La Nuova Europa - anno II - n.31 - 5 agosto 1945
-- 5 agosto JO•J~ I ---~---------- LA NUOVA EU R.0 1 PA ------------------11 -- I N ON soprcnuno come esau.amente tradurre la tormola Alanaocrlal. Re– vollùio,i. Essa è stata pro1>0sta da James Buonham, un 800iologo america– no, fin dal 19.J.l. per Jndicarc 10stato ri· wiuzionarlo ln cul sl trovano i paesa ad economia mdustrlale sviluppata e le fu– ture sue tuppc_ SI potrebbe renderl:t co– me t.r.voluzionc az.iendalc • perché la s;ua necessità, li suo nucleo originano sl manifesta Innanzi tutto ncUe aziende. e ta vita delle aziende vtene sernpr~ pi.li a subordln;i;rc a sé, al suo e upa_»,ogni vita civile; ma l'csl;cnza rivoluzlon::uia trapassa pot dalle slngole azi•mclc allo stato. considerandolo come un· unica .:rande azienda; e anche queUJ dello stato dJvengono problemi • d1 direzio– ne•· di generale coordtnamcut.o delle attività disperse, e del J)Otcrc sono 1.n vestiti t e dlrlgcntl », 1 ma,w,ers, gen– te che proviene dalla direzione di a.tien– de. o sl conforma a quel genere dl per– sonaggio che, du un esercizio tecnico e ristretto, vu elaborando qualità e at– titudini non più e J)Olit.lchc• in un scn• .ro tradizionale e preciso; QUallta invero csscnztau per una politica che dtwe fondarsi su previsioni economiche e sulla capacità dl rc1olare e dl indlr!z– zare la produzione. Chi sono esatt.a.mente questi mana.– aeri? Sono ev,demcmentc • 10 prlma ana:•5-1·coloro che si u-ovano ogg:1 alla ttcsu., alla c.d1rcz.ione • dclUt produzione nel suol varii ramL ~ si son!> ;mdaU ditren:nz.ando dal e caplta!isu •• dai J)()i:ieSSOZ"l di quello strumento di pro– duzione che è il capi tille. v .a \•ia r.he le aX1endc so,w pas.ate dkl ccn:hlo fa– niillare <~ un pnlrimon,o personale al– i':rnu.i.mato delle 90detà. 11 progresso industriale ha rlchlesLO in questi diret– tori o capi d·aztcnda cono-.::euze te.cnl– che molto ptù precise e complesse. che li hanno sempre più dlstanz.iall, da una parte, dai lavoratori anche qualific.atl e, dall'altru, dal capltallsta, dal vec·:hlo e industrl;.1le • degli Inizi del s.?COlos.::or– so che JlOSS~uùe solo una vocaziune oc– c.tsionale e generica per un dato :i.Po ù\ industria. LA RIJIOLUZJONE DEl DIRIGENTI ovinare e imporre I e tipi » dl produ• ziOne che meglio corrispondano alle es!• genze del pubblico. Questi sono ; veri managcrs del g\Or– no d'oggi. Fatto saliente del nostri tem– pi è che la e direzione• industriale st va sempre più staccando dalla e pro– prietà •; un distacco che ò, almeno tm– p\lcitamente. all'origine di un contttto. Questi dirigenti hanno oggi Cun:::lnne di primo ordine e perciò tendono ad ottenere una sempre ph) forte rimune– razione che va a scapito del profiuo dul capitale. S1 chiuriscc Inoltre sempre meglio in ro·ro la coscienza che la loro azione sarà richiesta e necessaria In qualunqu~ tipo di società, che es.s.., è totalmente svincolata dal possesso prl• vato del capitale. Le lndusu-le p1-.vate, anzi, segnano un limite• arb!tr.>.rlo ,tel• l'attività direttoriale poiché sezionano secondo criteri che vanno riveta:idos' per empii-icl H sistema della produz.lo – ne. Una produzione unificata sarebbe molto più logica dal punto di v1st4 di· rettivo, sarebbe molto più favort:vOI(' sopra tutto ali' interesse dei d\rlgentl che regnerebbero sovrani in una a-!era che per loro assomma tutto quellf"Iche è necessario agll svlluppl della civ ltà. U futuro della toro azione (ancor.i neb• bioso e indistinto ln molU ~aeii) li porta necessariamente a un I t'CiSO an• tagonismo contro I capltalli~i. c•a.sse, anche per loro. di :parass;.u e di llrut- tatorL · Quello che più conta ftno da oggi è li potere che i dirl.gcnll omrnt hanno ac• caparrato: potere etfetttvo nella moder• na vita delle industrie, Potere mdrale nel ricon~scimcnto ormai generale del• l'Indispensabilità delle loro fUM\Qnt. E potere vuol dire, prima o Poi, dominio e controllo; cioè un' autorltà non SOi• tanto di fatto o ln 1iuce ma anche le• gaie, uno e stato giuridico• diverso. Con l'avvento di questa nuova runzto– ne altre si vuotano e si atrofizzano; con la comparsa alla ribalta di unu nuova classe di persone, l'antica cede e vanisce poiché di classi dlrigentl non cc ne può mai essere più di una. C'è uno stato in cui. secondo Buo-– nharn, la e rivoluzione direttoriale• h3 raggi.unto senza inciampi la Case Ulll• re.bbero stata la sede ognuno di una di quelle e direzioni• con ampi.i ege– monia, sotto le quali si sarebbero rtas• sesuitc e avrebbero Potuto prosperare le cose di questo mondo. La guerra in– cominciata segnava una fase dJ preci· p\lazionl di questo processo, ma non la sua tot.ile riSOluzione, perché Il pro• cesso sarebbe durato quanto la preve– dibile storia umana: lotte e. guerre sa• rebbero succedute tra i tre dlverst cen– tri autonomi. q:>n al limite il sogno dl un'unica regolamentazione e dominio mondiale, che sembrerebbe ogg\ utopt– st:tco quanto l'avvento di una società e senza classt •. • La Russia, nelle previsioni di Buo– nham, non acqmsta questa funzione di e centr.o direttivo• mondiale, ma scom– pare come potenza, dividendosi in una zona europea e in una zona estremo– asiatica, attratte eia! due opposti cen· U1 già Indicati. Fatto assai curioso. do– po che aveva riconosciuto. alla Rus: sia, la priorità nel passaggio e nell'espe– rimento rh·oluztonario. che gti pareva corrispondere in pieno alle esigenze riscontrate uni,·ersa1mente. fondando una nuova società tipica, in cui nulla appari\"a più difettoso ed incerto. Tutto dipende. secondo Buonham. dall'efficienza dello sviluppo industriale. Le tone carnuerizzate da un tale svi• lupJ)O sono ormai e flilturalmente • le regolatrici del mondo. La Germania che col regime e colle vittorie naziste ha fatto passi da gtgante nel cammino della rivoluzione. non può pii:1scaderc. anche ij~ per avventura perdesse la guerra. Non pre\·ede Buonham che per– dere In guerra significa per la Gcnna– nla perdere con la distruzione dcgl'lm– planll nnche Il pr!mato del!" efficienza lndustrlale e. probabtlmentc. secondo re disposizioni dei vincitori, qualunque Posslbllltà di ricostruirselo per un lun– go avvenire. t.., Francia è scaduta con 1a sconfitta nc.rché Il suo regime capitalistico sor– passato non le ha concesso né I mez-zi matcr!:11l né quelll morali della reSi– stenz..1. E poco dovrebbe far sperare a Buonham il regime dena vita tngl~e. che aveva g1~ dato Je sue pro\·e Cacen- do propria la (onnula dcll'appeasement, cioè della renitenza a misurarsi e a scontrarsi con quei mostri e Potenti che erano gll stati Ca&c.Jsu e nazi.su del– l'Europa. Gli StatJ Uniti si aV\·lano a una rl– gcneraz1on<' per opera del New Deal che Buonhnm maoucne distinto dalla personale Iniziativa di Roosevelt, poli– tico accono che si serve dl quello co– me di altri l)OU!blll st.rumenu. Il New Deal rispecchia un tcmPo dl passag– gio. un lento c\•oJversl che deve rag– giungere però le stesse mète che si sono affermate in Russia ftn dal primo scatto della rivoluzione. t• proprio nel- 1' atmosrcra e negH esperimenti del New Dea1 che Buonham può acutamen• te studiare I mutamenti di una società, scorgerne le esigenze, vederne in em– brione s;II organi futuri e l risultati. La sua um1ll&i,minuta e a volte pedante, non sarebbe possibile nel clima caldo e confuso di una 1·lvotuztonc vera e· prOJ)rla. Il libro è In molte sue parli preciso e lllumlnunte. Le tendenze che scopre e coordina vengono poste dall'autore in piena evidenza; molte delle sue de– duzioni parranno esatte. A 06Servazio.: nl che Sono oggi giorno dl patrimonio comune aggiunge un rlgore che serve a farle penetrare meglio nella COSC'len-_ a, :>. comp01 ne, prlma che una teoria, una com1nzlc,nc. Ma la teorl.-, esatta quanto schema– tica, e le prcvlslonl gli sono suggerite dal suo dispetto per le e Ideologie•· per tutte le ldce e le teorie che non gli sembrano un po,t factum. Il suo lndif– fercntlsmo ldeo!ogico sl confonde per– ciò con un dctermlnlsmo. e un deter– minismo di natura quanto mal precarta poiché I e falli• che lo detcrmlnaiyo sono gll 11ltlmi di una catena storica che non ò per nulla risal!ln. sono for– me po\ltlche vecchie di appena un de– cenmo o I primi eventi di una guerra che doveva poi segnare totali capovol– gimenti. E' lcclto conchhiclere che più stabili e lndlcallve di questi e tatti •· che dovrebbero lm1>0rsl come realtà as– soluta, sono le idee, e che riescono male le previsioni dove nulla può es– sere vcrnmcnte predetel'mlnato, dove si accendono e dominano le passioni, do\·e sconfitte e vittorie. rivoluzione e adattamento seguono leggi dlfficill a rormularst quanto quelle che reggono il cuore dell'uomo. UM8ER'ro ~IORRA Certe Industrie Poi hanno raggiunto un grado di c.-omplcssità tale che una nuova e tccnic11• I) r1chlestJ. e i.l va sviluppando: non più quella che ~i ba– sa su cdgnizlont scientUlchc, su metodi di lavoro, ma una vcrn e proprta e tee· nlca della produzione • che studia il coordimimento di attività d:,·erse, !a contcmp0ranca e confluente orgar.tzza• zlonc di varie lndustrte a ié stant!. s: pensi ad csemp!o (e siamo solo a UJl 1mmo grudo di complessità) ali' indu– stria automob!Ustlea. J e direttori • dl •.ma grande az!.enda automobt!tstlro non h.Jnno da essere degl"lnscegneri o de~li sc1cnz,ali, ma dei coonf\nmon del la• voro di rcpartl a cut presiedono tecnièi di diversa preparazione sc1eutl6ca, de– s::li audaci cd esperti 4mprenditon c-he devono guidare e organizzare H pNX'es– so della prodl.Ulonc. studlart.? le ec,ndi– zloni di produzioni complementari .(Quella ad escmp,o delle ,omme) e tn- :;=l~a t~~s~~ ~o~~~:Uf~~t~aèi~J>~~ I================-=========,. nuta una ri\•oJuztone proletaria e so– ciali.sta, perché, (ungi dall'a\•vlarsi vcr• so Ja soc.ietà e senza ch>.ssl• additata da tutte le teorie sociallste marxiste, lo stato SO\•ietico ha riconosctuto Il po– tere della classe dei e dlrctton •• che hanno !unzioni chiaramente determi• nate neirorganlsrno centrale, e che più non vengono ostacolali nella loro bi– sogna da nessuna finzione giuridica. Sono ; direttori che conceptscono l'Idea del piani qt1inquennall e poi la atlU:.l• LIBRI S 1' RA 1V IERI ~tn~~,~~~~\ic~~if:~:~~;~~~"~dnr~~: Clrnrlcs l-lugo Dayle: 'l'hc li/e o/ Pope Piu.s .\' 11, New York, Dldicr. La biogra– fi.i dcll'attu:ilc p0ntcllce, con particolare nguardo al suoi. vl:.iggl attraverso il 'monda. Guglielmo Ferrero: Pouvoir, Plon, Pa– rls. L'cd1z1<lnefrancese deWulUmo la\"O– ro dell'Illustre scomparso, uscito 1>erla prima volta a New York nel ltH3. Una Indagine delle cause che hanno portato l'Europa a questi tremendi scom·olgi– mentl e che per !"autore sl Identificano nella rivoluzione fromcese e µart1colar– mentc nella presa della Bastiglia. cletà, che stnbillscono la creazione di nuovl cent1i ln<lustrl;ill, le mlgrnzlonl dei lavo'ratorl, che tentano li rlnssèllo dell'agri.coltura. Lo srnto capltallsta è crollato in Russia pcrch'cra cosa legit– tima che crollasse; non è potuto na– scere lo stato soclallst..i, malgrado che se ne sia salutato l'avvento, perché non è vero che lo stato soclallsta sin In so– la a1ternatlv3 alla società capllallsllca. E' vero im,·ec-eche l'alternativa awa so– ciel-à capitallsta, che la forma \'erso clli la società capitalista, disfacendosi. ten• de, è la società diretta e regolata. è un nuovo ordinamento che regga e dcter• mtni tutta quella sfera d'azione ch'era Wilfricd Flelsher: \Vhat to do wlth lasciata ali' iniziath•a del slngoH. alla Japon. Garden City, Doubleday. Se per libertà prh-nta, in un'incertezza di pro– noi europei II fu.uro della Germania, positi e In un'lncalcolabtHtà di plani Il problema tedesco è In prima linea. li che sempre più venivano a acca\· allar.sl trattamento da usarsi al Giappone rive- formando un'anarchica confusione; ~ stc un grande interesse. 1>er le riper- \"ero addirittura che l'avvento di que– cussioni che avrà nel rlguan.li dei rap. sta nuo\"a società è necessario e lmml– J>Ortitrn vincitori e tedeschi, e Inoltre nente e che il prolungarsi inerte del per la pace e la sicurezza mondiali. potere capitalistico fa tutt'uno ormai col prolungarsi di un caos. Jacqucs i\l:.irgucttc. Une France 1wu– vcllc pot" u,i moude nouveau, i\l;,1\.son F'rançaisc, New York, 1 popoli s1 aspet· tnno che la l•'nmcl:.t ritorni :.idoccupare tra t.11101·0Il posto chu 1c competu: que– sto è i! pcnslc:·o dcll'auto1·c. Stan\slav :\Jaekicwicx, Colo11el /Jcck aml flls volcy, London, Eire. La Po· Ionia tra le due guerre viene In questo Jibro messa n fuoco cd esaminata. Werner Rtchter, Ud-cducalrng Ger– nw11y, Cambridge Univcrsity Prcss. E' inutile sottollncarc l'lmpon.anza del problema della rleducaz1onC del popolo tcdt.:sco. e in parl!colarc l"lnfluc:nza che In questa rieducazione dovranno per necessità avere le scuole. Non può es– sere quindi che ben accetta ogni fatica che miri ad apportare a questo com– pito Il suo. modesto o notevole, con– tributo. Jt libro di Buonhnm che fa da testo per questa sua teoria (The Manl/yorlol Revofution) è apparso nel 10-ll, l\lolte delle sue deduzioni discendono cllreL· t.:"lmente da fatti di quel momento che gl1 sembravano acquisiti e definitivi, ma il cui aspettf è stato rnpldamente sconvolto dal succedersi cosl lncalzan• te degli eventi. Secondo lui- tre centri e stoJ1cl • an– da\"ano rnccogllendosl e gr.t\"ltando m– torno alle tre regioni industriali pro– gredite ed autonome del mondo: gli Stati Uniti In America. la Germania in Europa, li Giappone e la Cina ln ~tremo Oriente. Questi centri avreb– bero e eomaqc!nto • ed organizzato In Cuturo una lél:r;:;azona d' influenza, sa- PER UNA DEFINIZIONE DELLA LIBERTÀ U N 'lettore ha sollévato, in una let· tera pubblicata neua Bocca. della Verità, un dubbio a proposito del mio artJcolo s-ulle Definiz:oni della 1,1. bci"tà. lo ,wevo scritto: « Si sforzino (UU amici della libertà) d'intendere la lWerM t1on come mi angusto e statico possesso, nrn come un'ansia e uno slan· clo dt Ubera:ilone, e allora s-i accoroe– ranno eh.entl nome di essa c'é più da acquistare che da conservare». Il let– tore osserva acutamente: v· accordo,· ma e cl1e cosa precisamente essa é nd suo siuntjicalo positivo? La parola libe– razione non ci porta nessun elemènto nuovo•· Anzi, a(l(Jiunoe, essa ribadisce il vecchio $/gni/ù:ato negativo, di una llbertd da qualche cosa, invece dJ ac– centuare il 1lg11ifi,catopositivo_ d, una libertà per qualche cosa. Risp011do che l /ac.ile determinare una tlbcrttl negativa. come rimozione di tm 01tacolo, svi11colo da una costrizio– ne, ect:., perché la nola determinante i nella cO$lrlzione e netrostacolo. Difficile i i11vcce ftuare i11una de./ini.zione la zt. bcrlà voslt.iw, perché questa consiste 1n mi processo, a11=i i1i infiniti procenl splrltuali Chd hanno per so9oetto la peri1onalità umana. Così.,se io conside– ro la t11ia formazio11e interiore, trovo nella llbcrttl la forza in virtù deUo quw le 1o mi elevo sulla mla natura sensi· bile e impulsiva, fino a raoctunoerc quel vcrlicc che Kant chiama l'autono· mia morale. Similmente, nei rapporll col miei slmW, la libertà. non é soltanto Ull limite rr.eiproco. ma é anche H po– sitivo riconoscimento di processi spiri· tu11Uanaloulii al mio, che io debbo vro– muov•re se voelio essere veramente U· bero. E' stato detto che non si i uomo eh~ tra olt uomini; si pu6 eoualme11te dire che non d i libero che tra libert. In questo senso positivo, la lfbertd tm· plico vincoli dt cooperazione, consen· suali e sponla_net; implica uno sptrilo di soclalltil e di solidarietà: Implica, per dirla con Kant. la fontlazlone di quel regno del fini, che dijferem::ia ruomo dalla natura 111/crlore. Le applicazioni politiche di que1tl co,u:etti sono et."i• de11tl. Il mio controdcllttore rlbalte1·d che, pnrlan<lo rll lfberaz1one, ,1; emancipa– ;:lonc, di autonomia, vien !tempre fuori. t'r.leme,uo 11eoatlvo,plu:!oslo che il po– !Ulivo, .Ua anche Dio 1101 lo definiamo co,t neoazlonl, piuttosto che con a1Jer– mazlo111,· emmre la forza 1nltma che et ~pinot o ncoare t un'ansia positiva de~ dfvl1lO, che ci /li supernre tutU oli osta– r.oli 111terpostl cilllle nature finite per utunoerc a lui. Cosl b di tuttL l volort splrit11a1t ,n genere, la cui compr«mSiOne eslce 1emprc una diretta t vtva es~ rienza, e solo In via su&shlletrla pu6 qio– t:arsl clella sconalazlone neoativa degft ostacoli rimossi dall'atU1.•llù che si spri– Uft>nadall'tni.rno. Ma mi accorgo dJ far rropva. filosofia. g. d. r. LI11RI RICEVUTI A. CUAR~IERI \.E:STllflGLTA. GU m,cw orrlcchlmcntL Roma. Palombi. 19-15, .L. 00 - G. ALBA:SESE:. Dcmocru– ::Ja del tcr::o , quarto atato. Catanlla, T\p. La celere. 1945, L. 3l - T, FIORE, CatechlJmo llberatsockllilta del Partfto d'a::10,10. Putignano. De nobertl.S, l!HS, s. p, - A PAHE~1'E, Il 1Ht11/ll{)ro poli– Oco di ne,1cdctto Croco e fL nuovo libe– ral/amo. 2. cd., N:11>011, Macchlaroll. 1945, L, 30 - O. OOHSO. La rivolu2lone mc• rta10,1a/e. Nuovo. ed.. Roma-Torino. El– nsudl. l!H5 - S1:rlW da1.Jicauaua me– moria di Ippolito Ro1atjl11i a curu della Unlv"'81tà di Firenze: - Flrcn:re, Le ~1onnlcr. HH5, L 1200. P. TREVES. Sul ft"OnttJ , dfdro U /ro,1te llatlano, Rorm,. Sandron, 1945, 11· re 200. - A. TRABALZA. StatJ UniU d'Europa, Roma, Atlantica. 1945, L. 150- - A. MAUROlS. I 1fleri...-l dtl cotonn1Uo Bromble. Roma, AU1mllca. 1015, L. 150. - E. TERRACJNI, I montoni co(or del ciclo, noma. &l!ndndorl. lOIS, L. 200,
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