La Nuova Europa - anno II - n.20 - 20 maggio 1945
-- 10 ------------------ LA N U UVA EU H U ,~ A ----------~--- :!O maz1ro 19--15 -- N ELLA stretta terribile di QUCSla guerra e ln quella che s.ir ~ la tun, ga e pesante sosta dcll'occuva-'one militare ln tanta parte d'Europu, tutll 1 J)Opolt sl vanno miSChlando, e dovr'-'~ bero, se Qualche beli.e, anche cplsodtco. può nascl."re da tmmant tragedie d1 questa ratta, Impararsi a conoscere; ma un'lngonua e utile conoscenza, anche se non frustrata da rabble e rar.cort, ~ s1>esso ostacolata dal pii) balordi pre– giudizi, ripetuti talvolta da secotl con ostcmuiz!one dl proverbiale saggezza, che l)Os.sonodiventare un'tncoscla abi– tudine della mente, e Inquinare l più elementari rapJ)OrU umani. A forza dl sentir r1pclere che gll Haltanl sono mandotlnlstl e briganti, quanti strantert ·hTlft{'SSlvl. al prtlno lncontro, non cl. trattano come tall? Le reazioni lsltntl· ve alla natura del van PoPoll hanno dato lo spunto, di recente. n plù artico• lati e controllati ripensamenti, a studi t>lù seri e tntelllgentl che, si pub dire. un poco esagerando, rondano una nuo– va scie112:a naturallstlca e pslcologlsllca del l)Opoll: maggtorl suol rappresentan· ,u~ Il Keyserllng e Il l'Iadartaaa. C'è sta• to come un momento dl appassionata rtftesstone suita materia tncandescente che doveva pot dar esca alla catastrore, sugli esasperati ed tntempestlvt nazio– n.illsml. ~la, btsogna ora riconoscere. non c'è vero modo di Intendere e di valutare I poJ>Oll se non attraverso la loro storia. Come entità prefissate, co– me « tipi •· t popoli non esistono; PoS· slamo vederne tutt'al più le derorma• :,;ioni caricaturali, che varieranno col secoli, cioè con la loro stess:i storta. Ad aiutare la conoscenza vera, l con– tatti fruttuosi, serve la storta. non co– me r\!pcrtorlo di nozioni e di eventi, ma tn quanto con essa cl si tmmedesl• ma alle ragioni stesse della vita di un J)O[)Olo e del suol modi d'essere, ben oltre Quella che ne è la t.mmedlata espe– rienza. E' giunta perciò In buon punto un'o– pera dell'Insigne storico George Macau· l:.iy 'l're\•elyan: EnaUsh Soclal Historu, comparsa nel 1942 in America, ma, per deflcionza dl carta, solo nel '44 ln In• ghllterra (pél tlpl dl Longman, Green and Co.), c. per le stesse ragioni, stam– pata tn un numero assnt ristretto di copte, già completamente esaurite. Si tratta per cosl dire dl un commento o di un ritaglio, desunto dal suol lunghi studi, che coprono tutta la storla gto– rtosa della sua nazione; come al soltto. pensato e se.ritto con svelta e grade• vole lntelllgenza. Per l'ultimo secolo, per Il periodo tn cui l'Inghilterra si fa tn tanti sensi plontera della civiltà e dell'Europa, glà esisteva un'opera clas– sica, IJenchè purtroppo frammentarla: la non mal terminata HlstoJre du peu– ple. 011glol1 di Elle Halévy. L'Halévy aveva cominciato con un .quadro gene– rale della soeletà inglese alla fine delle guerre napaleontche; seguiva tn un se- ~t"~~~~~~~~ucir~a~~:1F~~c:1f~ la grande r1ronna elettorale del 1832, A distanza dl ann1 penso dl valersi del materiale raccolto per riprendere la narrazione del periodo che sta a cava.I· lo del due ulttml secoli, li periodo della guerra anglo-boera e delle più clamcr rose atrermazlonl tmpcrlnllstlche, IIQUI· dnto 1>01 dalla nscossa liberale del 1905. E molto altro aveva preparato, che la morte gll tmpecll di mettere a punto e comiegnare al pubbltoo. stcchè la sua storia resta muta per un lungo perio– do !ntcnnedlo. Naturalmente, nello spazio di un ar• tlcolo, non cl riesce dl rintracciare nemmeno a linee grandtsslme lo svol– gersi della vita di un popolo, quanto mal multUorme e attiva, che 1nrorrna istltuti e si determina In dottrine presi a modello da tutto li resto del mondo, ma è anche sempre pronta a trascen· derll e (non è contraddlzlonc} a vivi• ficarli, In continue dtscusslonl e rtadat· tamcntl, con grande ricchezza di Lm· pulsi, Cl riesce forse di cere.ire di ren· dcrne evidente qualche punto. che Ja constderalone storica vale a. parre In piena prospettiva. ·La speciale fisionomia dell'Inghilter– ra nel secolo scorso (che può essere designato come U suo • gran secolo•> è carattcrizza.ta . da quella che si suol Indicare come la «rh·o1uz1one 111du· striate•· accompagnata d.i una non m~ no proronda e conclusiva rtvoluzlone agricola. Come nelle altre sue opere, ti 'l'l'~vetyan ne lumeggia chiaramente tn Questo suo ultimo lavoro le origini e l modi. La rivoluzione agrtc'ola segna Je taPP~ di un capitalismo anurcud:ile che crea, con runzlone an'che di presti· gto sociale e snobtstlco, In gr.inde pro: J)rlctà terriera moderna, In soslltuzto– ne di un artlcolallsstmo ststema di vari • dlrllll • sulla terra di diverse catego– rie di ngrtcoltori. Indipendenti, garantiti e lnvcsUU di prtvilegt; su 9,uesu p0g– gtavano, già nel medioevo, quelle e Il: bcrtà • di cuL andava gloriosa la vita pubbllca Inglese, sempre renitente agli a.cccntramenlt che altrove hanno llvel· lato e dlSSOlto le egemonie f'oudalt. E' anteriore aJ 1em1>1 delle grand1 lnven- VITA DEL POPOLO INGLESE Sarebbe certo assurdo pensare sen• z'aHro questo nostro tcmPO, per gt'tn· glcsl, come un'età rellgtosa: nemmeno sotto la specie dl Quella e religione del· la libertà• che viene cosl volentiert celebrata da noi, m:J.che per un Inglese non si rormula, polchè vi ri(ugge li suo senso pratico della Polltlca, tutto int~ z!ont e scoperte, potchè sl attua prin· ctpalmente nel dlciottcslmo secolo, per una necessità di e sussistenza.•· per au– mentare cioè, parallelamente all'au– mento della popolazione e a detrimento del pascoli, del boschi e delle riserve, le superfici a grano e le culture lnten· sive, sviluppando ln luogo d~I e campo aperto• (tipico di un·« economia del villaggio• che faceva di pa-nl centro abitato un nucleo autonomo ma non provvedeva sufficientemente agi\ scam• bi agricoli, all'approvvigionamento del– le grandi città), li sistema delle enclo– sures, del campi clntatl a culture dlf• f'erenzlate e avvlcendate, che serviva· no meglio un'agricoltura progredita sotto la J'esponsabllltà diretta dl ricchi proptietarl-imprendltor1. La me21to CO· noscluta rivoluzione lndustrtale, che segue un'era dt espanstone commerciale e dl avventurosa estensione del traffici, crea nelle lsofe britanniche un centro di rtcchezze, avvalendosi, prtrna che ciò avvenga altrove, delle opportunità naturali, del rltro\'atl dcll'lllgegno, e di uno stimolo all'alacrità che è un ri• fles.so e un derivato dl Quelle libere energie che prima si esercitavano nel lavoro del campi e nella connessa sfera dell'art!glanato del vlllngrto. Le due rl• voluztont, che hanno un corso di de• cennl, tra loro complementari, si svol· ge,•ano In modo imprevlsto e occasio– nale, risultandone da ulllmo un lmpo– vertmento, materiale o sociale, della vita agricola, e un caotico e lndlffcren– zlato lngiganttmento delle imprese In– dustriali con la crescita delle città Ju: gubri e di un triste e recente proleta· rlato urbano. traplantato e lrnPortato, che nella prima fase della sua eslsten• za è una massa amorfa p11va dl dlrlttl- 11 secolo dlclannoveslmo vede la rtscos· sa del ceto operalo, che l • radlcall • (tutti borghesi) svegliano, per le rlven· dlcazionl economiche, alla coscienza politica, sottraendolo all'lnflesslbllo de– sllno cut sembrava Inchiodato dalla e tetra scienza• dell'economia, nella sua formulazione classica settecente: sca; molto più tn ritardo, vede la ri· scossa degli agricoltori, cuJ gravò la crlsi cagionata dalla libera concorrenza del prodotU americani, e che parvero scomparire dall'intere6SC pubblico dl una naz.Ione che contava sul sempre più ricco smercio delle sue lndustrle. Insomma, nel passaggto dalla terra al• l'industria, dalla casa all'officina sl rias· sume il moto de11avita \nglese nel due ultimt secoli, senza che ci sia vera rottura o distacco. E l'operato, e l'c ur-– bano• Inglese dt Ol&I ~ ancora erede di certe caratterisl.lche contadlne (vistblll specialmente nel suo amore all'indipen– denza), dt certe vtrtà e consuetudini che gli vengono dal llbero contatto con la sua terra. • Si avrebbe perb, come esPone con grande perspicacia l'Hal~vy. e il Tre– velyan consente e ribadisce, una visio– ne assai monca della vita Inglese se sl 1>resclndesse dalla diffusione e dall'ln• flusso che vl hanno sempre ottenuto le opinioni religiose. I lll.>erlcoltlvatori e mercanti (che poi rormeranno le fie· rtssUne schiere delle e teste rotonde• dl Cromwell} erano gtà, come altrove per tutta l'Europa, cantlclericall• Quan· do Enrico Vlll ruppe con la curia di Roma e stablll l'erastlana chiesa d'In– ghilterra. Con la sua rt!orma, benchè egli abbon1.s.se 1 protestanti, era spla 1 nato il terreno· per U fiorire delle varie sette e delle forme Intime dl religio– ne che sempre più si sarebbero staccate dallè: pompe del culto e sarebbero di· ventate, in armonia con la rigogliosa vlta Individuale, personali e casallnghe. La chiesa anglicana. rappresentò dl re– gola in lnghUterra, tra Wttl gli istituti poUttci e soct~II. ~:organismo più e sta• tale•· più Intonato alle tendenze accen• traUicl e assolutistiche che andavano predominando sul continente; perciò appunto, contrastato e rinnegato dalle C06Clenzepiù llbere. Cli scatti, allora frequenti, di ribellione e di Jnd!penden: za. di larghi ceU della popolazione era· no sempre anlmau da un nuovo fer: vore religioso, erano Isptratl alle va: rie dottrine e regolo di vita e dlssen– zlent.1• e e nonconfo1mtste •· La chiesa ufficiale, rimasta a galla sempre più strettamente protetta dal potere, sl an: dava intanto atrortzzando in una buro: crazla privilegiata~ Finchè anch'essa fu scossa dal vento di una rlnascita, di un revlvO. che veniva a comunicarle quello spirito rellgtoeo gtà Vivo nelle sette più decisamente protestanU e pu: rltane. Il metodismo fu una e t1presa. • religiosa che In parte almeno avvenne nel cerchio della chiesa. ufficiale; e ru Lutto anglicano U movimento susse– guente .(al principio dell'ottocento} del– .l'cvange!tsmo, che è come un nliUgato n.ato all'em1>lrlsmo. Ma se altrove In e protico riflesso dell'enfasi umanitaria I Europa cl è stato divorzio dalle idee promossa, sul continente. dall'tdcolo• religiose In nome del materialismo sto-t- gla rousseauiana {gli • evangelici • Ot• rlco e delle rivendicazioni proletarie, tengono Infatti, con spettaco!3rl campa· ciò non st è mat dato In lnghllterra. gnc pubbliche, riJorme ispirate dalla do\'C Il senso del diritti propri e delle • les.;e dl natura•• come l'emanclpazlo• llbcrtà sono sempre rimasti assoctall. nè deall schiavi e un·amminlstraztone e Il diritto più caro da rh•endlcare è ptù sollecita del bene degl'lndigenl nel· sembrato dapprima quello dl una per• l'Jnd\3. tanto più efficaci nella loro pro- sonale credenza, ln !orza appunto dl paganda In Qtmnto l'appartenenza alla una educazione religiosa che poi è tra, classe dirigfmte e alla chiesa ufficiale passata. nel costume civile; gll antichi e un senso conserYatore del limite Il fa puritani e Quaccheri sono diventati, prossln11, o addlrlltura partecipi del con lo stesso fiero e tntran9lgente orgo: governo), Le sette, le «cappelle• come gllo, t membri più solertl e gll organiz– sl rhlmnavano .(a dlfferenzlal'le dalla :rotori delle trade m1tot1s. La Ubertà di Chlesn). erano promotrici di lndl1>en- ·onornre Iddlo a proprio modo. dlresa den1..o. tndlvtduale, ma erano fanatiche; ad oltranza nel secoli andati_ è diven,. la chiesa anglicana, al colmo del suo tata sprone e occasione alle rivendica: scetticismo settecentesco funzionava, zloni Politiche. e Queste alla toro volta anche se per v1.a indiretta, da scuola sono state 11 tramite per cui Il peso di tolleranza. Quando chiesa e sette si delle nuove classi e del nuovi lnteressl livellarono In lntentl ~munt e a,...1ct• si sono fatti sentire; tutto cancatenan• narono t loro orizzonti, ne risultò una clost In una storta senza frattura e rl: M>rtadi ienerale armonia re~!gtosa, una chiamandosi a e precedenti•· a 1éggt e temperie fra le credenze più ardite e disposizioni spesso scomparse e dlmen· esclusive e la tolleranza. che contrlbul ttcate, ma che restavano tnabrogate nel preponderantemente a creare la com·, diritto comune. Cosl niente In Inghll· pagine morale dell'lnghllterra ottocen• tcrrJ va contro la tradlzlone. che è rtci. tesca, genera.trlce di rispetto alle opl• ca di una varietà enorme di Istituti dl nionl singole e dt pratica libertà. L'ln- costumi, di appigli e di espedienti. 'La ghllterra cl\1le è oggi In gran parte vita inglese non conosce schemi, come una lnghlllerra religiosa, erede di mo!- non conosce codlct· si piega conUnua• te lotte di coscienza e di contrasti an- mente agli eventi,' e porta fino nelle che sanguinosi: ma la pacificazione tra mtnuzle quotidiane 11 gusto dell'espe- =~v!~e~n~n~gl!J:~~~=-t! ~Ire~! rlmcnto. deU'avventura e, talvolta, det~ ~~11,ndo di tutti la fisionomia. e la f la bizzarria. U!IBERTO !IOIUtA. NON VOGLIO LA TESTA DELLA 1 miei amtct mi conoscono per uomo dolcemente cocctuto. e ml 1t>ppor– tano amorevolmente. De Ruaaie-ro sani qulndJ l'ultimo a meravigliarsi se mm mi mostro convinto del 1uol ar– oome,1tt in favore della inclusione de• oli avvenimentt def nostri giorni nella 11-0rra:ione del nuovi manuali 1tortct per le 11.,-uole (sii cui è tomato 11et nu– mero del 6 maDDlO). In oue,to argomento, che è di ora~ de fmPorta,iza - poichè sl t.ratta cU una di qi,el(s mqterle che a otu1to U· tolo li dicono formative -. e neL quale amerei che interloquissero persOTld. di ben altra competenza che la mJa. (Glor• gto Falco. verchè fai lo gnorri.!) to vorrei qui Portare semplicemente una chiari/i.cartone, oDlnchè la eventU(lle di1cu1s.Jone.che ausvtco. proceda ordJ• nata. e, sono nella questione tre elementi: ('uno metodologico, l'altro didattfco, l'al• tro potltlco - o direi meouo. crocia• nament6, etico,poliUco. Dal lato metodoloutco, è pacifico che {a sto,-ia è narrazf01le deL passato. e non puc) chSamarsJ pauato quello che solo ,econdo ti calendario è alle nostre 1z,alle, mo che awortlene tuttora olla nostra vita pre1ente, è ancora intriso delle nostre passioni. Ancora: non si fa 1torla stnza una sufficiente quan. tUd dJ documenti d'ogni fonte, e que– lli ncn. st puc) dire dt possederli ,e non dapo un ctrto lasso d, tempo. Nel frat– tempo, 1tnza dubbio, vengono fuori una qU(lntU4 di optre di carattere 1torf.co (cronache, memorie, pamphlets. ecc.), che ,, aool1mgono aUa oran massa di materiali sui qual! lavorerd lo storico vero e proprio. Su questo ml pare che no11 ,ta luogo o discussione. I barbas- ;:~//:,t1!'::i!~'::• ~~r:tt::mb;t~~~a;~ la loro tonoranza - a senso di una ce• lebre fra3e dd Croce (che tutta la sto• ria d storia contemporanea) imposero nel loro proorammt scolastici dl capo– volgere L'economta della narrazfone storica, face11do!agravitare tutta tntor• no aoU avvenlmentt dat 1919 i,i avanti; una storia sansepolcrista, tnsomma. Non spetta certo a not, per reaotrc ad essa, cmvorle una quantità uguale e contrarla.. Sono, ben lunot sia pure dal sosvettaro che questo passt pd capo dJ De Ruooiero; ma Dto ci guardi da certi zelatorL Concludendo su que,to prtmo pun• to: n manuale ri fa sul libro dJ scien– za, e non viceversa. Aspettiamo che ri concreti una prima elaborazione sto= rlca del fatti recenti, e doPo ~ manua: le. scola1Uco o non scolastico, 1t>occe· rd da sf). Se invece lo iml}Offiamo con proorarnma mSnlstertaU, ci sl prosen• tertmno 1nnan.zt mUeri compitucct. C'I} pol la Questione didattica. Sicco• STORIA me non c'è solo la scuola di. ,tato, all-Z"t le scuole private sono numero1e. I cri– teri riguardanti una materia cosl tm• pegnaliva come la storia, devono e,se• re lasclaU r,iutto1to larohl. I program• mi ministeriali dovrebbero partare In forma piuttosto aentrlca, per non ea• sere attaccati dl IUlberalfsmo. d'lnto"' leranza - o addirittura d, riloroente. me11talitd massonica, e che 10 lo. Non baita.. Quando tL libro entrerd. ffl Ucuola, ci 1ar4 un profsnore che avr4 u 11u: opinioni poUtlche persoual.t, e che votTd commentare. e maaan cor– reogers - a suo parere - IL te1to 1e• condo le ,ue opinioni. e, ,aranno r,m fn clone quei ragazzt più ,vegli, più: po(ltlcanU o più birbe, , qU<JU,per pia: cere di dibattere, per precoce pa1S'lons di parte o per 11>a11or1e(a e fnlieme arrivare alla fine dell'ora di le~one senza euere lnterrogaU, tenteranno d'Impiantare tn classe un parlanientV no, se nori un club. Ci .,ard t'Insegnante autorevole o dl spirito che sa-prd fmi ,,orsi o savrd ca·varsela; ma not che ,appiamò come lascia a desidtrore fn Questo momento ll corpo in1eanattte, cO! numerostutmt lne$J}ertf lnco.rtcatf. lavoreremmo proprio per il bene deU.a scuola, che zoppica 11elmodo che tutt( .sappiamo, con l'aaolungere un elemento di turbamento. dJ cott/uslone, d'tndisc(· plina! . Pere) - ecco rauro argomento - la narrazione dcoli. avvenimenti che st sono clliu.sl or ora dauantt ai 11ostrt oci chf in modo così traotco e spettacoloso possono fornire u,1a •moralità• a, ra– gazzi elle ,ono nati auando t cadutt di lerl ,carrozzavano In trionfo e lancia,. vdno fu'oco dagU occhi. Et nunc erudi– mtnL.. Mt ,i chfamerd ,cetttco; ma f,o cred.o assaJ.poco a (finjluenz.ci della 1cuola in. questo senso. Si, pu() avere una QU(ILi che Influenza; ma l'td più zucconi. l rCJJ gazzi f)(ù intelllaentf, proprio percM st ,entono dentro a1wlche cosa e, da raaaz;:I. sento110un fncoercibflc bisogna di petulanza, sono naturalmente por~ tatl ad avere optn1ont opposte a queUe <lclt'1nseonante e dekUbro di testo. Que– .sto, nel complesso e se nort trabocca, t un bene: bisogna LasciarU fare e solo indirizzarli 1eco11do l prtnclpt fonda,, 111c11ta« deJ ben raofonare e del ben vivere. Que&to a Ili prbno e grande com– pito delta scuota, tn tutte le branche à'i.Meonamentc. E' un compito e1sen,1 zlalmente metodolootco, formativo - s per que1to La stcrla puc) e deve avere: un posto preminente. Afa, per questo, i abba,eanza tndt/ferente ofJrlre au•a~ Lurmo un gruppo cU cinquanta, cento nozioni di vhl o dJ meno. Btsoona for– ntruU lo strumento cerebrale per gtw dJl;arc ncteamcn!e tutte le nozioni. che.
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