La Nuova Europa - anno II - n.26 - 1 luglio 1945
' -• L.E7,. TE'_ RE"DEL EOE"TA ~re!>be_!SS:ere E_a~ per ~li alt!:f... G!!l.:.1·11. pa 1.te, Tfi tra_§~gurata carità dl patrta , sepplna mi ha lasciato questa eredità del canto re ae\t'i uÌ'nilè ifa1ia; tvtva ., ,. - -. • del _fuoco,sincerQ ch_esi ditn.ostra net 1~ queste ;et{erc assai meglio é ~e 1n ; • •~ ., ~ ·' ~, "' .,, . fattl, e duna. luce d1 verità che nella mo!U del suoi vcrst I D E LL' ·u M I L E''. ITALI A ~~: i";~ 00 ·p:;.,~•rl~~ d~l~::ii t::.::~: ' ,:, · · - - - · · .. ~ ~~~~~:O~~\~a 3 ~o~~~o ~~!z;;; ~~i3~!i~~ NOnsl puitiegg'ere questo libro sen• Q . UASI èome u 0 no stendhaliano sasso sua resurrezione rellgtosa, e·queJle, ra nello stagno, era caduta nel torp:. rissime, che dalla ormai raggiunta com• do .ambiente <.lei e bizantini .J la postezza Interiore più tardi accCmmuo . notizia della conversione del loro ves• a quella crisi procellosa: e sono tutte sillifero più ardito e più battagliero. Il percorse eia un brivido per la violenza Carducci, che, ·Ja testa leonina accen• dell'urto interiore(« E' nccessmia.a voi• nante e gli occhi lustri, aveva app'lau• te una forza 110n contro gli altri ma dito anche ai sesti più filistei del Sai• contro se stessi che non solleva senzil vado1'l .(E ?l'J.Ol'lnorala fonte allo stet, ""Strappare, qualche volta anche u costo la.tu ~ .illortf voi siete, e l'arte vive e 1 del sangue ... Dio mi. ha Condotto fin qui terna!), ne parlava ora ad Alighiero per la via del dolore; e per salvarmi Castelli come di un pazzo; la Serao, non v'era altra via che questa; l'ultima già tutta lusingata dall'interesse dei verità me l'ha data in compenso del• giovanissimo critico, nrnliziosamenk l'ultimo sacrittzio; un sacrifi.1,10che m1 scandalizrat.a levava ,al cielo le mani pareva grande, immenso, che creùevo ,(« Quale frate o quale sconforto ha po. mi dovesse spezzare il cuore»). generale.- pur) nascere il tono risoluto za una nuova, inaspettata commO:Ylone e S(_legnosodelle Lettere aperte, o del pensando che nell'umile carà Itafla di nobile rifiuto nl Gentile di collaborare una volta, c'eran·o accanto agli uominl a un'Enciclopedia in ~Cui li vero non di primissimo piano, anche questi, che poteva splendere Hbcro e senza prc• ·non apprezzammo abbastanza: seri, co• concetti. struttivi, impegna.ti moralmente, legau. tuto turbare il pensiero eh Giulio Sal• vadori cosl? »); Gab,riele, il « fratello D Gabriele, tacev,1, forse per un rar!ss;. mo pudore pensoso che maturava stan• che confess,oni all'amico (« Troppo tn un malsano A:rtifizlo di suoni io perse• guii. A lungo de l'amor le larve infi• <le») Ognuno aveva fino allora applau– dito nell'opera del Salvaclori SOJ?l'at· tutto lo squisito riflettersi <li note e di atteggiamenti suol propri; e lutti si ri bel!avano ora a quell'improvvisa svol~ ta, e·quell'impennata che In qualche mo· do sembrava sorprendere e rovesciare anche i loro schemi bene ordinati, le Joro tranquille speranze di sviluppi. Non avvertivano che quell' intlmo dramma religioso non concludeva ma apriva la giovinezza cìel Salvadori; che: ~iberava per sempre dalle sonore ed applaudite ripetizioni, dalle rantasti! rosate' e· dalla Patetica gracilità dblla J)OeSia dl moda la sua serena forza cu· !t~ 1 t!i~r~,~~~l;~~~-e di poeta, ~mile Come per attri più grandi spiriti dl quel sc:coio, parLicolarmente a lui cari - il Manzoni, il Pellico, il Poerio - anche per :r Salvador! il r:sveglio della coscienza, cris't1r1,na sl pone al centro della sua esperienza letteraria: anzi in ,ui soverchia tanto le altre voci fi.110 a renderle quasi mute. . Eppure - e forse anche questo tra~• V;;t \n Inganno gli amici della Bizantina - mal conversione fu tanto assoluta· mente contenuta al di qua di proclama– ;.r.lonlgesticolanti, di confessioni dram· matiche; anzi le rarissime vo~te che Si indusse a parlarne coi più. tntimi, il · ~alvadori la definl semplicemente u11 ritorno. Anche la tremenda lotta morale che l'aveva preparata, sembrava esser t>1ata esaurita e scontata tutta nel se– greto della sua anima; la ge!osa dell• catczza dello scrittore non ne lascia filtrare traccia sicura nella sua opera, neppur:e in quella degli anni dell'errore. Ora, grazie a (\ue e fedeli• ciel Salva• dori, possiamo conoscere attraverso le Lettere qualcosa di più dell'esperienza dL>CiSi\•aper la sua vita e per la sua arte. Fu, anzitutto, una sazietà Jet· teraria, una nausea per tutto quel mon• do bizantino e per le sue vanità, per tutta quella « rimeria e barbatie che dissimula sotto it" luccicore esterno la estenuazione Interiore»; una nausea che gia due anni prima della crisi, era roprattulto morale: ci: da qualche tempo è avvenuta in me una tale rivoluzione o piuttosto un tale sconvolgimento di tdee che do,·e prima trovavo eia ridere trovo 0 ra materia cli medita:done e cau sa di forti turbamenti Interiori ... E' un gran martirio questo di vedere alto e di noµ,accec~re improrv!samentc qu,an• do ci guardiamo nel\ <mima». Nell ab• bandono delle confidenze: giovanili il tormento lascia erompere quaJ.che gri• ,10: « Ti dirò solamente che se io sa• pessi di dover riqader mai nell'inf~rno dove brucio da quasi un anno e di cui ora sono alle porte, un modo o un altro di andare all'inferno vero lo troverei». Ma qualche tempo dopo, scendendo più addentro nel segreto del suo cuore: « Più cerco dentro di me e più trovo 'che questa trrcquictezza•che m'amareg• ·gia la vita, la sfiducia che ogni tant(? 'mi riassale più. tenibile e il lavoro d1 1 svisceramento.di ogni cosa che mi ren- 7de odiQSa e impossibile l'arte, son tutti l ·fenomenl che metton C<W<> al vuoto ~•a• more che ~ cd è stato sempre dentro \or me». Siamo già at centro del trava• Ìgllo interiore del Salvadori (vedi anche 0a Novena delle Canzoni): tutta la sua j,vita sarà po\ votata a colmare con l'a 1 more cri.stiano quel vuoto tormentoso aperto soprattutto In lui dalla vanità e dall'orgoglio intellettuale (« Pietà, pietà, Signore! Fammi scoppiare Il cuo– re, Fammi toccare il fondo del dolore! .Sol nella morte è amore,. invochérà al centro del Canzoniere Civile). . Di q1,1est'ansla di"amore, temprata nel étotorc e nella rlnuncta ad un affetto terreno, parlano le bellissime lellere al• ga zia e al r,•ogazzaro nei giorni della E<l è proprio - oltre che al tcrrllrc fra di loro da una carità civile 'Oltre di una residua vanità, cui attribuiva il che religiosa. (Penso a temper3menU suo errore giovanile - a questa asceti• d.,,iversissiml, al Dossi, al De Marchl, al ca milizia ideale che, ,attraverso le let• l• ogazzaro, al Giacosa, al Tenca; e so• tere:-, scorgiamo risalire uno del motivl prattutti Giovanni Cena, lalco e ml• ptù riposti del graduale distacco dall:-i screclente, eppure cosl vicino per certi poesia. « Sono stanco di questa scten 7 .a é!Spetti al Nostro). E' nel Salvador! an• che al bisogno e alla fine deila vita fa zitutto adesione alla sostanza mora1~ ritrovare freddi e vuoti ... Le genera• d~l nostro popolo, cosl umile e così cli• ztont ciel secolo passato (XIX) hanno sti.ana. « Sento che la patria Italia è quasi perduto questo senso dell'ordini:.- viva nel cuore, sento che questo popolo ~~ ~~~~~r;n~ 1 p~~~:i J~ra;:; 0 a~ ~~~~ ~al~~~o sgff:~t~~ 0 ba c~~c:;~~I ~~o f~}ifc1~ Sbagli.crebbe però chi vedesse nel VO' virtù ... 'frovandoml ad esercitare l'ill• nel mondo: e::redo che esso per la sua lume soltanto un docume11to di vita, sia f~-!\~a~t~~o~s~i us~~?o s~n: 1 ~r:j~i~tg~~l~ g:t~~~~si~~~e J~:?~z~~n;o~r.!~ eq~!~ ~:ia r~~cl!~~~~• nir~Ol~~t~~a::~pe~~ la fama di artista e anche la conos.:en• la via della giustizia sociale, e però far migliore del Salvador!, la più unitaria. ~e~e; ~~r~t~~an~~~!~ad~~!ri~·;~~ f~1~i~f~;t~atr:~:: ~;~~~~-c~~e~~t ;_r~hoemtuan~iài 1 tgt~~r~;;;,c1;'a_~:li:;~~ Q 1 ~:i bene. Bisognava scegliere: o l'uno o OO"ra lenta, dl pace e non di guerra; mo11:ento dClla rinascita spllituate, ab· l'altro: e io da un pezzo ho scelto I;, esclu~e la prepotenza e l'oppressione; bia atteggiato, come osserva il 'l'rom: ·pratica dell'insegnamento». La ribellio• i- individuale e sociale, cioè della pàrte peo, la parola e l'azione del Salvador! ne alle menzogne sperelliane nell'art~ ?fe1t.ta del popolo e non dello stato; è m forme sostanzialmente nette e uefi. e nella vita chi:! aveva lievitato la su.i i a iana, ma unlversale ». Una carità di mte, anche se all'esterno diverse e mol· conversione, · è cosi quotidianamentE: !.latria. t~tesa con tanta for1.a-ctvile e teplici. Letterato un 1>0' Janguiùo e con• prolungata nel servizio alla verità au ~rs r 1 i.soutamente supetiore a ogni na– venzlonale prima della convet-::;lone, in ogni costo, a costo della poesia stessa. z on~ ,~mo d provi quando questo questo più disteso (:Sercizl<.iepistolare, Anche gli studi letterari - e lo chia• ~~~1 "t1~v~et~er.:'è"defi~i31)e _}_\h~o:~; ~~~3 0 1 ;/~ 1 dJc?i~ 1 ~t~i\~~ 1 \ P:~~~i~:: ;~:~~nger~~iin:~e~ 1 ~u~b 1~~ 0 ~!~i it'kal~~ prende e commuove come cosa che ere' trova un·acuta intelllg1.:nza ciel cuore dori soprattutto oocasioni di rivivere •Je~am\tutta n~S t ra, tutta cli oggi: spe• umano e delle passioni, da ]1cordare 11 C di far 1ivivere esperienze spiritual:, --:la 1 fen e. 1uan çi recante alla condan• suo Tommaseo. La finezza e la profon• o li vario refletterst del problema reli- ~ap~~ ~f.1~al~~~r~~~}: 0 def ~o:~~u~s~! clità spirituale - la suggestione più co gtoso tn anime diverSlsslm1: IS. Fran· prepotenza, un andare a comandare in stanti.! ùella sua poesia-· restano qua• cesco, Dante e I poeti dello Stil nuovo, casa d'altri»), scopriamo che fonte di Si sempre ne:! suo Canzoniere al di qua Manzoni, Tommaseo, Poerlo, Carduccij. questo alto sentire civile è una Jjfufon– dl risoiuzio,1i litiche (si ricordi Però La be!Jezza era Per lui .mzi tutto bel• da preoccupazione sociale, scaldatn aJ, <Jcchi lucenti, Accenna il cuore, in cui Jezza dell'anima; e ogni rinnovamento, la fiamma della giustizia e della 'ctlrità l'anelito sentimentale è tradotto in un anche nef campo dell'arte, era prima cristiana. « Quello che è più terribile, ritmo cli tmmagini inobliabi!i); qui tn- rlnasctt.i ùel10 spirito. Cosl - aman1 nel nostro tempo, è 1a parte della so· vece sono modulate di continuo libera, ripetere:: LI Salvador! - un fraticello cietà finora desolata; il popolo del lavo• mente su!la trepidazione per la vita che non costru1, n:>n dipinse, non spe• ratori, che è stato defraudato del •pane morale propria e deglt amict, sullo sian- culò, non scrisse quasi, diede con la della giustizia e del Oene, cloè-'01 Dio, clo che anima il Salvadori a farsi ini• sua vita mtraco!osa p1incipio a tutta dai seduttori che hanno Invece propo ziatore di opere di carità intelfottua\e e una nuova arte. sto li più vile degli idoli; \l' dènar"d. Ma materiale, su un'ispirazione inesausta Anche nelle lettere S. Francesco ~ tutto non è perduto: io credo che una di amore. clisl-iano che gli fa esercitare presente come uno dei più continui e parte del nostro popolo attraVerso la ~aa~:::~!~en~t~n~I ~~n~einc~e~~nn"t~z~o;,~ ~~~r;~~l~p~~~~iadt~ ~~rjl~~~~nat~z~~; ~:;~~~o, t;[ùi~~~a ~ ;i~~ntf.~fmf~~~- stolato. · Sabatler, offre le pagine più calde e che questa raccolga la ·eredità di 'tanti più delicate. Di fronte al casto sen~o secolt e la trasmetta ,:1va•al po~H ln La regola suprema dl tutto il vivere del Salvadori, del suo impegno totale come di ogni gesto particolare. appare saldamente ancorata al precetto paoli• no: « Veritatem facientes in caritate ». Servizio alla verità, anzi tutto: « Sareh be una ben triste condizione la nostra, se oer raggiungere il bene avessimo bi• sogno della menzogna ... Ml pare che la nostra vita tutta, parola e opera, do-· dl trepida speranza cristiana che lf' avvenire». E ancora, nel Benerosi ac• modula tutte, vien fatto di ripetere J'p,. ccntl religiosl-<:lvili delle lettere déltate sclamazione del brave Rug1tenot, la pri• negli oscuri giorni di Caporettò 1 :(an• ma volta che vide il Salvadori: « Mai11 che queste, tanto più t'icche e foril de\ voilà saint Fraincoi.s! •· versi dl quegli. ste$Si glorhl, P: ·es.,, dt Forse proprio all'lSplraztone france- Espero): e La mancanza princ\pale del• scana vissuta come esperienza concret.,. l'Italia attuale, in coloro che ti giuoco e continua nella mite e temperata luc,, delle sorti pubbliche ha posto in al• della vita e degll· scritti, risale, almeno ~-~•~u~int~ 0 fa~~~~scaetf~n~:n:c~n~5;t1: ========================== t~~~ 0 son~u~~ nc~~ri~~~~ s 1 t~olo ~ 3 e~ra Patria). Bisogna ficcarsi bene in mente SUL DUBBI REALISMO L APPELLO a un'arte cordiale, u– mana. come specchio di una 1wo– va speranza e riscatto di passati errori. si. 1isolve spesso, se sl precisa, nell'i,wito a un ritomo al realismo. Viene in buon punto, quindi, la ristam. 1>a - che è poco meno "di una scoper. ta - di alcune novelle di Camillo Boi• to, scriUore che può presentarsi quasi r,ome il campione di un 1ni11orereali• smo ottocentesco. cui ha atteso con· a– more Giorgio Bassani, e di cut è già stato dato ragguaglio c:tm. competenza su a1,este pagine. Le ho lette, e mi son sorti /orli dub– bi S!tlfo spicciativo insegnamento che se ne potrebbe trarre, cercando-vi 1ma formula e wi tono. Boito è uno scrit· tore che sa .i:.taccarsi dal. suo mondo, nei migliori suoi moment.i, con alta no• biltà di sguardo; ma non in questo con– siste, il suo realismo, slbbene net segni esteriii ch'egli 1>redilige a 'indicare un destino conume, a rivelare e a render corporea la tra.glcità della vita uma• 1w. Se si toglie il primo racconto (quello prescelto da Pancrazl per la a,ito(ogia di narratori dell' Ottocen– to), H bilancio mortuario è questo: in Senso due ufficiali fucilati. con de– sCrizio11e della scena, WJ. numero in· definito d'altri in attesa della fucila· zione: Notte.di Natale. muore di malat• tia di stomaco H protagonista. a ven. t'mmi, un mese dopo la morte della gio• vane sorella, preceduta nella tomba da una sua 7)icci11a; Il maestro cli Sett:icla; vio, 1wvel/a d'ambiente e di costume ve• neziano. intonaui a ww «maniera• de– scrittiva e delicata, si chiude con Ja morte, ver disperazio,ie amorosa, della fa11ci1dla Xe11e e con la pazzia s1Lbita• nea ciel basso Zen. E le morti, e gli ac· cidenu in genere, avvengono senza presagi, con brusco tmpasso dal).a vita normale, con una repe°nti.1\ità che non ri~sce ad avere i caratteri dell'inesora– l;ile e preannuncia piuttosto u11anuo– ve, convenzione. Per Uberars! dal ro. manticismo del soave, mira, certo in modo diverso e 1>iù avveduto che 110n H fratello Arrigo, al roma11ticismo del macabro; con un aristocratico ousto del pessi.mismo che è, evidentemente, it. miglior veicolo per 1l s1w conte,rnto. Si sperimenta insomma, Leggendo Je novelle di Bofto, che~quel realismo è un Umite e una chtusura. l'ero è che gli scrittori pieni di spe• rn11zae di un mondo futuro - i russi - erano allora ben altro che « reali– sti»; e elle le definizioni di scuola. si attaolfa110 sempre e soltanto ai più. po. lemici e programmatici, ai minori. U, In, LA RIPRESA DEGLI "ANNALI,, DI PISA La R. Scuo!n nonnale superiore d! Pisa annunzia agli studiosi .che gli Annali del la Scuola riprenderanno tra breve la pub• blicazione, lnterrotl.a alla fine del 1943, La rlvis1a, che, come è noto, consta di due sezioni - una letteraria, storica e fHoso. fica diretta da Luigi Russo, una per la matematica e fisica, diretta da Leonida Tonelli - sarà lieta di accogl!cre la col, labor-ai.ione dei migliori studiosi italiani, che vi t.roveranuo cordiale ospltalità e potranno collocarv1 l loro saggl e studl pili strettamente scienlilicl e di carattere tecnico, oggi di· difficile divulgazione data la scarsezza di riviste specializzate e la parnHsi di molte fra quelle diffuse nel passato. Alle Case (.'(lit.rie\ e .lgli st..-impatori la Scuola rivolge cortese preghfora di Invio in omaggio delle no\'ità librarie, affinchè queste possano venire esamientemente recensite ùa competenti sulla ri,•ista, o, comunque, ar..mmciate·e presentale jn una speciale rubrica istituHa a tale scopo. e tener presente che questo popolo pa• zlente, ma che ha nel sangue l'ldé{l del• la giustizi.a, s'è sollevato sempre 9uan· do gli è venuto a mancare U pane e s'è sentito calpestato dall'ingiustizia, cd è formidabile plù d'ogni altro qu'ando questo pane del corpo gli e tolto do1,o che gli ~ stato tolto il pane dell'anima: e che nel '49 a Radetzky, che i:i,tornava a Milano, il· basso p0J)Olo gridava: - Sor Radetzky, non siamo statl not. sono stati i signori - ,. Parole vere te• ri..,verissime oggi: tutte illuminate.~a quella appassionata confidenza net no– stro popolo e nel suo profondo sen.ro morale, che avvi.va gli studi del Salva• dori sul Risorgimento e lo avvicina parUcolannente ai suoi erol pif:l popo 1 lari, ai mart.l-rl di Belfiore, a Tito Spc• ri perchè avevano prima di mori.re sco 1 perto come malè del secolo la tt pr,csufll zione delle democrazie di compiere, cou le sole forze umane, la mt.sston~ dtvlntt della rigenerazione sociale>. E tornano alla mente allora. ~e parole scritte dal Salvaclori in memoria d\ q_uesU eroi, quasi come un testamento spll1tuale: « Siamo not gll eredi del più nobili sa . crifici di questi generos\, se la nostra vita si s·pende nel dovere umile quanto si voglia, ma consolata eia una speranza immortale e fatto per amore. •Amict miei, il mondo l!: pieno di contradtzlonl e di sofismi; le passtont lo agitano ~ gli fanno odiare la verità: ma tutti glt uomini che hanno conservato appena una scintilla d'umanità, qua-ndo·si tro, vano davanti una vita pura spesa a vantaggio degli altri in silenzio, che si rl vela morendo. s\ fermano pensosi e riverenti. pcrchè allora sentono che la vita è veramente vita solo quando è una testimonianza dala amando alla ve: rità ». VITTORE BRANCA LetLere di Giulia satv(lt.orl, scelte e or. dir.ate da Pietro Paolo Trompeo e Nello Vtian, Wn.mzet Le Monnier, 19-15, •
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