La Nuova Europa - anno II - n.2 - 14 gennaio 1945

-- 14 g,,nn. 1945-------------- L :A. NUOVA EURO P"A: ------------------ Jr __ IL NAZISMO:MOMENTO DELLA CULTURA TEDESCA S ONO stati ®gH scrttlorl tedeschi e non già degli. su·anlet1 ad asse• rire che l'unica pecuHarttà della razza tedesca è l'attitudine ad aesimi· lare, ad occogli.ere ~cioè le suggestion1. estci'11e. Il genio tedeeco, secondo co– storo s\ mantreeterebbc nella Itelabo· ~=:. ;~:~~a~~~~~l~~t~;~~~r~~ però capace· di restar uguale n sè steooo e dt dare la sua Impronta agli elementi che ·accoglie;-' e sarebbe per- 0:.ò pieno <Il intimi contrasti, enigma ctemo a sè e agli altri. · Sarebbe, lneomma, negata. alla na· zione tedesca~ la dotei della fet'ma or'.- ~;n~-~!to sii~:Ca ~t~ le ga~a~~~~o,e~; ~li~:ebberO da, ~uéeta debolNza orga· Dcnn:zionl coàl nette del carattere dei popoll Tnl persuadono, in verità, assai poco. Certo ~. pérò, che questa const<:tazione del proprio, difetto di 01•istnalità ha ai::to, anche nel passato, in maniera decisiva sulla cosd.enza uazlòna1e tedesca.~ Come I.I {anioso Peter Schlemihl della legge9da ro· manLica, ché <X'rcava Ja prop1:ia om– bra, cosl la mizionc tedesca è andata 4n cerca della sua originalità. La e no.· zione sen7AJ. confini , ha voluto, ad ogni costo, darsi un li.mite e chlu· dcrsi in esso. Net Medioevo essa aveva accolto dalla Francia il romanw ed U costu• ~\ cl~v~l~~;~~tèoile ~!"~1~:u~7h~ segno per quanto riguardava il loro prese-nte, ma 91. pascro a vantare una immaginaria civiltà gcnna.nica prel· stc1 lca, vollero vedere nella ba!'baric una forma di e grandezza e magnifl– cenza >. I pili aspri nazionalisml na· scono, di solito, dà. un complesso cli Inferiorità. E' dal complesso d'tnferlo· rltà di questd letterati, che dipende· vano completamente dal loro mae• stri italiani, che è nato lo spirito dC disfo.eco e dCrlVolta contro quella civiltà europea, che, rinnovandost at· ira,,erso l'uman'e,Simo traeva alimento dafla tradizione clàSSich. Ed è da al• lora che COtllfhcra nel mondo tedesco la tendenza ad interpretare la storia <Jell6'prpprla nazione còme un tradt· rriento ed una progressiva alter:1'2:ione d'fi~ Jf~~~isi~~~o.~~~~sto v1vo nella coocienza ted~a •.che si sono valsi l letforati ted&SChidel Settecento, MOser. Hertlei; e gli altri protoromantici, al– lorc)1è si J)O$ero la questlC\:'le dell'orl· ginaP.tà nazionale. 4C influenze rom.::J• ne e cristiane furono condannate come nefaste, Chè avrebbero corrotto e:<l addomesticato il primitivo genio nazionale, l'antica fiera virtù, l'or;gt– nalltà fresca e vigorosa della stirpe. Da questa negazione della storia è nato, già allora, li razzismo. Invano Goethe maturo e Htimboldt tentarono di resl· stere, invocando un ritorno alla clas· sicità. Invano i romantici, pentitl o at· territi s1 convert!rono alla flne al cattolicesimo. La nazione si avventurò sempre più nella sua preistoria mitica, interrogando le saghe_ .le fiabe, i ca.no S C UO L_A M F;DI A popolati Intorno a11a sua perduta anf– ma originale. La cercò, come Pcter Schlemihl cercava la sua ombra, e finl per credere o per pretendere di credere di averla •trovata nell'oscuro •sunto ciel sang:uc e deUa ra2za, cioè nel nulla. E'·in questo ab'ieso sp \rit.u.ak -, in que· sto vuoto popolato da faniasmi, che ha v_oluto preclpitarn, con Hitler, la na• z1onc tedesca. Ma anche quegta obcrr3· :,.ione appartiene, come si è visto al moto della civntà europea: è contrO (li essa, ma è dentro di essa. F1n doVe n romanticismo m~leta ha tratto t suoi più sinistri motivi dalla nostra slessJ. civiltà? CARLO AXTOXI Nazionalismo tedesco· al tempo. del Risorgimento I secolari contrasti tra l'Italia e la Germania, se ,n qualche veriodo sembrarono atlenuprsi, fu nel Ri· sorgi.mento: almeno neUe fasi in cui i :~~ !;iz::::af1~i::ef c;,tgJ.~~. 1 ~~z~ovnj~~'. 11avano neUa comune ostilità r;ersO glt Absburgo. Afa che anche allora l'qccor· do. motivato da interessi co11tl11oenti, non fosse accom.vagrwto, come si sareb• be potuto aspettar-e. da un oricntamen• to dello spirito aermanico più favore· vole all'Italia: i cosa risaputa. 1.Vè si facevano illusio111, a riguardo, gli scrit– tori pol1tici dell'epoca. Sulla Gazzetta di Milano, nel 1859, Giuseppe Roi:a11l scriveva: .. e Un triste fenomeno storico passa come un incitbo 1teUa mente e sul cuo· accolto più tardi dall'Italia l'um.anesl.· mo, il diritto romano, Il barocco e la pc,esla pastorale; accolse quindi nuovn· mente dalla Francia lì rococò e l'utu· minismo; nnalmente nella seconda metà del Settecento, si volse all' In· ghUterra, ecoprl Shakespeare ed fl gianlno 1-nglese, i cantl dl Oe.stan e le ballate di Percy e .t;J. tmbattè n'el con– cetto dell'originalità. 11 concetto dell1urigina1ttà creatrlce è una novità dcll' este«.ca modcma. Oggi eeso è -perfettamente banale, chè persino I sartJ e gU artisti dl varietà parlano di loro « creazlOni, ma al· lora quando fu formulato, avCva tn ~ qualcosa di empio: attribuiva all'artl· sta doti divine o, ae s\ vuole, demo– niache. L'artista cessava di· essere un modesto imitatore della natura o de· gli antichi, per divenire un creatore, una sorta di semidio. Jnfatti po,oo dopo che Pope ebbe affe1mato il prlnctpll) dell'o1-dginalità,.Young foggiò l'idea del genio, operante al di fuori delle regole secondo la propria legge, inconsape– vole com~ l_anatura, anzi esso stes.5o pura ed tmmedlata natura. LA BELLAAVVENTURA Ed,ecco·~i letterati tedescht 1 diven~Ù anclomanl, prop0rsl, con zelo commo– vente, di dare nna1mente alla loro na· z.ione una letteratura originale. Li stl· molava ll disprezzo che Federico II, l'amico di Voltaire, apertamente dt• mostrava verso la lingua e kl. lettera· tura tedesca. Si. proposero quindi J1 pnblema del e come ~sser originali». Vollero prendere a modello Shake• speare, ma, 11a~1ralmente, non riusct· rono ad imitar,1.o.E'. cosl che la nuo,·a « letteratura na,z;ionale,, che sl inizia col peripdo dello St,unn und Dranv, si presentò com~ una letteratura di e 01ig:inali», di e genil ,, òi arcan,::eli ribelli, che contro tutte le regole dcl!a convenzione, affermavano la loro in· ~lt~~~~;~;al/i~~~;v~~iu:!i~~a ~•i ~;i1?~1~ ~~ill!~~vane Goethe, del giovau:? e 1RCA un am10 fa varie commissioni dopo seambi di veUute con Illustri rappresentm1ti della cufhlra moder, na delle tuizioni alleate., e oc.colti i suu· gerimentl cli orientamento yenerale dl un eminente pedagogista delfa un1verst– Jàitalianà., diedero fuor! un plano di stii– di per le scuole medie inferiort (1943· 1944), c'he,Ueve-mellle modificato, i sta– to in questi otornt comunicato aol'in· seanarlti pd'l'applkazione. Il çoncetto infor'matore dl tutta la scuola ~ cosl esposto nelle Av,·ert.enze e suggerimenti generali: e Oont fnse· gnamento dçlla 11uoi:ascuola deve ten• dere a liberare eì>oten;larç la volontd espressiva dei 1·àg<rzzi.L'oromiizzazlo· ne in societù di oont classe favorirà, attrai:erso la discussione e incitata dal· l'inseona11te, la proyressiua 1·Jflesslo11e ~}!~es~~~~~! 11 d"11! ~;~~ J,;;f~r,;;~~ 1 ! 11 }/ 11e dl 01·ientare la condotta dei sinyoU raonzzi neUa collettlviti't, così che ooni particolare sviluppo dt ciasc1m momen• to del progranmw 11trscavolta a vòrta da necessità della vita e del pensiero, dallo stesso avanzare della prooredien· te cultura dei raaazzi ,. Essi «dovrnnno 7,oter fare proprio il programma come tma loro avventura da correre, buona, bella, ·promettente e agognata,. Per insegnare l' italiano e il latino nella prima classe media. si fa molto semplicemente cosl.· e Dalla lingua ita– liana, attrnuerso u11a problematica dl sion1Jìcati e di forme grllmmaticali, si risalini. a voci e forme e coslrutli del Come mal Questa nuova teoria este- latino; e quando l'htteresse dei rogaz.:l ttca ha acquistato in terra tcdcscn una SC1rà ab(Jasta,rza progredito 111tal sen• s\ffatta sùbita virulenza? Bisognerà rl· ..sp, si offriranno diretto.mente a loro al· <.'Onosc,reche anche in questo caso la éu11ipassi o brevi composizioni lotine », nazione tedesca ha riclaboni.to , n:10 che obbia,w, trn l'altro, i requisiti e di. .a.ll 'esasperazione e nl paradosso, il mo- traspo1·torli nella più antica atmosfera tivo giunto òa fuori? della vita romana• e di essere e di A mio avviso, le cose stanno dlve 1~ gra,ide ili.tercssc per la loro mentalità,. samente. L'idea delroriginalità api>·'· Cori. q1testo studio abbinato « si sarà cata alla letteratura nazionale Si è i~- Jt1tto insieme sviluppa di vitale connes• contrata con altri motlvl <la lu,·"G sio11edella lingua latina e della italia• temp0 operanti nella cosciènza nazfo- na, a 1irnggior padronegoiamento critico nate tedesc,1, e dalla fusione è ric.ul· dell'itolUmo e a cultura dcllci Sa!1acia tato quel nazion:.ilismo tedesco, elle.'. mentale nella ricerca di equh:ale11ze già ben definito, nella sua irraz!onale esp!·es&ive ». violenza, all'tniZ,:,o dell'Ottocei,t,:, al ],;ella 11 classe «!I provoclicranno i tempo delle cosiddette e guerre <il H· fa11c~1~llia <.'ompletar~ e .a ~viluppare berazione •. al tempo di Fichtc e dl anallt~camc11te le decli11azw,a e I;e fles_- :~td~hacst~~~ l~efu~,a~~~l~mo cosl, :!o~~;!'nff':,~c t~~a~~ii;ae ~ ~r;1::~1c~,;~~ Basterà q!-lI a~ennare ad -~~o soh1 !,.:~~~~~:~o~,1P~~;}tcfn1 f~~'/, 1 ,~log,~~ 1 jifa~~ di_ tali motivi. Una carnllcnsllca co· ciano progredire nella penetrazio1le del– scienz~ na,z;io~al.esi è manifestata già ltt vita rom.a 11 a ,. c~>ngli umanistt tedeschi. Alle :nvct• Qul111toalla com.poslzfonc ltaliaiw che t:~e. del P!trnrca e de~U umanisti 1ta· deve, naturalmente, a[Jrontarc iuttll 1,am conti o la barbarie tedci;c.a, es·-~ 1mu serie di « vroblemi » • ci si accon· o~pos~1·0, appe!landosi alla Uero!a· tenterà,, 11ella prima clllsse, che f ra• nia di T~clto,_I ~saltazione delle « vu·· oazzi ne dfa110 « svolrrimenti Urici e fmi• tù • degh ant1ch1 g_ermanl. Da uma:il• tastici, quali oonse11tc il rnmtlerc 1 >re• SII quali erano, s1 rendc\'.?no contr: 1mlenteme:!!e intuilf,·t) r!e'h ln,o età,,. eh~ k critlche italiane <'Ogli,'\"r~\l ,~.~! •1u·11lrt> n"i;~ al'rl' ,-J•,r ,,: ,.~:; 1 -1 si fn.c{ sterà in esercizt di comporre sempre più analitici passandosi dallo sforzo per rendere precisamente cose e processi fi!ici a quello per rendere stati e mo• vlmenti dell' animo individuali e so– ciali.,. Per la storia «l'insegnante curerei che i ragazzi, aura.verso opportune comparazioni di espressioni culturali di· verse e sincrone. e attl'averso il rilievo dt evolttrione di esse e la ,·icerca del loro co11di1io11ame11ti,peri:engarzo via via ci ,cogliere il carnttere di epoche come valori mmrni, come linoua umcma articolantesi volta a volta c:on le sue coerenti espressioni, con le luci ed om– bre proprie, così. anche le collocozioni tcmpomlt approssimative (che sole im– f)Ol'tano) di event-i e di uomi11t rappre• sentativt-v1:rrqn110 da sè: 'il ragazzo le r.einventenì anche attraver~o i ma(eria• l, oblil, e il senso storico lo accompa– onercl 11elfavita e sarcì perfezionato da <111e.sta. E sl collochera11110da s~ fn &e· conda linea i varticolari aneddolict e le peripezie politico-militari,. Tutto questo, allo scopo di e dare un primo impul!o alla 1110<lernizzazione della scttola italiana ,. Si potrebbe spiuolflre aWi11fì11ito;ma per it nostro scopo ce n'è vhì che a sufficien•za. Noi credevamo Ingenuamente che col tramonto di Padellaro, Volpicelli e com• pagni fosse finito questo bombolcogia– mento pedagogico det maestri, che 110n hanno mai 111seg1wto in una sc1wla nè media 11è eleme,itare. 'l\'oi. penso1mmo che in ,·eulme di. libertà ci si sarebbe H· n<llmente 1·esoconto che la sc11olaèuna cosa seria, da lasciarsi non alle verbOSP, esercitazioni dei pcdapogiat-i, ,na alla dura esperienza dei bu.orii insconmtti, i quali, oltre a 1>osse<lerc un discreto corredo culturale (compreso il corretto uso della lingua itulia11a, ciò che non capita a tutti i vedagog;sti), sanno qua• U sono i limiti della svo11tonttitcì Inven– tiva e della liricità dei rnoaui dal 10 ui 13 armi, sonno quanto si p&ssa in· t:entare e quanto si debba accooliere, sia 1mre rivissuto e ravvivato, dalla /un ga, 1ù11cttabilissima traclizione scolasti· ca, sa11110 sopratutto che la scuola i un sano, ma s11es!oclifficile e faticoso la• voro, che 110n ba.stano l.e chiacchiere a coni:crUre in tma « bella avventura,. Purtrom10 i1l questo, come in molti altri ca.si, ci !lomo'in9l1mrntl. E' mnle; ma 1wn c'è eia di.sperare. 1 progrnmmi 110n hanno mai (IVu!o la forza cli emen– dare i cattivi i11scg11c111tl, e, di guastare i buoni. FJ la nostra scuola ha retto, be11c o mate. aifc trm:er.l;ic rii qu.e1>ti ultimi vc11l'a,!11i. per vil'tiì di maestri, che con la loro cultura, esperienzn, buon se11.,;o, ha11110 c:1rretlo le balordag– gini di programmi, avvertenze e cli i.:•>· lari ministeriali.. GlORG!O FAI.CO re dcali wom*~i gem1rost Qua.!i tuta i popoli <li .!tirpt gernumloa vurkmli la li11gua tede.!ca o.,_,ervauo gelO.!i e fre• 111e11do 1l trtnrt'Wtcmiento /di.ce che la Provvkl"n::ta mati.ra alle .!orli d'Jtalfu. Ci() v1wl dire 1?1e ,.,~ì non vogliono e cl~e re.!pi11110110 la {}ffi!U~ia. Chi 1)e10 di 'Wn tal fenomeuo sl meravigliasse adesso pir la prima voU<1, moslrncbbe dt a·Hr mm,mticato un vos.,oto 1101i molto lontano. A"i sublimi indirizzi che 11el 1848 oli i11oeun.ipi'U vrivileoiali del· la '~?.!tra nc,:t#one,a nome di essa, vur nell nnpeto del combattimemo e nel· . l'odio (mplacabile <lel domif1fo mutria• co, invia-rono a tutti oli StaUdèlla Ger– mania la proposta di frnteflM1zt1 e al· l'·~ntuit~ cli tMt bene comtme, la patria di Schiller, il poeta piiì innamorato dell'u_manità, la.!ciù ,cu<lere tmii.'ferentc quell( parole d'invito e si cM~e so– spettosa in se stessa. L'inno iil,pfrato dal . maygior poeta vi.velite pll'ltalia. dedicato a Korner, al Tirteo della Ger– mania, morto sui campi cli battaglia per l'indipendc_nza del suo vaese, non tro– v(J 1m'eco in mezzo ai cuori /cltti m.i,tl dalla passi~tio dell'egoismo,. , Sullo stesso giornnle, ?fello steS.!Oan· no e mese. il Rouarti, che mc,lto amava romattZore la storia, fece ww straordi– naria previstonc che, ai suoi lettori, fio– vette apparire ultra rnm011zei,ca. Tut– tavia, con le •v<iri<mtt inei:ilabili in si– mili profezie, si a.vverò. J:.,' fu. la primn guerra europea. EuU riteneva che -Na• poleone Ili avene ceduto a Villafrt,n• ca, tra l'altro, per il timore ,de11Uar– mamenti tedeschi aul Reno ed in se• g1,ilo a preuioni della Guma11ia. Pe1·· ci() ammoniva: • « Se è dunque vero che in Germania popolo e dudenti si aiano impiombati nella teoria del tornaconto e dell'eyoi-. smo, creclerebbero forse di giovm·e a :,e stessi tentando di opporre ,ostacoli alla pre,e,ite que:,tione itali.ano? Se essi ab· bandonano la neutrnlità, la Russia vur-, cherebbe i con/ì11i, oli Stati Uniti, che: .. -rappresentano nel nuovo mondo le idee 1tuot:e, è aS.!aiprobabile fhe .<;i cqnuhm:– aano ·a colui che più di tutti ha mo• strato di comprendere tl tempo presen• te, (Napoleone IJO, ne l'fouhUlerra -potrebbe -conservare la sua t1eutralìtà e... allora? Allora sarebbe wn diluvio uni.versale, itlvece di ima 11uerra loca· lizzata e br,eve e feconda di va11tngoi a tutti•. Il Rovani fu anche ira f primi ad 'ac• corge·r,i del carattere che OD!Ji dic'ia• mo razziale, di motta Ktiltur {letniau1ca e della distorsione etica che' doveva cond1irre alla tiolO/ltà di 11otc11za,allti guerra come ideale e al folle sog110 egemonico. Ecco: e A tentar di spiegare il desolante fe• nomeno del c011trasto che dc, molto tempo offre l'<ISpet:todella nazione ger• manica lussureggiante ,di dott.·rhw, colla deform1tù morale che compare ad op11i tratto ne' s1wi atti della vita j;)olitlca, abbiamo esaminato la natura di quellh scienza e la fatnlt! inftuenza che f,igeoni potenti, ma tr,vlati, esercitano sulle minori t11tellioe11ze e sulle molWudinL Ma ora t fatu rl11«ciro110più forti ,lellc owarenze. e l'ammi-ra::ione oieca di– schiuse gli occhi, qu<mdo trovù le ra– gioni di codestct deformità morale che pre.senta una naziQ'ne la qual.e rcspi11ot Id oiustfiia e non adora che fl reono della forza. • La Gazzetta d'Augt1'8k\ ,11vemte fl cam1xmo11e infesto che ravt·icin(J in m, intento di assurda e inconcepibile ven detta la Germania del sud e del nord: le case principesche decadute, i d,itti hegeliani che nelle 1m•tese d'Italia vc· devano 1m impaccio al volo germmilco, oU .!t1ulenti che sapendo Korner a ,ne• moria lo interpretavano tt rouuclo; tutti costoro s1>icoarono arden 1 i•la baH• diera del pi1ì caparbio teutonismo ... Il Lerchenfeld di.,se che non solo la ouer– ra era fnevitllbile, ma che doveva es• ure una guerra eitrema e a morte; che q11a11topiù si fosse fotta europea e momllrtle e fosse divenuta lu11oa e sanouinosa, tanto piii !arebbe- scaturita la forza e la supremttzia ,lei popoli ger• maiiici; con questo mezzo estremo e,si avrebbero toccato quel vrimato che loro era decretato dall'ordine st.orico dell'u.• manitù. Ala per questa fermata, voluta dalla nece.,;sità, non sarà l'Italia. che ne verrà a sc:apitare. L'Italia che, fortC del suo buo,i. diritto e delle sue schiette t1spirozfo11I, e verci(J naturalmente al– leata alle •azioni progressive, sebbene il suo destinr, siast. trnttenuto a mezzo corso, pure di ciò che tuttavia ha rac· colto .saprà vedere e 11s11fr11ttrire l'ad· dentellato per il completamento -.iell'e· clificio •. Allche quest.o fu scritto sulla G~z– zella di :t.lilano, nel lt1ytio clel :ss9. Da allora, molle variazio11i vennero comvo stc sul tema obbligato dell'imperlofismo gcrma11ico J)er mettere fn uuarclia gli !tulia111. Su questo punto del nostro destino pann,a elle 11e.ss11110 pot{•ssc sba• yliarsi. Si sbaoliù proJ)rio c,lui -;he, per legae, aveva sempre rnulone. o. p. s.

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