La Nuova Europa - anno II - n.1 - 7 gennaio 1945
,- 7 genn. 1945 -------------- L;f NUOVA EUROPA ------------------s- 1 ROMAIN ROLLA.ND R onwl.n Rolland rlnlilrr;). nella mc• moria dd contempornnel e <Jcl1>0- slcrl come un esempio dl alta coscienza morale perchè affermò 1 suoi ldcall di pace e di 01>erosa concordia -tra i popoli quando la faro affermazione sembrava un' of• fesa al governi che parteclpavnno alln cucrra, una sfida alle dittature che si nrmavano per formare nuovi tmpe· rl. Egli disegnava e prconnunclava u– n'Europa Y::enzapiù odi nazionali, do ve oint individuo fosse libero e sl sen– tisse ur-mo l!'a uomini. Ma se rlaprla· mo I suol libri scopril'emo nnchc rn lui la cultura e le idee del suo tempo. proprto quelle che meglio glovnrono al nazionalismo e all'imperiallsmo che e· gli combatteva. U suo culto dcgt\ eroi è di origine nietzschiana, sebbene l1 su· r,eruomo dl Nietzsche divent.1 nelle sue biografie e nei suoi romanzi rcroc del la l>ontà della fraternità della umantt.."\. La sua ftlosofia è. ln sostanza, quella Idealista, con la dialettlc.1 dcgll oppostt che ~1 risolve ln un continuo divenire, ma Ronrnln Rolland non ~ polemtsta pcrchè si rifiuta di. parteggiare. e nul· l~ ne~•«, nè tesi nè antitesi. e rispetta tutti i sentimenti come nrnnlfestazlonl della divinità che. s'inc.irna ln not: ma non è storicista pcrchè s'Innalza sul contrast~ del suo tempo e vuole fondare una soc\età moralmCnte perfetta. E condanna Ja letteratura parnassiana e simbolista del suol contemporanei rran ccsl lf, nome di un'arte che sia v\ta e pc:-i-lno azione morale socl::ile polt– ttcn: e tutta\•ia, come il Massls ha di· mostrato, auch <:gli è mosso <Hl amare c.2rt,~tr!ce da un Impulso irrazionale e quasi St':l:,, 1 hile. E' uomo cli fede; ma ama la \'11,a nella diversità del suol aspcW e non vuole limiti di teort<:! 4 ncmm,:;no delle teorie della virtù, rl· venclic-on{1o Qut.llè! sua fede contro tut· te lE: religioni tutti I partiti tutte le J)otrtc senza precisamente definirla. Sembra che egli, cosciente del perpt"· tuo dlalcltiM divenire della storl.t, cer· chl di Icvaril a una più ricca vtta che In ~ com1>0ngne pacifichi tutti I con trasti secondo l'esempio del suo Bee– thoven che dal primo tempestoso tern• po della N('>na sinfonia giunge, ncll'ul• timo. al , :) r.to della gioia. Questo ideologo fu innanzi tutto un musicista; e studiò musica sln dalla J>rlma giovinezza, a Parigi. Quando fre· quentava con Paul Claudel la Scuola Normale: e poi a Roma all'Ecolc de France, dove prepnrò la sua tesi sul· l'origine del teatro lirico moderno. Ma se leggete quel libro e l'altro pubbll.· calo nel 1010 . .Music-iens d'autrefols et musiciens d'avjourd'hut vi accorgerete che chiedeva alla musica dl suscitare negli uomini sentlmenl,.l moran e vo– lontà di azioni eroiche: prediligeva Beethoven e Wagner e i musicisti te deschi che componevano senza sentirsi legati da nessuna tradizione sUllsUca, per un ùlso,cmo umano e non solo ar· tlsllco. 1 suol giudizi sul 1\tontevercH e specialmente sul Debussy mostrano ll stlo poco amore per una « tr.tdl'.'inn latlna i. (com·eg1i diceva) che non ave– va gli lmpeU del romantici tedeschi. A Roma. conversando con Malvlda von Mcysenbach, a,•eva sentito il cleslderlo dl conoscere megHo non solo ,vagncr, ma il Nietzsche e l'Ibscn e lo Shake– speare, gli artisti e i pensatori che fu· rono anche eroi dell'azione; ma ne,ct"ll anni più !'iovanili si ern nutrito della lettura di Leone Tolstol. E sente Il tol· stolano perfino nella sua crltlca mu· Glcale. Altisstmt gli esemplari da lui sccltt, al RoUand mancavano le fo11ee J1ccessarle a salire sino a loro: ll suo 1lntellett.u:1llsmo di ideologo e il suo lrrazlonallsmo di musicista si sarebbero dlvi'.!rsamcnte composti Insieme nelle sue opere srnza mal raggiungere la grandezza cli quei maestri, nè Ja per· iezlonc di quel Racine che egli non comprendeva. La sua logica, come di· cPva ll De G.>urmont, era una lo~ica 'di mug,:cografo; e li .suo modo d'im· magt·:a.c:! e costruire un'opera lettera· ri..i soml61Ht,·a a quello degli scrittorl di poemi sinfonici a progra.mmd, quale no Strauss. Da1>prima cercò di crl'.!are un teatro del l}Opoloscrivendo drammi storici, un Sa1t L1dr,i e poi, di segulto. Il 14 luolio, Dantori, I lupl, ll trionfo della raoione: tcntalivo fallito perchè i suoi personag· g\ non hanno calore e vigore dl vita !9(1110! lìster\llti e irrigiditi nelle idee che rappresentano. Più tardl, in un ll· hro teorico. il Rollancl affermerà che il suo nuovo teatro aveva bisogno di un popolo nuo"o di uomini liberi: ma QUCSLl Jomlni liberi da lui sogm1tl Cl GCmbrano pri\; di gusto artistico e de– slderosl solo di ascoltare una dtscus· sione cli idee o di seguire con intcres• se ur: l:1t?·igomelodrammatico. l'ochl '-innl dopo i drammi lncomtn· clb a scrivere le sue biografie di gr.1n– p1 uomlnl; sci, dal 1902a auesli ultimi anni'. e precisamente quelle del Mlllet. cli Beethoven. di Michelangelo, clt Hacndel, di 'I'olstol e di G:mdhi che gli dettero fnma In tutto II mondo. For· se in nessun altro libro le sue diverse qualità di scrittore P. di pensatore Cl paiono armonicamente come unite nelle due vite cli Beethoven e di ì\llchelangelo nelle quali ci rapprescnt:i artisti di in• gegno e di volont;) erolc:i che fecero della loro arte una su<;eltatrice di a zioni. Le scrisse negli anni quando in· torno ai Cahiers de la qu.iJrzaine e a Charles Peguy, che era stato suo di· TRIBUNALE DI GUERR·A (DAL DIARIO DI UN LE'l'TlilL-11'0) I.. L'ARRESTO scepolo all:.t Scuola normale, si racco!· AL mattino, verso le ore no,•e son se un gruppo di scrittori che alTcnna venuu. Stavo a letto malato.' ave• vano a difcnde,'ano una nuova mora!(: vo ancora da un lato il quaderno sociale. i Tharaud. ti Suarès, J'Haté,·y, della traduzione e dall'altro Camvaom: Il Sorel, tl France, il Hampt. in questo Frtmkreich d(Goetfic, quando si è sen– cllma Romoln Rollancl incominciò a lita un':rnto !cimarsi sotto la finestra; scrivere il suo Jcan-Chrlsto11lls mio fratello, che per caso f'l'a in ca· Fu il primo romanzo ciclico, e vol!e mera mia, e mia moglie sono anelati rappresentnrci, come l'autore diceva. il olln finestra. « I tedeschi• han detto: « dramma di una generazione morlbon· e poco dopo: « vengono da noi». da». « Non ho cercato - soggiungéra Polchè :lltre volte erano venuti per - di dissimulare nulla del suol vizi e chicd<'l'e 1Jcslla1nco granaglk, non ho delle sue virtù, della sua pes.,nte tri• fatto cJso. Subito dopo si è sentito st<'zza. del suo or;;oglio cnotlco,deisuoi un grande strappo al ~ampanC'!IIOe sforzi eroici e dei suoi abhottimen:1 sbattere violentemente al portone. Chl sotto il fardello schiacciante di un andò ad aprire (mi ru raccontato poi) compito so,-rumano, tutta una somm;i sentl altro: grida altissime P. minacce; del mondo. 11namorJle. un·cstetica. una ma io non udii e rimasi. calmo. A que fede, un'umanit;) da rifare,. Dieci vo- .sto punto mia. moglie, che era uscita lumi. e sono, come ognuno sa, molto da ila stanza, rientrò gridando: e cerca· diseguali, con inutili digressioni e una no te, ,·ogliono te»; e da Quel mo– sovrabbondam .• , Ili episodi non neces· mento non vidi più mio fratello. Ma saria. A volte il racconto cade in una non capivo: credevo mi volessero co· cronaca che oggi non c'Interessa più, me interprete o semplicemente parlar si mnt., in una polemica oggi superata. mi. Jn un uttimo sentii nella stnn:1.a 11 Rollancl ha voluto mettere in que attlgua passi pesanti d'estranel e una sta sua opera tutto Il suo tempo, pii; J)attuglla cli tre uomini armati, elmot· spesso scrittore politico e sociale chr? to In testa, uno con fucile mitraglia· non artista. Il suo personaggio è tare, entrò nella mia stanza. Dei u·e un musicista tedesco. Jean·Chrlstophc parlo colui che entrò per primo, il ca· Krafft musicista quale egli, Roll.md. po, forse un sottufficiale: un omone avrebbe dovuto essere. tedesco pcrchè- duro e selvatico. con un faccione se– l'autore potesse osServare con un cer• vero: • Los! Alzatevi. Venite con mc! ,. to distacco le cose francesi o meglio. Anche é\llora non capii: una specie come io credo, J>erchè mostrasse que:ia di sicurcz?.a curiosa mi animava e ri fusione rii cultura francese e di cultura sr>OSi In tedesco. forse pili con un sor· tedesca che era del Rolland educatosi riso di scusa che di paura. che non nella lettura del Nietzsche e del Goe- pote\'o seguir! i, che ero malato, chla the. Certo, egli ha creato questo per masscro un medico e Questi avrebbe sonagglo servendosi di particolari bio- potuto testimoniare sull'lmposslbtlità grafici del grandi musicisti tedeschi, cl! muove.-ml. Chi sa perchè uve·,o fi– ma anche delle proprie esperienze: ducia che si sarebbero convinti e r.hc Jean·Christo"phe è spesso quello chl! ml avrebbe.':> lasciato in pace. Intanto Romaln Rolland voleva essere. Come dissi a una donna di casa, che anclnssc li Flaubert di Madamti novary, :n-rel>· ;1 chiamare la Danker al p::rno supc be potuto dire: • Jean-Ch1lsto1>he c'..:st riore. ;n quesl.J frattemPo, nella con· moi 1. Ad ogni modo. il pen;onagglo è fusione, mi parve che da parte dei te· vivo, tipico dirci anzi che è più \·ivo deschi venls~ fuori la frase • comando della stessa opera: non sempre invecfl ,·enuto da Roma .1: certo sentii la pa– sono vive le alt.re numerose persone. rola Bc/ehl, ma della seconda parte quelle donne, Sabina. Ada. Antonietta, della frase ho imprecisa memoria. Vcn Anna, Grazia, nelle quali li Rolland ha ne Danker costernnta, pat'lò con il mas· voluto studiare l'anima femminile. E siccio Feldwcbel in una camera atti· c'è tutto: Il paesaggio tedesco, I val'i gua e mi disse che probabilmente si aspetti di Parigi, J movJmenti operai, trnttava di una « falsa accusa». gli intrighi cittadini, i 1>roblcmimorati i1a è curioso che anche questa volta ~f~~fi~~ie~nc~~?~~f,~;1t~1{~~!~z~ls!~c~ ~I~ ~~~\~~gs\1 1 •~;~~~~~ c?i~ ~1f~~~~ sentimento che abbiamo, lncominci::m· vicino al capezzale come un angelo cu· do, definito. 'l'rovl l'artista In molt.? stocle. mi spianò addosso il fuclle•ml• pagine dell'.4.ube. del Buisson ardente tragllatorc, capii; ma. av,·e-.lzo a simili della FoirtJ sur ta place: uno scrittore mnacce durante i sedici mesi di prl· che è tuttavia difficile ricongiunger!"! g:ionla cli guerra in uno cìei più se, 1 crl alla tradizione rtanccse. Andr6 Gide in- campi tedeschi {Cellelager), non ml ratti dice di lui: e li suo libro sembra spaventai gran che: sapevo che ai migliore nelle traduzioni; anzi, non pnò tede~hl bisogna opporre calma P di· che avvantaggiarsi del disastro dcll3 gnlt;), 110nmal abbattimento e noiose Francia e s·avvantcggerebbe di più se querimonie. non esistesse più la lingua francese. Mi vestii dunque con nuella lentezza nè l'arte francese, nè Il gusto francese. che 11 mio malanno comportnva (avevo nè alcuna di quelle qualità che cgil una spalla dolorante! per artrHe); e del negt• e che gli sono negate•· resto ml teneva ancor sempre la spc- Jean-Crlstophc ebbe dunque migllorè ~~:z~~~~-z~'. 1 % 0 :~a~:~E-t ccl:~ cg:~ fortuna fuori cli Francia e fu conside- modo, conoscendo il tedesco, ml snrei rnto il primo grande romnnzo europeo difeso bene. Solo o.uanclo. uscito dalla Homain Rolland durante la guerra f!U· camera e trovatoml nell'entratura una mpea visse In Is,·izzera, • ce:tte petilc delle donne venute di fuori gridò: F'ranc~ plus gra,·c » dove sci-isse i fa• e dunque anche lei?» e alla mia do– inosi articoli raccolti con it titolo ancor mandl angosciO!M"".: • chi altri? anc: 1 e più famoso Au dC'S$USde la melte, tl mio fratello? • la risposta, pur da,·-1.,.1t1 toto che è rimasto anche oigi che nes· a!l't.ngclò' custode, armato dt fuC:Jeml· suno legge più il libro, come riril.ase tragllatrlce che si sperava non <'<-l!)lsc;c quello dato da Chamfort al Yolumc l'ltaHa.no fu: • no: nessuno di casa. ma dell'abate Sléyés sul 'l'erzo stato. Quel a;ltri del paese: Bjgiotli, don oscar Hl• ~~~l i~lrl~!~f~g~~!r~cl;l~f.e~~~!~~~~i~~~~: ghl 1t: aolo allora, a <Jueinomi, a quelle meno_per la sua Francia, solo pe1· :-if- r:i~l~~O.Jlli e ml apparve la,gravltà del• fermare la necessità dj raccogliere in· sleme gli uomini liberi di tutto li mon· O do in una sola fraternllà, contro le in· giustizie socl:ili e gli odi nazionali, fu senza dubbio eroica: ma il suo pactfl· smo. che spiacque al francesi, era piut• tvSto l'espressione di un suo sentimen– to umano che non di un mL'Ciit.ato .:li· e:egno di ricostruzione europea. Quel suo atteggiamento nobilissimo cbhe nnn grande importanza Derchè offerrnò per la prima volta un sentimento un~, volontà europea. I romanzi che put, bllcò dopo la guerra,Colas Breuonon e Lilul in stile rabelalslano non ebbe,:o buon~ accoglienza: ma Clérambault • storia di una coscienza libera durante la gue1Ta » hn pagine che meritano di essere rilette da r.lù \"Ogtia conoscere lo svolgimento del pensiero Ji Romatr. Rolland. Il quale, di pacifista diventò polemlsta quando furono create le dit· tature in Germania e In Italia e mo– strò in questi ultimi tempi d'avèr com– presa la necessità cli ricostruire l'Euro– pa con le nuove forze soci: :i.li: dei po– poli. E con questa fede è morto. (/Ol'FllEDO ~ELLO:-cr 11 pensiero che già prima, nelle al· terna.tl ,·e delln speranza e della mlnnc ciosa realtà, era corso spesso a mia mo· glie, alle sue condizioni di sa.Iute, ora mi dilaniò. La vidi: cosl sciupata, cosl Indebolita, cosl Incerta net movimenti doPo la paralisi, con quel viso d'ango– scia appoggiarsi alla sl>alla di un'altra <.lonna,e mi parve che non l'a.vrel ,,!sta mai più. che un altro colpo l'avrebbe :facllmente flnlta. L'uomo d~I fucile ml strappò da lei, ml trascinò giù per le scale: ma in fondo alla prima rampa, mi riebbi ancora e, mentre le donne del pJese circondavano pietose mia moglie, ml rl,·olst a lei cr S11iorte, fàllo per mc. Vedrai che tutto andrà bene. Coscienza tranquilla e niente paura• dissi forte, con un tono un poco spavaldo, ma poi aggiunsi: « Pregate Iddio per mc!,. Pareva che ml volessero portar via tùbito e che anzi per i miei lngemtl hulugl (efTettivamcnte al primo mo• mento non avevo capito) fos~mo tn rl tardo. Invece mi fecero aspettare an· cora tn fondo alle scale, dietro 11por- tone di casa. Avvenne allora un fatto curioso: un tale. che fu già alle mie dlpcndcnze in un istituto cittadino e ave\"O avuto occasione di rhnprovcrare• energicamente, che J)(ll ln queste ulti· me settimane sapevo :udente fascista e tede~oftlo e spesso in combu1ta con 1 tedeschi (e dunQue poteva essere uno dei miei accusatori) ml si accostò se– gretamente e mi disse: • Portatemi con voi. lo posso salvarvi. SI tratta di uno sbaglio». Tutto Il suo modo cli fare ml J>arve strano, misterioso e, dirci quasi, l'atteggiamento di chi s, pente e vuole riparare il male Calto (ma ror– se '1:uesto fu cò t' un'lmpre$$ione sog– gettiva, non con\'alidata se non da quello che sapevo in generale sulle sue opinioni e sul suo carattere). Fatto sta che alla mia prima sorpresa e do– manda: « come puoi sat_varmi? 1. egli !nsistè che chiedessi al soldato tede– sco cli portarlo con lui. Questi. natu· ralm<'ntc, negò e allora c-olul volle en• trare dentro casa. e parlare, come ca• pii da qualcuno che ml fece cenno, con i miei. lntanto la Dan.ker che era cllsccsa nel portone cercava di volgere, secon– do II suo temperamento, la cosa In lmr– lctta e 3ll'angelo custode. come ad al· trl soldati sopraggiunti, dlee,·a ln tede– sco che la mitragllatrlcc, posta a sor· ,·eglla1,ni, non era cc-rto carica e che in ogni caso il e bravo ragazzo» non ml avrebbe s1>arato. Quegli sorrtdcva sornione. senza rispondere. A Un trat· to si udl un'auto. arrivò In un attiTI'lo con a bordo tre soldati tedeschi: quést.i t1ltlml delle S.S.. venuU eia Orvieto. Ancora una volta la Dankci- cercò di alleggerire l'atmo.srera pes.mte; ma non le riuscl così bene come la domc-r,lca avanti. quando, ::ti camion dl s.s. che pure errino venuti da Orvieto ))(!r cer– care le armi ella opJlOSCla sua sere nltà e le riusci In parte di :-immanslre i 1vtuildc Burschen. Adesso. mentre ml mettevano nell'auto cd ella diceva scherzosnmente: e non fategli male, rl· portatelo oresto a casa•, sentii bene. con le mie orecchie, che uno di loro ris1>0se in tedesco: • E' 1irobabllc eh.o non Io rivedrete mal J>ill•. Lo scopo era dunque di tcrrori7,zarc, come del resto avevano fatto otto glor· nl prlma. E Infatti U paese In quella grigia mattina di ultimo ottobre era deserto, cupo, spaventato: non s! vede· ,·ano. al correre dell'automobile ncl!.1 strada, c·he gnippt cli bambini e e.li ùoil· ne ripararsi, precipitosi. agli anaoll dei vicoli: nessun uomo, 11essun giovane. Quando fummo nella piazza, davanU alla cattedrale, riconobbi t1 camion del le S.S.: vidi dentro Il dottor Tetenzio Blglout. farmacista cleJ paese e don Oscar Righi, mio maestro cli greco ne• gli anni dcll'adolcscenzrc. e !11vccc di spaventarmi J)Oichèconoscevo da annl le lor·o idee. m I rallegrai di aver per compagni di prigionia clue persone ani· mose e intelligenti. Anche qui et fu una sosta: don Righi disse cf1e dove.· rnno es.ser sette gli :irrcstati e che pro· bnbllmentc si slavn aspettando gli al• tri. Io approfittai di un momento in cui ml parve che I tedeschi fossero dlstratti per dire a bassa ,·oce: « Nega• re tutto; non ammettere nulla: non fare nomi, a qualunque costo». Mn fui interrotto dcill'app:iriztonc d\ uno dei più brutti ceffi che :ibhla visto In vita mia: il capo della snu.:tdra delle S.S., un FeWwebel, vestito ln kakl, con un.:t catena di ferro piuttosto robusta a collo e una targa davanll al petto: « Feldgendannerie, poll1.la di guerra». Tutto il suo viso e tutti i gesti <limo· stravano decisione. spietatezza, ferocia; e se la teoria fisionomica di Lavatcr ha mal avuto e ])olrà mal avere un qualche valore, se il detto J)Opolareche gli occhi sono Io specchio dell'anima non è completamente sbagliato, dirci con sicurezza che Qtwl \'Isa e quegli occhi avessero visto più e più volte, senza alcun dubbio. il delitto e la stra· ge. Venne improvviso, si pose davanti a noi con la rivoltella In pugno e disse !orte in italiano: u Non parlare!,. Ingiunse gli stessi ordini a due suol dipendenti, e aspettammo ancora un po', nella piaz7.a ,Jeserta, In silenzio. Fu in questo momento che comparve il vescovo: era già uscito (dovevo sa• pere pai) dall'eplscoplo, s'era già re• cato presso qualcuna delle famiglie terrorizzate ed ora veniva da noi, a salutarci. Il feroce Fcldwebel fu pron· to a pararglisi dinanzi con la rivoltella spianata contro li petto di lui; ma il vescovo, con Quella calma che già gli avevo conosciuto durnntc la gita :.l!la Guadaglion.a, allontanò da sè la rlvol·
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