La Nuova Europa - anno II - n.16 - 22 aprile 1945
-- G -----~--=---------L;t· NUOVA EUROP,f------,,-,,,---------c.:,,,,-,--naprlleW45 -J A R PElKOV AL "SECOLO,, M OLTE questioni Porta a galla la la mostra dello scultore bulgaro Assen Peikov al Secolo. in re– ~azione a1la polemica che Si svolge u-a gli artisti rom:ml dopo la liberazione: polemica contingente cerl-0, ma impor• t.1nte per chi si preoccupi dell'avve• n\re delle nostre ani figurative. Que- 8ln polemica è già nota, ma. giacchè .t.inmo tutti ln cerca di chiarezza, con– verrà dirne tn breve i termini fonda– mentali. Ln nostra pittura e scultura .hanno pm1.eclpmo, nel tempo tra le f,ue guerre, al generale clima europeo; hanno srnbllito cosi vi'llOri vali'dl in (tuel cUma, e forse anche in assoluto; hanno resistito In complesso agli as– t;aJU del sempre desto accademismo e cont.rorlformlsmo 1taJiano, presenta. tes1 subito dopo l'altra guerra nel « no– vecento » milanese. e ultimamente. in 1ma forma vile e ricattatoria, negli « ,ukase » di Farinacci. Ora, a libera• zlone avvenutn, non solo l'arte itahiana singolannente. che sarebbe un assurdo, ma fl clima europeo al quale appar· tiene, oono stati messi da tutti gli in• gegni più aperti in uno stato di esame e di giudizio. SI è constatato con ragiio– ne che quel clima dà fnmi nei quali appare sempre più palese l'esaurimento, 11 formalfsmo, la fuga nel decorativo, l'astruseria, lo snobismo. lo sfogo tor– bido dt !Stinti incHvldm1li;tutto questo congiunto a<1un declino del mestiere. Si è chiesta un'nrt.e In cui gl1 artisti, obbedendo al sesreto comando non più di 6Utcs ma del popolo In senso 1 lnrgo, lasciassero l'astn1sità, e ci des• 6e'1'0 opere chiare ed efficaci. in cui venjssero tra l'altro rimesse in onore ,1ueue virtù della forma e del mestiere. presupJ)OSto costante di umanltà e di durat..1. Si tratta dunque di esigenze, Che J)OSSOno dare dei frutti In una ma: turnzione lenta delle coscienze aperte hllc Influenze di una società che muta: f:~~a l~r~1o~~~ fc~:~ou~~~:aèri~~ ~edere che si pcss.1 partire da una t'abula rasa del nostro lavoro di ler\ e del vafori già acquisiti, è futurismo barbilro, è e<JUi\'OCO, è Ipocondria. In ,1uella eslgenz.a. auasi approfittando llel momento proplzfo, se ne va insl• Jluando un'illtra, che però ha con essa J)('ricolose affinità; una tendenza vuo- tamente formale, sterilmente accade- T E no; e ora può :finalmente, HbE-radalla vergogna, manifestare le proprie pre• dilezionl. Bisogna inoltre andare cauti nel domandare all'arte, sulla scta del sociale, ma pratlcltà immediata. Le praticità sono molte. In questa mostra, per esempio, a che fine potrebbe mu• strarsi pratlca quella scultura in l<t"no, rappresentante « Leda e H cigno». un abbraccio molto realistico, che poi Uc Chirlco ha dipinto, Il cigno d'oro e le carni della donna dal vero? Io vedo un fine solo. Restano ·1 numerosi rltratt,t. Queste reaziont del buon senso accademico, quan<lo si parla di ritratti, si fanno 1n generale in nome delfa somiglianza. E 1 ritratti di Pelkov Infatti sono somi– glianti, nel senso che si riconosce a prima vista eh\ è stato Il loro modello. Io sono lontano dal credere che ti volto umano. a chi esegue il ritratto, sia sol• tanto un pretesto, e che nel ritratto un artista deve esercitare un arbitrio, nel quale spesso si nasconde l'incapa– cità. La somiglianza nel ritratti è es– senziale. Il buon ritratto è infatti il punto d'incontro di due necessità, una intrinseca all'opera, che ha la sua ml• sura e il suo rumo. l'altrn di ripro• durre il volto preso per modello. DI– rei che il buon ritratto è l'Invenzione di un volto prodigiosamente simile a un certo volto vero. Il ritratto arbl· trarlo, privo di somiglianza, e quello che si suole dire parlante, di una so– mlgllanza esteriore, sono ambedue scadenti, e infatll vengono ottenuti da due diverse specie di anlstl mecHocrl i\·la il vero ritrattista, obbediente al ritmo detropera, conduce in ~s.so 1 par– ticolari del volto, e qu:mdo non può 11 abbandona, senza di che resterebbero cronistici e documentari. Set11bra im· possibile dover ripetere oggi verità tanto evidenti, ma è pur necessario farlo, giacchè si sentono lodare I r1· tratti cronistlci. priv1 di ritmo e di ml· sura. per il solo fatto che essi appa!.ono somiglianti. E allora, mi si dirà. vuo1 un'arte dc• cadente, disfatta. solitaria. snobistica. giacchè rifiuti Questi suoi ~orrettlvi? No, e credo di averne dato la prova an' che su queste colonne. Non voglio nè questo nè quello. Soprattutto non voglio che le esigenze di un'arte sociale ser· vano di copertura all"accademlsmo plìt gretto, alla praticità più grossolana, Gli sviluppi dell'arte avvengono nella fantasia degli artisti d'animo generosn• mente aperto e progressivo; approfon• dendo e dissolvendo. ma dall'interno, I valori già stabiliti; ed affermando con le opere nuovi valori da opparre a quelli corrosi- La fegola è sempre la stessa, essere aperti come uomJni, ed affidarsi poi a! proprio Intimo co– mando. Certo non Si ottiene nulla. con le liquidazioni ingiuste dell'arte pas; sena, non avendo nulla da opporre. n solo un vuoto accademiSmo, che non ha Poi nessuna data. C~zanne e Van Gogh non si abbattono da queste ))Oslzlonl, e nemmeno Morandi, e nem• meno .Manzù, quamlo fosse 11 caso di abbatterli, e non semplicemente di consegnarli alla storia. Ma queste rea: zlonl nccademlche sono poi sempre se· nuine? ?-1 i permetto di dubitarne. vi sono elogi non sinceri, anche quando sono sentiti. I nostri intellettuali pur– troppo sono litigiosi; e. come t Signori Invocati nella canzone del Petrarca. perdono nel sorvegliare. infastidire, sindacare il vicino, il tempo che po• trebbe essere speso In qualche opera più degna. La vita da noi si perde a cri• tic.irsl e a Importunarsi. ed a produrre quadri e statue, e ad esporre oplnlonl, che sembrano proseguimenti del no• stro Incessante litigjo. Spesso il parlar bene di un gruppo, d'una tendenza o di una voga. è un parlar bene falso, una travestita espressione del r.ostro dispetto per gli altri. Forse rcE... ta• lA.one degli artisti stranieri, e il ripu– dio ae<:ademlco delrarte moderna. due cose In apparente contrasto. ma che in Italia sl uniscono o si susseguono con tar,ta regolarità, hanno tra loro un le 1 game segreto; permettono runa e l'al· tra di mostrare in modo indiretto un'lnsofTerenza globale per quelli che ci stanno accanto.. Certi improvvisi en tustasmi per l'accademismo, non sa· rebbero che un modo di dire male ò1 Carrà e di Morandi, di De Pisls e di Manzù? Troppo •meschini risultati di tanta agttazlone. Questo scrivo. e~end.J credente nella nt.,,c,essitàdi un'arte pli\ pubblica. più pcpolare <li ouella che oggi è la nostra, ma scaturita òall'intl· mltà degli artisti, e da un rlspetto di tutte quelle conquiste, che fanno ormril parte del nostro s..,nsue. Sarebbe un fat. to curioso se tuttii.noi, che parliamo di un'arte morale e progressiva, vedessi• mo uscire al suo posto un'arte gretta, utllltaria, provinciafe. ac-cademica. Per– chè questo non sin. occorre essere chiari. GUIDO PIOVENE iliica. che non ,·uole riforme, bensl ne• ,{razioni e ritorni. Questa non ha biso– gno di pazienti maturazlonl; dietro ad ~a c'è infatti l'eterno accademismo ,ifcontrorlforml~mo italiano, con le sue TEATRO ])Oslzlonl ferme. sc~~or'i'iui~ar~'. 0 ~~: vf,?!k~;- ,!;:,"~ IL PESCATORE DI OMBRE -Romn. Jnconsueto certo oggi è il CO· nisgio, e direi la forza. fisica. con 1 NON è faclle pensare che moltl dcgll (iuali maneggia enormi blocchi di mar- spettatori che al teatro Elisco as- mo e di legno. per trarne corpi umani sistevano alla ripresa di Prscatore i -pudl. Ha ti gusto asiatico ciel grande; cU ombre di J. Sarment, rlcordassero la 1 ti.f è aceostato alla Grecia; ne è nata prima rappresentazione avvenuta a· t{l lui la fantasia non direi di un Olim• rArgentina nel '22 e ti discorso lntro• ~o, ma di 11nValhalla. cli colore balca- duttivo di Adriano Tllghcr. Uomini e .filco, di cui va fornendoci i pezzl. Ora donne nuovi, questi speuatorl che forse ,n1 dispiace mollissimo dlrgll che a mio JJon si chiedevano più se Jean Sarment 'Parer.e tutto questo è sbagliato. Mi di• giovanissimo attore, nel '22. del Ten– t;J)(iace,perchè tutti si è amici a Roma, tro dell'Oeuvre, avesse voluto portare e ml sarebbe perciò comodo ricorrere il suo contributo alla dissoluzione della ad una critica fotta di parole ambigue. personalità o alla esasperazione del di reticenze e di restrizioni mentali. conflitto neo-romantico tra realtà e 11· Ma ra franchezza è necessaria tn mo• lusione. Il relativismo psicologico fu )ÌlenJI tanto confusi. Le sue opere por- l'eleganza Intima della nostra sci:igu– tano, nella prefazione al catalogo, l'a• rata adolescenza che si abbeverò alla vallo di De Chrirtco ultima maniera- fonte delnncenezza e si complacqnc L1 sua mostra ha avuto una forte eco di quel malinconico pirronismo In ap• cronlst1ca e mondana, e ha provocato paren?,a, allora, non superabile. Oggi discussioni. Alcuni di quelli che, qual• soltanto sappiamo che quella sflclucln che anno fa. avrebbero forse gridato nella razionalità aveva stretta paren• al « J>Onwtertsmo ». e giudicato Pelkov tela con la presente ferocia e le con• indecno d'attenzione, sembrano oggi nessioni ci paiono facm e vediamo 1 contenti: segno cli una nuo,·a moda. tremendi pericoli Inerenti a quel lon- Ora, v'è certe impeto sulla ma- tano gioco. terla, retorica muscolosa. praticità, in Ma allora l'Intelligenza europea Vi• questl grossi nudi dalle membra pe- brava sui labili segni di quel confuso s:'lntl, ben levigati e rlfinltl; soltanto moto Interiore; e pareva passibile sco cssl sono scolastici, misurati a com• prtre I termini di una nuo\'a mecca• pnsso; negano la fantasta e 11 gusto; nlca intima che sostHu\sse quella tra• chiudono tutte le avventure. e non ne dlztonale; e pareva un progresso com– aprono nessuna. L'accademismo Halla- piuto sulla troppo antica concezione 110 può annetterli. ed indicare compia•· del carattere come entità ce1'nchiusa– ctuto le importazioni cll un accademi· L'imprevedibilità, la passlbilittl senza smo straniero. Io dico questo senza II limiti di combinazione del dati della minimo desiderio d'offendere: ma un coscienza che trovava riscontro nelle Faiinaccl nP sarebbe entusiasta: ma più esasperate man\festazlonl del berg– un Foro Mussolini esotico non tro• sonismo. dell'attualismo e! parvero un verebbe ornamento più adatto. Anche affinamento Interiore e non, come qui dobbiamo rlpctcre 11 soltto Grac· erano, segno di una dolorosa decadenza. eia capttl? E si diventerà proprio Ma oggi, a teatro. J. Sarment è tor• ora farinacclanl? Si sarà combattuto nato a riproporci con gli stessi termini. contro li premio Cremona e fesposl• quei lontani stati d'animo, quel temt zione di Monaco non perchè non cl medesimi, e ci ffiamo accorti che qual– placcvano, ma soltanto perchè erano cosa in noi l'aveva rifiutati, che si jndetti da fascisti? Talvolta penso, con t.rattava di un artificiale ordito di lam– un certo sconforto, che Il premio Cre; btccature. senza radici nelruomo. Era– monn piacesse, nell"intimo dell'animo. vamo tnv1ncibllmente port..1t1 a scar• a molta gente che sembrava contrarla; nlficare la patetica storia e a rlPortarla e.~e mentiva allora per r.ispetto urna·...a! conflitto solito fra follia e ragione; dando alla folli.'l 11 suo luogo eccezio– nale, rifrntandoc1 di giustificare il suo Ingresso plausibile nel mondo della ra– gione. Giovanni. Il giovane poct.i, per un nmore sfortunato. è divenuto un ùol• clssimo pazzo. Nella sua mente, una sola facoltà, la memoria, è venuta meno. Come a,•viene nell'org:anlsmo dopo una mutilazione. anche nel cer– vello 1 rapporti della losica formare ritrovano un loro particolare e<1uill– brlo. Il glovrme vive una sua v"\ta 1ll· teriore fellcc, senza \I carico degli an• 1ichl dolori e passa le sue giornnte n pescare le ombrine nel ruscel1o C'he ~ :'lccanto alla casa. Les ombrcs del n1sccllo sfuggono alla pesca, le ombre dell'anima si sottrat::&ono alla lenz.1 della memoria. La trasposizione sim 0 bollca è di. leggiadra Jevità; diventerà tragica all'ultimo atto quando il gio– vane poeta sostituirà la rivoltella alla lenz..1 e pescherà un'ombrina squar– ciandola con un colpo; e procurandosi poi Ja morte con un altro per conqut, stare una verità che la sua mente scom·olt.a non riesce ad attingere più. Mn In questo ultimo atto la pazzia del poeta è diventata persuash·a ed ha acqulst.1to un ritmo accettabile. Atto debole, inutile. fuori chiave, che com– menta In forme esplicite quello che era già stato suggt:>rl.todagli .iltr! tre. Il drarrima può rl.lenersl concluso, (Juancto su un equilibrio miracolosa• mente rlacqulstato con il ritorno della memoria. la vera pazzia porta Il caos e diventa chiara, fermamente caratte– rizzata. Prima era appena un ondes· giare tra sottigliezze psicologiche e buon senso. Un -cen·ello stretto parente di quelll in normale funzione che po– tc,·a abolire 1 confini tra ragione e fol– lia, trn realtà e !llustone, tra certezza concreta e convinzione fittizia -e far apparire il folle come portatore di una sua verità. Interpretazione intelligente, con– dotta con vigile misura; il Cimara era li g\ornne, mi'te poeta. Evi Maltagliati la donna che gll aveva dato la balta al cervel!o- IL TEMPO E LA FA!IIICÌIA CONWA 1 Y,j G. B. PR.ESTLEY cl ha ancora una' volta parlato della \'anità della speraJlJJ za. dei giovani anni. Il Jempo corrodè? dissolve. intreccia capr1cclosamente *. ~~~n~e~;~1; ~e!~!d~~fta eJl0!ol~~ spontanea e necessaria eenerazioJil,. Commedia moraleggiante - mausrno el€rnent<>recome rappresentazioni dei mo vii.a dell'uomo nelle oleog trovano nelle case di campagna. J Conway sono una famiglia detra~· provincia Inglese, costituita da quate tro ragazze e due giovani orfani di pà::i dre, con una ma<lre ancora piacent'e, 1 ~~~t~ld~~!~~~;i~ 1 ~re;i!~ ~: ~;c~e~it~ 1 Conway alla fine dell'altra guen~/ 1 moncl!.ile in unn gala serata In cui s1 festeggia Il compleanno di una delJ'è ragazze. Al tennine del convegno. par..l titl gli osplu, al Conway si prospetta 1 l'avvenire seeondo gli Ingenui e dofo~ penSien dl quella sera; ciascuno dei membri de)Ja f.lmlglla vede il tempà scorre-re secondo il tema melodico pret sente e lntrecc1a H suo vago St,gnaro a quello dei suol. Ciascuno avrà dalfa sorte, a seconda del desideri, amore, glot1a, rtccheu..a figliolanza; la madre vede se stessa nel suol tardi anni. ctr 4 l eondata da quella gioia nata tutta dal! suo ,srembo fe<'ondo. sra~~n~e;~ri: ~~! .... ~i;~ Il!~~~~r~~:a;t i sosa e vibrante delle Quattro sore1Je Conway. appartatasi Jn un angolo perJ mettere sulla carta 1 suol pensierrl (Kay voT>rebbefare la scrtttrlce e rag.' giungere famil e ricchezza) si assopisce e sognn. Forse lei ha visto nel gaio tumulto, nell'1ntrecciarsl dccli ;:imo– rettl, nel desiderio della madre di avere la sua ult.Ima avventura amorosa. con lnsol11n perspicacia, 1 tarli che corro~ deranno la bella compagine famlgliare,1 e nella mente velata dal sonno Si int~I zia la presclenzn della lnevit.abilc sven~ tura. Quando si desta tra tanto galo clc:'lleccio. tra cos1 liete speranze. ò fa sola che rimanga appartata e triste come se veda precisarsi e farsi evt- 1 t~nli ~J;~~~~~~sia~~~"ctr~,u~n vi~{;eil sn.1pp1di uomini che sperano nell'av!" venire fel1cc. Agevole profezia uuelTa della S\•entura: l'tmi\·erso è colmo, fino all'orlo, di t.rlstczza. L'apparente ))re-– scienza non ~ che protezione del rt~ cordi deHe infinite esperienze prece-– denu. Nel secondo atto l'autore con un pro– cedimento di carattere clnematc,srafi(.'O dà corpo alln mal1nconlca visione df Kay e et rappresenta t Conway dopo venti anni. Nessuno ha visto realizi z..1rsi I su01 programmi di vita: la più t1ovane delle rasazze ò morta. la seri!• trice Kay è diventata una piccola gior 4 nallsta. un'altra ra la professoressa d~ storia; HazeJ, la più bella, ha sposato un astuto e meschino afTarista che venti anni prlma ha disprezzato; dcl 1 due maS<:htuno è impiegato alle t.1~. l'altro fa il rappresentante di com~ merclo e mena vita dissipata sott_raene ~ 0 addr~n~i 0 se~t:~~~~~~lirecd~ 1 1u~io ~I gale che la casa Conway è eeonomtca– mente ro,·inatn. I figli danno a Tcl la colpa della loro roYlna. sono tutti of; mnl sul Quaranta. sono uomini e donne entrati nell'età di ferro, ed è ben stra– no che siano crudeli con la madre come se avessero vent'anni. Negli· ndultl Il conflitto delle generazioni non\ è più giustificato psicologicamente; gli uomini dt q11aranta hanno tut(o perdonato al genitori per la conqul– srnt:,, C>sper!enza d~la 1nevit.1bilità dell'errore. Mli abbiamo dttto che questa di Pre– stley è una commedia mOralistl<:ae in1 1 gemrn, con s11perfkialt sovrapposizlonr dl banc1ltfil~Qf~m!- Il terzo atto ci ri– porta alla situazione del primo. per,· mostrarct candtd:imente. con un breve prolungamento della situazione già dCJ scrlttil. che la pre,·\slone di Kay est'– sHxa in serme. durante la sE:rata del' pronostlct fc-l!cl. A ch\usurn <lei la~ Yoro. De Sica che era Alan 11 fratello mafglore. li più saggio perchè il pii\ rasse~nato del se-i Conway, mormora all:t Proclem<'r che era Kay, che solo ~~~l'~ii~i t~n;:~!~r~o~~~ac~~ !~l~~t~~r: venz..1.Kay piange sulla caduta deHe Yanc parvenze che tanto le p!acc1uero! un tempc. li suo pianto cl fa pensare che difficilmente troverà nel suo dei !uso cuore la forza dt rifiutarsi la gioia., Ln commedia fu lnterpret.1ta In modo eccellente da un gruppetto di attor~ ·del cinema alla loro prima prova tea 4 ~~~~ ~~lq~~ri 0 it? r;~re~~i~a E~~:te~~ Maria Mercader. Massimo Gtrottl- Llna: Orl.l.ndlnl). II regista era li Blasetli e assolse In modo esemplare il suo c~om~ ptto. · FRANCESCO JOVIN
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