La Nuova Europa - anno II - n.16 - 22 aprile 1945

) u 22Lnprlle19T45 I M' E L ASN UEO V\ :UA; ;,P;-R_I_T_R_O_J_l'_A_T_O_~-.~-,;.-: .. -d~-,z°-~-~-~-1-!a-~:-i-'.·-n ;~~-ia r1,cttare fntenzio11i tiranniche. I sena• N • f · d I J tori se ne allarmano; e un oiorno, d1i– a S Cl a e a rante una cerimo1tia, app1·0{,tta11do di 'ttcriosamc11tce definitivamente sJ}arl- D I S 'AB A u,1a fm1>rovvlsa tem'J)esta, lo fanno mi• . ragl . on d1· Stato re. • at popolo che,,. fa ricerca am1u1t– z(ano che è stato assunto in cielo co, uomc di Quirino. L A poesia maggiore di Umberto Saba - che è µol, di là. dall'eser– cizio In cm si sostiene una voca– zione Urica. la sua vera Jxic~1a- na– sce da -una condizione difficile, sospct• tosa. yoJul>ilc. auasi crudele, innanzi 1.utto Yetso il J>O••ta.che non ha man– c:llo d!.confessarne H dolore e la fatlc-••· sehben sembri avere sp0stato all'ori– gine del verso un fatto che è all'ori– gine dello sua Sicss..1 vitailtà u1nana, Dirà che egli non sa anrnre o far hene e<.> non « rarte d'incider carte - di dlf• fìclli wrsi »; ma è anche vero che con– fpss~r:\ di sentire e professare la poe– sia come « unico scampo• che a ~ul offra In vita doloroS.'l• Cosl la poesia gll è l'arte positiva di vivere, e si s,·olge d'ora in ora c-orne un chiari– mento dei casi òdla. sua giornata. ove ogni vicenda èstcriore è un rapporto con l'anima o attiva o rimOfSJ dagli attln11 d'inerzia. La parola gli è dun• ~~f ~~i~~~i~ ~~~o~~o%~c~~~~ro:id~~J. dens:i nel vivo presente. ponendo l'ur– genza di una- mediazione vocale, ,,rima cioè che un evento, pur fattosi memo– ria Innanzi all'animo che lo contem– pla, t'Oll1CSt>mpre nv\·\ene net ritmo ste~:iO elci 11.-mpo,abbia acau!stato un..i lontananza t!' una r,acc di storia remota• I ca!il blograliCl vogliono subito mu– tari\ In vc~1 e rime: 11S:iha non po. trebbe tmpunemt•n1.c attenc.lcre come non potn:hbc" fnrsc trasparii In unn n:trrazlonc r-l\C("rei per:;onagi;I di epic;\ o di romanzo o di teatro: finanche se egli scrive 1111n favola. gll animali che J>Ol'l\Ì ad D,.! re non c;onr,anonimi come tn Esopo t· l-','.'<lro: son quelli che egli ha conosttt1u o che ·e~ll vorrà lmmag1- 11arst famLl,m. « Un merlo avevo, col suoi occh, 11 oro ecc. La sua J>Cl<"Sia si fa luce net CP.rchio di un'ango::;t 3 primigenlfl è s..1cra; ma tntendo eh,• :a paroh angoscia non sia 1nrrlvolita da1?:1 u:rinu effimeri signi• ·flcati cli m " a · Un'Ombra di ,,esanti c,•i, che s.: 'i,;ono a ritroso fino al la• mento ap<-c.1 ·1tt.co dei profeti ra1>itt. sino al crt l< lo divino che chiede a im padre r1! ·:-ifir-:1rgllsul monte un flg"liuolo, bln' al rez1,0 dell'albero <.lei l>ene e del m ,.~. sino ;i quella volontà di vivere t l <1ivcmerà l'uomo. e che Saba ha coi , m1t1z;mta nel versi del– i'Antica b1 !> .._. addensata Innanzi alla sua v 1 (.lui egll s'è incontrato col freucll:-.: , e sue luslnghtere ca- lamite: e ! t· p.i.rso dt trovare una messianica ✓, onc. E' stato per il .poeta il m pericolo .. Fosse e.gli ·dt tiepida ... nosa vocazione l>OC· •·t.lca. l'nrld t.1 1h un tmplacabllc dc• serto lo .n :-:offocato;ma la tro• rla ha Pot ~ !care t suoi giudizi cont1ngent1. •· nrnnao)(lt un canone sociale e ,.. :a sua poesia invece ne è resta ~nw. tanto vero che ,,,.egli ha p1..i.L, ,erfir10 ridurlo a mate• ria ~elln pi .i arte: Il che a rigore di clottrtn... ·.e Impossibile, lrto e fu n· ·on se ~tesso e dun- que con SII i.I • quanto dl ingrato. '~bnt~~ 80 uo 1 ~·-,: ci1~e t'a 1 ~~~~~~ ~~~~li stesso. Saba ,, .; se lo risparmiò, acca· nendosl ta!\1.. a come un ocmlco, con non so chr « r ..,core• dl letri e• hmoll affanni• dt e ,z- verse forze•· di cui sentl piéna .a v1tJ ~la quest'uomo cho ha parlato ,111.i(·apra dal viso semila e ne ha accollo e capito lL linguaggio •di dolore, 11..iuno smisurato, se pur deluso. blso,;::10,di tenerezza umana e di cons01azit,11l•11oelica-E qui •lo tocca ,ta grazia, t· q .1 i! la· sua Poesia. Gli basta un bel ~ •.~o per Jitrovnre li Pa– radiso che il, ,,ra ad ora 1,erde e re– ct11)Cra.~fa 1, 11:1 ha r4trovato nell'OC· castone del v o. e nel desiderio, e qualche volt.::. ne, :a realtà, una ri.sPon: dcm .. a a ouc1 suo schivo blsogno d1 t<'nerezza. che t:> poi negli afTetti più semplici dc.la v.la . la donna amata, la f"l.glluola suo , tenero germoglio•· la madrC', questo o qucl1';nnico. una. città con le sue vie e la sua gente. 11 suo .faro: mngari la morte: pudica conrcs– slone di un nomo dal sensl veloci. che , tuttavia rifugge dall'atomico imprcs• I sionismo sensuale per un lllt?todo di sintesi espressiva. seml>rò prosaico è la necessità stessa cli salvarsi nella sinccrità espressiva. aderendo li più possibile alle occasioni e agli oggetti come ad tullco scaniJ)O: e quando la parola non si arrestò an– rora acerba pel'Chè troppo immediata. era la chiara confessione che riscatta il dolorf' e il pC<'C1tto, che è l>Oi 10s~o– mento stes~o del vlvt're. li fatto è che quell'asprezza e dlfT!roltà tn'.zlale, cosl stretta agli oggPltl che diventano poe– ttci per tllumln:izione e parola, entra negli spazi e llC'gli umori delle sillabe, come avviene a parecchi nostri sc·:-,t– torl, dal Tommaseo fino al Campanella e a :O.lichelangclo.La parola di Snba ha naturalmente auella stessa « scontrosa grazia• che il poeta nttrtbuisce a Trieste. i1a a formar ti suo· llnguaggto. 1n una città mesc-idat..1e orH:clnale come T1icste. al cui termini e nt•lla cui cer· chla di monte e di mare battono espe– rienze d'altri suoni e cosl!'uttt, non senZ!l che qu.1lcosn delle lingue conti· gue e delle contigue cnlturc poss.-i su lei Influire: Salta. di là dal clngue1.– tante, amoroso. dlnlctto triestino. do veva trovare lo parola <lei classici: e la trovò Infatti, varlamellle. prima In Petrarca e Leo!)ardi al tempo dell'acto• lcsci:>nza,poi In Dante e In Foscolo ..ri– manendo quasi lmmune da ognl lnllus– so dei moderni che pur conobbe, se non sia l'aspro odore del San Martino carducciano In certi versclli• E mentre avvenirn che l'ltalla, .-:hl eccettui po– chi fedeli, si allontanava :-::cmr,repiù dal suoi classici, questo triestino se;mc ascriversi a « titolo di nohiltà •• c0mc., egli dichiarò, l'aver -ritrovato • il filo d'oro della tradizione ttallana •. rte;ono– scendov1 « la migliore t<'stimonianza che uno Possa avere di non essere un comune illuso verseggiatore•· Po1chè muove da uno Flato tr.nlo 11t~ ficile e dolente e de,•e rhla:•fflO per li– berarsi: polch~ nel dar forma a tanti oscuri affanni osserva 11 metodo Je1 classtci. Saba è poeta dl sconc')rtante llmpidezza. Dove molta parte ùelia p0es\a moderna. nella sua poettca tanto rllrosa all'efTuslonc romant1c1.1 .. se per avventura le a,·vcni:::a cU muo– vere da un sentimento ovvio ha biso– gno di Celrirlo·1.n una oscura allusione che in tal ·modo lo nobiliti, la poesia dt Saba raggiunge Intera la sua chiarezza verbale, non eludendo neppur la proso– dia, se non talvoit..1 per una certa du– rezza originaria che ~ fedeltà alla pro– pria irta sostanza e non già sollecitu– dine di tnganncvoll effetti metrici. Le sue parole hanno un lume interno che le accende sino all'estremo contorno. In queste Ultime cose dlrestt che il Saba. pur senM -sviarsi e rimanendo tenacemente ligio a se stesso. s'incontri con le esperienze tiella plù recente poe– sia italiana cd europea, nella brevità del 1riotivd. tutto stretto Intorno al suo nucleo, per gli scorci e I tagli. per certo stupore più Incantato,. p~r 11ritmo più libero, svincolato dalla vecchia fata• l!tà delle rime e dell'~mtlca prosodia .. per certe sagaci dissonanze. o. D dir tulto. per certa musica ato,wle, in cui Il suo felice rapl)Orto cll impressione diretta• e 1ing\1agg\o classico. riesce ad un nuovo equilibrio armonico. e O.VOSC'E."l'E La colonia felice dt Carlo Dossi? E' u,w delle opere mc110 1iuscite del sempre iuge· g11osoe qualche volta delizia.~o sc-rll· tor• lombardo: tm breve romanzo a lesi, o un tunyo apologo, a cui fan dt· ft:lto ui oru::ia e 1l mordente dd rnc· conti a U~i di VolU1ire. L'intreccio ~ questo. r:sposttJ dall'azaore stesso ila una «dif/ida• ch'roli. premise alla Quar– ta cdi::ionc clrlla sua opericciola: • Un nucleo cii scellerati, sequestrati dai ùuo. 11t. co!(trelti a convivere esctusfva, mc11tef1'a loro, tu piena libertà di clan· 11cgoiorst reci])rQcamente, trovonst, daf– l'istmto cidla personale conservuzlonc. for.rnti a rifar Quelle le{Jyi che aurnmo rotte cd a rispettarle•· Volle il Dossi co" q11f:Ua fm•ola accedere alla tesi di 1lristotclc. scconclo c1d l'uomo t w, essere socievole per natura? O volle invece mostrarci itt concreto l'ortc,i11e del co,1tratto sociale di Rousseau? J>ut) unrlll' essere che abbia 1>ensato dt rl· conciliare lo Stagirita e il Ginevrino. O, più semplicemente, che abbia i11teso rl• l>mlire co,i u11apostilla escmplificattvn. la i·critù vichiana: echeggiata dal 1"0- scoro net Se1>0lcht:a Dal di che nozze e tribunuli ccl are - /Jier alle umane bel ve esser pietose - m sè stesse e d'al– tnti ... •· Si sente comunque che il pen· siero del Oo.~si è riscaldato e sospintfl clal soffio drll'uma11Uarlsmo romantico. da_qiu>l ueneroso ottimismo che crede• va nella forza , edet1trice dell'amore. f.: ben. t)oco imp,,rta che in quella ste.11sa •diffida•· scritta parecchi an11IcloJ)o1l rac-conto, l'autore si dimostrt stouacc delle c(ottrine a,itrovoto{liche del Lom– broso al/..oravropaflCll,e dC1E.'nrlco Ji'crrt, e rinneyando ln morale della sua favo- 1(1, ajfcnnt clte l'uomo malvaoio non è correoutbitc. Il fatto è che per u11 1)ez zo, cm,reyli et co11fida,cercò 11ellasto ria aroomenti a so.çteyno dt quella sua tesi umanitaria, ed tmo credette di a– veme i,ovalo in Uabelai.s, nel Quart Llvrc dcs faicts et dicts héroiques du bon Pantagruel. là dove si accenna a w,a Poucr()poll (città dei malvaoiJ, fondata in Tracia da Filippo re del Ma• c~doni ver accoyUervi quanti bricco11f, ladrotK, briganti. e assassini fossero ntl suo rea,io. :\"o,, c·era btsoono, in veritd, di cer· care tanto lontano nè ài risC1lire all'<m tichità classica. Una Ponerc)poU italica. e m,a,lema, 1>otcvat.rovarla in San Mar– tilio al Cimllio, dove per dar incrcme,i– to alla 1101,oluzione donna Olimpia Pcm,– pMli signora det luogo ottemze dal Pa pa che 11otcsseroaver libero soooiomo morti croastnlani di Civitavecchia. Ma ~ vero altrcsl che 11èPoneròpoli 11èSan Marti11.o at Cimino. i cui abitanti non avevano essi stessi creato le Ieoot eh& U oovcr11ovano, 1)0tevan dirsi esempi calzmiti alla tesi del Dossi. Come non penst, eoU alle orloin! dt· Roma. a no. molo cJJeaµre la sua città ai servi fuy- ~~f t· :i ;:,,~t 0 f~r~n.s1~!:'i~~ffo a~lfc,~:~t? «Qutl\bet huc • inqu1t « conruge, tutus erls ». E 11roprio in quel covo di. crimt• nalt nascere} tL diritto romano. e tutto il mondo civile ne fard suo nutrimenCo! Ma be11. allro. ahimè, c'insegna q1tel– l'unticltfssima storia di Roma. Come. per escm1>to,nascorw la ragion di stato L'ULTIMA BATTAç.LIA DI CHURCHILL Come l'uomo h:i ragglunto una più matura serenit..1\.o. se volete riprendere parole del Saba stcs.so . una più «serena di.sperazion·e». In·sua arte si fa più lieve ed estattca: ti flUl una memurla dt ratti Più lontani: una memoria dl glovincz• za, prel1tlc 11 luogo del crucciato pre• sente, pur se egli dica: Ecco _aclesso tu sat che tra i beati - non è dm1ora per noi. Che la vtla - (come un av_ido sguardo) è Juttci r1iena - cli lacmne Jì\.TON scorderò ma·l una frase d, nascoste. [ Y ClmrcMU. L'ho.disposta 11ellame• Giungerà alla malinconia di un prin- moria accanto ad ali:une oltre clplo d'estate ove invano egli cerca il massime di u11a dozzina di scrittort dolore: Tutto "ai muove lietamente, co- che costitrdscono le stelle fisse del mio me._ tutto fosse di esistere feUce. Ma finname11to morale. Questa: • La lotta appunto questa meraviglia cli un man- prù. arduu è quella elle un uomo c:(cve cato dolor:e .è .ll riscatto cli una sere- combattere con sè stesso•· <Juanto nità .. di un·at01a pace. La parola del sia ardua lo sa, certo meglio di altri,l'im· Saba ha toccalo Il sqo buon olimpo in petttoso statista che st sentì un aiomn queste ullime cose. E I colombi a cui ·chtcderc da f.,loyd Georoe se non TJO· ti •poeta dà t chicchi.del granturco teva aooilmoerc la prnden.za all'auda– fanno che la sua div.enti « la cas.:i vi- eia e che, come osserva 7'homas Jones, sitata dagll. angeli ». Dirci che è l'im· l'ultima vtrti1.. acl apprendere fu, la pa· magtne. tnaspettata e pur conseguente drouanzci di s~. passato che ebbe i come nessun'altra, dell'ultima poesJa quarant'anni. dl Umberto Saba. Ora U oronde tvinston hà quasi finito Ora saltiamo a piè vari rcntfui se• roli e trasvortiamoci {11, Fiume <1m1111m– zia11a. Anche qui nasce uno stato; a cui Gabriele si acci,ioe a clare mm co• sllt11::lone. Si purla di 1·crcltle cla:~.d dirioenti da abbattere. di a1111ose men– :rn111• ria i>nwscherarc, di un 1wo1•0 spi· rito di tJerità che fllumim:rù ll mm,do. f:1>µure, sentite. Chi c'informa è un tC• stimane non sospetto, . un lcoionario flumauo, u,i fedele di IJ"Am11mzlo: Glo• 1•mwi Com;sso. Si leooano IC..$tte µaut· ne cli ricordi, vlt 1 issimc, 11cll' Jtahano lii Lo11ydnest, settembre - ottobre 1941 D'.lnmmzlo tiene mi urmulc ra1morto a wtu i comandanti di rcpt,rto . .111c1tc C:omisso è invitato a parteciparvi. Dopo at:er parlato del momento volilico in ltalill e aperta e chiw~a la discussione Gabriele, racconta Comino. 11 venne fuori da dietro 1l tavolo. e fatto nuova– mente cadere il monocolo. venne verso mP. che mi trovavo con un oruppo di giorani ufficiali: - No una cosa da dire a roi {Jiovcmi - e chinò il capo come ares.-,edoliuto arro.'lsirc. - Ed è strano che proprio io ve la debba dire, 1.8 che ho subito cosl J)otcntcmeute l'imperin clrlla oiovinc.zza; ma vosso dirvela, per· cht\,,. <la quando sono a Fiume, vivo dj una ca.slità francescana: ma voi, oot sorva.s.~atetutti t limiti. - E si seltiarl la t·e>re:- Noi siamo acurchltiti, la lotta è forse imminente. occorre te,iere ben saldi i muscoli, e-poi almen-0 cer– care di non andare nei pnJtril.>Oli, quan– do t•i sono 1 soldati. - Gìrù. su ss ste3· to e passò ad altri aroomt•ntl. Qualche tem1>0dopo ver.:ui a saJ)erc,da 1m ut'dt· to addetto al Palazzo,. che questa ..ca• stità di d'Annunzio non corrisponde.va ad r,i;atte::za. Eqlt era t,icarlcato ooni aera di far passare u,10 certa can:o• nettista ch1amata Montresor, che luvo, mt1a in mt caffè conce,-to <l«:t-vorto, pc, una portieina seorcta, e fari.a sall,:e al· l'appartamento del Comandante, dal quale vm se ne partiva arl'aiba, diceva lui, co1&cinquecento lire nella borsetta,. Gabriele non era certo alla sua pri· ma bur;ia. Con qua11to buon umore, qualche anno prima, aveva scherzato sulla .sua dispo.sizfone a mentire. il suo editore ed amico Emilio Treves! Il qua• le s'era servito di parole stesse dt Ga• brlele 11el Forse che sl forse che no (• la fo1'.za viva deUa mcnzoorta,. ptù p(ltente r;he t nerui, t tendtnt e.1l san• uue ») ver schermaoliarc brltlantenu•n· te con lui. Ma quella detta a FJunie. t:ra tma menzof)'na dt stato. e chj L_'aveva detta era il principe del decaclentls,no europeo. Come tante volte nelCavize1i,. turosa sua vita. s·era illu.">o di ,inno– varsi, e questa volta ffJndando ur10 sta· to nuovo. che doveva esser quello dei c,iovanf, dei forti, dei oencu,st, dei siii• ceri. Ep,n,rc la 1nenzoo,1a d' .stalo oli floriva sulle labbra 11ella forma pìù sa• crilegamente decade11tistlca. con quel· l'allusione alla propria castità france• o;cana. Quanto alla ra{Jlon dl ~tato, ci 7!Bn· sò il fascismo ad am1llcarla a r.abr1ele. Non lo fecero a pezzi, come si dice che i senatort rommit facessero dl nomo!o, ma lo divinizzarono dopo averlo cluu.· so ne( doratissimo ergastolo di Gar· done. PlETRO PAOl,O TROMPEO I contro 1l suo conservatorlsmo ver con– ciliare gU interessi tradizionali delrtm• pero britannico con le nuove esigenze di vita sorte 11eL resto del mondo che lut stesso ha co,itrtbulto a satvarc. H veooio sard che, in qi,esta lotta di sè co,itro se stesso, 11essunalleato vo– trd dargli aiuto, fuort della sua co• sc,enza. Combatterà solo, cl.ava.nu a tutti. E ancora tra cento, forse tra ,mlle armi. implacabili oiudlct di campo 110n olt perdonera,mo uè un colpo sbaoìiato 11èuna mossa falsa elle abbinno offeso 1 dirUU di uomini elle devono ancora nascere• a. li. s. "LA CI1 T À LIBERA,, PRANCESCO FLORA. di vincere i pii, terribilt avversari stwl c clella civlllil. Tm 1ma settifflilna o un mese, 1l San Gforoio dell(I. Iibertd con– ficc11eril iCI-lancia nella oola deL dra- 3one.. E quali che siano i temi, In mag– giore e in minore, di questa poesla– diarlo, dall'Amore alla Morte. dal versi ,per fugaci donne a quelli 1>er bina. ' fin nelle cose più tenui e larn1ll, nel sospiri o sorrisi. negli sguardi che s'a– prono improvvisamente dolcl e perfin supplichevoli. nelle gioie cori>0ree e spiritose e in quelle dell':inima. la fa– tica donde ho detto f::trsl luce la sua poesia è pur sempre qucll'ammno prl· mlgenio. In questa disposizione poetica, natt.. vamcnte difficile. ciò cho tante volte: I Ma avrà 01,pena visto agonizzare ~:;:,t';,~c 1 ~~';:/t:ce~~llt!a~~: 11 !~~::01fa~ 1 ~~ più asvra, la ptù t,icerta. La ùattaolia Clodlo: L'creditit. di Roo1euet1.; Loren– zo Barbaro: Note dc'lo 1cttil1Lt111a: Pan– Ilio Gentile: 11 -lb11rali11110 di ueaei ; Giorgio Granata: Nuouo Jlondo; Wolf Giusti : La aerma.nla dopo la ,conJi.tta dct '18; Ennio F1a\ar..o: La ,aaae::za di Plckw~k; G. M.: 11 problema della rlfa.r• m-a 0 gr(lria; Vittorio Corre<Jlo: P~ea~11d1zl &Idi' orgoglio: Attillo R!coto: \ cr,td e Poesia; Federieo Spndo: Gioua,rni Gfo· Wti: Carlo A.nto1'1: La Hbcrtd e le re, gole del aiuoco (V)..

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