se combattevamo an• smo organizz:110 dalla GcstaJ)O c dalle cora per loro. Rispondemmo che era· S· S. Tutto questo ?! vero. ma è nltret· vnmo stanchi di guerre e che non a; tanto vero che con la soJ,1 paura, con vremmo combattuto più per nessuno. !a sol;.1 .attività comprimente dnll'alto. E~sn allora fece una faccia dura. J)Oi non si sarebbe mai riusciti ad oth'mere tirò fuor-i da una borsa una mela, ce cfo che si ottenne. Il fatto è che fra la mostrò e Ja diede da nwn~i?re al 1 (1ucllo c:he tliccv:mo 1c sfere ufficiali e bambino. Rimanemmo eslerre{att1. Era· quello •che ~1!ti-va il iJOJ)OJO c'era 1.ma ,·rimo da poco in Germania eò era la

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