La Nuova Europa - anno II - n.14 - 8 aprile 1945
-- 8 ------------------ LA NUOVA EUROPA-------------- S aprile lOl5 __ re che agitano il gran cori» sociale. Ma il naturaliSmo. nella sua foi:,ua classica e nel suol travestimenti, Si 1i– veta come lo strumento più efficace a fcnnare e cristallizza.re un processo e render morto quel che è vivo; e. 1,cr colmo d'Ironia, quando auesl'91>era di scompaginazione e di corrostom: è già compiuta, l'io s'e1•ge come Interprete di un disagio s1>lrttuale e depreca la refrattarietà coslitutiva del mondo so– ciale a porgere }e condizioni della vera comunione. li. nei richiami di un'anima su di un'al· 1 N O ~a_. negli inCf:)ntri spirituali e nel re- T J Z [ À hg1oso aden11>1mentodel dovere! SULLA POESIA SVEDESE Vo\sionc untlaterale e scetticismo di– simpegnano, pcrctt.. l'uomo datto sfor· zo d'immettere nella corrente della storia le facoltà comunicatlvc e simpa· tetiche: .la frattura a1>parc cosi pro– fonda che all'uomo - sembra - non rimanga scampo fuori dell 'alternati.va : o giocare la propria parte cH personag– gto o. fuori d'ognl collct.Uvltà, rtcerca· re 1 veri motivi dell'csiStcnza nella soclet.as Dei. Ma l'una soluzione decade nel dilet· tanUsmo cerebrale, para!izr,ando nel· l'uomo la volontà ed ogni impulso mo– rale, l'altra !ru;.ciadietro a sè l'umani· tà.. per pop0Jarc la terJ'a di spiriti che meglio starebbero nella Rosa dei Beati. L'umanità - ci domandiamo nol - non trova essa l'espressione più schlct• ta di sl:! hell'lntrcccio di intereSSl Idea· La stessa fatica dell'uomo si most.1:e- !~~be~ri~~t~ Pf!v~h~~~tg:~~~tod'l~ volgare egoLSmo e non echeggiasse in· torno e non si colorasse del palpito dell'intera umanità. La stessa religio– ne, se non si illanguidisce in lirismo di falsi profeti, attua sulla terra il fP,· gno di Dio e Inonda di letizia la gior· nata del credenti. Certo la società è oontrlstata da crt· s\, da scosse. da conyu1stonl: ciò non cl fa diffidentl. ma pensosi. Quelle prove ci additano le vie della giustl· zia e della verità. e non ci lasciano se.et.lici sui fini che l"umanità tende a conseguire. Oi Insegnano che i fini del cittadini non ra.1mresentano una mer• ce di scambio e che la 1>ersona ha un valore infinito sulle sue lrradiazlont st)lrltuall, ma si riconosce e si csalla nelle forme concrete della ,vita sociale. L'istanza sup1:ema a cui si am>unta la nostra coscienza dl moderni è che la dignità dell'uomo non debba cere:.· re altrove, che nel consorzio civile, so– stegno alla· sua interezia, fiducia nella sua affermazione. AURELIO OORIGLIANO LIBRI" D'OGGI L'ITALIA DIVIS·A Q UESTA divisione fisica dell'ltaU.a, e la lucidità del suo occltlo gll Jn1pone dl cui .si soffre da tanto tempo, di tenersi Cli qua dalle speranze. dl continuerà a far sentire i suol non consentire a quel che di fantastico etrew .• a pro<lut·re risultati impens~i glt appare ·nel desideri.o e nell'auspicio e imprevodii.b\U J>er altro tempo ane:o- di una vita meglio assoclata. E' cosa ra. E' accaduta In un momento st.orlco, onesta, p2r ora, femiarsti. a questl qua– e a'd un popolo dall'unità nazionale an· drl ridotti. dedurre una morale lmme· cor giovane, e rincrudendo antlc)ll ma· <iiata e puntuale da\l'evidenza del fatt.l; li, anUche sofferenze. antiche consue· ma bisogna ayverUre che, con clb, cl tudini che b~à rlducevanp l'Itana. per si limita, e che ·non sl riesce a affer• certi aspetti, ad uno st~to arcaico e rare la realtà plil. complessa• Natural• provinciale. Più che mai è difficile og· mente: la coscienza acuta delle soffe• gl che uno ,guardo concreto. gettato renze e delle manchevolezze che 1'.es1>e· sulle sorU e sulle condlzionl del nostro rtenza quotidiana di questi nostri ulU– pae.se, 1>resclnda dalle memo1ie. dai mi anni ci roca è ragionè di 1)e99i· vezzi. dalle idio&incrasle che ognuno di mtsmo. · .JlOi p0rta Ln sè dalla sua re.gione. da Alvaro è commosso dallo spettacolo quella vita aJJetUva che è J>er noi In· popolare - uno spettacolo che a lul slemc. educa:tlone e riparo. solidità e sembra di dignità inutile e (Il fatica ~~!:Z!~~i:ì"f)~èei,~iràe~•a!~tt~ro~ ~rii;:; i;,::=.t~~ll~o~p~l\a~I~!!~ oc.I luogo comune. _ ,e che non ha forse bisogno di com· Cosi è uno scritto «meridionale• {ml menti. Questa \•iltà lnC\de Poi sulle scusi J'.wtore se glie lo d.k:o fio dal• qualità popolari, e le porta alta corru• t'ini~o e quasi a bruciapelo) Questo zione. 1'1:1ttoavviene nel gioco del 1>0- opuscolo assai tmportante e che Induce chi mooi. a conclusione e quasi a sim– a meditare. di Corrado Alvaro: L'/lalio. bolo <li una lunga avventura. lunga rin:unzio~ (nella collezione Tra due quanto la nostra storia. Ci sono, tn ~ree:rC:o,~: 1 ~~~ d1! B!~W!~~· ;a ~~r::f f:ge r~~o~;r v~uu~ ~~l rclt sua. o come tutta l'opera sua. Polehè gione offesa ln quello che ha di più anche se segue un emigrante a Berlino viitale. cioè la solidarietà umana, è ln o se studia le nuo\•e con<llzlonl del· quelle famiglie religiose: se ho mai mi- MODERNA P OJCH E' è vero che fa poesia rl· umanistica e accademica st continua ln sente della distanza nello spazio ~u Quali (per citare Qualche nome ancor meno che della distan1.a nel de, più 110U): Ho Bencman (1.800) tempo. non è mai inutile, io credo. Sta· Berti! l\talml>erg (1889) Sten Selande; - bllire o almeno a~nnare, per un 1>rimo (l89U, 11~rans c. Benglson (189tJ. La. ortentamento, paragoni e affinità tra ~)()e.Sia7!gorosamentc res:tonalc trova Poeti della stessa e1>0eae di paesi di· 11suo 1>1u sugJCestivo 1>0et.a ln Dan An– versi. Ora. la situazione della poesia dersson (1~·1920) che tr.1e la sua lspt- • moderna S\'eclese, per quel poco che m..i razione da molivl schi~tt.amente po 1 >tr è dato di <:onosceme. oot.rebbe a lar· lari e 1>roletarl;Anders Osterllng (1884) ghtssimi lratu vros1>eltarsi e somma, tenta non senw qualche successo un!I rlamente riassumersi in Questi ter- forma un po' macchinosa nel senso Jet• mini. D01>o il ti•ionfo del realismo te.raie, In cui cloò tutti I J>ezzi, lucidi e dcll.'cspressionj.Smo di Strlndberg, In e J;>erfetll, si comblnàno in un compii– Svezia si assiste a una larga fio1ituJ'a cato congegno. Erlk Blomberg {1894), cli flOCII uma111stl e nazionali o regio• nel suo sforzo dl adattarsi al reale e nall. Verner vQ.n. J-Jeidenstam (185~· alle- 1>ropor1.lon1modeste degli aspetti 19401 il ca1>0SCuoladel nuovo roma1,· QUOtldtanl, per Insoddisfazione e tncer– tlclsmo svedese, almeno come figura di t.czza del soprannatu'rale, nel suo dl· poeta; e nel crtterl foi•mali, è una figura stacco mallnconlco dal modi delle \dee che presenta qualche tratto di somi· astratte e assolute, riecheggia ancora gllanza al noSlrl Poeti • classici • dello una \'Olla accenu pascoliani e crcpu– stesso tempo. Carducci cioè e qua e là scolari seppure In un'aria più 1,en– ll Pascoll dei Poemi conviviaU. La cosa sante. Par Lagerkvist. la voce più au• cl sorprende .meno QuaDdo si rifletta tore.vole ~Ila sua generazione, par• che la formazione della cultura di Hei- tendo da Niet1.SChe e da Slrlndbcrg 9i denstam è tn fondo .analoga a quella fa cam1>ionee diventa Il classico dell'E– dl iquel poeti it.allanl. e la stessa tradi· spresslonlsmo In Svezia, senza mal tut· zione poetica svedese alla Quale Hel• tavla sottrarst a un assunto di sUle ele. denstam si richlamava conunua.ndola, vato e di rtgore fonnale che, certo an– rtsale alle mcdeslme fonti ed è larga· che per merito di Heldenstam e detla mente umanisliea. Da una parte dun- sua generazione, è ambizione comune que egli. attinge direttamente alle agll scrittori svedesi dl oggi. Al Polo fonti classiche, studiando la lettera:- opposto tuttavia (fenomeno anche QUe– tura e •l'arte'"; greca· e -latina, e. visi· sto ben noto) afRorano anche nei suoi ta'ndo l'Oriente, la Grecia e l'Italia (è versi SJ)untl minutamente descrltttvt e famoso li poemetto 1s·1>iratoglt dalle ro- accenti smorzati e crcpuscolarl. vine del tempio di Nettuno, a ·Pesto) Qel poeti relaUvamente pll) giovani, dall'altra parte, anche come campione li più noto e apprezzato, HJalmar Gull• della tradlztone Indigena, iegli s1 neon· -berg (1898), che del re.&1.0 già è stato giunge Idealmente a quella stessa cui- assw1to agll onori dell'Accademia tura, traendo la propria ispirazione (1940J occupandovi il vuoto lasciato dalla r.,oesta e dalla storta classtche. dalla morte di Sielma Lagerl6f. è for- Un discorso ·diverso vorrebbero Gu· temente permeato di cultura conti.nen– staf Fr&Ung (1860-1911) e Erik Axel tale, traendone uno s1>1ritoche penetra Karlfeldt (1864-1931)', ambedue tndlsso- assai profondamente, fell~mente r tro– lubilmente vincolati alla loro terra e ni1.zandola •· la sua tspii-azton roman~ alla loro provincia, rispettivamente ti uca (l'emrlt di Voltaire non è estraneo V~rmland e la· Dal~arua. Comunque, a questa evotu7,lone). I giovani vert e per non· isolare Il lettore da ognt punto propri, come Cunnar Ekelof che Intro– d! riferlment-0 e da o~ prospettiva duce tn Svezia e ha presente nelle pro- . europea, si ricorderà che la poesia di prie composl7Aont T. s. Ellot, e Artur Frtkllng è fortemente Influenzata dal Lundkvlst che ha rtscosso molto suc– Burna, li Quale fu tra l suol poeti U cesso negli u1tlml anni, risentono vlù predUetto (te due figure presentano direttamente nnAusso delle letterature · singolari affinità). Essa Inoltre per inglese e amertcana. certa vena mallnconica e muSlcale pub Due fatti vanno ancora •osservati per a tratti richiamarci anche l nostrt ere- CC>f\Cluderequesto score.lo ncces.sana– puscolarl. Karlfeldt è un fenomeno mente l>reve. ~prtma è che in Svezia unico e slngolarl~mo, che non .si de- (essendovi fa letteratura orlg:tnale as– flnlsce fuori delle forme originali della sat giovane) non c'è netta sepaJ·azione sua poesia, un fatto di natura più che di generi, e ti poeta è (salvo PoChe ec-– dl cultura, m::i llppunto per 1'a sua te• cezionO anche scrittore di 1>rosee di nomenalità e per la ricchezza nativa teatro; la letteratura svedese è tnsom- . della sua vena. per una forza prodi· ma ancora ogg\, sostanzialmente lirica. giosa che lo vincola realmente e mlsl\· Il secondo fatto è che la Svezta ln que– camente. per tnnumerevolt vie, al pro,. su anni di guerra ha saputo utilizzare. 1>rlo suolo. quaSi non da lui ma per tn un senM buono e 1>0sitivoagli clletU lui da esso nascesse la sua stessa J><>e-della cultura, la sua fortunata situa– sla. cl riconduce il pensiero alla fell- zione di Stato neutrale. I contatti e gli cltà spressiva del d'Annunzio più scambi culturali con l'lnglll\Lerra e l'A· sano e spontaneo. quello di • Terra merlca si sono assai lntens\flcau. E gli Vergine• e di alcune liriche dell'Alcione scrittori svedesi ·sin da principio han (ma lo sviluppo di Karlfeldt è tutto formato un vero e proprio fronte unico c~rt:nte e annonloso, svincolato da al quale hanno man mano aderito an– ognl Interferenza e da ogni compro, che l più renitenti (e t prtml tra tuttJ messo con la letteratura). sono stati Lagerkvlst e Gullbe.rg). ap• A Questa generaztone segue, come un po' dappertutto, Una generazione as· sai più aper:,ta agll influssi diretti del• l'Europa, e più attenta al fatti Politici oltrechè culturall. Cosl, la tradlzJone poggiando con u1ttl i l'oro mezzi la causa della democrazia e attacc.1.ndo vigoros..1.mente li mito della violenza e il prtnctplo della dittatura. AIJGUS'ffl GUIDI ., l'uomo In Russia, è da mertdlonale che surato l'insufficle117,adella classe dlrl· .... Alvaro parla. Voglio dire con questo gente italiana e U dramma della no– che 11 suo calore, le sue reazioni. il suo st~a provincia, fu ln quell'occaslone in rapido elucubrare son tutte forze lsttn· ou1 li J>OPoloera abbandonato e ·arra• tive. sgorgabe da un moto del senti· mato dal suol custodi. Non vidi un mento che coglie l segni .<!Sterni, le solo atto generoso compiuto dalla clJS· espressioni (spesso le espressioni mute, se dirigente 1); c'è un ricordo un'os· 1 gest'l,. le tracce sul volti) 1>rlmadelle servazlone che ml sembra esseriziate. e idee. e su esse, su un plano di verità che da un pezzo io rl;>enso come Sin– offertogli dagli atteggiamenti, estrema· tomatico: • Tutti ricordano che le clas– mentc fisico, dove circola lo stesso ~an· si medie e intellettuali italiane avevano gue u:a l'uomo e la natura, lavora. Dal formato nella prirria guerri:t mondlale silenzio ln cui vede i suol personaggi. quel nerbo di uffiOtaU ili complemento dalle frasi rotte che lo l:K:alfisoono.Io che rinnovavano la tradfzlone del Rl· liu~itano e gll danno cosl corpo e st· sorgimento e cioè gl'intellettuall a guida gmficato, Alvaro trae le sue persua- del movlmento,.di liberazione ... La stes• ...,.========================,,,,,,; s~on~. che sono. spe~ com1>0ste \~.l.· sa classe media fu Poi mobiKtata tra 1-e - s10111. come punti stat,cl a cul ascende file degli ufficiali ·Oel 1940. Ma quanto ll dramma e il wmulto delle vile. ln mlltata!... Non erano più quegk uffi. eslSte sempre una Politica 1>erun vero contro I • collaboraztonlsti •· e il bru– qu.est'opuscolo come nelle novelle cl ciali di complemento che uscttl dalle uomo poKtlco, che qualunque realtà •clante rlcon:lo di una sconfitta in cui ~no 1>ersonagg1definiti e assorti, lden· buone famiglie e ctalla tradizione fa· porge l datt. la materia per l'azione. anche è crollata unl classe dirigente. tich': folle che compiono, vh•endo, una m.;_gliare. con una onesta concezione Primo. requisito è di essere realistici. In Francia molto si scriverà e si ctiSctl~ s1>ec1e !il rito morale. E' un'Italia pae· della vita. ln una Italia• 1 ,overa. ecémo- dl apprendere la realtà. che non vuol terà .sulle cause, sut moi:li sulle con• sana (! .opaca che J)OCO muta in questa ma. proba, onorata: .. erano assai V\clnl dlre ~llicl, 900nt.rosi o querimorrios\ segi.ienze (M questi falli; se ne trar· sua ultima avventura, ma vi ribadisce· all'animo e al bisogni del t)Ol>Olo• ..· I di (ronte all'espelienza. Vivendo tn una ranno osservazioni, e moralità•• regole le sue tacite esigenze. l suoi celati ma nuovi erano figli di una classe medta Jt.aWa divisa, ~1 deve aver coscienza di J>Sicologlche e civili; ma l'orgoglio profon~H umorl, le sue dlSgraZlie; vt e d' ,i.ma· borghesta o tbrrotta O av\•l- questa sctsstone, ma una_cosdenza non francese non lascerà mal sorgere li ~g;:1~1~~atr~~i~~dde~~1f:~ta~~~! ~~= :~-b~~~~~e~t~~i~:~~~~~.~!~~gA~ ~1~~::,1r1amente devastatrice o depr1• i~riin;h~~d:~~/'t!n~\:t~ena et~~: lo stra.zio degll even4. che si dire_b· varo, se non er"no più quelli dt una Ci sQno e cl son.o stati casi paralleli; zioni, il nostro abito mentale son di• be:o da quella _chiamall ~ ri1>rova piut· volta non è per una ragione tndegna, cast in cut_una $lmlle esperienza. !orse versi; ma dagll altri esempi ~iamo _ tosto che subitL. sembrino mai farla o 1>er·~na fatale-decadenza; è perchè ~ent4ta ptu tragtcamente. ha prodotto pur .sempre trarre un'Istanza. che· sarà espl,octere In tragedia. . . tro1~i di loro morirono nella Prima Cllver~Ifruttl..Mt viene i" mente la co· quella dl b~dare a far salvo, nel pro• L _opuscol?, quindi, ha più valore dl gcie,ra, pe1:Chè facemmò allora un' sa• sldetl4 • genera~tone d~l '98 1 1n Spa• blem'l e nelle cltscusstont. Il punto vi- ~~~nia1;~!v!h~1:1 s~~/,~~~:~~o~! ;rt:zi~~i~i~rd~r:t~ug~: ;~t~~i~t=· fi~r;G~ani;:~reazJ~~~l~~v~~"l."l~~~n~ tale, ~uet punto che ra aa a1>plglio al tra u,~a popolazlo1~e ~,raie o di piccole nazio~~re, profòndendo t m1g1(orl e Ortega·~,.c;:as.set, .~firOecc. Anche q,uel• futuro. ol.ttadme abruzz.es1, ha s1,erhnentato e stermman'tlò ·cosl una classè dlrlgC:nte. la fece I esperten~ di 1,tna r scissione•· VISSUtç> la divisione tra J>OPolO e ptc· Da quel sacrificlo si spiega in gran SCOJ>rl.,che la. Spapia -era. tutt'altra da UMBERTO MORRA cola borghesia pro,•lnclalè• ne,8'11 ulU· parte il fascismo. · Quella che appariva ln facciata e che il mt m.esl ~~ Roma liberata', quella tra · disastro' clella guerra di. cupa' era me• alleati e 1talial11i.Tra gl'ltaltanl stessi IP l'italo, In certo senso salutare. Fu una scorge ora le divisioni del partiti e generazione di gràride alacrità tnlellet· quel_la.(tanto sensiblle all'an<imo di 'un Bisogna, come questa nostra lt d1 tuale, che J,?romo~ e acul un fervore rnend1ona1e che vede l su()( compae·, \'isa Sl unificherà tra poco. nello as a: della vita sr,agnola. anc1ìe, come st ~ f'nl 1 tutto, aspettarsi dal governo e tUt· zio e nel tempo; che si rifaccia l'unrt!I visto, a "olte CUPOe crudele, ma che n~n~i gO\erno rinfacciare) tra gover- ncl cuori. Il dtsper.are non serve· vor• non dà li morto senso della lnutllità visioni~ governati. Di tut_te que~te__ di; ·rei dlre _che non $erve soi>r;.\ .tiui.to u e della illsperazlone. . A FIRENZE e NAPOLI gli a!)bonamentl a LA NUOVA EUROPA et ;M)$60DO .ott.oscrlTtre preuo : LIBRERIA INTERNAZION ,A.LE C. CALOlNI già -r,eves VJ« Toryio:bu9nl, 11 - FIRENZE . . Do.tt. GIUSEPPE P.ISANO ,. , Via CflrlQ J>.,CeSllfQ,.,JJ •""l'r liA.eOM·. i produco~~ ~i ~~: ac,tti~i;no; 5l· ·ri•fillllpera:e po~itico, il lasciarsi anda.t'e ,.,$ oggt; il'> F.raAOla. si è compiuta una in vlslt)nl che non rf~ stt!SSa r'ente, altà facile Chtna dello scetticismo sulla esporlc-m.1 1 non ·tnntG lontalia dalla -no-– tesrarsl, ma perciò appun~:lu~JiSstu:: / ~;!:J!~zn He:fa !~bila ,tt;allana, s1;1ll'ln·stra, èbn· ·ta fotta' 'cl~fe pt'otrattl'lsl •sot: .. , za su_ a I erw.. si pensi che to jl dominio tedesco, 1 «resistenti» '------------.J
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