La Nuova Europa - anno II - n.7 - 18 febbraio 1945
-- 8 ------------------- ,'L"a' NifòY-;t-EU-R.O-PA --------------- lS!ebbr.19'15 -- ENRICO BRUNELLI I L 12 novcrnbre dell'mrno scorso mo– riva. non vecchio, in Roma, Enrico Brunelli, fimzionario al Ministero dell'Istruzione pubblica, stt1d1osodi sto· ria dell'arte mo<lerna tra i più dotti e perspicaci insiem.e, sebbene il suo ca -rattere assolut(lmente alieno da ogni ~:igu~ti~t!tou,~~;;~c~it~C::ot'~~r}ftire~ rendessero poco noto fu.ori da una ere• chia piuttosto 1·istretta di amici e cul· tori d'arte. 1'ra gli am.ici coli contava alcuni dei redattori di questo giornale, i quali lo ricorderanno sempre con pro– fondo compianto. Come élai glorni lontani di gioventù mi torna dinanzi l'amico scomparso, con k slanciata, gracile persona, palli– i:IÒ. con le labbra arcuate forse in un sorJ•iso: un sorriso costante. « egine tico ». che vela in lul ogni espresSlone Sembra che con quel sorriso egli vo glia nascondere qualunque emozione, come con la lieve ironia dello sguardo, brillante sotto le, lenti; ma non v'è ironia nello sguardo, vl è soltanto ri• tegno. e proviene a tutti i suoi atti. quasi timidi. da una tra<ìiz!one Camilla re raffinata che lo trattiene dal mani– festare troppo apertamente consenso o dissenso di fronte ad alt.ri e gll fa mantenere nel dubbio il suo proprio sentire. Non mutato da questo lo ave· vo riveduto <lopo molti anni, r\cercan dolo qualche volta in un suo abituale fumoso ritrovo sernle, aS<.'Oltatoresi· lcnzioso e J)azlente, assorto in sè più che nei discorsi altrui; e quando lo incontrai l'ultima volrn ben pcco egli era cambiato dal suo primo aspetto. ancora con q.~1elgiovanile ritegno che gli anni avevano reso più sensibile e un P,OCO più esitante. Che cosa pensassero di lui a11a Ml nerva. dovè ern entrato quasi subito dopo l'Università, e in particolare alla Direzione delle Belle Arti, non saprel dire: forse il suo trarsl in disparte e 11 suo riserbo saranno parsi indlffe rem~a a quanto non fosse orario quo– .tldiano; forse le sue qualità esteriori non gli avranno conciliato gli animi come meritavano la sua rettitudine, la finezza. l'ingegno. Vi erano nel Brune!· li quaUtà d'Intelletto e morali ch'egli anzichè ostentare quasi voleva nascoll' dcre. fino al punto di desiderare di es lìere ignorato. chè non mancava in lui un certo senso di amarezza, non raro tn chi abbia quel t,emperamento poco .ta<:ile a compiacersi di sè. Ma erano qua1ità ben note agn amici suol co stanti - e ricordo Vincenzo Arangio Rulz, LioneUo Venturi, Attilio Rossi, Angelo A. Zouoli. Giuseppe Gabelli - Q a quanti meglio lo avvicinarono. At– tendeva con pass:one agli studi. ma quasi nascostamente; vi seguiva con simpatia i progressi altrui. d! rado esJ)O– ncru.lo Il frutto delle proprie ricerche sulla storia dell'éll'te: e <:erto di que t :te(}~~Re d~~~ri~~n~~1 nxdc~~~e. -:e~~~it cul rimase sempre uhito, vi aveva tro· vato un suo campo riposto e quasi tra· scurnto da altri; a quello ritornava continuamente nei viaggi, neg!; studi, nel discorrere: l'arte delle isole, di Sar• degnai di Sicilia. E quando gli fu com– messo di riord:nare la Galleria di Pa· lermo. adoprò nella non facile impresa la preparazione sicura che gli studi gli avevano dato e che lo rese saldo con tro ogni malevola critica. Trovava la Galleria palermitana affollata di cOse secondarie Intorno alle maggiori; e non rimase inceno nella scelta e nei provvedimenti, memre andava racco gHendo altl'i dip:nti per dar corpo al suo progeuo che quella divenisse la galleria di tuua Ja pittura siciliana. Lo sw.dioso di Amonello de Saliba, di Pie tro da Messina e di <dtri minori bene era preparato a riconoscere dagli imi ta.tori il vero Antonello: e per pr:mo lo riconobbe apertamente nell'An.nun. ziata della Galleria cli Palermo di cui S<.:I ìsse in quel SUOcontenuto ferv0fe cc E' :ma donna del popolo. ma di tipo delicato, di un ttpo che non è lnfre quer.te riscontrare tra le classl popo lari della Sicilia; ove potremmo vedere pur oggi inalterata questa foggia dl abbigllamemo, e il gesto stesso della mano che pudicamente raccoglie e stringe sul ~no i Jembl del mantello» Ora nel rivedere questi suoi scritti pngine sparse, « vagulae, blanclulae »: nelle quali è solo qualche parte, e ben poco, di quanto nel corso di molti anni fu oggetto della sua più vera passione, mentre Intendiamo la sua vita di stu dio, tutta intima e quasi segreta, sen• tiamo il rimpianto di ciò che egli Dvre.bbe potuto darci e che non cl ha lasdato. vinto forse dal senso dl cor tese ilonia e di modeo,Li<. che era nella s,u .sentile natura. PIETRO TOESCA I CRONACHETTA SICILIANA L I B R I SERVITU' E GRANDEZZA MILITARE N !NO Savarese, la cui recente L A nuova traduzione del tre Camo· scomparsa è stata salutata con si racconti di Alfred De Vigny parole di affettuosa u•istezza an· (Servitù e grandezza militare, a che su questo settimanale, ha Jasciilto cura di G. Petronl, Roma « Astrola· un piccolo libro, Ctonachetta sitil1m1a bio •• 1944) esce forse un Po' tardi per de[festate 1943 .(Roma, Sandron. 19-14), conseguire n successo che merita. E' che agli amicl e ai letl.orj_ è come 1! comprensibile infatti la stanchezza del suo estremo commiato. lettore qualunque per tutto ciò che La guerra (avverte l'autore) ò vista richiami alla mente immag1:'l dl solo in un piccolissimo punto dello spa· .guerra. Ma verrà il momento che que· zio immenso che essa occupa, e in un sto libro sarà ricercato e riScoperto, breve momento della s.ua durata, nel come accade sempre per i classì'ci, con giro di una contrada interna della Si· un vivo senso di contemporaneità. E, Cilia, alla vigilia dell'armistizio. , Nul Si capisce. in grazia non soltantr, del l'ntro che un 1icordo delle poche cos.. ~ valori di poesia affidati alla pr0sa di che ho visto e dei pensieri che m'han questi racconti, l'ultimo <lei quali, 1~0 rattristato». · « Bastone di gltmco », è uno del ca· te, 5 ~~~ f; 1 ~i~~ 1 ~t~~:il~~d: 1~ : 1 ~~~e~i polavorl di Vigny. modesti seppur chiari pregi di Sava Colpito dall'ingrata parte de'.!eser· rese. Ma sufficienti a <iislingue 1 lo d..._ Cito durante la Iivoluz.!one di mglio ceni suoi compagni cli l:itrada e di « ca egli scrisse per la Rer.me des cleu.i: pltoli » che continuano i loro sciocchi moncles tre racconti lspiratl a trl' tipi esercizi e in nulla testimoniano eh~ di gloriosi veterani :iei tempi <le! Di· il loro ozio 1nterno sia stato in qualche rettorio, della Monarchi~ e delrimpe· modo turbato dagli avvenimenti. Qui. ro che avevano finito I~ loro gl,,rnata ~:~':-~-~• hi1 :~~g 1 ~ec~u:i::; 1 ~oell~è~os~ 1 !. all'epoca della Restaurazione. Onde l'irreparabile frattura nelrldillio, Per Vigny il soldato f: il pari,1 della e la sopragglunt« meditazione sulla sto· società, vittima di SO!>ravvivenzJ bar• rla « che si compie con grande Jentet· bariche che la guer:-a perpetua nei za. giorno per giorno, sotto i nostri regimi moderni. Un eroe stoicJ dun· occhi, ma senza che ce ne accorgimno que, e quindi un personaggio della e il formarsi della realtà segue lo stes sua fantasia e del suo mondo morale. so processo dell'invisibile, ma co11Unuo·Ma d'altra parte cosl radicato nel crescere e depe1irc di ogni cosa vi· tempo. da impegnare rautorc 11 delle ve~t~~g'glsta tiposato ha ricevuto una considerazioni etico poliUche In mar• troppo violenta :.cossa ver rifiularsl di gtne alle sue stesse figurazioni. uscire dalla sua qulete: uscirne ma· Sicchè, raccogliendo in volume 1 tre garI con un moralismo tacHeggiante. o racconti, credette necessario dl com· addirittura con una E.Incera retorica porli come un tri.. tUco entro un~1cor· (come nelle ultime pagine). ntce: sublime Simula~ro dell'abnega• Ma nella compostezza letteraria del zione, della responsabilità e den·onore. libretto qualcosa ci toe<:~ più intima· Come può li soldatQ, questo srhlavo mente: certe immagini di umile, ras• del potere, trovare 11 suo riscatto mo· segnata sofferenza, certa passione du· raie, la sua grandezza? L'obbedienza rata in silenzio come quella del conta· passiva agll ordini lo trascina ad dlnl che guardano lungamente il cielo essere talvolta strumento di terrore e prima d'intraprendere la loro fatica, di azioni ignobili, a cui la sua <.<:scien· non più con l'atto di fiducia e di pre· za si ribella. Vigny, nelle sue lunghe ghiera consueto, ma wl terrore di ve• meditazioni su questo delicato e an• dervi apparire uno spettro di morte, gosctoso problema morale. aveva esi· qualcosa di origine non celeste. Nella tato, soffrendo n singolare dramma di antologia di Savarese rest.erà que.)ta pa· tanti suol vecchi commilltont Ma tn· gina e l'immagine di questo rontadino fine trovò la risposta al suoi d1.;bbl, e solitario che « solleva ll• capo, e .sente la catarsi poetica fece tuttuno con nel suo cuore. come un peccato, la quella morale. nuova minaccia•· e Non ad un uomo, ma alla r,atiia DE VULGARI ELOQUENTIA I ed al dovere» afferma passibile 1a fe,, deltà U capitano Remmd, Dast.:me d{ giunco: incarnazione di un sublime • ideale morale che Si afferma scren·o .. come t ciel! stellati ch'egli è solitQ– contemplare nelle sue lunghe ore di) raccoglimento. E riflesso di questa sua grande personalità è il crollo di! tutto l'epoo napoleonico, un motivo tolstotano avanti-lettera che in Guer– ra e pace riascolteremo. con potenza e ri«hezza di orchesu·a. Nelle biblioteche delle prigi<'ni s11 leggono, generalmente, sciocchi e ste– rilizzati (purtroppo solo nel senso morale) romanzi e romanzettt. Con tanu generali ~he sono o stan• no per andare in galera, bisognerebbe procurargli letture purificatrici come queste del Vlgny. Ma è chiaro che anche a chi goda della libertà e ab· bla comunque pntlto per H dramma dell'S settembre il libro parla con gra• ve, severa eloquenza. SOLDATI SENZ'ARMI F IN dar periodo dmdestlno alcu· ne pagine di questo libro (l~dito– i-e De Lulgl, Roma, 194-1) furono dln1Jgate in forma dl opuscolo nella fortunnta collezione dfrctta da f'e<leri· co Comandlni, I qrwderni liberi L'au• tore, il giornalista Leonida Fellc ttl. st era celato alla polizia r.azifnscL~ta col pseudonimo di Sagittarius, ma nono– stante queste precnuzioni fu rresto Identificato e rìcercmo per orò!r1e dl Graziani, cui l'opuscolo era state in– viato in beffardo omaggio. Il libro è:! una testimonianza d!retta cll un corrispondente di guerra nella cam'pagna d'Africa, (cl sono alcuni ca· pltoli sulle operazioni alla rru:1tiera francese, ma sembrano un po' generi'• ci) e pur nmncando i àocumen:.~ è da considerare come « documentari•) z,, es– sendosi l'autore astenuto dal narrare episodi del qualt n~n fosse rig.;,rosa· mente memore. Egli, infatti, si appel· fa alle centinaia e migliaia dt com· battenti della campagna africana, a convalida di quanto egll arrerma nel suo libro, che è tutto un atto dt ac• cusa agli alti comandi e in pa-rticola· re a Graziani per le gravi re8ponsa– bUltà assuntesi con l'orsanizzaziJne dli uno del plù tragici bluff del regime fa· sclsta, CARLO HUSCETTA DISORDINE CREATIVO voce, calda e semplice come quella di Markevtc, che abbia fl coraggio di pro• nunciare l'atto di contrizione. Trop• po forse gli scrittori 'i.1oglionogiusti• ficarsi col raoioname11ta e, irretiti nel· I N una am.ichevole e confortante la loro difesa dialettica. non osano af• J N un beUo e interessante libro, Jor– conversazione suUa musica tenuta fidarsi· a un'accorata smceritd che sa- ::,:•u 1:r1:.~st~uojr~!;c~~~ co~;~~i::;:~ giomi fa al Ritrovo, Ioor Marke· ~~b!:, ilu!:g:;• ~t~~,;~_enola preme~sa, Brent.ano, N1wva York 1942), Gu.gliel• vfc ha detto del ton11ento e deU'i11cer• mo Ferrero SJ}iegain quali comUzioni tezza che assalgono l'artista al yiorr11J fu compilata la « Dichilmizione dei di· i: 0 ~1\:~ 7;:/1~0. 8 ic;;:,~~top!ra~:~~~::; S TI L E r.t;;c1:;~~:~ 0 ~- A~:Cfe:,r:.s~u%reJa;;;~: uno strumento. un linguaggio così raf• ii. questo aveva deUo pochi giorni (ìnato e estenuato da 110n voter riso• Nell'Indipendente ,tel 14 febbraio ~ avant.i. il 7 agosto. all'Assemblea costi· 11are se nmt in un cerchio strettissi• stata pubblicata in fac•slmlle, una !:~e~~~~a;i~::/:nr~~~~: 1 ~:.rm\:'~~1~: mo e chi1,so, rivoiacndc-si a vociu dei lettera di amichevole sollecitu<li- 110 le abitazioni det cittadini; at'istitu- suoi simili che soli lo sanno comprew ne scritta daL maresciallo Cavallero ti della aiuslizia sono 1n dispregio. li dere e apprezzare. AspetUmno tutti nel dicembre 1940, al tempo cioè' della sost.ituiscono le vie di fatto e le pro· - ha detto - che sorga un mwva prima rotta al confine cirenaico, a Gra· scrizioni; la Ucenza è senza freno, le Dante a donarci 1m nuovo volr1are in ziani, e da <1uestipostillata. Dalla ri· leggi sono serrza forza. i tribunali sen· cui ci possiamo esprimere, inteso da pro<luzione, le scritture dei d1,e indi- za att.ivitcì.sospesi il commercio e l'in• ~~~:· 1~a;:g~it~~i~~.e,~~:;!os~ !~~~;~~~; vidu~ s_embra,10attt~ntiche. La posti!- 1:~J~!~- 11 Pg 1 ;~~d:;f; 0 [i~lt; 1 ~~~e:tos~fi~ Ia dice. « No1~ho 1isposto. Prima del sordine: il sovvertimento totale della ha fatto mlire due pa(line dell'Apol· fatto greco mi stava facendo la forca polizia e di oani autorilcì regolare è la lon Musagète di Stravinsky, di quel• appoggiato da Ciano e F'arinacci ver causa di tutti i malanni». Nella stessa lo Stravinsl~y che molti amano rie')· venirmi a sosritufre. Donde scaturi la seduta Necker annunziava che il pa· :~~e:e :;~~j~t:~<~l~ !~~fl a;~~~fv~o~a e~~!: lettera del Duce 26 ottobre ». gamento dei tributi era quasi intera– tante 1nirezza greca. Ma nemmeno que• QueSlo di poS t illare lettere e dOCU·:';t:t:f.i:r::ie 1I:1~pi!l:;aso~~ :;;rt;!~: sto parrebbe oagi a Markev-ic 1:n mez· n~e 11 ti <? 1t,aiu~onon serva « ver memo: cheooiati, i reaistrt dispersi. le ri~cos• zo efficace e vittorioso, quello che vo·;. ria » dufJicioJ deve essere seono di sioni smesse o sospese per oOni dove». sa rimettere la musica in circolo e in gran<lesicumera; lo si fa ver i P0st erl, Ferrero, seguendo le sua te11cle11ze contatto, quello che serva a comimi- come se ogni piÌl,/1tgoevole pensamen- conservatrici, osserva che non la pro– care alle folle ascoltanti un viaor nuovo to andasse salvato dalla notte del tem- clamazione di una carta «metafisica» di sentimenti. . Yr~n~d:id~~::-~i,/~~:-;;~~t~ f 1 ~e;:~ ~:~~ ~~11:r,~~~e°~!i;,~1ir:.~4t·~~1· i:~c~ 11 l~! 1 ! Not profani sentiamo nella miglior la {oro sagacia (vedi le postille deu<l c?stamento fatto cl~ll'insig11e storico musica d'oggi, anche <11wndonon ci regina Vittoria, di Guglielm-0 Il, de}lo gwva a ~onfermarci t_n 1rna p~rsuasio– convtnce in pieno, una ricerca così di· zar Nicola, ecc.). Ma essi si appagano ne, che l awarente d1sordine e febbre sinteressata, quasi ascetica, a varago· di firmar sulla carta reazioni e osser· non ~emvre _maI!fica, e .c,~compao,iaa.n· ne delle altre arti, che crediamo forse vazioni puerili O solenni luoghi comu· che ~ tem~ ?iu creatun della stona. inoemwmente a mia assoluta dignitd nf. Miserie e bassezze di Questa fatta Le nvolyz1om sono per.la loro essenza dei nmsicisti; ma sappin1no i maft, oli . t tt d d ll i t « disorclmate ». ma, anche, levatrici dei invil11ppi, le false ambizioni e la stan· SO?l-0 in u O i eone. e O se aoura ~ futuro, Di un futuro che nott si mt• chezza insita 11elle ma{lgiort audacie anno X!X, deul anni precede~ti e dei s11rasecondo t varadigmi della gente che contrassegnano questa nostra pN seguenti.. Provorremm,-0 che l esempla• d'ordine e dei bempensanti. i quali non recente lctterat11ra. SaPJJiamo anche re del.la lettera fosse esvosto accanto sanno misnraTe le forze occulte che la che, per essere già con1vi11tae sco,i• al famoso cartello: Siamo in guerra storia tiÙie in serbo e, al momento tata un'esperienza, quasi necessaria· per dinwstrare agli immemori in elle giusto, non certo senza tumulti e do– me11te se ne uscircì. Non abbiamo ve· modo la guerra fu, condotta e come Ju glie, sprigtona. rò ancora sentita (o c'it sfuggita) una •legittimamente perduta. u. m.
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