La Nuova Europa - anno II - n.2 - 14 gennaio 1945
-- 8 ------------------ LA NUOVA EUROl'A 14 genn: 1945__ clt:llti camicia, il suo fazzoletto incro– ci.utosul petto, la collana di coralli, lé grosse buccole strapiombantt, il vamiu bianco sui capelli neri moratt Lo scambio yid incomincia a sconcertare: pitì sconcerta la lettura del racconto. E' la storia d'un poeta francese che st innamora d'una bella raoazza trastevc· rlna st sposa con let a Santa Maria in 'l'raStevere e se la porta a Parlgt, Ma l'amore passa con la giovinezza e ta catena matrnnontaie resta., tanto più dura quanto phì auella moolle ottusa, voloarc, prepotente, rabbio~a fa sfi.ou · rare il marito dinanzt aoh amlct. La trasteverina ha un bel nome ro– mano, Maria Assunta. e un bel colore romano ha l'evoco-:f.o,1e che fa Daudct, con la sua svetta bravura, del Tevere qual era. prima della costnzfone det 11mragltoni, con le case che sce~cva· no fino (il fiume per farcl 1l ped1luvW, tot canneti ~unoo le ripe e i « orm1ds ft· lets tournants àu Ponte Rotto» (questi, t tradizionaU oior11eUi, cl s0110ancora, m.a st sono spostati un poco a nwn.te, sotto Pon:e Quattro CavtJ, Maria As• $U.Rta ha imparato a Pari.ot quei tanto di francese che pu<> bastarle ve-r 1m· barbarire il suo romanesco, e ora par– la tn U.1' suo bizzarro oeroo biltn,oue. Cosl parlavano oli attort della Comme· dia italiana nella Parioi di Lutgi XIV. Se,itfte, per esempio. Escuùipt.o nella farsa Arlequtn-Phaéton: « Ece,o la tom· ba del mto misero fratello. Caro frCWel· lo! La troppa ambiti011e tt ha perduto. Mon père Apollon m'a prll de te res• ,u.scttcr, ma mi sovviene della collera dt Giove pour avoir ressuscité Tinda· re. Che far<>? Da una parte J'anilcUia, dall'altrt1 la paura. Ceda la vuura al· ramtcttia. ApoUon prenderd le mfe par• ti, et me le /era ipardonner li. Ma que· stn era un espediente dei comlct che auevan tutto l'interesse a dosare le due linoue in parti preuooht uguali; saluat{tm cosl il gusto dell'esotico, che cllirava ou spettatori parlotnt nel l<>– ro tcalro e insieme la possibilità d'es· .~t:r com.Presi da un pubblico :;he au, 'Va ·~na conoscen.za molto rclaUuo dd· l'tlt.hano. Eran queoli stess, comtd le cui maliziose fisionomie sono s-tate ,,. tratte con infinita grazia da W aueau ~ pe; t quali furon composte que&te atr, Jette: Lea hablte sont Haf.leNi. Lc6 alrs trançoia. ot Je parie Quo dona ce6 way's oom~lena Glt une almable u-ompe11e. Et qu'llallens et Françole. W3Cl de l'humainc folle, 118ee moql.lE'Rt tout à la fola De la Frar.ee et de l'ltatle. Ma la pouera Maria Assunta non a1;,•im dt queste malfzie. La lOQtwla an· fiNa le use-Iva dt bocca come gltela de!• ta•m l'istinto. O pi1tttosto come a1;rcb· b~ df\11.UlO dettarnliela. Percht i SQC(ll c1',f?Daudet ce ne offre sono terrjl',1t mente sospet-ti. Daudet et dice che ,a trasteverina aueva una Jorte voce dt contralto, resa piii volgare dall'accento italiano. Ammettiamo il contralto, che st addice bene a 1ma bocca romana, Concediamo anche la volgaritd dell'ac· cc11to,non ser1zaosservare tuttatJla che dcll' nccento ,-omano s'era deliziato Goethe, sta pure che lo c<>Qliusc 1m labbra borghest. Ma il lessico? Le prl· 11ievarole dl Maria Assunta sono QttC• stc riuoUe al marito: e Hé! l' arttste, assez de pc,uégie... Alo11s manyer l'es· toufato! ... li. Questo estoufato 110nt che una variante del provenzale estoCado. In quanto a pouégle_ ( = poesia} non si riesce a vedere qual rapporto abbi2 co,~ la fonetica italiana. Maria Assunta, poco dopo, se la pren– de col suo portinaio e lo qualifica con 1Un tnolurloso vocabolo, choulato, per ~ntc,utere il quale 110n et sono di alcun .soccorso nt l'italiano, M come mt sem· Pra, il pr<>venzale. • Maria Assunta s'è portata da ltoma a Parini un sU<> aatto, e cosl io vezzeo· qta: e fas vra1, 11 calo?». Anche qui non siamo 11t a Roma '" a Parigi: ooto è vocabol-0 provenzale, ctt genere f.e,nmi11i1W: Daudet ha credulo <t' ila,. lfantzzarlo premettendovi, l'articolo ma· scolino, iAfarla Assunta arx>strofa ancora una ~'::-atfo.? 1 ~°Il!r·1,!~U1't;~ .. : iC::0'4;t q: li!lo! li. Questo t provenzale pretto: ar· ~oio, sostan.tivo, pronome e, verbo. Se st 1.r.attasse d"un /llm. d,lremmo .ittM et rtroulamo dinanz& a un erroneo 'dp,pptato: ci s, aspeUava, sta pure mt· sta dt frll'!tcese, la lingua <lel Belli, e sent1am0; invece quel~ dt Mistral- W. ~l~l~f~a~!ir:r~1~~eu;~ 1~: A R T E RICORDO f DI lARTOJAN PITTORI DEL I ~~~~e;:~~e ,.~~~~ !la31;~ 0 ~~e~~~a!: SE I CE N 1' O dal fi(lli0 di Mattia Preti, bel quaclro in una luce semilunar~. quasl un pas· A mostra del 1>ittorl italiani del , saggio dal Veronese al Piaz,zetta. R ADIO Bucarest cl trasmette la triste notizia della cosl prema– tura morte dl Nicola Cartojan, professore dl letteratura romena anU· ca all'Unlversltà di Bucarest, socio del· l'Accademia romena dl Bucarest e doc– tor honoris causa dell'Università di Pa· dova. Nato 61 annl or sono a Caluga· reni, dove Michele il Valoroso aveva Ii· Portato una celebre vittoria nel 1595 contro i Turchi di Slnan Pascià. sulla quale li Cartojan doveva pol scoprire e pubbllcare un interessante dramma po– polare italiano di Giulio Cesare Croce, si laureò in lettere- a :Bucarest P. compl studi di perfezionamento tn Francia, Italia e Germania. I /ln.tcrcs.se e l'amo• re per la cultura italiana ,ili vennero destali dal suo Maestro, di cul fu poi successore alla cattedra. Il transilvano Jon Blanu, che era t\:;1lodiscepolo di L Seicento alla Galleria della Pal· Ma tn qucst~. mostre del passato ma è un ~mportante avvenlmen· (meno spesso m !-J.Uellemoderne) ca· to ed un buon contMbuto alla cono- pita <Il affezionarsi ad un quadro, che scènza di un secoto, la cui rivalutazio- ne d!vlene quasi n punto dl luce. Quc– nc di pori passo con la progressiva sto avviene alla Palma con una Santa scOperta del suol aspetti meno pa· Cecilia e l'Angelo di Orazio Loml del· Jesi è forse n maggtor vanto della to Gentileschi. li Lom1, che ebbe vita critica contemPoranea Un esatto giu· avventurosa, e che operò anche al: dlzlo sulla pittura dl ·quel secolo n1Jn l'estero e a Londra, sembra portarci sl pub dare inCattl•senza averla segul· dalla nostra pittura verso una plttur.1 ta nelle sue pieghe e net. suol r!po<Jtl· d'interni che sa di fiammingo. I suol gll, accumulando le testimonianze ml· quadri sono finiti, pieni di una atrct• noM. E' questo un secolo tn buona par· tuosa sensualità e di dolcezza dlllgen· te calato, per cosl dire, nen·anallsl, la te. Questa Santa Cecilia è una ragaz· cui conoscenza dev'essere capillare, 0 zlna vera; esile, sana, rosea, llevemen– non è. Chi entra nella pittura del Sei· te rustica, come sono spesso le sante cento dev'essere s1>eclalmente sensibi• che vivono ancora in famiglia; e si po– le a certi lumi sotterranei, a certi stl· ne dl notte· allo strumento come ad moli coperti, a certi estri suggestivi; una lezione, con 11 suo compagno dl simile a chi, camminando in una pi· studio, angelico ma casalingo. Suona neta, da una zona tn cui andava computa, attenta a non sbagliare no– speditamente fra alti tronchi, entra In ta; ll soprannaturale è consueto tntor• una zona di tronchi più radi ma tutt., no a lei. Quasi non sl avvertirebbe, coperta di un'altra foresta minore, che senza quelle ombre lucide che le fannr chiamano ti sottobO$CO,fatta dl pian· risplendere 1 capelli, ti viso e le vcst , te della più varia specie rendendola tutta preztooa, e facendo in· Ascoli. . La mostra alla Galleria' della Palma tendere In lei una modesta abitudine raccoglie trentadue maestri, tn gran a praticarlo. Vale la pena di venire parte minori; e anche 1 più n'oli. sutlo alla mostra solo per conoscere questo sfondo degli altri, si direbbe che ap• quadro e questa figura. Fin dal primt saggi CarloJan potè dl· mostrare che Il primo nuòvo nutrlmen• to dell'anima popolare, che viveva an– cora soprattutto nella !ede e per la fede cristiana. per cui si immolava sui Danubio compiendo cosl una parte dl storta universale, a:lungeva lndlrclta• mente sempre dall'Italia attraverso le versioni romene di testi Italiani dlve• nutl assai popolari, mentre, come è no– to, anche I prJml codlcl romeni sono in parte compllau dall'opera dl Prospero Farloaccto. Consultando con lunghi e pazienti studi oltre 5.000 testi mano– scritti popolari dell'enorme tesoro tne• dito della blbltoteca dell'Accade.mia ro- paiano in accezione di minori, per con• tribuire cioè all'esplorazione analitica della pittura dei Selcerito. Tale pittura è definita, da Giuliano Briganti nella prefazione al catalogo come un e ritor– no alla natura li, che spezza e la fred· dezza schematica e artefatta del tardo manierismo per giungere a comunica– re direttamente, e quasi par via affct· Uva, con la vita della luce, dell'almo· sfera, della forma, del paesaggio li. SI tratterebbe di un'arte rivoluzionaria In senso realistico, cd In questo consiste– rebbe t'apporto e la peculiarità del ba· rocco. Certe qualità negative di artlfi· clo e di bizzarria, comunemente attri– buite al barocco, sarebbero da attribui· re proprio ad un'arte contro cui ti ba• rocco ha reagito, ed a quel tardo ma· nierismo del quale U BrtganU cl dà una delle migliori definizioni ch'io ab· bla letto. Esso, scrive 11Briganti, e ti· lude nella rappresentazione di una ma• terla che non corrisponde mal a quella della cosa rappresentata: un cielo va– riegato come una lastra di marmo, un panneggio dipinto come una pietra du· ra o una qualsiasi nitra sostan?.a ml• nerale, un ricciolo come una lucida voluta di metallo o una serica fran– gia li: è dunque un costume pittorico che 11naturalismo barocco rompe e re– spinge nel passato. In questa interpretazione si potrà convenire, a patto di eliminare però quello che appare in essa di parziale e di programmatico, ricordando che la pittura del Seicento fu anche, come vo· leva Il secolo, una pittura psicologica; che è un'altra forma di realismo: e che significa, Jn pittrura, tradurre in luci, rn colori e atmosrere, gli stati d'animo, le ombre della coscienza, t moti della fantasia, frugando cosl col pennello il proprio animo e l'altrui. Nella pittura del Seicento, o tn buona parte di essa, v'è 11realismo ciel naturallst..,. mal lon– tano 1>eròda quello del confessionale; da un lato, rottl l vecchi schemi, Sl. esperimenta la natura, dall'altro l'ani– ma e le sue complicazioni. Di questo duplice aspetto sl scoprono molti segni tra 1 pittori esposti alla Palma: Bernardo Strozzi e Salvatore Rosa, il Baciccia e 11Magnasco, 11Car· neo ed li Cagnaccl, li Baschenls ed 11 Clgnanl, ed il Furinl, l'Asscreto e lo Schedoni ed altri che non nominiamo, per non contµluare un elenco che rl· solare d. suo modo tl marito d'un in– successo .teatrale, e clot che non ~ tt caso, per Janto poco, di buttarsi dal campanile del domo. Ala t peggio che peggio. :A. un romano, a un trasteve• riM, non verr4 In mente dl ricorrere a un'espressione come questa. n duomo dt Rtnm:z..intanto, t San Giovanni tn Laterano, che dt campantli ne ha due, oome del resto Notre·Dame di Partoi. .E po,t, (J·ucllo che per altre cittd è il campanile del duomo, per Roma sapet:1 che cos'è? Il Cupolone. Chl ppopolo pè) èese, e cch.Lssovrano Che oclàbbl a ooosa sua •na cuj)poletta com'cr nostro San Pietro 1n V~llcano? Ma saremmo <latroero troppo esf,gen· ti se pretendessimo questo or(J(){Jlto ro– mano e questa purezza dt lingua da una trasteveri,ia vesUta da cloc1ara che 'ha imparato ft Tomaneseo sulle rJ– ve (lel Rodano, magari a 7'arascona. PIETRO PAOLO TROHPEO o Venendo dal Seicento a noi, due mo- mena e centinala dl pubbllcazlonl sul stre sono da notare tra le recenti; folklore per scoprlme l modelll (slavi, Fausto Pirandello al SecoW, Leonclllo bizantini, neogreol ed occidentali), le Leonardi al Rttrouo. un pittore cd uno più lontane fonti, I temi cosl vari e rie– scultore che, sebbene tn modo diver- chi e studiandone l'lmportanz.:i. la dlf· so, e diversi tra loro per educazione fusione, Il valore estellco ed i tratti ca– cd età, sembrano rivelare entrambi due ratterlsUcl ftlologlcJ, Cartojan cl dette tendenze in contrasto. C1:eJ[:';:!~u~~~~C6~ 8 z le;! ~~a~~ Fausto Pirande1lo è un pittore onnat (2 votJ.). E' un'o()Cra d'Importanza ca• formalmente compiuto, coerente d'alt· pitale non solo per la novità di téV!tl no in anno e da un quadro all'altro, testi e temi. ma anche per l'Inquadra· rlconosclblle tra mille. Sua è questa mento storico ortgt.nale e per l'ohbiet· pittura monotona, che si nega all'ame- UWtà del giudizio critico. no e, più che un mezzo di piacere, 81 Già nelle orlglnl della ]irica romena. direbbe uno strumento per farsi sof· egli riscontra accenti di poesia slcilla• frire: che trasporta tn modi moderni na e Ol dol~ stil novo. Oet testi popo– un veri.amo meridionale con la sua te- lari il romanzo d'Alessandro non ha :il· tragglne atona; ora gessosa ed ora Il• Ja base un manoscritto greco, ma ta rc– vida, ora arsa nei suol miscugli di una dazione latina dovuta all'arciprete Ha· ma.terla pittorica che sa di lava, di ce- liana Leo e questo romanzo esercltb nere e di calcina. Eppure, sotto questa una prorondlsslma lnCluenza suHa spi• superficie eguale, pare dl scorgere un rttualttà delle masse e sull'iconografia fondo contaddltorlo. Quella materia si religiosa attraverso l'immenso numero rifiuta ad ogni estetismo; è volontaria· di copie manoscritte e dl ristampe. La mente brutta; pure è trattata con un redazione romena del romanzo dl che di prezioso. L'antiestetismo del Troia non è dovuta al testo cost ricco pittore si appunta sulla figura umana, dl fusione di epopee greche dl Benoit de brutta e misera carne; tuttavia in qu~ Salnte-Maure, ma al riCacimento latino sto pessimismo polemico c'è qualcosa del rimatore messinese Guido delle Co• di raffinato. E, negli oggetti che clr- lonne. La raccolta di sentenze sulle vlr• condano questi uomini sfatti, un certo tù e i vizi, Il Fiore di Virtù, dt fra' estetismo riaffiora. Sembra d'assistere Tommaso Gozzadini, tradotta anch~ \n al contrasto tra un impulso che cerca francese, spagnuolo, tedesco. rus.5o, di espandersi, liberamente, e un'abltu• neogreco, serbo ed armeno, ebbe una dine mentale che lo impedisce, plegan· larghissima diffusione nella ve1-slone dolo al proprio stile. Cosl questa plt• romena che conta anche numerose ri– tura prende un aspetto sordo, quasi stampe. Non meno Importante è la tra– represso; si fa ammirare, ma rimane duzlone del Bertoldo, di cui alcuni mo– chiusa e lontana; come un volto con• tivl sl riscontrano nelle fiabe poJ>Olnrt tratto In uno sfor-.lo di gridare, che raccolte dagli scrittori Isplrescu \! Pop non pu0 emettere una voce spiegata. Reteganul, prova della profonda pene- In Leonclllo Leonardl, più che un trazione nelle molutudtnl romene del contrasto Interno, sembra di scorgere romanzo « pieno di moralità e di spas· incertezza tra due ,stili e due scopi. so li dl Giulio Cesare Croce della Lira. Lconclllo è un giovane, non solo tra Passò poi ad abbracciare, In una lar– i più promettenti, ma tra i più con- ga sintesi complessiva, l'lntiera storia vinll che occorre dare all'arte un Un- della letteratura antica romena. dl cui guagglo più popolare e più cordiale sono già usciti 1 primi 2 voll. E' un'o– di quello che usava ieri. Di lui cono- pera fondamentale dl storia letteraria sco le ceramiche, trattate però da scul- comparata romanzo• slavo• bizantina, torc, cd esposte al Ritrovo, lnsleme i~1~~~~l~~;aw~i~~1~l~n~::~~efI;nii: con alcuni bronzi di Mirco (del quale tobre 1943,quando, purtroppo per l'ul• vorrei parlare di fronte ad un'altra urna volta, ho veduto ne11asua casa df mostra, che offrisse un quadro più strada Ed. Vacarescu ramato collega e completo delta sua opera) e con alcuni }'tndlmenticablle amico, ml diceva dl bel mosaici del Calassi. Un palo di quc- aver pronto per la stampa u III volu• ste cer.:imlche, che erano poi quelle me della sua Istoria Jiteraturit romane esposte a11a mostra dell'Unitd, rappr~ vechl e speriamo che prima della sua sentantl con un forte accento realisti· dipartita abbia finito di scrivere anche ~~1::~n~~n~:n~fr::!v~~~.a J;~e1::gn~f! }~;.Uno volume <il Quest'opera basi• vano una nuova personalità dl sculto- Aveva profonda fede nella potenza re. In altre, grandi trofei decorativi della cultura e tanto desiderava una invenzioni carlcaturall di un'ironia ull maggiore coUaboraztone culturale italo- ·i ~~en~'::~~~:n:1ve~l~t~1ia;1miv~r:?. romena per la sempre più profonda r~ : glancsca; ma non ne capivo ,Io scopo; fiS~oo~1ì:~5f.!~1~'fmea c~ra,r1~sl~n1~it~! I e soprattutto non capivo quale rappor- nel 1943,quando quale incaricato della I ~~n~~e:t~o! 1 ~~us~e:::ri c~~nte 1 :v~~= ~~~~~m!fr~~~~~l: 1 d~~:-~! rio~~~ j Ispirate. Questa mancanza di rapporto sto dell'ex-studente del ~600 prlnclpo., 1 è un buon segno: perchè a Leonclllo Costantino Cantacuzino. storico e colla- 1 sarà facne prendere la prima strada, l::~:e l\~:~~.frra sul Danubio del bo– e abbandonare la seconda del giochi Di uomini come Cartojan non si può che cl riportano i~dletro, a un tempo parlare, alla morte, che dl vita, tiella prossimo e lontano, quando 1n mancan• vita splrltualmente oosl ricca e Cattiva za d'altro gli artisti si divertiVano. Per- ~~~~~;i!~u~ ~~~~e ~~~~j~~~; 1 °Fm: :ò:n:~ò d~n~~;i 10~~:r~=t~u~~:tt~~ ~~~ pulsi all'Incremento degli studi di filo• P.lacc alle muse giocare. ~~~l J!tt:e;:~~~à~omparata . e al GUIDO .PIOVENE CLAUDIO ISO.PESCU
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