La Nuova Europa - anno II - n.30 - 29 luglio 1945

-- 29 luglio 1945 --------------,_,- LA N UOV.A EUROPA'------------------ 11 -- UNA RlVOLUZlONE -SOCIALE F RA il molto che si è scritto sul strle protette e di scontentare gl'Uldu· Risorgimento non l):OSSedlamoan: striali. Nei palazzi, sgombrati a· forza cora - salvo errore - un qua- dalle Congregazioni religiose s'era fat– dro ampio e nutrito della società e del• to l)OSto,non solo a carceri caserme l'economia itaJiana nel Sette e nell'Ot- ospeèla!i, scuole. ma., gratuitamente, ai tocento. S~_rcbbeo_pera di 1unghisslma poveri senza tetto, o, dietro una tenue fe,na per l 1m~enS1tà· de1 materJa!e da pigione, ai meno -abbienti. I più biso– consultare, d1 v.aria competenza per gnosi andavano innanzi a tutti nel rl· ta moltepJlcità e la diversa natura dei sareimento del danni dl guerra. S'era problemi, d1 Jarghi interessi e di fine provveduto alla disoccupazione dei fa· sensibilità per l'esigenza di cogUere H voratort manuali e s'erano votati forÌdi nesso fra società ed economia da una per socrorrere -1 pittori e gli scultori par.te e POlltica dall'a\tra, di far vive: mancanti dl 1avoro. La Repubblica ap– re !'una e J.e.altre del!a coltura del pariva sotto }'aspetto di un grande isti· .tempo. Probabilmente non sarebbe PoS· tuto di universale beneficenza anche se sibi!e deP.n~are_~n qu~dro unitario di qualcuno avveru,ra, ad altro 'proposito, ques_ta Italia ~.!.. 1erJ, s~a per la lunga che 11:ia liberalità è una bella virtù nel tradizione poht1ca regionale, sia per• privati ma non è l'ufficio del Governo chè a!trn è !a struttura economlca e l'esercitarla,. sociale delle singoJe regioni italiane. - Qual è la morale, che, secondo 11 Co_naltrettanta probabilità_ non sl sco- Demarco, st deve trarre da quest'ope• pnrebbe nessun nuovo criterio per J.a ra legislativa di carattere preva!ente– J?terprctaz1on~ .del ~iSorgi.mento; le mente sociale ed economico, da tutto tmee carattenstiche runar.rebbero per lo svolgersi degll avvenimentt, dal to; o~~ qu~!le eh~ son state fissate dal!~ no delle discusmont, dalle petizioni prn sena storwgrafia del nostri tempi. che rivolgono all'Assemblea uominl Ma forse verrebbe of.iarito q_uaJchegr_a• d'ognl sorte e d'ogni fortuna per se• .ve problema ~e ò stato fin q_ui più gnalare ,le Joro esigenze, dagl'indil1z; accennato che nsolto: ad esempio ! un· zt unanimi del comun1 per esecrare portanza che ha nel risorgere dell'Ila· il tradimento francese dall'ostilità con Jia il ritorno della Politica europea nel cui sono accolti I vln'citori? Già Maz. Mediterraneo, dopo una vacanza di due zim aveva dovuto smentire fa voce secoli e più. E, in ogni caso, ne verreb· che la Repubblica fosse stata opera di be un appz:<>fondimentodella nostra co• «forestieri»· ma· 1a smentita non ha scienza, di ieri e di oggi, una più fon• fatto presa 'e la voce è riecheggiata data certezza di ciò che è stato finora fino ad oggi, Demarco inverte sempJl. più ~hc altro vag!l~ente Intuito nelle cemente la proposizione contestata.: la rela~1on1 tra pol1t1ca, società ed eco· Repubblica Romana è tanto poco ope– nomrn. ra di un pugno eroico di Italiani de- N<:11' attesa .che. il sogno. si compia, gli altri stati, ch'essa è anzi « up ri• facciamo 1e p1ù liete accog!Jenze al vo• volgimento meno politico che· sociale» lume di Domenico D~man~o sull~ Re· o, per dirla con le parole stesse che pubblica Romana del 49 [ Una RivoLu· dànno il utolo al libro, « una rivolu• zi_one Sociale. La Repubblica Romana zione sociale»; la sua nascita sarebbe dèl 1849 .OQ novembre 1848·3 !Uglio stata il naturale sbocco di circostan• !849), Mario Fiorentino Editore, Napo!i, ze interne; la sua caduta, fatale, anche 19441e aila promessa di un altro vo!u· senza - l'intervento francese, per la me di prossima pubblicazione sulla so• gravissima crlsl finanziaria; il suo sl• cietà degli Stati romani da! '46 al '49. gnificato, l'Cfggettostesso delle sue cure 11 tessuto economico sociale che forma più aSSl.due,ch'era stato « di esaudire l oggetto del secondo 1avoro, è, nel!'in· voti di coloro che l'avevano voluta», tenzione dell'autore, la premessa, il cioè della borghesia e del popolo ml– fondamento reale e ideale della Rivo• nuto. Juzione e della Repubbl,ica, ed egli ha Ora, qui sembra che si voglta anda• anticipato in una decina di pagine in- re un pochino più in là di quanto non troduttive 1 ri.Sult.atidelle sue ricerche. sia consentito dalla realtà del fatti e · Chi, fuori degli schemi tradizionali, da una _prudente dlscrezio!1e. Nulla è esamini _l'opera svolta dal governo ro- più fastidioso che sentir ripetere c~se mano dalla seconda metà di novembre ovvie. Tuttavia non sarà mai possibi• del 1&1s,quando, dopo fassassinlo di le, se non per un puro, Illusorio gio· Pellegrino Rossi, ll Quirinale è assalito co di astrazione, isolare la Repubbll· dalla folla e Pio IX, impotente ad argi· ca Romana dal tessuto contempora• ;~~~a~~n~~1ef ofi~~r;~~c~doi~.~g:!~ ~~~el~~~l~r~o~ 1 t\~a 1 1:~:~;e;. ~l ~~1:-1~ blea cessa da una difesa divenuta lm· possibile immaginare una nvolu~.one poosibile, e rimane al suo posto, chi esa• soctalf! che, quando si compia e trionfi,. mini, in quei sette mesi o poco più, 1 n_on sia ne.I tempo stesso ui:ia rlvotu. provvedimenti legislativi e Je diScus- z1one politica, la quale porti al pote– sioni parlamentari, è colpito dal posto r~ una nuo~a classe o nu~vi elemen·. preminente che occupano nell'opera di tt df::lla SOCJ.età.I. preziosi _materiali. governo le questioni sociali cd. econo- me~Sl in luce dal Dema:co .. la legl– miche dalla viva parte che vi prende slazione del Governo piovvisorio e non s0101élborghesia, ma il quarto sta~ deil' Asse!nb_lea costituente e - qua– to, con indirizzi, petizioni, sopuno.sse, e !W1que sia 11lor? v!'llore - I volt e I che ne forma come lo sfondo. Lascia• consenst popolari, gioveranno sl a da• D,lOjn disparte il fatale problema finan• re a quella 1il.voluz'loncun suo partlco; ztario e monetario, piaga incancrenita !are carattere; ma non a svuotarla o che nessun rimedio riesce a sanare, lu• impoverirla. ~ella sua insclndibtl_e so• gttbre ritornello dei Ministri, del Par• stanza Poht1ca, r~mana e Italiana. lamento, dell'Assemblea. Il 10 Jugllo '49, ~"lo!U del problemi che travaglian~ il giorno stesso della sua rinuncia, l'As· l A~emblea non esclusa la cri~l mone_ semblea votava all'unanimità !a nuova !-3r1a,, s~no, almeno da un seco:o e mez Carta costituzionale discussa tra le àgi• zo, ~ assillo del governo papale, m!1 ~li~ .ta!Zionldella guerra e de!l'u!Uma dire• radice del malcontento st,a ormai l In sa. 11 terzo articolo sonava cosl: « La to.lleran~ stessa de1 regime ecclesla· RepubbHca colle leggi e colle islltuzio· stico; e di natura str.etta_mente p~lltlc~ ni promuove il miglioramento delle con• è_ la for~ldabilc al~e1n_at1vache s1 pre dizioni morali e materiali di tutti 1 cW senta ai rRomanl 11giorno della fuga tadlnì ». Era la conclusione del Javoro di Pio, IX: « O Renubblic~ o teocrazl~: effettivamente compiuto e, all'Ingrosso, Non vh~_scaf!-tPo per no>», come seri_ potrebbe essere l'epigrafe cli tutta l'ape• v.ono I Circoli, dl Bolo~na in un indi ra legislativa. Diciamo di più: in que• rizzo riyolto ai :1'iumv1ri e a!la Cos~l.– sta . legis,lazione sociale si mirava so• tuente Il 20 api !.le d~l 49.. L atto p1~ prattuttò' a1 benessere mateiiale del po- profo~damente 11voluzio~ai i? è la lai polo e, per mezzo di esso, alla sua ele• cizza.zione dello Stato, l elez1~ne de,lla_ v::izione morale. S'erano indemaniali I CostiLu~nte a suffragio untve1sale, 1In beni eccleslastlcl e s'era inteso di «con' stauraz1one della « democraz_la pura». s.icrarli al popolo, all'industria agrico· Rileggiamo le solenni parole con cul ~a», cioè di ripartirli « in tante porZio• Sl apre la COStltu~loneroma:1~ del '49: ni sufficienti alla coltivazione di una o « I. La sovranità è per dmtto eter– •più famiglie, sfornite di altri mezzi ,., no del Popolo_.Il Popolo dello S~ato ro· che le dovevano ricevere 11: in enfiteusi mano è costituito m Repubbl.ica de· ~ibera e perpetua, col solo peso di un moc.:auca. discreto canone verso l'Amminlstrazio• « II. H regime democratico ha per ne, in ogni tempo redimibile dall'enfi- regola l'eguaglianza. la libertà. la fra· teuta ». Era, se non proprio, come \ror• ternità. Non riconosce titoli di noblltà, rebbe ')'A., « la terra al contadini», né privilegi di nascita o casta. qualcosa che le si avvicinava di molto; o: IV. La Repubblica riguarda tutti anche se poi, per parecchie ragioni, non 1 popoli come fratelli: rispetta ogni na· se ne fece nulla e i! provvedimento ri· zionalità : propugna }'Italiana :.t. masc allo stato di semplice progetto. Ora, a riandare le testimonianze del S'era.diminuito il prerao del sale e sop· tempo, sarà difficile persuadersi che pressa !'Amministrazione cointere~ata non esista un distacco di natura astrat· dei sali e O'eltabacchi, inesauribile ml• ta. dottrinale. tra i Prlncipt Fondamen.· nicra alla colossale fortuna dl casa Tor• ta{t della Costituzione e .la realtà eco· ~onia. Era stata soppressa la tassa sulle nomica, sociale, culturare degli Stati ro– !Patcnt.i, abolita la tassa barriera, av• mani. Non v'è dubbio: in mezzo al po· viata una politica doganale in senso Il• polo minuto e alla borghesia si è ma· berista, a costo di danneggiare !e tndw nifestato da tempo un disagio, un ma!- contento diffuso, c'è la minaccia per· manente della sommossa: Ma 11 su{· fragio universale porta al potere la borghesia, Che, con poch\ residui della nob1!tà, occupa per intero l'Assem· blea. La democrazia pura e la !egisla· zione sociale, sia pure• sollecitate da1 fermento popo!are, non partono dalle chiare esigenze di una nuova società che impegna la sua battaglia decisiva, ma scendono dall'alto come una plogg1.a benefica. I motivi a cui obbediscono 1 !egislatori nel}e loro popolali Jarghez· ze, non sono soltanto Je proplie con· v1nztont politiche, ma la necessità di e prevenire le catastrofi e i sommovi· menti• e di acquistar proseliti alla Re– pubblica; poichè •lo stesso incamera· mento dei beni ecéleslasticl ha creato fra i contadini un'infinità di malcon· tentl, .la devozioI)e verso l'antico regl· me non è spenta e a fianco dei demo~ cratict s1 armano le bande della rea· zione. I deputati · dissertano ::...e la dissertazione dura sino alla caduta della Repubblica - sul diritti de! po· polo; ma, naturalmente, vogliono « san· te le proprietà», e inorridiscono a sen· tir parlare di socialismo e di comuni· smo. anche. se ;l'autentica voce demO· crat.ica de! principe di Canino prende la difesa dell'uno c_ootro l'altro, e Ja commossa eloquenza settecentesca di Quirico Filopanl invoca .lo sforzo di t.uttl l cittadini a! raggiungimento della comune felicità. Alla grandezza dei p1incipt fa riscontro n~!la maggioranza B.[SOGN:A STUDIARE IL TEDESCO? S E sl ponesse q1testo quesito aol.i, alunni delle nostre scuole, credo che sl udrebbe un solo unanimt:: orido: no! Ma, a guardarci bene,~ la ragione non sarebbe da ricercare in una vrofon.da av,,,ersione etico·patriot· tica -0 t1~ qualche divergenza culturale; ma solo net fatto che il tedesco è la vtù diflìcfle delle linoue moderne. Viceversa siccome, se vorremo ti· rarci su dalia 1wstra triste condizione, noi dovremo motto lavorare e studia· re (contrariamente alJ,,'amtcoGal.ossoho sempre pensato che moJti italiani lavo· nmo e studla,io troppo poco) così c,u., sta ragione è da rloettare senz'altro. ,Ve n'è -una più orave, frutto deUa ri• pugnanza che sul po-polo tedesco hanno accumuLato Ia brutalità del/a sua guer ra, la ferocia della lotta razziale, i ra· stret[ameuti, le tòrture dei campi di con-c.entramento, ecc.• · donde la convfn; zione che studiare la lingua dei tede· scM - aiutandoli cosi a ripren<lere la toro attività, H loro potere, là loro pro· paganda - sfa cosa folle o quanto me· 110 imprudentissima. Chi volesse difendere lo studio del tedesco dovrebbe forse dunque comin· ciare col dimostrare che i tedeschi non sono tutti quei disumani e pemfctost in<lividui che si sano rivelati sotto il segno della soost-ica; poi dovrebbe ri· corda.re gli antinazisti sopp,:ess-io messi a languire tn carceri e campi; richia· mare i loro scrittori Liberali persegui– tati ed esi{iati; e finire col far· pre· sente che la lingua tedesca è anche parlat<i in Austria ( paese che non fu « 1•ic1{lacctato » - come dissero glt lit·· tleriani - ma brutalmente annesso) e in una grande jl01ida. attivissima parte delta Libera Svizzera. • 1\Ia sarebbe -un Lungo discorso. Atte• niamoci invece at lato tmmediato e prat'ico della questione. La quaLe, come tutte /e quest.iont de, genere, non va impostata da un punt'1 d·i vista senti· mentale o su -un risenttmento. Quello che solo ooot ci deve importare è se il tedesco et serva o non ci serva per la nostra coltura, per i nostri auspicati progressi neL campo scienti.fico e tecni– co. Se ci serve, rinunciare a studiarlo per quello stesso oireJ.lismo fit.ologico che qualche anno fa rese deser!e le aule dove si studiava L'1notese, sareb· be semplicemente da sciQ<;chi. Ora noi abbiamo serie -ragioni per ·ritenere che Lostudio det tedesco serva. Anche d·urante e 6"ubito dopo La gue·rra dèL 1915·18, sempre per {a stessa leggerezza det nostri studenti, e. ptù ancora de(le fam,iolie degli studenti, si cessò dt colpo di studiare il! tedesco; presto si vide che per fare strada in medicina, chimica, fisica, matemat-tca come nel {attno net greco e nella filo· loofa it tedesco era illdfspensabUe, e s·i tornò a studtarLo• Ma quàlcuno oggi dice elle la Ger mania è a terra, è finita: che uttlttà ci può essere a studiare la lfngua di un paese finito? che la Germania rest1 per mollo tempo, e magari per sempre, pa· ralizzata 11ellasua ef}tcienza be.lltca,nel· la capacità di a.rmarsi e di offendere, t11tti Jo desideriamo; che con La sua,ro- un semplice calcolo di tornaconto o di godimento immediato. Tra il fermento del popolo e 1e aspi· razioni de1Ja borghesia Ja rottUra con i.l papato aveva reso lneluttabUe la so– luzione democraUca della questione ro– mana. La. RepuJ:>b!lcaera nata con una impootazlone dottrinale ed era vJssuta con una scarsa aderenza alla realtà. L'esperimento fu ,breve e finl con lo scontentare tanto 1I popolo, quanto la borghesia, }'una giunta al potere, ma danneggiata negli interessi economici, l'altro chiamato ad una funzione poli· tica per cui era immaturo e non sanato delle sue mtserie. • Né, d'altra parte, Ia Repubblica Ro– mana andr-d giudicata a]la stregua delle immediate realizzazlonl. Ma, quale sl Sia ,1 valore, - senza du!>bioaltissimo, - che !e si vuole attribuire, per ciò che riguarda il suo carattere, in quella astrattezza, in quella scarsa aderenza alla real.tà sta 11contenuto tociale cfol!a. 3,voJ~~~1e n~ij~a~~~ ~~ii!ce:Oantt Mazzini e la Repubblica del ·49: « Com· i>osto è forgan!Smo della soci".!tàcome quello dell'uomo e dell'umanità. e<.? in poHUca, sono buone le formolo che al· !e trasfom1azioni ol'ganl.che <.!elleso· cletà umane per tempo e per momento di civiltà, s'affan110,non quelle che vo– gliono soggettare la storia, i1 tempo, 1cost,umi. !a natura ,. GIORGIO FALCO · bustezza ftSica, la sua tenacia, la sua capa,cftà organizzativa, la sua passione della ricerca e det Lavoro accurato que– sto popolo dt 60 milioni possa a l·u11go tardare a riprendere una posizione 11w portante neL campo scicntifi.co e tecni· co, è cosa che et sembra molto impro· bab1le, e tale sembra a·t nostrt migli01·t st11diosie tecnici. E allora rlfi·uteremo noi di metterci in. condizione d·i profittare dei loro la· vori e del.(c loro fatiche? Sarebbe al· tretta,1to poco patriottico-e a.(lretta11to idiota quanto il oesto di un nostro di· rettore di istituto scient-ijìco che neytt anni 194.0·43 sospese e vietò recisamente l'acquisto di qualsiasi libro scient-tfico ing{ese o americano. I francesi e gli inglesi amano la loro patria al.Pneno quanto noi: ebbene ho potuto sapere da certa fonte che 1w1t la menoma riduzione fu fatta in quei paesi neU'insegnamento scolastico del tedesco. Se i tedeschi sono i nostri ne· mtci - essi pensano - nessuna Iing1ta ci può interessare quanto la ltngua det nemico. Ma per terminare con -una conside· ,·aztone più disinteressata, mi piace ri· cordare un episodio da me udtto da Radio Londra un quattro anni fa. .A. Londra per un dato giorno era stato annunztato un oran concerto di musica di Bach, Mozart Beethoven. La ,wtte precedente un terribile bombardamento tedescc distrusse iR muslc•h.ill dove H concerto doveva aver l'uogo. e Tovinò gli strumenti dei professori d'orchestra. 'l'utto il mattino que$ti corsero la città, .trovarono u11--'a{trasala e aitri stru· menu, e all'ora prefissa il concerto co· mtnctò con prograrmmi invariato: Bach, Mozart, Beethoven. Perchè vi sono delle cose - l'arte, fri scienza, la coltura nostra e deL nostro paese che devono stare e che stanno mojto più in su dei risentimenti per sonat·i e·delle contingenze della potit-ica. DA.. RBA.RA ALLASON GLI ITALIANI "PROGRESSIVI,, D A. -u.n acuto e paradossale scritto– re inglese colgo questo giudizio sugl'itatiant, espresso in -u.n dia• tono: - « Ecco Il tuo errore; e Verrore del..• l'ltalla. Nel seicento. not toscani era, vamo tl mattino dell'Europa; produce, vano t pifl, nuovt acciai. l pi:!). nu.ovf intagli, la ptù nuova chimica. Perch~ non dovremmo averci adesso~e -miglio: r-i fabbriche, le migtlari -macchine, le migliori finanze - e i mig{iort ve~ stW?- - .Perchl non val ?a pena dt aver• li:- Non puot far.e che gli italiani siano realmente progressivi; sono tropp~ in: telligenti ». It giudlzlo t. naturalmente. margina: te e sommario. :.afa ora che io strano termine «progressivo» è venuto, in questo senso, dt moda, sa-rà,bene ricor< darst che questa del «prog·resso » ipuc) essere pure un'infatuuzionc, •mal sop; portata dall'intelligenza. I diritti del.1 l'intelligenza non vanno prescritti. an– che se a taluno sembra ch'essa ritardi e raffrent e che bisoa,ii scartarla pe-r detenninarsi -aU'azione. I~ controllo e la critica 11on sono una propedeutica allo scettictsmo; non è vano quel sen- · so -uma-no della misura che serve da -regola a gente economa e che evita i passi inutfli e ile partenze false. 1 u-.~~

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