La Nuova Europa - anno II - n.7 - 18 febbraio 1945

-- I8febbr. 1945 -------------- VIAGGIO Dl FORTUNA ;1, · PARTENZA S ABATO, 11 scttfuubre 19-13. Plù rari son diventati. d'ora in o~a. i colpi di cannone e il .croscia· re delle mttragllatrlci in questa secon· da notte dopo l'armistiZio: poi ogni· rumore di armi si è s1,.•ento. Nt que: nanche al suo specchio. Ma è fasti• dioso u-ovarsi in un coro di oostumi denigratori che un tempo si sgolava ad acclamarlo più grande e au~usto di Cesare, dì NaPolcone. di tut1 ,Jlsìe· me i Cesa1•i romani), Q ~ille~bt ;t.ai ~i i~tut~;!" 1 ~:er~hfa 8 N 01~~~\~: Già da qualche giorno ho comin– riosa sopraffazione dei tedeschi. Mus- i!;'lL~a '½:i 1~ 1 t~: ~aua~~i! ~ ~1~~~1~dr~fa~i soHni aveva già consegnato a (!Ostoro lavoro: perfino dallo scrivere teucre. i punti vitali del Paese disarmato; ma Ma in tale vacanza. elfo sarà ancnt! ~~~~t'i~;~~ii n~g~~• 31~ 0 )° so~daÙri~~~ più piena sé raggiungerò NaÌ)oli, mt Reich s' eran falli su1>plichevoli i>er ~~:~b 1 ~; 1 r~ig 0 ~;~~ei~v~u;;~dgcf~~!~oal:~ chteùere abiti civW in cui n'ascon• persone che amo, non so che bealitu– dersi, nuove divisioni dei turchi sono dine di libertà di fronte agli orari, i calate come al tempo dei padri': nè telefoni, gli appuntamenti: troverò, o alcuna protesta ha potuto levare un m'illudo, giornate che siano ihtera· governo che diceva di voler conti· mente mie, perchè ogni azione mi sa– nuarc la guerra al loro fianco, e ave· rà impedita. Beatitudine di Hmbo. va. tmsformato cosi la guerra fascista deliri quale subito mi accuso come di 1n una guena -llaliana una colpa. Scriverò innanzi tutto di Quando ml affaccio ;,Ila ·finestra che questo viaggio che prevedo fortunoso, dà su Villa Dorghese ove ieri giunse e sarà come conversa!'e con quelli che il proiettile di un cannone. e il vento ho lasciati: poi nell'ozio forzato che portò l'odore arso della polvere fin gli evt'!nti mi fanno per qualche gior– nella mia camera, avverto nell'aria no, leggerò i libri che la sorte mi o(· una livida tr,stezza, sebbene la gior• frirà: darò forma a pensieri che lunga– nata sia limpidissima. Sento il si\en· mente han covato in mc -e· vogliono zio come non so che vuoto in cui qual· venire in luce: forse sentirò ridestarsi cosa stia per precipitare. I volti s.o• antiche ispirazioni che ho lasciato in no inquieti o sfuggenti o stupiti me rivosare, soltanto scrivendone Qualche rombo cii carni.on verso la via qualche pagini\ o qualche periodo o circolare, dietro le mura: ma I'orcc· qualche appunto, molti del quali son chlo sollecita invano il domestico strl· forse perduti nell'incendio che due dore del tmm che oassa ben mattu· volte gli spezzoni appresero alla mia Uno innanzi alla vita; tutto è fermo, casa: unmagini pUd-iChedel cuore e le tranvie ,le (ilovie, gli autobus. Pres· della mente che Vogliono .essere J)Or· so gU archi delle mura, alcuni soldati tate a lungo nel proprio segreto, co• il.ll1ani, comandati da un sottotencn· me la vena della fonte che un giorno te, chiedono le carte ai l>OChipas- sarà nella luce uno zampillo, una poi• santi. la viva. Sempre anche la più giUliva Scenao per liberarmi da quell'iner· immagine di vita non si iscrive in zia. oer veder amici, per saper notizlw profondità se non portando con sè il in lungo e in largo corro la città che sentimento tragico dell'universo; ma ha cambiato. tutte te proOOr-i:IOnidei noi della tragedia abbi.amo oggi un suoni e dei rumorJ, velando i più alti Rentimento più intenso, quasi corporeo e frequenti, dando rllievo a quelli che e direi tattile. come di ne.rvi scoperti. ne Rrano sooraHatti, sicchè si odono i e toccati dallo strumento del chirurgo: passi. anzi verrebl>c ratto di. adotta_rP. perciò i mier pensieri, anche se pen· un' espressionp meloch'ammatica m· seranno sereno, patiranno il lutto giustamente dert::.a: l'orma dei _passi. che oggi è più sconsolante in tutte le Roma è sempre senza governo: l'ila· cose. lia è senza governo . .::ii diffonde l'an· Non m'illudo che il viaggio verso nunzio, presto confermato da manHe· Napoli sia facile. Ponti tnterrotU. sulla su murali, che un accol'_9.os·è con· linea di Formia e su quella di Cassi· chiuso: l tCdl•SChioccuperanno la pe· no impediscono che vi si giunga. Bi· riferta di Roma, la nostra radio, la lo· sognerà \entare strade di fortu ..a. elu• ro ambasciata e la loro centrale tele· dere o attraversare la linea del fuoco. folhca: il generale Calvi di llergolo, leri quasi nessun treno parti da Ro• genero del re Vittorio Emanuele, con ma; ma oggi alla stazione ml dicono una divisiOJl'l di fanteria manterrà che un accelerato partirà forse per l'ordine nell'interno dl Roma. Ciò vuol cassino alle quattro e me-i:zae un di• dire che i tedeschi sono padroni di retto alla mezzanotte e dieci.minuti. Roma, e domani romperanno i.I P~tto. Partirò dunque stanotte. TEMPO RITROVATO La bocciatura di Flaubert nell'esercizio delle prcprie funzioni, lui sembrava che volesse liberare da quella seccatura tl candidato e se stes– so. Lo vedo ancora, sprofondato nella sua poltrona, come assente, e poco o punto attento alle risposte che aveva provocato. Il suo volto allungato e di tinta olivastra aveva (iUel carattere se•· rio e meditabondo che si nota in certi busU antichi. Il naso diritto. le labbra sottili e iL mento quadrato rendevano anche più impressionante la somiolian• ,poco dopo compiuti i ventidue za. L'occhio, bellissimo, profondamente anni, nel gennaio del 1844, Flau- incassato sopra l'arco sovracciliare. era bert dovette interrompere t suoi indolente come se fosse insensibile al· !~f~<i;lt~ie~~~~~%sl 1 ~1~~~#~~~~fn;:n~~laf ~er~~s~,~-~!:f;' fiZso 0 ~%~d~~ferùf1!in:gn · primi sintomi di quella malattia ner- potevan vedere. 7'ra ;, lunghi cdvelli vosa s11l!a citi natum t suQi biografi neri si scopriva la fronte spaziosa, che no1i so1w ancora <l'accordo. C'era del qualche volta si corrugava per un'im· resto incompatibilità fra tl suo cervel• vazienza subito repressa. L'espress;one lo d'artista e i testi gi1tridici che do· di quella maschera fortemente model· veva studiare per la preparazione aoli lata sarebbe stata benevola, se non esa.mi. Il codice civile. che Stendhal avesse lasciato indovinare un'ironia la• aveva preso a modeUo di chiarezza sti· ,tente, la cui ac1dtà doveva essere stra· listica durante la composizione della ordinaria. Si sarebbe detto umiliato di Chartreuse de Parme. e come il civile quel che faceva, poco sensibile all'onor cosi oli altri codici. per lui erano scrit· d'esser lì a tornientare dei poveri ra· tl in un gergo inintelligibile che lo fa• oazzi impauriti. Se l'm,cssero consulta· ceva andare in bestia. Non minor fa• to, probabilmente avrebbe fatto rilascia• stidio gli dava il cattivo francese che re dei diplomi di laurea di legge a tutti parlavan dalla cattedra i suoi pro/es• quel.li che li chiedevano, senza la noia, sori. Questi, d'altra parte, non senza per sè e per loro. di auci benedetti esa• scandalo dovevano aver notato fra la mi. La sua fortuua politica non era an• scolaresca quel pezzo di giovanottone cora spuntata: colui che sarebbe stato normanno, bello ed aitante come un a1nbasciatore di Francia presso la San compagno di Guolielmo il conquiSta• ta Sede, e poi ministro di Pio IX, non tore, bianco, roseo, dCllla oran barba era eh.e tm iimile professore di materie d'oro e dai grandissimi occhi color del ot·uridiche ,. mare, che anche nelle ore più mattu· Segue, a proposito dell'assassinio che tine veniva a scuola i,i vestito nero e nel 1848 doveva t-roncar la vita di Pcl· in cravatta e guanti biancht. Ii, disst• legri.no Rossi, un'allusione ingiusta agU. dio, com'era da prevedere, fini con una ttaliant che non è il caso di raccogliere. bocciatura. Della quale è rimasto il, Ammiriamo invece la vivezz~ e la fi· segno in una pagina deU' EducatAon nezza del ritratto. Quell'iro,iia mista di i:z7:~m:~~:: ~~a dt~olt~e·:r:;~g;·~ :~:::u;isi::nri~~~dat~a~:iZt~;~is~~a:. Parigi, del r,iovane Frédérk A-foreau. de maestro di diritto: Vittorio Siinloja ~ Intorno alla tavola coperta d'un tap• Forse si potrà obiettare che un uomo peto verde seggono su poltrone di nobilmente servo del dovere quale f'l!L cuoio Dli csami1~atori in toga rossa 1-'ellegri!l-o ~ossi., ca~u,ce <lt affro11tar~ ~~n:,~;:.·e:7::~l~1° e:s/nc~~c°tia~g~~; :.~gwcr:~:s~~:f i3:t~::;: ~fo;~~;;tes,S!-- defi,nisce un brave homme, incorao· J)ere la sua induJoenza di professore oia il candidato con paterne parole e fino aU'indi.Oere.ntismo che Du Camp con facili domande, senza però otte- Oli attribuisce. Ma quel che non st di· nere risposte soddisfacenti. Un altro, mentica. è quell'immagine antica, la sa· con la sua olacial.e tmpassibilitd. accre· ooma tagliente· di quel volto così nntu• sce l'angoscia della vittima. Un terzo ralmentc classico. Noi romani non pus· ~ brutale e sarcastico, e a Frl!dl!ric, siamo non pensare al busto del nor st, che nell'impaccio di dover rispondere stupendo di verità nella sua corr.po• alla domanda rivoltagli si tira nervo- ste=ia anticheggiante, che scolpì mi suo samente i baffi,, fa osservare che la rt• concittadino, il carrarese Pietro Tene· sposta non la troverà di sicuro nella rani, e Pio IX fece collocare nella chie– barba. Consolia1!l,Ocl con Moreau-Flau- sa di San Lorenzo in Damaso, a pocht bert per la bocci.atura. Ma raUe{lrl.a• passi dal luogo in cui il Rossi era sta· moct con nol stessi.. L'esaminatore bra· to colpito a morte. Un suono antico ve homme era un italiano. E sapete hanno perfino le paroic dell'iscrizione: chi? Pelleorino Rossi. Ce ne è te!timo• Causam optimam mlhi tuendam as- ne net suol Souvenlrs llttéraires Ma· sumpsi mtscrebitur Dcus. E vurtravpo xime Du Camp: La naotna è beUa e esemplato sull'antico, cioè cul colpo di mette con.to riferirla per tntiero: pugnale vibrato alla carotide di Cesa· • « Quando arrivò il giorno che doveva re, era stato it. colpo con cui Giygi Ci· affrontare le palle bianche e le palle cenuicchio uccise il Rossi. Dal vecchio nere della Facoltà di legge. Flaubert ceppo dell'umanesimo, innestatovi il mi preoò d'accompagnarlo. Indossò la giacobinismo, rinascevano, ahimè, le for• toga, si passò le facciòle sotto la bar- me classiche del tirannicidio. Ma uma• · ba d'oro. ma non per questo ebbe a no e non umanistico, mna-no e niente sentirsi sicuro. Fu un disastro. Eppu• altro che umano, era stato il grido di re gli e.~aminatori non mancavano di un giovane trastevcri110 presente al de· indulgenza, e uno di loro specialmente Zitto, il pittore Nino Costa, che pot do• fece di tutto per offrire a Flmibert una veva combattere, garibaldino, a San ancora di salvezza. Era Rosst. Me ne Pancrazio e a Mcntana, come già ave• ricordo, perchè il suo atteggiamento mi va combattuto contro i tedeschi alla di• aveva colpito, tanto differiva da quel• fesa di Vicenza: « L'assassinio è un'in· lo degli altri vrofessori.. Mentre oli famia! it,. altri si davano una grande importanza PIE~no PAOLO TROJ\IPEO Non domani: oggi: prima che noi si Alle sei del pomeriggio ho gtà pre faccia in tempo a pensare. Ed eccoli, parato la valigia, sgombrata la carne· arroganti e brutali, sui carri armati., ra, consegnato al dc1>0Sito della pcn sui camion, sulle automobilt, con le sione un grande baule che lascio. (Tor– mitragliatr-ici puntate verso i fianchl nerò, credo, tra quindici giorni). Dopo delle vie, irrompOno nella città- La narecchie maratone della giornata. bi· vergogna mi sale al volto, e un odio sognerà di nuovo ragg,iUngcrc a ple<ll che m1 sgomenta, e una pietà desolata la stazione. Mi accompagna un ra• ri~a~I mio Paese. rictotto a tanta sven· ~:~~to dj~l;~b~~~agft~ificfe~bj~~ c1~i "'··="'·"·-"'-"'-"'-"'-"'-"'-"'""-,,....,,=====""'====-========= Non rimarrò a Roma che presto sa· armati, nè meno da quelli immaginati Allo spartello dei biglietti incontro prima e seconda classe è impresa dan• rà alla mercè dei tP.de~chi. Dovessi fa· che da quelli v-istl, è attratto da un un compagno· di v•aggio: è un cC'strut nata: impossibile. La folla come di re a piedi tutto il ,cammino,· andrò buon compenso: dice però che viene tore, e Si chiama Minu:.i; prcnderil an• naufraghi riempie i corridoi, i prede!• verso Napoli, ove u·overò familiari ed soltanto perchè si fida dl me. E' un ch'esso la via di Cassino per-ditigersi lini, i respingenti tra l'uno e l'altro amici che mi renderanno men triste ragazzo del Salernitano, che io lascio verso Nocera. Ha saputo che i tede• vagone: più innanzi una tunghisstma l'attesa della libertà. 'l'ra il giogo te· parlare in un· suo ·colorito linguaggio schi ~crmano e frugano i viaggiatori: fila di carri•besu.une. quella dei cavai• desco e quello inglese c'è forse <.la che si picca di voler essere italiano a più d'uno han portato via 1 fogli di li 8 uomini 40,•sembra sul pur,to dl esilare? E verso gli inglesi e gli ame· a tutti i costi, ma sbaglia costante• banca, magari lacerandoH: bisogna na- esplodere dall'unica e larga port.a ricani che troverò sbarcati a Napoli, mente ogni deslnenza e si avvale di sconderli: egli se 1l è fasciati intorno sulla cui soglia con le gambe penzo– pur nel dolore d-i questa capitolazione, un còndi~o"nale in « ebbo » che a lui alla gamba con la garza, come una lanti nel vuoto, le scarpe ferrate o 1 ci guida un ideale che .con· essi abbia serv:e per tutti 1 modi e i tempi d'ogni ferita. Si1>arttrà col diretto della mez· piedi scalU, son seduti giovani a tor– mo comune. La sconfitta ci s.trazta verbo: inimicizia· strenua e lcaHssima zanotte e dieci minuLL Ma intanto cbn· so nudo o con camicie lacere o con ma non ci umilia, perchè fu. sconfi\ta 'per ogni prep'otenza della grarnmati verrà rimanere a)la .sta~one: presto magJie sfrangiate, anneriti dalla pol• del fascismo non del popolo· italiano, ca.· Sa pérfinQ che glt inglesi devono sarà bulo: il coprifuoco ... _ dice U fer· vere, dal sudore, dalla barba non rasa; e nel riconoscerla abbiamo scossa una ".ssere arr1Vall e non sl mostrano an· raviere che fora i biglietti -. è pe• mentre sovr'essi premono Ie file del tirann.a straniera: abbiamo compiuta cora. Certo tutti aspettano gli inglesi rtcolosissimo: leri sera Q.uiintorno si lor compagni in piedi. appoggiati alla una dolorosa opera di riscatto, quan• .da un momento all'altro. Ieri .sera spnrava all'impazzata. sbarra. nello stesso abbi.gliamento di do nessun'altra scelta ci era consen• un lungo bombardamento lontano fe· Ci avviamo all'interno della stazione fortuna . .tita. Riprendiamo li cammino della ci· ce credere a qualcuno che sbarcasse· come entrassimo nell'atrio di una Pri· Ora mi accorgo dl essere veramente viltà. Ben più ci ha •umiliati la tiran· ro a CivltaVCCCh!.a;ma forse si trat· gi.one. I treni si distendono fermi e al centro di. una ritirata di truppe, e nia tedesca del periodo fascista, come tava di un «miraggio,, acustico, e i. vuott. Anche J)tù livido che altrove è l'immagine di Oaporetto Si prectsa e ci umilia quella che oggi 10 ml accln· .cannoni eran quelU dei tedeschi. Nel qui il silenzio. Sediamo su una pan· più mi ferisce-. Entriamo a fatica in go a sfuggire: e uinilierc~be· il ·mondo pomeriggio s'era udito per il corso china;. m.a prestq li ~io compagno si uno di tre carri che vengono aggiun– una vittoria dei o: barbari> ai quali Umberto uno strepito di motociclette avvia verso i binari per vedere se mal ti. Pochi 1 borghesi che non siano mi• con basso e puerile Jllachtavellismo, ci forzate a tutto scoppio: una vera cor· U noStro trenò sia già _pronto: poi un litari travisati: qualche cfonna: qual· aveva aggiogati 11 fatuo tribuno di sa di conquistatoi'i, e alcuno gridò giovane scalzo che ha la giacca mili· che• bambino. E i soldati vengono da Predappio. che erano gli. inglesi, ficchè ci affac tare senza le stellette e senza fregi, •rrieste, da Bologna, da, Genova. da (Un tempo, senza llvore per'sonale, ciammo per vedere, ma i corridori slcchè somiglia un di quei mendicanti Livorno; uno dice di venire da Mar– ma con odio civile il'reducibile. io ma• erano invece alcuni metropolitani, o ai quali il congedato dà ln elemosina siglia. Sediamo sulle nostre valige, ~ii~~!taJi°p~~r::I~~f{~~~r~ac~.iacoa;1r~: foifer~i 1 fie~i conferma che in molti ~n s~;tj~"c!~O:t~t~~r'fi ~~tl::ae~tecioc:. poichè mancano perfino gli scannl. guaggio sportivo- a lui bene adatto, tlloghi. come a San Paolo. li popolo, e poretto, e li pianto di quella catastro· Que s tt i·educi sta nchi, ma pur tanto chiamavo il Predappiese; ma oggi anche le donne, hanno combattuto ac• fe che fu pure riscattata. Ancora uno riii;;ni f~al~!f,f;:;~~iet:,;;~:t~t~~ :ai_ ,f:s~~~/~no:~a~~! ~~~g;~o les~~z~li:;: ~:~~o i,3~mt 0 ~~a~~ 1 ~~~n!~1c\a~ig!:'t 1~: t~~~~io"~~~l. e~~~ untri~t~;;1bu~~n~t~~ pericoli e la vergogna, e quanti altri voltura. Prima che la pena capitale li· padronito di un carro d'assalto, dopo si stempera •improvviso sull'anima, e ~~~~ 1 ~;r 1 ~, n~t~~a~iel~~is·~~~~.li~t:~: beri Ja terra da uno dei ptù tristi e averne ucoiso l'equipaggio, e rltto sul• l'anima direi prenda la forma senslbi· focano da ogn· 1 parte col lor corpi, ~;;:tOS~e?llI~~\~~n-ic~~: 11,i~~~r1;:c1:~; :h\~r~;~t~uca~~~~ial~a ~il~.~~r~~;.i~i ~ ~ le i1 u~t ~~~~àa;~~e~o1:n:u~~11i'ec1to:U i loro zaini, Je loro scarpe chiodate, umana. :Mussolini è defunto. Di lui gli spensero la voce. Ma non c'era chi treno che doveva partire per Cassi· le lor voci., ove il turpiloquio si accal• non restano che parole di vento: e. comandasse: i giovani piangevano co· no alle quattro e mezza è ancora nel· ~~s~is;g~e ein~1~~~zii:oc~ioc~a~mmagi· ch'io sa1>pia, non rimane un solo ge• me.<Hsper::tU,perchè nOn sa1lcvano che la stazione. Conviene prenderlo subi· sJo d'uomo, gi_acchè costui mentiva fi· cosa- rare. to. Tentare di salire nelle yetture d! FRANCESCO FLORA.

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