La Nuova Europa - anno II - n.6 - 11 febbraio 1945

J LANUO~EDROPA SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA '.ANNOIl - NUMERO n ♦ ROMA - 11 FEBBRAIO 1945 ♦ • IN Q u ES TO NU!tf ERO: E~R~co_ n:_R~ACl~I;. -D~.Ai\ \;~ 'ial~o~a~~"i,i;~•3:u!ucrvJ~"r~~;t,:: Lu;G: T !A~:!~ORELLI: F R AN ~l ~ FRA.NCESCO JOVlNE: T F.A T R O p. 6 ~i~~e~~eJi~;~~:. on :~ta~~i ':'e~: ALBERTO MORAVIA: JJ I A R l O°? O. <.lere le mosse dal medioevo maturo, da IL POLITICO: u N V uo 'l' o DA LIT I e o . . . . . . . . . p. 7 a~l~~l~~ent~: 1Ft~n;~~~W~'i-c~1J[l~~ RIE Jl p I R 8 ' • p. 2 GUIDO P[OVENE: A n TE . • p. 7 gotica e della teologia scolastica, delle ••• L A SET 7' l Al A.,· A p, 2 ch.ansons de oeste e dei trO\•atorl pro- PAOLO TREVES: I p A n TI TI p O- s~~~A;~~E ;~s:;~ Jf:' ~ ~ /:. l: :~~i:~~ ~~~~;:~t: t 1 ?~~~ 7:/ti;~ ~ 1T 1 e 1 1No LE s, E L B P R o s- 0 ~ ~~~~~~ 11 ~~=- f~!~f~l6~~a~~~~~: SI JI E EL b' ZIO N I • • • P, 3 raie del due popoH' è ·tanto stretta A.. FERRARI:' CA P 1 'l' AL I S !I O E BENEOE'l'TO. CROCE: J N DA G J NE <tuanto quella economica o religiosa. S OC I AL I S Jl O NE I PI AN I B E· S TOR I CA. E R J SOLUZIONE Cavalleria e Comunl sono grandiosi fe· -r.B'RtDG&. • •.•. p. • MOR.ALE •• I •••• p, 9 no:ri~;a?J ~l~~\t.t W)a~~:~on~fs~a~! D LO STORIOOHAFO: L' UL 7' I Al O do è delrltalla. TRENTENNI O • , • • · P· IO Col Rinascimento l'associazione del WALTER BINNI: .VAZIONALI· CAL.OOERO GARAC(: LA'rlFON due l)Opoll, la loro - diciamo così - L!SMO LE7'TERA RIO• p. $ DISJIO E SOCI ETA' IN SI fusione di civiltà e di'vita s! fa ancor CARLO MUSCE'l'TA: / LIBRI p. 5 Cl Ll·A • •· · • • • • • • · p. H ra?e f!~~~!~,:~~c~e~1m~~ff?tari~I~~; --==--=======----=--==--======--=-=- ~"re~~~~r:~~~\~a~~~: ~ ag,~~d~i lo stato francese trabocca in !talla, con risultato non fa\•orevol'<?per l'indlpen· denza llaliana. mentre se Oè aC\!r~sce J.a penetrazione culturale italiana ln Francia. Ma dl fronte alla Francia si erge sul suolo ltallano la potenza lspa· no-absburs{ca: e la parte della Fran· eia diviene rapldamente quella di tu· trice del!' equilibrio europeo, e cioè, lt, tatto, di protettrice dell'indipend~n· za (di un resto d'indi1>endenza} italia– na. Attraverso la fallita polillca egemo· nlca di Luigi XIV, - riuscita disastro· sa innanzi ttltto per la Fr:i.ncia stessn., - si arrlva al nuo.-o equilibrio del Set· tecento, che vede l'inizio del Rtson;-:.· mento Italiano. FRANCIA E ITALIA A ttendiamo la ripresa delle relazl<> nl dtplomallche tra Francia e lta· Ila. Non vogliamo d:scutcre qui l termini del negoziato, che sono di conoscenza e competenia cl-elle auto– rità governative. Esprimiamo li voto che si faccla presto e si arrivi a un risultato completo, cioè a un rlstabl· li.mento di 1~!;;:;donlnormali integrale. AppogglamcJ questo voto alla constata· ztoue che nessun ostacolo di principio sl oppone più a concludere; se qualche que.sUone specifica rimanesse a rlsol· verç:. sembra che essa possa essere rt· mandata, senza pregiudizio di nessuna delle parti, a (lopo il rlstablllmento delle relazioni diplomatiche. Le quall servono appunto a discutere fra l go– verni le quesUonl pendenti. lndtchta· mo fra esse, come particolarmente ur– genti, Il trattamento de-t partigiani tta• lianl J.nternati In Francia, quello del priglonlcrt di guerra ttallanl in mano francese, quello degli Italiani re61den· ti In Tunisia. Int~nd!amo, anche per quesL'ulUmo punto, li Lrattamento fat· to oggi, In relaz~one allo stato di guer– ra esistente ancora formalmente fra l due paesi, Indipendentemente daglt ac· cor<II di massimo che potranno esser disèussl fra l due governi. D1:Gaulle e Biduult hanno espresso ripetutamente la volontà francese di riprendere con l'Italia (liquidata la trl· ste eredità di guerra) relazioni non ·solo normali, ma amlchevoli, non solo di correttezza diplomatica, ma dl col· lal>orazlooo. Da parte Italiana, questo proposito non è meno risoluto: se esso non sl esprime ptù spesso, o più cate· gorlcamente, ciò va attribuito unlca· mente a un·senso d\ riserbo derlvante dalla profonda comprensione del torto fatto dal son~rno fascista alla Francia e del legittimo risenLtmento del popolo francese per esso. Sarebbe stata \1101>· parumltà o improntitudine da parte nostra fare prote."lte pres'sanU di ami· clzia, come se nulla fosse accaduto: occorreva prl.ma assicurarsi che fos· sero stabilite I~ condizioni psicologi• che elementari per un colloquio conti· dem~iale fra i due paesi. Per questa raglone soltanto nol non abbiamo parlato finora, di nostra lnl· zlativa, delle tradizioni, del sentimenti, degli interessi comuni fra t due popo– li: occorre,,a prima una raglone\•ole fi· ducla che discorsi slmUl da pa,.te no– stra non rwdessero alle orecch\~ fran· cesl un suono sgradevole, e quasi pro– vocante. Questa fiducia rag-!onevoleog• gi noi crediamo di poterla avere: se non tutti tu Francia saranno ancora disposti ad ascoltarci benevolmente (sarebbe troppa pretendere), crediamo almeno che questi benevolt ascolLatort ~;~~tbBa~~t~ nd~~~~l ;g~t~tf''f~~ vano. La stretta associazione fra l due popoli. francese e ltallano, è un dato storico che, per la sua durata e U suo prolungamento fino ad oggi. non può relegarsi nel campo della retorica let· teraria e dell' erudizione antiquaria. Non risaliamo alla Gallia romana, che è pure un fatto, e un grande ratto, un vincolo reciproco d'importanza prima· ria: attraverso Roma la Gallia ragglun· se la sua prima piena cM.ltb. oazlona· Fu un Inizio soprattutto culturale, ed tn esso la Francia ebbe parte capi· rule. La Francia restllul ad-esso au·t· talla quel che l'ltalla le a\·eva dato nel Rlnasciment.o. La nuova cultura occl· dentale, frutLificata italianamente sul nostro suolo, preparò l'Italia ad asslml· lare sr,i'ito e opere dell3. grande Ri· voluzlo1 . La Francia, con le anni dl Bonaparte, tornò conqu!stutrlce sul suolo ltullano: ma era una conquista ben dl\•ersa da quella tentata al prtn· cip!o del secolo XV!. Con la conquista. c'era la liberazione, la costruzione na• zlonale. L'iropulso esterno stimolò la nuova vita ltallana: e fu l'Inizio del nostro R~sorglmento poliLico. Nel suo svolgimento questo fu stret· tam-ente associato alle vicende della politica francese: 1830, 1846,1859 sono date capltall per ambedue I popoli. La rinnovata funzione di equiHbrlo con· tro glt Absburgo s~ associa da parte francese aWeredltà rivoluzionaria. L'l· talla sentl la doppia lnfluem:a, e reagi autonomamente. 11 moto rJsorgtmen· tale Italiano. Inchiodando sul nostro suolo tanta parte delle forze austria· che, contrlbul potentemente alla con· servazlone e allo sviluppo della Fran· eia llbcrale e democratica. Napoleone lll e Mazzini, l due antagonisti storici. al"mlZIUNS Uf &880fll, l'UST~ UNA OOPIA L. lt fecero In targa misura opera con~r'9 gente; e se l'impulso del secondo aves• se maggiormente pre\•also, Si sarebbe forse evitata la catasLrofe francese de! 1870, e gll Statl Uniti d'Europa a\•rel.r bero Potuto avere un prlnciplo di at– tuazione. Co te re 'ltalla finalmen•· a parziale ripa• , strofe - anci" una • nr .R:lfsW/1;;~ nuovo el~mento di equlllbrto nel cioco poi lllco delle grnndl potenze europee, e cioè un freno. un contra1>peso all'\!' gemonla del nuovo Impero gennanlco Attraverso l' apparente schieram~nto dell'lla!la nel campo germanico - ap· parente, perchè la 'l'ripltce All-~anzafu sempre intesa e praticata dall'ltaUa co– me puro strumento difensivo (e di di– fesa,, lnu,mzl tutto, rispetto ali 'Au– stria). si del!neò sempre plù Ja con· vergenza d'interesst franco•ilalianl. Lo sl vide nel 190.'H006. nel 1008-09, nel l012·UJI:::: infine. la prima guerra mon• · dlale affiancò sul campi di battaglia Francia e llalla, ln stretta comunan• za di desUnl- Questa comunanza rimane ancora. oggi. Es.,;;a è inscritta nella geografia e nella storia, ne~ sentlmentl e negli tn· teresst. Se la t>esUaie criminalità dl Mussollnl portò l' ltalia a rimorchio delrtnvaslone tedesca in Francia, in realtà mal t destini del due popoll sono stati cosl strettamente congiunti eom-t nella scconcl:1guerra mondiale. La vlt· torla httle1inna sarebbe stata per am• l>edue il disastro deftnltl\•o, In uguale misura. anche se con manifestazioni Immediate diverse. Essa sarebbe stata, In uguale misura. l'annullamento cklta · loro Indipendenza, delle loro tr:i.diztont. della loro ch11Ità. Nella rinascita europaa - lenta, fa· tlcosa, difficile - 1 due popoll sarnn· no, necess..1rlamcnte, più che mat le-– gatl Insieme. Essi escono &mbedue ro· vir.atl economicamente dalla guerra: ~!:~~Or~. 0 ~;r~~~m;io,!~ g;:~~=r: ptù e del mi!no. Ambedue a\'ranno gran bisogno per la ricostruzione del soccol"S'Oalleato: riconosciamo senza esitazioni alla Francia una precedenza morale, ma anche qui g!overà, piutto– sto che una gara di richieste e dl pro– grammi, un coordinamento perchè l'u· no non noccia nll'altro, senza proprio vantaggio. In verità, ricostruzione fran· cese e ricostruzione italiana sono cotn· plementnrl, J>Crlo stretto leg3me..- Iscritto da secoll nelle sltuaz~onl di. fatto - fra l'economia del due pa~i. Scambi di capit:ill e di mano d'opera sara11~a P 1 E>U:tntlImportanti dl questo Intreccio economico. Per questa stra· da si potrà nndare molto avanti, nel• l'lnteres~e elci due paesi e In quello genernle europeo. Frnncla e Italia hanno blsognG ugualmente dt pNmunlrsl contro li pa- _ .._-_- .... -.. --... ===========----=-==--=======--======--=--=--- ~~~1~/~~g~ d~sce~sl~~1:i.~~mea:~i~eos~ "PRINCIPIIS OBSTA!,, I n taluni aiornolt romani del 6 cor• re,ite si volevano leooere laonanze co11trodue uiornali dt Londra (Dally Mail e News or the \Vorld) che aveva• no rlmJ}rovcrato ol'itollont dt • petula 11. za, e di • atteuolamento antialleato », e avevano ,1cordato seccamente all'Italia , suoi torti e ta sua sconfitta. Effettivamente. Il Unouaaoto di quel due oiornall, per la .tua durezza e phl ancora per la oenericlttl del rimprove• ro, ~ ingiusto. Nella orande maaoloron– za degli 1'alianl non c•~ •petulanza,. ma semplicemente un senso dl disagio di fronte a quatchc attP.OOlamento a(• leato che st esprime ln crutche che po· tranno essere, caso per caso ptù o me• no routonevoli, '»1(1 che comunque non &ono isptrote da avvsrstone verso olt aU.eatt. ma claU'umano desiderio di un m(olforamento della 11,:>,çtra sttuaztone materiale e morale. d' una difesa del· la nastra condotta. - Ma non tuttt, per verltcl, rimangono in questi limiti •. Vi &ono talun, che, nella mormorazione quotid(ana, e talo. ra anche sulle colonne dd giornali, tengono un Unouaoofo non solo inop· portuno, ma fnolusto. Essi noti. ,'iolo dimenticano la uttcrra e la sco1ttitta. ma finiscono, anche senza accoroerse. ne. per pareggiare le due parU tn ouer– ra e per accusare oli alleati di • (ntqut. td » e dt •tradimento,. Per questt, le rampogne del Dally Mali sono giusti/i· cate. In nove casi su dicci ,ti tratta di leooerezza (ed ~ oid grave),· nel deci– mo caso converrebbe vedere più da vi· cino se non st tratti di qualche altra cosa- Vedere, e. all'occorrenza, provve– dere senza induoio. "SURTOUT PAS TROP DE ZÈLE,, U n giornale romano •Indipendente, adduce a spiegazione e si potrebbe quasi dire a otusttficazione dell'at– tacco mussotintano alla Francia • il crollo della linea Maotnot e dealt eser– citi di GameUn ». Attenti con certi argomenti! Questo, insomma, potrebbe stontficare la otu• sttficazione di Maramaldo. Colpa di Ferruccio se era moribondo e doveva prendersi la pugnalata /i.note. Certi ec– cessi di zelo sono deprecabili. Sarebbe bene che s'incontinclasse da talunt a Ti· flettere un po' dt ptù prima dt scrivere su aruomenti così detlcatt. E bisogne. rebbe, magari, far l'esame di coscien· za, ptr vedere se proprio et sft Ube. rati dalle pifOhc mc11tali contrattC seri· nendr. .~otto Il ft1:~rl .:mn orr il fascismo. SPROPOSITI SU TRIESTE U N orticolo dt A. I. P. Taylor nel New Statesman (il q!lale pe• raltro non 11.e ha assunto la re– sponsabllitd). riprodotto in Affari ln ternazlonall, fa questa scoperta storica: che Trieste fu una creazione austriaca, non nazionale; e che la lingua italiana divenne quella dominante a Trieste • per convenienza e f'lon per lealtd na· zlonale ». Il sto. Taylor confonde evidentemen– te lo sviluppo internazionale del por– to cU Trieste, cominciato sotto Marta Teresa, con l.a formazione delta ctttd. Il slg. Taylor tonora eh, Trieste i cU· td ttallona antichissima, millenarta: che Trieste nel Medio Evo era un impor· tante comune italiano. ptù avontt, U sto. Taylor fa un'altra rtvelaztone: ll!azztnt non Intendeva contprendere Trieste nel confine ttalia• no. Ma per Mazzini fl confine orienta• le italiano era a{ Quarnaro: come avrebbe du,ique potuto non compren· dere Trieste? Una delle condiiont preliminari per una discussione leale è conoscere i fat• ti; e, conoscendoli, non falst/icarlt. Lo. cli ugu:igl!anza effettiva di dlrltli fra i popoli. Il qundro neçessar:o ~I ri·, sorghnento e della sicurezza europea è dato d:illa collaborazione delle Tre po– tenze moncll:tll; ma questo quadro oo• corre sla riempito dall'opera attiva di tutti l popoli europei. Che nell'Europa conttnentale. dopo la Russia, Il primo posto spetti oggi alla Francia, è cosa ovvia. Ma la Francia, per questo suo comp!to europeo. avrà bisogno della cooperazione di tuttl gli altri: e pot• chè. c:tdessoe per lungo tempo, non st p~1ò1,,cnsarea una collaborazione atti· va tedesca, la parte dell'Italia sarà ne-– ce~.s,,rtamente di capitale importanza. At cc:,munl Interessi di sicurezza e d( rico~truzlone nell'Europa continentale si assoc1~no 1 comuni Interessi di Il• bertà e di equilibrio nel Mediterraneo. Glranoo lo sguardo tutt'intorno. è lm· po$Slblle scoprire ragtr.nl di conflitto trii I due paesi: dappertutto se ne ve– dvno di accordo. I rlsultaU della guer– ra ha,.no enormemen.te accresciuta la convergenza preesistente. Convergenza d'interessi, e comunan• z9. d'Ideali. Libertà e democrazia, pen· s.li?rora2 'onale e moralttà umana e crt:· stlana sono patrimonio secolare del due paes1, posseduto In comune .. in un proce~so continuo. mlllenarlo di inu~ m\ scambi. I due paesi sono l detentori. nor. certo unici, ma per tradizione dl VCl,LI eecoll I più anUchl. I più vicini alle fonU, della c\vlltà europea e cri• sttana. Sappiano essi custocllre d' ac– c.urdc.. tl sacro deposlto. per la salvezza cl--.:-ll'ut':10.llttà. LUIGI SALVATORl,LLJ

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