La Nuova Europa - anno II - n.23 - 10 giugno 1945

i-- 10giugno1945 --------------- 'LA NUOVA EUROPA --------'------------11 -- L A v o L o N TA' ~;~i~al~a ;~:tr: ~~~tg !l:i~:i~~~~a ":; :oj:z;~~~bi~e qtc d~;rtiti;n;~r 8 \~f~: tr1to~;gn~~I -P~~O~lu;itoe ;~~~ f: 1éut D I e R E D E R E soi~~~~!:on credo più ~et uover,i;,che fn~v 0 c~,~~~~i~ln?1 ~ ~z~p~it ~~";~~· ~~e:rr;~~ èsi~~~iP1 :\:11~~::s~ i~c~~~ U N semw d.i scoramento talvolta ci assale 11-eLvedere riapparire un vecchio 111.ondo che sembrava fos– se sprofondato ne{l.'abisso. Per ~ m.eè doppiamente doloroso quando que· sta sopravuivenza mi è seonalaJ.a dat giova11ù con ranimarico dai miy{iori, con un sorriso di su.ffi.cienza 4ai peg– giori. come per dire: « vecchio sogna– tore, convi11citi una l>uona volta che iii mondo è sempre andato e co,itinuerà sempre ad andar c·osì ,. Per fortuna, a Questa commiserazfo• ne de{ prossimo io ho fa.tto l'abitudi• ne. Quante lezioni di realismo ho òu– vuto sorbtnni per venti anni! il peg• yiore dei miei scolari voteva tx:mtarsi di saperst intouarc alla realtà moLto mcutw di me e, per polmo di benevo– lenza, poteva attribuire ,alla filosofia Ja cotpa ài avemti trauem,to tra le nu- vole e impedito di toccar terru. _ uou1, 1wn ho fatto nemmeno in tem– po a ottenere il riconoscimento d'aver avuto ragione io, elle già mi sento rim– proverare e ribadire ;. vecchi torti .. t: sono sempre oli stessi che dicotto di aver ragione,· con quanto gusto .t1onso, se possono n~clamarla solo a prezzo del buo,~ senso, del/J-1. dignità e delle più urmtdi ide!lfit(l. umane. A Questo prc.:• zo, io sarei contento di contin·uare ad aver torto. Epvure, tmclte stavolta 1o con!td.o a.i aver ragione. Come, mi si dice, credete ancora possibile una sincera 1>acifica· zioil.e mten1azicma1e, mentre tutU 01.i stati grandf. e piccoli, si gettano di– sveratamente all'arrcrnbaygio, Oli uhi :os~~;;;; !C:lipraj}~dÒc:r:!C:!v:i:~:~: si son.o ormai riadagiati nei vecchi sof spirito. da primitività. C'è qual~sa che <1tu·.ae cM e trovano più. facile e comodo se- Perciò Ja spada nelle su~ mani si nella immediatezza di questi f!6Se1'i; ouire le vie oià tracciate, anziché trac- spezza: essa deve spezzat'SJ, perchè ...ma non bisogna illudersi: solo ciò che ciarne delle nuOV~ Credo poco nei par- l'uomo si trovi inerme di fronte all'ira è conquista ha valore. e può essere tili, nella loro presente struttura, che del mondo. costruito sulla pieu·a. 'l'ullo il resto non 1nostra110 altra preoccupazione se « Apportatore di pace, non ho il di• è sabbia, anche se appaia come roccia non di rintuzzarsi e di neutralizzarsi ritto di chiamarmi; colui che vive nel• granitica. a vice11du, e cantano Jacilt e momen- la. gioia ~ di gioia, vorrei _ essere; e~- 1 l primo a farne l'esperienza è Wo: urnee vittorie ottenute a 1>rezzo di ge- Iu1 che Vlve 11e1dolore e <4. dolore, i.o tan: nè il suo sguardo nè le sue paro~ nerose esigenze di rinnovamc,1to nazio- sono•· le risvegliano nulla in Siegfricd, non nale. Credo anche poco nei 1>011olì, co- Lo spirito di Siegmun(l non è che la vi è poSfilbi!it.à dl comprensione fra me oggi son. ridotti, affamati, Logori, tensione verso Ja gioia, aunque. Una di essi. spiritual1nente sbandati. ten~ione che è fede, e che ~li risca- Ma Wot.3.n Si nclira solo apJ)arcn• E aUora. mi s~ dirà, in che cosa ere• tunsce da ogni stessa es1>enenza do• temente. E' piuttosto anzi si ralle• detc? Darù una risposta che fard sor- torosa e apparentemente dcmoliu•icc. gra di questo essere che procede si: ridere molU • .;. aunU vedranno in essa Ma la lotta è dura: « QueJ che giu• curo e senza paura, quasi vendicasse i segni di J4•1ta +n.gu.aribile malattia: sto io giudicavo sembrava ad altri il suo turbato dubitare. Ed è egli stes: credo nélle idee. Vi ho creduto anche malvagio, quel che a me scellerato so, in realtà, che si ritrae cli fronte a quando a credere tn esse eravanio rl- sembrava, godeva degli altri la gra• Siegfried, stanco com'è della sua esi– masti in pochi individui dispersi. den• zia. In contesa io caddi. dovunque mi stcnza senza più luce. tro e fltori deì confini. Perchè dOVTei trovai; collera mi colpì dovunque Questo passo, completamente lngiu~ rinunziare a credervi ora, che t, n1l· andai». . . .. .• stificato nella azione traclizionaJe, ac• mero dei credenti, sebbene sempre esl• Anèhe 11 mouvo dcllnncesto, che gm quista così valore e significato In que– (rtW, è tuttauia molto cresciuto? ora, del resto nella leggenda_ aveva _un sta azlone più intima e fonda. che esse hanno fatto una grmuI.e brec- s~n_S';)particolare. si tras.figura qui, ~ Ma una delusione ancorq più dot~ eia nelle ben n1m1ite difese del reaU• dwiene la legge che un 1 sce due spi· rosa esperimenta Brunilde. smo politico? Si af]ann:Uio pure t vec• rip, i quali si riconoscono alla luce Nei suoi occhi è impressa la luce chi avanzi del co ,1servatoru.me a tu· ciel lo_ro sgua rd o. _E d~bbono essere di Siegmund e di Sieglinde: ed è quel· ra.re t buchi; può darsi che per qual- fratelli, non perche nati dallo st ~SSO la stessa luce che essa ricerca ora ohe tempo vi -riu.scira,mo, ma solo per grembo materno, ~la l~è crcatt •eia nello sguardo dl Slegfried; la luce che re11dere irreparabili le nuove, -imrnan,- una ~te~ .volonta dt c_on~ills}a del essa ha sempre amato e per la qua• cabiU falle. Di una cosa sola .com.fncio propr'lO spmto: la vo!on~a di \\ ot.1.n. le ha affrontato la lotta. seriamente a disperare: della possibi- _pgni alto dcli~ loro_ vtta aveva PCI"· Ma le sue parole sono solo un allet~ lità che la trasformazione e iL rimio• c:,o semp~ umto 5:iegmu nd a Sie· tevolc canto J>er Siegfried: « Non pos– vame,1to soeiaJè avverra,mo con un ~Und_e: p<> 1 ch~ _ancb _es~, attraverso so cogliere sepsibilmente ciò che mi processo g;.aduale e vacifico. La rigida I unnlnmone. dt ogm ~torno, aveva è lontano, quando i miei sensi te so– e cieca resfstenza dei ceti conservatorl m._i~tenuto viva la ten9':one del suo la vedono e sentono». Non si risve• annie11ta q1testu spem11za, che poteva spir,to, nè si era laseiata assorbi· gliano echi ncll'aninrn di lui. sem1Jrar legittima· e fondata. Ed essi rt?_dal brullo: « 11 tempo_ nuovo 1 !-1 E Brunilde ha paurn: « Triste la te• i11tona110 canÌi di vUtoria. dimcn.ticln set • . verso il . q~ale anclm nel geh• ncbra turba il mto sgllardo; dalla neb• che esistono nella storia anche del,e d°: 1 ~nverno_. Solt~nt~ un m~;. nd0 . che bia e dall'orrore si snoda e infurià vittorie di Pirro. g. d. r. nn _era 0 ?ua_neo 10 -•~e_va, ne mi e~~ una confusa angoscia». 4 . DIFESA DI WAGNER ~m~co ~ht 1111 e_r.ivicino, come se ma~ :Mentre tutta la vita acquistava-:. il I a\-~S$1 conosci1:no era, c~uel_Ch;~ mi suo vero significato e valore, quan– ven!va. ~la te 10 ~n?bbi,_ 1101 1>1~ 0 ~ do w1 altro occhio scopriva Sleglmde lummoso, non ap1>0na li uno occhio U nella sua intima essenza wtta la vl• vide, _m~op0sse~o fosti! •- . . ta si oscura per Brunilde, poichè la deTJ?:juf~i~i ;;c~~!r:t~~n 11 abn~~;~ =ns1i~l~~lliei~t ~e~~~~ è èl'i~~~ L A figura dl Siegfried, l'impane.n– za del Walhall e la potenza degli squilli dl tromba di cui tanto Hitler si i:! \lalso, han procurato a \Va• gner i I tristo privilegio di essere con• si<.lcrato un precursore-del na.,;ismo. lniz'.almente. infatti, componendo la Tetralogi.1, egli si ~nteressò sopratutto alla figura di Siegfried - l'eroe senza paura - e la sua opera, che era un inno ottimi.stico alla forza inconscia e all'esuberanza giovanile, non a,·eva il Cr:cpuscofo: dal rogo, Siegfriecl passa– va al Walhall, accompagnatovi a glo– ria da Bntnhild. Questo è lo s1>il'ilo di Wagner noto a tutti e che oggi si attacca, preten– dendosi che la sua gloria tramonti col u·amonto del nazismo. ?Ifa Wagncr non è tutto qui. Egli, anzi, non è essenzialmente qui. ·" La fatale tragedia che ha travolto la Germania non è che l'attuale rappre• sentaz{one di un dramma miilenar-:io. L'intero groviglio leggendario nordico Ili! intessè la prima trama:. il possesso maledetto dell"oro del ReJ10, per il qua– le tutti COmbattono e che porta alla distruzione di tutti. Questa è la materia che, nella suc– cessiva composizione clell'opera, di\'ie•. ne preponderante e la trasforma com· p\ernmente, conclt1denclola nel drep1t• scolo. . . Questa evoluzione, nello spirito e nell'arte di Wagncr. si può cercare di scoprirla nello svolgimento stesso del dramma. AIla brama deiroro soggiacciono na– ni. giganti e, non meno degli alu·l. gli Dei dominatori. Entrando nella rocca supcrb<l, che i giganti gli hanno CO· stniito, Wotan non ~ pago; la brama dell'oro che ha don1to cedere, ancora lo attanaglia: • Con triste tributo ho pagato la rocca». L'anello infatti darà al g~ganti - e più ancora ai nani. se riuscissero a ra• pirlo nuorn.mentC - una potenza che supera di gran lunga quella rocca. E' necessario dunque ritogliere l'oro e l'anello ai giganti; ma bisogna trova– re un mezzo « legale>, per compiere quanto i patti im!)'.,.>disconodi compie– re illegalmente: gll necessita un eroe di quale, inconscio di tuuo e sopratutto della paura. può essere spinto ad azio– ni che non comprende. E' la volont~1 cli Wotan Si compie cosl attraverso Siegfrled. Ma qui avviene qualcosa di molto stdno: invece che raggitmgere li suo scopo, "·otan viene addirittura scon– fitto da Siegfnied. · Come mai Siegfricd pub questo, q~1.indo quella stessa spada. brandita da Sicgmund. era stata una volta In– franta eia \Votan ? E' la prima visione di Wagncr che ; ~~~~ 1 ~.: c~~~ 1 \~~i~:~to?e~~~1•~~;bacr~~: za giovanile e perSino rivoluzionaria di Siegfricd. µnita, ora, alla visione schopenaueriana della «rinuncia» nel• J~a ruomo che ?~n ama,. P<:r ~eguirc ca2ione accorata di lei: « Vedesti la la figura dt \\"otan. I uomo che ama. essa s1 hbeia dal Lua immagine nel limpido ruscello?° lnf,";ustificati tutti e due gli elemen- mond~ del b.rut_to ,c~e la _teneva_ ~!g~: Ne hai mai gioioso goduto? lla se a ti: la forza i.nconsc-:a di Siegfrìed non ~· e affronta la 'lta j)et la reahzza ondate tu ne agitassi J"acqua. si dis~ sarà mal rivoluzionaria; sarà sempre .zione del bello. . . sipcrebbe i.I chiaro specchio del ru• pronta a servire al dominatori. pur E' la conqul~ta di sè: _«_ Qu~l. Che 10 scello; nè più la tua immagine vedre– che questi sappiano abbagliarlo COQ ser~vo nel nuo. sen~, cw eh .10 sot1~, sti, solo dell'onda il ,•acillante flutto. un'aJ>parcnza di legalità e di giustizia; lunuuoso come _ il giorno mi sor~. Dunque non mi toccare non mi tur• e non g0. mostrino stupidamente, co- come sonante rit.n~o pei:cosse i~ ~;o bare! Jn eterno SJ>lencto're beato allo• me Mime, il loro ,·olto segrcw. or~h~o, qu~~do,_ m_ gehdo soiltano ra riderai da me specchiato a te stcs• Nè, d'altra parte, avverrà tanto fa. estrio ~o scorsi_ 1. auuco •· . . so. lieto e sereno, tu, Eroe! O Sieg- cilmente che un dominatore st con- Q~alè la ~moi~e.,dl., Wotan rispet• fried, lucente germoglio! A11tati e n– vcrta alla ·fede schopenauetiana e at• to alle sue _Cleat_llle. _· . spannianti.• non. 01wientare quel che tenda con tanta rassegnazione la suu Per lunghi anm e~l1 nsSe cpn lor~- u appartiene!». fine, come Wotan. · con~battendo da 1>:~e ~on1.:o la fit~ Ma ogni possibilità di fusione su di un In realtà, li vero senso def dram- schiera d~!l invidi. Ma ~nfine,. \.h piano superiore i'- eSClusa; e per Bru– ma è onnai un a!:U"9jnon più il com- C?ntro a P 1~ a?pra_ battaglia. egli sl nlldc, comincia la lenta dolorosa di– pimento dt singole volontà, ma la fa- ritrasse. e nparo d1 nuovo nella sua scesa, malgrado la tensione di tutto il Ullitù della fine che deve travolgere i~a slCura. _ . , suo SJlirito per la creazione del bello. tutti. · E la morte de~ suo spmt~. L ~~ore Quando Siegfried si allont__anada lei, Col suo Crep.uscolo, infatti, ,vagncr sempre forte pe1 questa sua stupe e per tornare coi>erto di nuova glorla, stesso por.ta al tramonto Siegfried, i.~ d~siderio costan~c di P.roteg~erla, è Brunilde esprime II suo accorato tur: molto prima e meglio che non possano I ultimo spr:3-~ d1 luce m lu1. bamento: « un solo affanno mi fa esi– fare oggi i suo4. dentgratorl: . l\ta non s1 puo far pane delle J:K>len- tante: che a te troppo poco ~ valso il Al tramonto. cioè, non tanto di Sicg- ze. d~lie ~enebrc, serba~clo feci~ at pro- mio valore! ». friecl - « il tedesco suddito e guer· pr1_ 1cleah: « In cru_del1 ~lo~on ere?~ « Più m'hai donato, donna· mirabile, riero, roncsto sernphciorte1>, come giu• egli a se st_esso» dice ~\?tan_ di Steo ch·io 11011 sappia serbare; non u acli– stamente è stato oggi chiamato - mund « ma1 I?. sch~rmt .,11~mo S<;her- rare se la tua dotu·ina mal. dotto mi quanto delle forze che operano dietro mo». E ancora. «.Ciò eh .10 amo debbo ha lasciato!» Je risi>0nde Siegfried. di lui: gll Del sopratutto e i nanL ab~1donare, ~cc1dere ciò .che adoro, E in ciò è già insìl-0 il suo futw·o di• Queste le linee reali, sì, ma sempre tradire con inganno chi ha fede menticare: nessuno può amare ciò che ancora tradi.,;ionalt del dramma. in me». non oonlJ)rcnde. nè comprendel'e ciò gn~~? ~~~-a~o1;e:,~~r:~~.~-cativo di \Va• ~runilde, I~ verg~ne d;ui_ t-ric.ra, ddo-- che non brucia nel cerchio del suo L"ansia umana di tic-crea della ve- ~~~/~:~~~ri: :i1~~e~nic~ Jf1~~~nque~ st esso spirao. Q ~~~t~o J°:~~s:~fa~~l ~r!~~~:i;;:-;le~~: sto è l'ordine dì \Votan. Questo mondo ormai precipita, e· if mente nuo,·o e suo. Wotan stesso as- 1 Essa non compren~l:: cColui.c.het'~ tentativo di risollevarlo att.ra, ·erso l'a• sume due f1gure distii.nte, anzi oppo- ( ~ amare·. se!11pre n11 i~segnasu, 1 CC: u1 zione redentiva di Brullilde (restitu· ste, e insieme unite, dalle quall si ~u~r~." cov~~;.~Jtf~t~ai-n~~ 1 ~os~rin~~ zione deli 'o.ro al Reno e disu-uzione ;:;~~f p::ifat~~~l;~tfn~~m~~~~g~~~ rd la tua ambigua parola». f;~le 'j~]~al~e1fa~;~~~1:o (~~n~~: ~~:: La frase ~di Wotan allora: « Con Brtlniidc è vergine nel corpo e nel• la potenza e inno affamare) non è tiiste tributo ho pagato la r~ca ». as- !~ ~~!~Q~a~~; J"l :, 1g1ai!e~~t!v~~u~~1_ ~~ft~:ombra della luce che già riS!llen-· sume un valore completamente diver- perto nell'animo del padre l'aveva In realtà. con l'uc-cisione di Si.eg• so. 11 tr:buto è tr:ste, cioè, perchè fatto suo e non le era apparso il e-on- mund, il bar-.ttro travolge le creature \Votan. come Faust, aveva dovulo trasto col resto della loro vita. Perchè della luce. simile al baratro che tra• costruirla sul!~ ceneri della proptia il padre le aveva celato il segreto volge Prometeo insieme alle Oceanine. a\~~\ l'ansia di riconquiStarsi che lo del mondo: l'avern unite! inconscia al Ma: « Voi non potete farmi mori• tormenta ora. suo dominio ed essa era certa cli do- re!». Aveva gridato Prometeo agli Wotan abbandona la rocca, scende minare ìn nome della più alta bel· Dei; « Le leggi», cioè non riescono a nel mondo. fra gli uonHni, e crea una 1 ~f-clubbìo di trovarsi nelrerrorC le ~iesu~~~g•ga~~a g\~gf~t~r,};~~i. ql~ii~1~i. nuova sùrpe; non più una stirpe di. · sn l] 1 b. dominatori. che asservisce nani e i:,"1- ~:l \~ 1~~-a~ fe edi~:iee ce«~~~~~f 1; i,~%a ~tlì.mo di bellezza si eterna e si ~a~~lu~';1'sfir~: ~~n~seuu!>~i~:~~ vista della coppia luminosa che essa. ~ ed una magnificen;.,.a esteriori, come ~=o di~~~~~cr!;, è coma nd310 • do- Wagner, certo, è giunto molto più quella degli Dei; ma una stirpe che Tutta una vita cli potenza non va- lontano dì quanto lui &lesso non sup· :~l~~e lu~~ad:.lJ.su~o~;~1~rd~~icamcnte ~ ~~e a~;i;:ri~ l~fei::1~1~~clè J~,er:~~ poc~ prima le ultime due Ol)C- Wagner, cioè, risa!enèo a ritroso a Brunilde. E veramente fredde e re. che per necessità d'azione nella nell'approfondimento dell'antica Ics• .oscure le paiono ora le sale del Tetralogia figurano ultime, ma in gencla, non più dalla figura dì Sieg• Walhall, di fronte alla luce degli uo- realtà conciuse con le due prime, in fried è affèrrato. ora, ma da quella mini che sofTr.ono e si amano. E poi- cui il riscatto umano è profondamcnJ ~~~cci:d(~: g~ei~: t!i;g~~,rrusa E;lip~ ~g~~h~n 1~,\~~~~~~=n~orir~~!t~~: te testin~oniato. g . miti va e, trasformandone completa· disubbidisce al padre (e~ovrà perciò E' lecito dunque parlare, d1. \V~ mente gli elementi tradizionali, la fa essere bandita dal ,valhall), Wotan sner, com~ ?recur:Sore d_el.nazismo. assurgere a un-\falore essenziale ed stesso deve oomJ>ierc l'a.zìone che pro•, .o non e ti _na7:1smo, ~moce. una_ eterno. fondamento rumilìa. anzi l'annienta. violenta resusc1ta,:1one d1 quel mon- L'eroe che in Imprese guerreochc Le tenebre pi\i assolute circondano do di brutalità e di vio!enz.."l che impegna la for;.,,a della l)MpMa spa- ormai il suo spirito: non Si può insie- Wao"Tler ha voluto superare? da, diviene l'uomo che. »cl senso do- me essere Giove e Prometeo. "1\"Hl.\'.U CENTO

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