La Nuova Europa - anno II - n.7 - 18 febbraio 1945

• --IO--'-------------~- LA NUOl'.4 EUROPA ---------------1Sfcbbr.l!J45 -- CLASSE,DIRIGENTE E GOVERNO ' NEL PENSIERO DI VICO democrazie di precip:tnre Urannlcamc~• no .di vivere divtrsamcnte dalla ma– te verso le demagogie, ai principati o n!era con a quale vivon i popoli: on• monarchie aiiolute di prcctpltare U· dc i pubblici e veri (e, pcrchè pub– ranntcamente verso l'autocrazle. blicl, veri) maestri de' principi son Non pochi passi della Scic11za nuova essi I>OPoll.Nerone cd altri cattivi tm• si potrebbero addurre a documento di peradort vennero dlssoluUssiml e fie-. codeste sue vedut. Fra t tanti prcferi rlssimt. pcrchè uacquero in tempf sco additarne uno anch'esso espunto ch'cran all'eccesso dissoluti e fier( nella redazione deftniltva dell'opera, e t romani, t quall gll agt, le dllica– perctò anch'esso passato quasi inosser- tczze, l lussi ave,•an renduto villssimt; valo. e quindi. codardi, con volti finti di tra• Concerne non le aristocrazie e le de· ditorl ed assassini simulavano l'amici· mocrazte, ma J prlncipatl. Nei quali - zie per farsi la fortuna sopra le teste osserva Il Vico - è ben vero che U mozze e le case rovtnate de' lor amici. M l per,netto <Il richiamare l'atten• te le potenze e con tutta la propletà: principe non può esser costretto da nlu• t quali scellcratt costumt,perchè usciva• zlone su un passo tanto bel1o 11 cavaliere nelle arti cavalleresche, li na forza umana a osservar le Jeggt e a no da nature affatto guaste e corrotte. quanto poco noto intercalato dal letterato .negll studi delle se.lenze. li Po· conformarsi al costume pubbllco. Ma è le quali co' pravi esempll sl formavano Vico nel 1731 1n una serie dl aggiunte Htlco nelle pratiche della corte. ciascun anche vero che, a costringervelo. c'è loro dalla fanciullezza e sl fermavano alla seconda Sctenza~1wova ed P.spun- artegiano nell'arte sua; per la costanza, qualcosa che u prh:ictpe ha dentro di con l'età, i principi buon\. con gll esem– to nella redazione definitiva del 1744. sono gli uomini seriosi e gravi; per la sè. ed è u suo «pudor naturale». Cosa pi buoni loro, non enunendavano, ma. Egli comincia con lo stabilire che 11 propietà d'essere lo «stesso•• SOnogli bene avvertita da Tacito quando rac· quasi corrente di furioso fiume, ripri• « mondo clvlle •o« delle nazioni », ap- uomini un!Jom1l, circospetti. convene- conta che, e trattandosi tn Senato di mc> mevano a gran 1>enaper lo lor temPo •· 1>untorf(frchè è un mondo creato dagli voli e decorosi; e 'n fine. per quelle di derare con le leggi suntuarie 11 lusso Ossia, combinando l'un passo con l"al– uominl stessi deve aver eta! materia e essere ordine, bellezza ed armonia, ~ profusissimo delle cene, Tiberio rispose tro: tale popolo, tale classe dirigente; tal fornla quali ess1 uomini hanno•• no gli uomini che, compiendo ciascuno che non abbisognavano, <'On quel motto tale costume o morale pubblica; tale cioè constare anch'esso di «corpo• e l doveri del suo ordine proplo, cospl• pieno d'una elegantissima sapienza cl· costume o morale pubblica. tale gover– « anima ragionevole• o «mente• «delle rano all'armonla e bellezza delle repub• vile: Pauperes 1iecessitas, divltes sat1e· no. O ancora più: brevemente, e per rl• quali due parti la prima è la.materla e btiche e. con tutte queste belle virtù tas ,1ios pudor in melius vertet •· pelere le parole epigrafiche della degni· la seconda è la !orma dell"uomo .». lndl civili, sl sfor7.ano d1 conservare gll «Pertanto _ continua II Vico _ n tà LXIX: I governi debhono - net si• continua: Stati >. detto di Claudiano Reois ad ezemplum unificato dt «non possono non» es· « Le propletà della materia sono di Da che appare che «respubllca» idea- totus componifur orbfs è tanto plil sere conformi alla natura degli uomlnl esser tnrormc, dlffettuosa, oscura, poi· le è pel Vico, non già. come s'è afferma- falso in quanto è vero proprio l'oppo- governati •· trona. divlslblle, mobile, altro, come to più volte, la monarchia assoluta t.n sto, e cioè che t sovrani « sl vergogna· F • .\USTO NICOLINl ~:;~~:; !a~~~~:• :u:!fe :::, 1 gi~~d:~ .~ee sra~/to~~sJi°g~~c~~~? ::~i~t~: ========================== materia ha Questa natura d'esser disor- a formarsi una classe dirigente. compo, dine, contusione e c.ao. ingordo di d1· sta non di soli « politici », anzi di cit· struggere tutte le forme. Le propietA tadini apparlenenu a qualunque casta della forma sono d'essere perfezione, lu- sociale, non esclusi gli « artegtanl ,. e minosa, attiva. lndlvlslblle, costante, o che. inteJligente, operosa e soprattutto sia che, quantQ più può. si srorza dl profondamente morale e. appunto per• persistere nel wo stato nel quale è ciò, ben conscia che li bene 1>rlvatonon LA FORMULA DEL FUTURO " PERSEJ-'ERARE DIABOLICUM,, .(ch'è quello onde Platone suol appellar- è mai dissociabile da quello pubbllco, J N u-n capitolo tratto dall'operq Vo· NbLL' Osservatore Romano liell'l 1 la «l'istesso,; per le quali prop\età la si ponga, da un lato, quale scopo non stuma di Giulio Colamarino sul· - febbraio. « V• repi;ra all'aYUrolo natura della forma dell'uomo è d'esse- già, ulllitaristlcamente, vantaggi, me· la Crisi dell'Europa leggiamo. i11, • Due Rìsoroi111e11li • de Lo Sto· re ordine. vita, am1011ia e bellezza. ramente indiv1dua!l ben sl la salus sieme a molte acute considerazioni t:n· riourafo tn Nuova Eu?"Opa del 4.. « Quindi la materia (ch'è 'I corpo del ~rt~~t~':::O ~ 01 d;,1i~n:ni::1ot~e:~~;~ant! torno al /Usoroimento, le seguenti pa· dit::!_. ei~vit~~;~;~~f~":,~, u:i'~'v%;~:o~~~ ~:,~~e df~~~~e~lo~~O ~[ ~~r:i~l>~~! Idoneo, ossia con l'ademp\mcnto scm· role: « Dagli avvenimenti dt quel pe- cuparst di ciò che uveva sèrWo I·aolo non hanno nè propio cons!gllo nè pro• prc più perfetto dell'umile dovere quo- rtodo ,1on s-i deduce un chiaro dMeono della 'l'orre nell'O~rv~aore Romano pia v'trtll; per la prop\ctà d'esser dHet· tidiano. concetto. d·altrondc, questo del del Juturo d"ItaUa;non st districa quel· u proposflo dc « La laicizzazione dello tuosa, sono gli. uomini v1z1os1,pcrchè dovere pubblico che, sebbene non in la formula limpida e avvincente che stato sardo•· verchè si i,attava ai m1'l tutti I vizi altro non son che ciifet.ti ; ron11a cosl ampia, si rlt.rova In altri non tollera equ·lvocl perchè si traduce rece11slone: occorrcvll tJttendere il li· per la proptçtà dell'oscurezza. sono gli luoghi dell'ultlma Sc1en~a nuova: per In norma d( vita collettiva•· Diseono bro recensito. Mcr il pr'!teso recensore ~~~ 1 1~! 11 (ihiui~ 1 l~~~u;:.,'!i~ient~~~:p:fo. ;~:gJ'r~m;f ,J:,~a;:t\~~~~,~~;~~i 1 :° ~~r; !at~~;"';~~lt~~~~::e f:: 0 :;~~e.t:i~c~~c: irt~lr~r t~:t1l:::~~i~~~l!~::~~r:½u; :~1is~)I~ ~elalc;~p~:tàlud~~s~~i~~ ra umana, intelllgente. benigna e raglo- porte chiuse, ma dalla coscienza ape- va Europa}: Ul1tdlc1n;a i! nw11davù n.:• ghlttosa cd infingarda, sono tutti 1 poi· nevole. la quale riconosce per leggi 111 rantc del popolo che, creando la sua oli abtssl infernali, cume il Mi11oss, troni. delicati. molll e dissoluti; per la coscienza, la ragione, 11 dovere»; e an- storia attuale. insegna a capire la sto· dantesco. La preuiu<li:.riCUe di « V» im· divisibilità, sono gll uomini che non cora ner successivo capitoletto sulle Tre ria passata. L'impossibilitd dimostrata porterebbe questo: libera deniurnziune vanno appresso ad altro che alle proprie spezie di costumi, ov'è analogamente t,t seguito dal popolo italiano di arri.- da una parte, rlspetto::so sileniio da-.· particolari utUltà (le quali dividono gli affermato che t costumi del templ ve- vare a questo, cioi a interpretare con l'altra. uomini) ed a corporalt piaceri o sleno ramente civili sono «offìclosi ». ossia la sua azioni t'ercditd del R1soroin1e11 «V» sbguita nella denigrazione, sen• gusti de' sensi (l quali tanti sono quan- ispirali al senso dell'o/Jicium o dovere, to. é per il Colamarino e una risposta za curarsi della rcal!Q:sloric:a 11otis- !~~"gftl! ~~~l~;tgfJ, la c~~!~:!p~~~ ;i;h;t~~om~.~~Tt~·do~e~.:au dal pro· non certo Javorevole alla tesi più bel· ~i:::d:~v~c:ctt~st:'~n ~~~ri 0 ~a~~~:% penCono, non mal son contenti del me- Ma c'è dl plil. Con una limpidità. che la e seducente del Risorgimento intcSc., di politica ecclesiastica, enuncwte m destmo, sempre amano ed affettano ne> egli perde: quando s'attarda a svolgere come rinnovamentQ e rinascita spiri· Italia dopo queUa dt ,;(,vour, per in· · vità (che, In una parola, si chiama •voi- un concetto nei part\colarl o quando ve> tuale •· sistere sulla test della crescent~ op· go ». di cui è aggiunto perpetuo quello glla suffragarlo con «pruove filologi- A noi pare che cosl, per colpire una pressione della Chiesa nello stato· :i· d'esser «mobile•); per lo disordine e la che,• ma che rlacqutsla intera sempre ,endenza storloorajica troppo ottfmt. beralc italiano ..Ma, q11al1: c:hc Sii! il sL• ieonruslone. sono gli uomini che. per che sl tratti di fissarne le lince genera• sta, si passt 1t seo110,cudendo nell',zl· ontficato dt quelle fom~,ac. è bt:n CC'"· ~~e~l~~~~ ~~~~~~t\ ~1;a e:~t~f1~ 0 ~: 11 ti 'Vico scorge pcrrettamente l'effica• tra dt voler giustificare gli erron dei to che esse non ha,ui., tmpedi:., all,, ~e~i! 1\1r:21~~~ a~~raìe ee'nn;?a~~ ~!l!1s~~t:~~~J~aE~t~ rd 1~~; :: ~,:: 1~-c~~:od~! 1:1ofJ~f:f. 0 dtv~:~ ~;~i~1r:ig~{}l 0 ::v;r:i~~~;~:f~{e~~. quando questa terra era un'infame mObile», ma altresl sugli stessi gover• se e talvolta cont;a st anti es ruenzc, non riduzione al minfmo del confiHlo pe-r selva di. bestle. nantl. Jntende, cioè, che soltanto una condusse ,a tennme. come accade an· la questione romana. I-)' uscita , ece,i· e Per lo contrarlo, la forma e mente classe dirigente profondamente morale che alle epoche più .feconde, e a Ri· temente la seconda edfilon.c dt 11n :i~ di Questo mondo di nazioni, per la pro- può dar vita col precettoesegnatamen- soroimento fu fecondissimo. che una bro di Vittorio EmfJnuele Orlando (tjl metà d'esser perfezione, sono gli uo- te con l'esempio, a un costume pubbll· parte dei Suol propositi. Senza dubbio cui cl Tlsen,1amo dt 7,arlare più di mtn! che possono consigliare e difende• CO lsplrato ad alte esigenze etiche; e alr.v.ne -premesse di libertà parvero proposito),. in cut è do,;:mientat,, come re sè ed altrui, che son i saggi e forti; soltanto un costume pubblico Jsptra• troppo presto appaoate da uua unua la soluzione della quest-io11e,-oman,i :t~. 1 ~a,~i~~~t;s~~1: 1~~~i:à1 ~~:~1!~-:~ to a c::ien~e 1 :s1genze. ossia una vera e accentratrice elle piuttosto le compri· ·::!-u::r: d~~;~ ~~[,:,i::ode~~L: ;fat~bw)c:. mlnosa, sono gli uomlni che s"adornano rerog~bbÙ~~!~,~~f; ~u~~~l~eo :u~o!:: mevti. Molto del suo miglior fermento rate, e anzt la 1eaUzza:;lcne di un ac· privatamente di lode, pubblicamente di rie forme di reggimenti pollLlcl di de• soc1aLe_ fu compromesso d'!lla soluzfo- cordo dt massima gid ,-;ggiunto a,it'-• gloria; per l'Indivisibilità, sono gli uo• gradare veJ:;K> fonne deteriori; ch'è CO· ne polrtica adottr.zta. Ed i mfine super rtormente al fascismi). Docunie.ntazi?· rrHni 1 quali In clnscuna loro azione o me dire alle aristocrazie di precipitare fl.uo ripetere che fu soprattutto urt te 11e, st 11oti, che è non solo di prove– professione SOnotutti occupaU con tut• tirannicamente verso l'ollgarchie, alle nomeno di minoranze elette. Ata spetta· nienza e 111izlaUva tta!it:na, ma fJltreJi ==== .... ==.... =====,.'============.. ~:: :~::Z~o1:i~7:~:.:n~~· ~:~~;:~:,:~ ~! ~;uv:~~~~::ro:c 1 ~~i'a;:;:~1:eg:,.fet~r l'opera, estendere 1l suo moto di rlna• Dove va a finire, dt Jronte a questi. MARIO MENGHJN[1·~ein:::1~ra~it~.~~!~: 0 n r i!,~~~!~: setta a una cerchta sempre piU larga. t,1ttf capitali. l'immagtnato -precipitar~ ., Iarmente ~ografiche, per l'ePLstolario. segnare rispetto ad e$so 1l prouresso ~~:~f!~!'ie ~b':,~':u~~. ~nd:::~~l;~ E morto 11 12 corrente, qui 1n Ro- Osservazioni e desideri si possono che a S"Uavolta IL Risorgimento segn6 zi tutto, _ questo sig•i1ficavano e st– ma, Mario Menghinl Oggi. e da esprimere; ma esst passano tn seconda rispetto al perfodo che lo precedette. gnificano H contesto del Della 7'o')1Te, e subi~ 1 ~.~::u:~r:!C 1 !!j~n~~:~ici~~~~ ~ea De~I J7t~~\ a~~::1~~~z= 1 ~:~~7' Il Risorgimento risolse a suo modo 1l quello dl « y » _ della liberto eccle ma prima dl attendere a questa, egli quei desideri provvederà l'indice delle .~uo problema. :ria pure creandone ne• slastlca? . avev~ praticato vasU e varl studi Jet• materte di tutta la collezione ch'egli cessartamente dcoli altri. Nof, piutto• aro «V• i tmperttrrilo. Eolt c:f pre- teran, e aveva gtà al suo att:..v~ una era venuto apprestando, e che, grazie sto., non abbiamo risolto 1l nostro .. Ed senta. fl totalitarismo 1urcista cvme li produzione cospicua. Aveva com1ncla ad una sua valente collaboratrice po- è 1notusto credere df non. esscrc:i riu.. figlio legitUmo del lib~,.alismo covou– to, se non erriamo, 1>ubbllcando (1888) trà esser pubblicato postumo. • scitt pt.rchl non avevamo ricevuto In rlano; e dell'unitd 1taluma reaUuata una monografia sul principe del se- Assunta una volta l'edizione Mazzl. lascito la formula del futuro fra tl 1860 e a 1870 ctJerma rlie fu centismo; Marlno, <'Ul. ne era se- ni, li Menghlnl aveva concentrato ·in · «-piuttosto un'unftd oeor,,afica che untJ gulta un altra sullo Sllgl,anl. Agli stu essa tutta la sua attività, non trascu· . •· P. e. unttà STJirltuale ». dl di lettc.'ratura italiana dotta aveva rando tuttavia altre pubblicazioni di ------------- Era stato detto in te•1t,:rlont«'11.che aceompagnato ~uelll della letteratura storia del Risorgimento Ricordiamo in l'Italia era un'esprel{sto,:e oe<x1rafica. PoPolarc, per cw pubblicò varie raccol· particolar modo la collezione • Studi LIBRI R I e E V u TI Oool, • V. cl dice eh,, /"untt4 d !tali~ te dl 1>roverbi, cantilene e canzoni, e documenu di Storta del Risorgimen• _ fino, parrebbe, al J!,29, - fu. una collaboran~o anche, per questa mate• to •• diretta presso II Le Monnter da R. L. STEVENSON, Net mari dei Sud • unità geoora/ica. «V» ,-'mcontra, a .dt• ria, n rivi st e st raniere di grande lm· lui insieme col Gentile trod. c. ALVARO • Roma, Caprtou 1 sta11za di pili dt un secolo, col prin· rer~:7:; i~,~sk~n~~~ct;'fie;'t;:h~it Nonostante la tarda ~tà. li M~~ght- 1945 - L. 125, df]e di Metternich. E' i..na compagnia fllr ,- 0 mantsche. Phflotooie. E 31 clas- ni seguitava a lavorare. Poco J)lu di c. STERNHEii\f, Berlfno, 0 11 JUJtte ml mustre; ma non è la pflì adatta _r,er sic! della 1etteratura ttal'ana seguitò un mese fa avevamo ricevuto j:la lui. lleu . Roma, Caprtottl, l9-IS_ 1., 50_ quella comprensione delle ~t'.t!lfO'!i a dare l'O[)Crasua, pubbll.~ando edizlo• '.per la Nuova E'urppa., un saggio sul A. CANALETTI_GAUDENTI. l,a socia Ideali del lUsorgimenlo a cui «V» nt del Caro, del Ua~etll. dell'Alfieri. ~:n~~m~l ~ro~ /a i)prot>0s1:o del ll---za::lone agraria netrU. R. S. S. . P.o giustamente tiene. L s. m!~i~~~c:~~lcl1 t~l~~:\~;c~';i !~1:u~~~~~; dolenti dl non pote: ~~bblt~~ ~n~~ ma, Capriottl, 19,15- L 70. moria, è costituito dall"Edizione na· sua lunghezza. Codicecivile aovietico, a c.ura di AA,IAT- zionnle degli scrittli. di Mazzini, divi· La memoria di Mario Menghinl ri· 'l'EUCCl . Roma,Capl"iotti,19,15.L. 120. sa nella triplice serie di Scrllll lette- marrà quella di un uomo che ha dedl· C. BECCARIA, Del dclittt e dcll<'pene, · rari, Scritti politici cd Epistolario• So- cato tutto sè stesso agli studi pntrt: prefnz. di P. COlamandrel,Firenze, Le no un centinaio di volumi: e sl pub lavoratore modesto, indefesso. che del Mor..nlerl,19,15 - L. 75. dire che, nel corso di un quaranten• s~o lungo lawJro non ha cercato altra G. CALOGERO, La CTlsi dc1t·eoon.,.-mtà e nio, egli ab™a potuto vedc-rne la fine. r!compensa da quella del dovere com· u marzi.Imo (però da rettificare: Il me Alla mole e al1'h\1portan1,a dei testi ri· p1uto, della vocazione soddisfatta• todo dell'economia ecr. J, Firenze, La spande ,la. lunga e complessa rauca L 1. Nuova Italia, 19H - L. 30.

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