La Nuova Europa - anno II - n.11 - 18 marzo 1945

-,.- __ !Smorzo 19-15----------.,,.----- LA N UOY A EUROPA ------------------ Il -- DELLA LEGITTIMITÀ S JAMO abituati a connettere con la parola «legittimo• attribuita a governo o a potere (diversamente dalla parola «legale») un che di retrivo e di reazlononlo, per la difesa che gll ultras francesi. facevano dcll'ancien ré· uime sulla base della sua esclusiva le– gitttmltà; donde il senso politico dt e Iegltumlsmo •· Da ciò deriva un certo discredito che si accompagna a quel termine; o per lo meno una noncuran• za di qucil',ldea, che non entra prima– riamente nel pensiero e nelle elucu· braztonl Politiche recentl, quasi U re– quisito della e legittimità• nel gover– ni. fosse di poco momento, e la sua as– senza di scarso rilievo. Ma un governo, per essere stabile, deve essere. in ogni tempo legittihno; cioè deve essere « rl· conosciuto per» Jegtttlmo dall'oplnto· ne pubbl!.ca. Quali i critertt dl questa sua legittimità, o come oggi giorno si può create raura di consenso, di ,buona volontà che clrcOndi insieme p()poio e patere, educare 11 popolo a una coll~– boraztone che vinca i suol istinti, sem· pre svegli, di diffidenza e di rivolta? Favorire insomma un nuovo legitllml· smo toto coelo diverso dall'antico, cul potrebbe Poi cal)itai'e Ja sorte <lell'an· uco solo quando divenisse patrimonio tsculsivo di un ceto conservatore per essere stato soppiantato nell'animo del più da nuove tendenze, da nuove esl· gen,ze che postulano un nuovo equUi· brio e nuove forme del potere? Questo problema è ,stato vissuto con passione da Guglielmo Ferrero negll ultimi anni della sua vita. Ltw stesso ci dice. candldament.e. ( Pouvo1r, Bren· tano, New York 1942) che solo nel 191b, leggendo le rnemorle di Tallcy• rand, ha avuto la rivelazione dell'est· stenia dl •principi\• della legittimità; rivehizione decisiva, che da quell'istan– te gli r1a chiarito la storta del mondo. l ptinclpii sono (vogliamo ~èc<.lere, benchè cosl non sembri dal testo, che l'esemplificazione sia storica e non ideologie.i, che cioè Ferrero ammetta .U sorgere ln futuro di nuovi princtptl, ancora non sperimentali nè immagi• nati) questi quattro: l'elettivo e !'ere· solato e dcll' Impero è per lui lo svol· grimento e la ripercuSSione dJ un ac– cesso iniziale di paura. della paura che si asstde tmmectt.ita, fin dal prin· clpto, ar potere, quando questo si fonda su un colpo dl forza che vioH. quel principio di leglttlmltà, antico o mo· derno, che dovrebbe invece giustlft· cario. Napoleone, Incerto,. sbalestrato, muta continuamente gli ordlnamenu costttuz.ionall dello stato, e cerca dl rabberciarsi un'ibrida legittimità, ricor– rendo vanamente ai due principll che allora si affrontano al vivo (è ll rove– scio dell'immagine manzoniana: • ...due secoli - l'un contro l'altro armato - sommessi a lui si volsero ...•): Sl di· chiara capo dl una dinasti.i ereditaria e si fa Incoronare dal Pontefice, ma rlco11rePoi al plebiscito e si Ca creare Imperatore dal suffragio unlvbrsale. Le pagine più dtscutiblli e giù retrive son quelle dove Ferrero manifesta 11 suo grande stupore per la presa della Ba· stiglia e s~gnatamente per 11• cllsordl· ne• dei mesi seguenti, per via del quale tutti l problemi precipitano ver– so soluztont Intransigenti e rtvoluzio· narte. Ah, non per questo... sembra dire, come s~ non fosse naturale o, se si preferisca. storico, e a suo modo le8lttimo q,uel muoversi incalzante de– gli uomini e del rapporti sociali che li porta ben oltre i limiti dapprima (>re· cisati i prefissi, e, nei momenll di mag• gior fervore, accavalla problemi e si· tuaztoni, Ca scaturire cose. nuove, lrn· pre\redute dalle soluzioni ottenute e codificate alla vigilia, ogni giorno rl• propone fresche esigenze, e ridiscute l r\sultatl raggiunti che cl sl illudeva Cossero-. esemplarmente duratuN. Quel passo irruente della storia .sembra a Ferrero una corsa al precipizio. Non giova prendere a partito l'ani– mus di Ferrero. le sue obbiezioni scon· trose, glt sc.ittl. l paradossi; che sono p0i il nucleo della sua sincera singola· rltà, quell'impulso che lo Ca «agire• da storico, che gli detta le pagine tspl· rate e vibranti, che lo guida alle osser- vazioni più ardite, aUe scoperte, alle ricostruzioni rapide, talvolta anche trOPPo impreviste e alfa brava. Da quel suo accostarn~nto, da quel suo amore tardivo all'anc1en réoime, a un ordine, a una • <J,egnltà •• nascono pensieri e illuminazioni che valgono anche al pre– sente, non solo rlevoca?.lonl nostalgt· che o reazioni ostinate. Il criterio del· la legittimità, il riconoscervi un' esi· genza chiara del vlv~re ctvtle, è cosa esatta, che egll lumeggia con passione piena dl frutto. Solo che nemme:no la Jegittlmità può astrarsi dalla storia; e che cosa sia legittlolo, quali l modi e t principi\ che la reggono non può dirsi oggi per sempre. Gli uomini si vanno creando « Jegittinlltà » nuove. nuove ragtonl e (orme di con~nso. Proprio quando (come allo stesso sconsolato Ferrero) sembra dlfflcile, quasi impossibile il sopravvivere di un consenso legltUmo, perchè l princlpii che lo determlnerèbbero sono discus– si, osteggiati, non plù generalmente rlconosctutl, vuol dire che sta per na· scere un consenso che si Conda su al· trl. tuttavia oscuri presuppost.i.; e quel che pare torbido caos, sconfort.inte tur– bamento, è la gestazione di un tempo pacificato e migliore. Si pensi, oggi, alla Russai: certo ll patere non vi è e legttumo • nò per ragioni eredltarte nè per riconosclmentt ·eJettlvt; ma sl può dire che, specie in questi ultimi anni, non vi sia accolto e conscnuto? che si Condi solt.into, o anche panztal· mente sul terrore? E' un consenso nuo\'O, di ordine patrtottlco e sociale. La legittimità dl q,uel governo non può esser discussa, se non assumendo i pre– giudizi del ruSSi bianchi. Si può aver fiducia in questo ritorno della legttti· ~~:!• ar:J:en1~1\~ Jrc~iar~p~\t 1 c~a; consentono sono capaci oltre i segni e t limiti che Ferrero sembra p0rre. Si può anzi credere possibile una for– ma d'intesa tnter.:r1az1onaleche superi e integri il concetto di sovranità degli stati ~ che riscuota e aiuti il pili targo consenso pur non chledendo, non au· sptcando. come talvolta fa Ferrero, un~ nuov<l ~a11taAlleanza. UllBERTO )IORRA ditarto, r arlstoerattco-monarchico e l1 ·democrat,i,co, variamente comblnablll, e vart.imente oppc,sUSi net secoli, (Il principio democratico sarebbe lnconcl• :~~~i~•~. c::,~d~~-~~~l~al:Or l~d3~~~~: LA FISICA"TEDESCA,, zie, è stato utll'izzato anche dalle mo- N ~LLA trtste seta di rovine e di or- _narchle, dalle aristocrazie, e da cerll rori lasciata rlietro di sè dal nazi· istituti autoritari, come la chiesa cat· fascismo In Germania e tn Euro- .\olica; In sostan1,a si tratta Poi di due pa, è probID.>lleche la distruzione di sorte sole di legtttsmltà, l'antica e la alcune fiorenti scuole di fisica in Ger– rnodern.i, Quella del potere e.c,edttarlo, manta appaia allo storico di domani quasi divino, e quella del ctmsenso come uno del minimi mali. Uomini il· esplicito del governati at governanti). lustri cacciati per ragioni raz.zlall òalla Sono pt'inclpil, dice Ferrero, non ra• toro cattedra. g10,·c1nipromettenti, car– zlonaH; sono «privi di qualunque tra· rtere troncate, istituti di ricerca rtma– scendenza •· Servono a giustificare Il stl senza guida o pcga-io affidali a uo• diritto al comando, gtustl.ficazlone cho mini incompt!tcntl, ma nazisti, tutto ~ raonsi~et~~~ftà~e c;en ~~e~~a !~~~~i~t~ ~ 1 t~;~a tec1:!~~ll:n~~n~~!f~~ocir:r b~~ si tramandi. con carattere ereditarlo, conosciamo. ma che, nel suoi parHco– ln una f.imlglla già esercitata al co· lati, interessa soprattutto lo Sludioso mando o sl restringa ln un breve ce~ della materia. chlo di persone che ne hanno la tradl Ma Ja cosa presenta, tn Germania e. zion-epuò essere in parti;!,vero, ma non sebbene in misura assai minore, in lta• può essere asseni.to con certe1JZa;cosl Ila, alu·l aspetti che interessano ln ge– non può essere proclamato lndtscutibil· nere Ja storia della colLura e meritano mente che essa risiede nella e volontà forse di esser maggiormente noti. 11 del mag~riornumero• bencbiè una mag- libro che ml sta tra le mani, per escm· gioranza Illuminata possa presumtbll· pio, è un documento abbastanza inte• mente giungere a una decisione più ressante di uno spirito e di un metodo saggia e meno arbitrarla che non il ben determinati. ~ngolo monarca. Quel che conta è che Il titolo in Sl'OS.'~l caratteri - gotici, cl sia un'Intesa su questi principi!, che naturalmente - annuncia: Fisica te· l'uno o l'.iltro 11scuotano l'adesione de,i:ca • ili- 4 volumi. L'autore, Ge– g'enerale. Ferrero, tra i due, si dimo- heimrat Professor Dr. Phlllpp Lenard, stra agnostico ma, si direbbe. tende a noi\ è il primo venuto. Le sue ricer· rivalutare li primo. con animo dl di» che sul -raggi catodici, intorno al '900, calittl.co conser.vatore, sebbene lo co- gli fruttarono un premio Nobel. Sono nosca non pili appllcablle alla società rimaste classiche le sue esperienze sul- e~~t~~~- r~n~~~1t~~r~ cr{!tt, r~~i~:t~ ;~g~~t~l f~~~~lt~\~l~~p~~ ~~r~~r~g~~ar:~ tra chi comanda e chi obbe<lisce {Fer- se sperimentale più sicura per la cele rero sembra sempre-:considerare il clt· bre teoria del «quanti• di Planck. Un tadtno come un obbediente, come un uomo illustre dunque, che vecchio or– suddito) si fondano su una reciproca mal e da tutti onorato, Potrebbe ... ma fiducia. diventano plù faclll, comodi e lasctamo stare t consigli e vediamolo sicuri; sopra tullo, che per essi viene all"opera. esorcizzata la paura. Quando la legti.t· Il libro è di quelli che dél noi St timi.là non regg'e, la paura regna nél chiamerebbero: Trattato di Fisica oe– cuori e st palesa negH atti, una terri· 11érale e sperimentale e probabilmente bile e funesta paura (la grande peur è destinato agli studenti del primo des b 1 enpensa11ts direbbe HM·nanos): biennio a Hetdelberg, dove u,Lenard chi. ck?t'iene li Potere ha paura del suol insegna. Che significa allora ti titolo? domtnau, che discutano I suoi utoll e Forse l'autore si è pr,il)Osto di insegna– si ribelllno ai suol comandi; ha paura re una fisica amputata di tutto ciò che dell.i proptin grande ombra, stesa a non è tedesco? Sfogliando a caso mi opprimere una nazione: Il popolo ha cadono sotto gll occhi del titoli, del no– paura del potere che sa crudele e tl· ml: e: leggi della caduta del gravi, di rannico per la paura ch'egli stesso gli Gallfeo - le tre leggi di Newton - ispira e cova disperatamente istinti d I g\l specchi di Fresne1 - l'esperienza rivolta. Dallo zar Boris a Napoleone (e di Volta• e poi: Joule, Fizeau, Avoga ora a Hitler) gll usurpatori anelano dro, Faraday, BradleY e cosl via. E' alla legittimità come a una impossibile questa la fisica tedesca? Si sarebbe ten– pace dcli.i loro coscienza e del loro tal~ di tacciare l'autore di Frechhett. regno e precipitano invece nella cata· 1Ja forse la prefazione cl dirà il wrchè. strofe. • ....In reallà la scienza, come tutto Le pagine più. eloquenti del Hbro ciò che gll uomlnl creano, è condlzio– sono quelle che scoprono 11ei potenti nata dalla razrz.a, dal s.ingue (blu.t· qu~ta paura, quelle che, ad esempio, miissio bcd"notJ. Un'apparenza dt In· .&smontano• la gloria e la saggezza ternazionalltà può naRcerc... se si di• del Consolato e dell'Impero pPr rlv<'· menti.c;-iche t por,oli cli \"nrl ,.iPsl. che lame l'intima taro. La stori..'1. del Con·. hanno prodotto s6c-uza •ii 11:,~~1ra U· gtlélle o affine a quella del popolo te– desr.o, questo poterono fare soltanto perchè essi erano di coml)Osizione raz– ziale prevalentemente norcllca•· Gallico e Torricelli, avendo dato prova di \pos– sedere l'infrenabile sete ariana di ve– rità (iinbiindEpe Wahrheits1vtllen der arlsc:hen t·orscl1cr) sono dunque re– denti e ammessi au·onmpo accanto a Keplero e von Guerlcke. ?ola che cosa distingue la fisica ariana da quella de– gli altri ))OI)Oll? Il Lennrd !"ha detto poco prima: « Fisica tedesca? - si do– manderà. - Avrei anche potuto dire fisica ariana o fisica degli uomini costituzionalmente nordiCI (,ionlisch ueartet), fisica - e qui il tono Rl fa quasi lirico - degli indag.itorl della realtà (Wirkllchkeltsergrii11dcr) dei cercatori di verità. fisica di coloro che hanno fondato la scienza della na– tura•· Ma non si creda che tutto ciò sia sol– tanto Infatuazione nazionalistica o de– siderio di solleticare la vanità del pa– droni - dietro l'esaltazione dello spi- 1·Hotedesco sta anche un disegno pre– ciso, una rivincita da prendere, una lunga teoria di rancort da soddisfare. In q,uesta impresa li Lenard ha fedele compagno, oltre ad alcuni all\evl, un"altra sconcertante figura di scien• zlato, lo St.irk. Anche lui, come 'Le– narcl, è stato ln gioventù un brlllant<: sperimentatore, ha avuto un premio Nobel, poi non ha più prodotto nulla. Ma coll'apparire dP.lle bande naziste sull'orizzonte della Germania di Wei– mar, anche Stark è rientrato nell"are– n.i scientifica, pubblicando una serie di attacchi violenti, a car;ittere person.ale e <.Uuno stile Inusitato nel mondo dl!I fisici. A dire li vero la posizione di quesu uomini di fronte a certe que– stioni. scientifiche non è nata col na– zismo. Forse nel lunghi anni di inattl· vltà si ~ prodotto In loro quel fenome– no di \m·oluzlone che porta lo speri· mentatore a un'ostilità acuta verso tut– te le \dee nuovP..rompendo quel fecon– do contatto tra teoria ed esperienza, che b pane quotidiano del fisico, teorico o sperimentale. e Inaridendo cosl le fon– ti della ricerca. La mente tmpigrlta si immagina allora facilmente che il sen– so di rlpugMnz.i, che essa prova per idee difficili dn assimilare. 1>er teorie che scuotono comode abitudini men– tali, sia invece cautela di scienziato, che non ammette le raclll generalizza· zlon\ e le ipotesi senza fondamento, ~a saggia aderenza al metodo speri– mentale che non sl f.i abbagliare dalle • .icrobazie fisico-matemat..lche•· Una conoscenza di seconda mano delle teo– rie ahorritc. rlcnvata da opere ,u tipo dlnl!~ati\"O,dà IOspunto a ullél serie di scritti Polemici, mentre abbondano le invettive e i severi ammonimenti a tornare al vero metodo sclentHico, di cui ll Lenard e I suot seguati s1 consi– derano gli autentici custodt. L'tndlffe• renza del mondo _sctentUico ln genere a queste declam.izlonl non fa elfo au– ment.are li furore e lo zelo. Conosciamo queste voci nel deserto un po' !n tutti i paesi. Non vi è fisico che non rlcbrdi per esempio (volendo evitare di parlare dl cose a noi più vicine) le prefazioni, brillanti nella forma quanto ingiuste nena sostan:r.a, ln cui un fisico francese, ti Bouasse, soleva sfogare Je sue antipatie e l suoi dada .sclenttfict La caratteristica par– ticolare deHa scuola del Lenard è data però dalla intonnzlone razzista della sua polemica, velata e sottintesa dnp– prtma, prorompente e trionfante col– l'avvento al pote~ del nazi. Lo Stark e ll Lenard sentono allora che è 2iun• to li momento dl abbandonare li ter• reno tat4camente svantaggioso della discussione scientifica, per pass.:11-c a Quello della polemica politico-razzi.ile. Quali? . In una solenne cerimonia per l'Inau– gurazione del Fhlllpp-Lenard·Instltut presso l'unive~ità di Heidelber~. te– nuta nel dicembre 1935, presenti vn• rie autorità polltlche e accadcnH<.:he, numerosi .oratori fl alternarono, vi– brando ognuno il suo colpo di piccone contro li «veleno giudaico•· da cui l'u• nlversltà tedesca doveva venir libera• ta. ·particolannente efficace. cl dicono l resoconti della stampa tedesca, risultò la conferenza del prof. Tomaschek. il quale \n modo affascinante pose a con-· trasto la concezione nordica delrtnfi• nito colla strana ripugnanza semitica per tale concetto (la tenda ·beduina). Nello stesso spirito egli Ulustrò la teo– ria della relatività del giudeo Elnst~n. demolendola in grande stile. 11 prof– Stnrk In una allocuzione precedente aveva attaccato « colla più grande fr.in • chez.za l metodi sctentlfici del prof. Plaqck, il quale ancor oggi, come tutti sanno. sta a capo di una Importante ts'utuzlone scientifica •· In seguito, queste nrnnifesta:doni e questi attacchi si riJ)Cterono fn varie occasioni, e mt rtcordo rafflizione con cu un lllustre stuclloso tedesco si la• mentava con me di non aver ciuasi più temPO ver lavorare, do,,endo spender• ne gran parte a dHendersi <!alleperse– cuzioni dello Stark. Chè l'essere aria– no non era protezione sufficiente, ool• chè lo Stark e Il Lenard andavano ce1.·• cando di persuadere le autorità nazi· ste che le dottrine da loro aborrite era• no Infette di spirito giudaico e ave– vano battezzato « ebrei blainchl • gll ariani che le professavano. Nò sono mancati tentativi di cspoi;– tazlone di quest.i prop.iganda: più no– tevole forse fra tutti un articolo lnvta– to dallo stesso Stark alla rivista In· glese Nat·urc poco, prima della ~er• ra, articolo nel quale l'autore. valendosi anche dell'autorità conferlt.igli dalla carica recentemente assunta di presi· dente della tmportanllsslma '.l'cchni• ~~~~n~~~c~~~:;J;'~~~fr;lt~~~ia 1 , 11 ci::i~ si conveniva al diverso pubblico, le tommie consuete della sua polemica. «Nel corso della mia lunga esperienza - comincia lo Stark - sono giunto al• la conclusione che esistono due tipi di· versi di mentalità u·a i fisici, Quella . «pragmatista• e quella • dogmatica•. Lo spirito pragmatista ... è diretto alla realtà. ecc. ecc.•. Come esempi di spi• riti pragmatisll !"autore cita li Lenard e il Rutherford, abile scelta questa, de– stinata a lu9ingare la vanità del letto– re anglosassone. La erande figura del Rutherford, da poco scomparsa, era ben presente alla mente degli inglesi; nè egli poteva ormai rllJellarsi alle dcfini· zlonl dello Stélrk. Come esempll di fi• slcl dogmatici vengono citati Einstein e lo Schrodinger, altra bestia nera del· lo Stark. «Orbene - continua - ho dovuto notare che gli studiosi ebrei ap– partengono in generale al tiPo dogma~ lico. Le mie osservazioni sono fondate sull'esperienza; ml RUardo bene dal so– stenere che non vi siano scienziati a~ rlanl attivi ncll'indlrlzz.o dogmallco della scienza; nè sostengo che nessun ebreo possa produrre dell'utile lavoro sperimentale condotto nello sp\litQ pragmatlsta. Faccio soltanto una con– statazione circa la frequenza con cul 1 si presentano le due mentalità rtspct• tlvamente nelle due razze...•· Risparmio .il lettore Il resto del dl• scorso. Chè di fronte a Questo tono un– tuoso di obiettività scientifica Il dlsgu• sto vince la curlosltà. Non è certo con compiacenza che cl' soffermiamo su stmll\ spettacoli, che ricordiamo il senso dl malessere e le umilianti preoccupazioni che avevano Invaso la vita di tanti v.ilorosl studlosf tedeschi nel tempo In cui l'Europa precipitava verso la catastrofe. :Manem– meno bisogna dtinenlicare, non solo per un ele_mentare senso di giustizia, ma anche per l"ammaestrnmento che se ne può trarre. Chè l'odio di razza1 ti cteco n.izionaHsmo, lo spirito di per– secuzione non alllgiliano In Germania solt..into... GIA~ CARl,0 WICK.

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