La Nuova Europa - anno II - n.35 - 2 settembre 1945

-- I ------------------ LA· NUOVA EU R 9.PA -------------- 2settem.1945 REVIVISCENZA DI DE SANCTIS L A llUOVa .~et·ie di Sag&i crlticl del Debcnedetti, uscita "'le.,;tè,e che i senza dubbio uno dei più imJ)or• tanti avve'tlime11ti letterari di questi mesi, spira un'oria seria e cQme imma· Jinconita di prcse;:time11ti. Souo scritti di poco prima deL 1939.E' i/. tempo de{• le illusions penlues - per dirla balzac· cllia11amente." />m·e vedere io scrittore Mio e cMuso dentro sè stesso. chino a, tavolO di lavoro. mentre mm ruga 11ro• fonda gli scai.:a la fronte. Wusio,ii per– dute, rilomi ù1. sè stesso, revisio}ij cri· tiche. La ptima e piit irnvortante revisi<mc per ·un critico lctternrio d'oogioiorno, dopo la so/enne lezione degli ann) pas• sali, non può essere che il nuovo as– sauoio dt'i due valori dcll'<trte e della vita. l'!:d i: bello e promettente veliere che questo lavorio - che si trova quasl ad ogni 1lasso nel l,ibro del Debenede( ti - si apra con Wt nutrito sao(JiO su J;'rancesco dc Sunclis - il primo clella .'ìerie. E" un folto simbolico che va ri• tenuto questa reviviscenza descmctisia· Ha in U/l libro di critica co11lemporanea. Per molti it Dc Sanctis pare ormai san– tificato e messo in vetrina: it santone, U padre della critica estetica. Francesco de s,wctis è una figura assai JJiù com· Plessa, figura eminentemente romanti– ca, che scopre la natura ·intnna detl'ar· e I N THE STORY OF Gf JOE L A stagione csti va ha cost,retto la magb'lor parte delle nostre sale ci• nematogn.1.fichc a ricorrere a vec· chi fi!m di provato successo; e così il criUco deve per forza parlare anche di film che gli è stato concesso di vedere in se<.tute private. Tale è il caso ùi questo The storv of Gl Joe che per cortese iniziativa dei colleghi dl Stars ap.à Stripcs abbiamo potuto vedere sul• Ja terrazza di un albergo. in una· ver· sione a passo ridotto. Il film, a quanto pnrc, non è stato ancora rappresentato neppure in America. Questo nostro pri· vi.legio è dovuto soprattutto all'argo– mento trattato nel film stes.90. The storiJ of 01 Joe (letteralmente: la storia di Joe rilasciato dal governo. Gl significa Governcment Issue e si dice per tutto ciò che viene emesso o rilasclato o comunque pagato dal go– verno. Ma orma! GI Joe vuol di-re scm· plicementc il soJùato Joe) vuol narra– re In rnanjcra epica la sloria di tutti i soldati americani che hanno fatto Ja campagna d'Italia. Joe è un nome simboilco come ll t! ,Tommy degli Inglesl. E infatti p1·0.' i· tagonlsta del film non è questo o quc• st'altro Joe ma tutti i Joe di un'intera compagnia'. Questo dramma guerresco, PQi. nell'intenzione degli autort del film, ha Il suo coro nella figura di Er– nie Pyle, notissimo e coraggioso cor– rispondente d1 guerra. caduto di •re· cente sul fronte del Pacifico. Il fihn non ha certamente intenzioni eroiche; 6e-nunai vorrebbe essere una tcslimo· nianza d.el palimenti e delle durez:cu sopportate durante la guerra in ItaHa dal soldati americani. La figura di Er• 'lllc Pyle, assai mite e umai,a, quelle dei soldati, i discorsi che fanno, con· rermano il carattere antigucrresco e umanitario del film. Questo è un trat– to relativamente nuovo anche nel ci– nema americano che non è stato mai mlUtarista ma è spesso l11gcnuamcnlt: e ardentemente patriottico. Si con• fronti del resto per convincersene la fine dolente e in tono minore di The story of GI Joe con l'apoteosi di dub– bio gusto che conclude La fomiuUa Sullivan. Ma se t pericoli dell'infatuazione militare cd eroica sono stati del tutto evitati, lo stesso non si può dire di ·quelli inerenti a certa concezione sen– timen~le e lagrimosa della guerra, vecchia quanto la guerra stessa. Si è evitato o·Annunzio e Kipllng ma trop– pe volte sono state fatte corfcessioni eccessive al gusto di Dc Amicis o, se si preferisce, di Saroyan. Or;i; tra tutti i•modi di vedere la guerra. il modo sentimentale è forse quello che amia– mo di meno. Esso ci mostra dei solda– ti buoni e gentili costretti a fare un mestiere orribile; ma dubitiamo che la guerra stess~ ne riceva una condanna altrettanto recisa P.d efficace che in rai>presentazioni più crude e più vicl· ne alla realtà. Perché questo è il di– fetto di ogni sentimentalità: di.mo – st1·;.u-clun aspetto dell'animo umano uolto più insolito di auanto non si ,rc,lri e forse persino inesistente. Comunque possiamo anche accetta• te con quella genialità avvt>nt·urosa con cui un Pellegrino Matteucci o uno Speke scop1·ivano ·,·eoioni inesplorate o sorgenti ionote; ma in pari tempo af• fonda le radici del pertsicro ·1lclla · ti"a· dizione rinascimentale della ricerca dell'uomo, e tenta una potente e oene• rosa. sintesi di arte e vita, di sapore prettamente ottocentesco, ma che non ~ travassata OD!Ji, anzi deve essere r{· 7,resa e reinterpretata, se si vuole u– scire dai pungenti contrast-i e daUe ac– cascianti insofferenze del pensiero con– teumoranco. Giustamente afferma il Debenedetti che nel De Sa11ctis bisogna vedere prì· ma di tutto l'autore di uno dei due Drandi messagoi morali in cui orandeg– uia il secondo Ottocento italiano: la Storia della letteratura italiana, siilte· si di quella vasta mente. L'altro 11les– saogio, dice il Debwedelti, è il melo· drammci deL Verdi. E noi non possia– mo seouire analitù:amente l'autore in questci nota che vuol essere modesta· mente i1uUcativa non solo di uno sta· to d'animo individuale, ma, creclo, di un più largo movimento del mo11do letterario, che non poteva rimanere im– moto dopo tunte nuove espctie11zc. Quello che reimto interessante notare ~ questo: che a{l'aprirsi forse di una crisi d'idee ritroviamo più vivo che mai Ii°ranccsco de Sanctis. E M A re la versione sentimcnta!e della guer. ra elle ci dà 'l'ilc story uf (;.J Joc, ma non l'insistenZJ eccessiva con cui que– sto sentimentalismo viene puntualizza· to con rìCOl'l'enU .:mcddoti e pal'licolari, La costruzione del film è lenta e ineguale e questo forse dipende dal ratto che segue fedelmente le vlcen· dc dellu campagna nel ì\lediterranco. Prima una raplda avanzata in Africa, poi qualche battagiia in Sicilia, final– mente la lunga stasi di Cassino. La part~ dell'Africa è la più breve e serve da lntr<Xluzione. Le battaglie. in Sici– lia è forse, nonostante alcune inverQsl· miglianze. la cosa .. misliore (le! film. Qul'."lla conquista di una piccola città meridiomtlc ha momenli cli crnncle d· ficacia. La tccnit:a della guerra mo<ler· na tra le case vi è illustrala con chia– rezza e con vigore. Quelle rovine di case e di monumenti (rorse vi sono troppe st.:ttue di itnpe1·atori romani ln quella ciHM rassomigliano abbastanzn alle vere rovine che la guerra ha ktscia· to sul nostrll suolo. Peccato che con caratteristica leggerezza siano slatc Introdotte in una cosa forte e IJen fatta come questa batt.iglia alcune scene u·a folkloristlche e comiche come quella della bella Italiana, appetitosa e bene acconciata, che si lascia abbracciart:? dal liberatore tra le rovine de!la sua casa. O come la sequenza dei siciliani che cantano in coro Oi Marl. Non dico che questo non possa succedere: ne abbiamo viste tante. Ma vi è sbalzo di tono, dislivello di visione tra i soldati americani, tratteggiati con se1'1ctà c realismo e queste operettistiche mac· chiette italiane. Un film ha da essere tutto di un colore. tutto di un umore: o tutto vero o tutto falso. 'La parte di Cassino è !a pi\1 lunga. come fu lungo il 1rnrgatorio dei soldati (e anche degli italiani ilall'altra parte) su quelle brulle montagne. Se la bnt.ta – glia nella città sicll!ana ~. dal punto di \'lsta SJ>Cttncolare, la mlgiiore cosa del film. queste sequenze di Cassino cupe e tormentose hanno anch'esse una loro realistica efficacia. Pioggia. fango, pri– ,·azioni. noia. sofferenze e fatiche di tutti coloro che in un modo o in un altro presero pnrtc a quell"episodio_ della guerra. Non altrettanto persua– siva e.i sembra· la giustifìc~:"✓-ione del bombardamento del monastero di ~:Ion· tecassi.no . Non tanto perché le ragioni fornite non siano valide; ma perch~ non ci sembra né necessaria né utile. La guerra è la guerra ed è ozioso cer– care ragioni per le distrnzionf che ap· porta. Del resto il Monastero di :Monte– cassino aveva minore valore al'lislico dl. poniamo, Viccll7.a, i cui bomba-rùa• menti non sono mai stati giustificati n(i spiegati. Alla. fine abbiamo un'immnginc rissa, bcU,a: i muli che sullo sfondo luminoso di un tramonto estivo sfilano portando In groppa, penzolanti ed esanimi. i soldati morti in combattimento. Qui la commozione è suscitnta non dn un aneddoto sentimentale bensi da un'im· mnginc plastica. Altre volte altre lm· magini simili rnggiungono nel film ef– fetti analoghi e so-fio quelle che JH'cfe· riamo. ALBF.HTO MORA \ 1 rA u s GIOCONDA A CARACALLA S E c'è musicista che non meriti la cattiveria dei sal"casml. della cri– tica. se la comprensione degli avvenimenti musicali dovesse espri– mersi secondo giustizia e l'esatta va· lutazione sugl'intendimenti e la rea– lizzazione deH'opera d'a,rte, Amilcare Ponchielli, il buon Ponchie!U, dovreb-. be a ragione per primo essere lascialo in pace. specie ora che stanno per compiersi ben sessant'anni dalla sua mwtc. « Ponchielli - scrive Salvatore Farina - stava a guardare il plauso, che il mondo finalmente gli tributava. con stupore- ingenuo, sembrandone qualche volta sgomentato. Perché mai chiedeva l'approvazione, perchè non parlava mai di sé. potevate cre<.lerlo sicuro e sprezzante della lode; invece se avesse avuto un tantino di super– bia, forse egli si sarebbe vantato qual– che volta. ?.fa non si vantò mai. Con· f~~e~~1a ~~~~;71~ S~tfa ~~~1!~f;~t~v~ a rendersi. conto; forse sembrandogli di vivere in sog:10, dubilò sempro di se stesso 1'. Era ui1 buono e onesto artigiano del melodramma: nessuna pretesa di ri· formatore. di « eroe df:i suoni ;i. Era can(lidament~ un provincialè. Pensa– telo poi come maestro capobanc:a, e ri– cordate i suoi sfoghi: u lo non so di viver(', e se pur vivo. dom:rndo a mc stesso qual differe1w .. 1 pnssa fra un f~cchino della fenovi.l e me condan· nato a battere eternamente ln solfa; ora in mezzo all'orchestra. ora m mezzo Hlla banda. orn sul ct:aMio di qualche intelligenza ottusa. consumo cosl il giorno, e ~i.unta la sera darci la testa nelle pareti. Io sono sacrifi· catissimo. e stucco e ristucco dico che se potessi cambiar vita anche a costo di sacrifici pecllnlari. lo f•"-·ci ... Così non vivo, lo son sempre di malumo• re... Domani J)('r tempo devo alzarmi per istrumcnta1·e una <1uaclriglia. un ga!op e una polka salon per i veglio• ni... per l. veglioni, ai quali de,ro re– cnrmi in unifom1e .. con la 13nndn"· Vestito in uniforme, Ponchielli fa poi stranamente venire in mente Nn– polconc Il I. Quale meravif;lia ora se la su~, musica hn un am1mncnto alla « Pian Plon •· con qua e là uno sbat– tere 'di-medaglie e di spernni, ,ma i.n· g'(•Ì'nm enfasi da onesto ufficiale in congedo e una estetica circoscritta alla provincia di Milano (perchè la Giocon– da, piuttosto che genericamente italia• na è strettamente milanese: è un'opc· 1·a nata proprio all'ombra della :'11ilano della Scala e dP.I periodo che dopo la 'J'·raviata era andato verso il Don C<1r– los verdiano; così che i-ivivcndola oggi con senso storico verrebbe fatto rii cavar di tasca la Perseveranza, e usci· ti <lallo spettacolo trnvure all'angolo il cnffè Cov.i. ove prendel'cmmo un.i bar• ùaglitila rra una chiacchiera e l'altra Con Filippo Ji'i\ippi o Amintore Galli. Ancora più voluminosa e1·a la p.irti– tura di Gioconùti quando fu eseguita nel '7G alla Scala. Ponchielli vi lavorò ancora quattro .1nnl, pe-;· 11: nobilitr!rla e snellirla D. Fanno ora scssantacin· que anni che Gioco1ula gira così rit:t· lla e il Sud A111erica,battendo gll stes• si 1Jrimati negl'incassi che si conqui– stava nel JJeriodo d'orn di Verdi il quale d=t parte sua, prendendone co- I e A noscenza, ne restava alquanto editi· cato, e un po' anche seccato. Né a Vc-rdi potremmo dar torto. Lut sapeva Che la sua musica era teatz:o in pieno. ma sapeva pure che le sue radici sono ficca-te nella terra grassa e che le sue foglie respirano nel mon• do naturale del sentimento umano: le persone e gli effetti ultrateatrali def melodramma verdiano voi li ricordate insonmia non più come teatro. ma CO· me carne e sangue e storia. Pei· contro Gioconda resta un ma· stodonOco romanzo d'appendice; e subito ascoltatala vi dimenticate dlt lei e dei suoi cantanti e ballerini che per quattro lunghe ore hanno sfoggiato voce o gambe a tutt'andare. Ma perché farne colpa a Ponchlclll.? Che colpa è la sua se il gran pubbìlco italiano accorre alla Gioconda In fitta schiera, ~ggi come dopo la prima. la seconda guerra d'Afric.:i, quella di Trl· poli e quella del '14? Ma in casi del genere ritengo ml• glicr partito non ùrammatlzznrc, non entrare in polemica, \,ia con l'autore, sin col 1>ubblico. Ponchielli, t~mto ne!la Gioconda c1uanto nella Marivn Deforme e nel Piglio/ vrodiyo ha pngine degne di grande rispetto (specie i co1u.:ertot-l che sono del miglior mclo<lramnrn ita– li.:ino). Né d'alt:·o canto la sua vita d'art:Sta suscita ur,u qualsiasi reazione nostra l)er presunle idee di si.•;mclczza o d'altro (diverso èa altJ•i mu~icisti, passnti e presenti. che ostentano al.· teggiamenti e pose cui la loro ope1·a non trova sufficiente appoggio realiz· zatore). Un posto nella storia òcl me· lodramma it....i\hu)oPonchielli lo merita senz'altro (anche da lui i\fase.isni ha ripreso" parte della sua tipica mcì0<.li– cità, in Cava(leria, nel Ratcliff e in altre opere). Per quello che riguarda il gusto del pubblico: dargli sì. cli tanto in tanto. come Jul desidera, ancora In pa,;to qi.1c1 lauto banchetto che ·è la Gioco11<la da cui esce e torna a casa un 1>0'alticcio. ma pur contento delle ore facin che poc"anzl 11a passato, ma sotto sotto of– frirgll il moc.lo - con direttori come Toscanini. G uornicri o De Sabata. e cant..1nti tll gusto e disclplln.tti _ di conoscere e :.mrnre :I grande teatro del passato - soprattutto 1\fozart -, e a buoni !)rezzi e tl!in flll'aperto, che è la vera rovina dell'educazione ciel popolo (e quelle novità, s'intende, cl1e hanno titoli e meriti rngguarùevoli). Temo però che questi siano so~n!. Niente fa pensare oggi a una" puri!i· cazio,ne del teatro; pronosticherei semmai un ultel'lore abba~mcnto ùt tono. Tuttavia non bisogna disperare: una sorvegliata e intelligente iJ1ge– renza dello Slnto nelle varie branche della musica potrebbe essere. per esempio, molivo 1.libene sperare). Qunnto all'esecuzione di Gioconda alle Terme di Caracalln, un nome è da fare, quello di Ebc Stignani, ln più bella voce che vnnli oggi il nostro teatro lirico. Beniamino Gigli « si dl· fende» ancora vittoriosamellte, ma I suoi ncuti non sono più quelli ùi. una volU'l. né I pug1~l chiusi agitati convul• samcntc dal grande cantante alln fine dclia « co1·01w D Ya!gono a Carlì più ro· ionùi o snwgliantl. DAX'i'E ALDERIGHI p RETI E po ET I ~~i/:':c:.hi,r~~'.~~l~l~~ ;ni~f ~ ~ 1 ,~ dellt nwlli/ormi elezioni. su ci,i la vita u N refuso o, ver esser Viù vcriticl"l. pubbU.ca degli Stati Uniti si fonda, C'è {/~~~~~~i! 1 ~~,;:;: ;~i~a~; 1 ~!~Ji_~~~ du;u1w1 1m settore, un omdo flcl/a voli- che non scrivo ch-iaro) mi ha fatto dire tica americana dove si fa sentire, in in un ,:orsivo Confidenze con la Str,idu modo 1)iù, o meno diretto, l'i1tfhic11za dei (N. Europa, n. 33) che ali americani. 1JrCl?, che è com1111q11e lL servizio del 11cl i.oro 1>aese,sono abituati a muo· diritti di u11a minoranza, la cattolica, ver~.--l « fra il J,ustn1scm-pc italiano. il e si afferma vertanto <11iast sempre co· droghiere fJrttco, il J.avandalO cinese. l mc tendenza liberfffe; 1ne1Urc i vocti. facchini ucori, i mercanti ebrei e i com'è loro costume, sl cstrmihmo dei JJOCU irlandesi 11. Bench,J l'.-hue,·ica vivu1 ttcstc lotte e sn tutt'altro metro vro• om ili una sta(Ji.ow: di abbondante poe• clama110 Ju 01w1de2.za delJa Jo/'o na. sia e fiorisçano ne.Ila verde Irlanda 1·0- zione. · mwitiche fiDu.re di poet'i. non cli poNi volevo patlare in quell'il1ciso. che ne111 meno in America s'inco11tra110 a ouni 1>ièsospinto. 111,1 di p1•eti irfandc.~i. più. dei voeti, del resto, frlenli}icabili all'a– spetto. 1 preti irlandesi. conla110 mollo in A.merica e cmcor più ver l'influenza che esercitano che ver il 11umero; poi• ché sono a stretto co1ilCltlo di una clcls· se o casta politica, formata quasi esclu– sivamente di toro compatrioti: alcctni v0Na11no anche clire che lei dominano. Q·1wsi.tutti irlandesi so110 ln/a.tti, i po·, liticinns o mey/io i boss della politica; non fc fiyurc di vrtmo 11ia1w, ·uomilli di stt1ta o r"pprese11tmHi uazio11afi, nrn A FJRENZE e NA.PJLJ gli abbonamenti a LA lVUOVA EUROPA al possono sottoscrivere presso: LIDHERIA INT8H.NAZ1GN.·\l~E c. CAl:.DlNI ~ià 'l'N?Ve! Via T0T11l!buonl, lS • FlRENZB Dott. ClUSEPP8 1JSANO Via Carlo v;. c:esart:, l3 ~ NAPOLI

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