La Nuova Europa - anno I - n.3 - 24 dicembre 1944
-- 8 ------------------ LA N'U OV A EU 110 PA --------------~di<:. 1944 I CRONACHE DEL PASSATO REGI:ME 3. - I CONDOTTIERI A FIRENZE B ISOGNA sapere che li Duce, alla rispettabile età di anni clnquan· , taquattro, •non era uscito mal dal proprio paese sulle cui piazze aveva divorato con gli occhi e le mandibole espressive tutti i popoli della terra, i 58 cl!;!llaSocicità delle Nazioni andatl in r.,ulimc. ma come fossero veramente quel popoli che tanto odiava e voleva distruggere non lo sapeva che per sen– tlto dire: come vivessero, quale lm· pressione potessero fare da vicino, quaH senti.menu e movimenti de.Jl'a• nlmo potessero $Uscitaré nello stra· niero, quali audace o quall pruden• zc suggerire ... gli erano apparse cose inutlli o fastidiose. Pare che avesse fat– to una scappata in Svizzera nella lon• tana giO\·entù, e ne fosse tornato con un piccolo ricordo tascablle. E allor– quando Il Fuehrer sì degnò di invitclr· lo a visitare il Reìch (una parola tanto grande che sembra uno scaracchio), egli féce il suo primo viaggio. Non si può dire che avesse nel sangue la feb– bre del viaggiatore. E le accoglienze 1n Germania, a quel punto cruciale,' (lui si trovava sempre nel punto cruciale), furono calorosissime. E la Germania. come accade a chi esce di casa per la prima volta. lo sbigottl; rimase senza fiato davanti aJJe architetture novecen• tesche del colosso puerile, con le sue città prodigiosamente meccanizzate e m~v~n~:~gt~ilf~elempo che ·n Fllehrer. con uno slancio di cordialltà, annunzl/'I che si sarebbe degnato di restituire la visita. Che persone bene educate, e quanta benevolenza in questo scamlllo di cortest·e. ll Duce entrò In convulsione. L'idea di dover mostrare tante cose "Vecchiea chi glie ne aveva mostrate ~nte deJle nuovissime lo ter,~va a~l· tato 11 giorno e la notte, e non sapeva più che cosa far vedere al Fuehrer. E J)Oila responsabilità di Portare in giro per le strade un personaggio la cui esl• stenza non vi era oro che la potesse p.a– garc, e sopra una macchina dove avreb• bero preso posto tutti e due. D'altra parte le città più moderne vennero scar j.ate subito dal Duce: troppe fabbriche dln quelle città, nelle quali cl poteva essere ancora qualche angolino non rl· pulito bene. Roma era la città designata e ideale per un ricevim4:.ntofuori clas..c:,e e la popolazione, cosl abituata a questo genere di esercizio, avr('bbe ratto dc,gna cornice. E fra le giornate romanc, quttl<: M ___ U S SCIOSTACOVIC M i dicono che poco dopo la trasmls· Slone radiofonica della VIl Sinfu• nia di Dimitri Dimitrievlc Sciosta· covic, nota come Sinfonia dell'Assedi•> cli Leninvrado, l'annunciatore delln ra dio ha accennato alle diverse impressio– ni raccolte li per lì nel pubblico presen– te, e al giudizio piuttosto sfavorevole - e anche negativo - di alcuni musicisti quotati fra i miglio1i dei nosu•I. Non credo che se venisse n saperlo. ScAostacovic ne soffrirebbe molto. Ho idea anzi che lui, a tutto e a tutti pulJ destinare la sua arte. salvo che a nol musicisti. La sua musica ignora tn· fatu U calllgrafismo, cioè il gusto (e taholta n vizio) dei muslcisU di que. sto secolo di rimanere a ognJ. costo ~1· l'avanguardia. Non è improbabile, :ig• ·giungo. che ne provi una .(ipugnanza fisica. Allo stesso modo Sclostacovlc non parte c61 «sublime• o col « cap0- lavoro» in tasca. Mi pare piuttosto eh~ lui scriva mu9ica per un bisogno ele• mentare,. di ogni giorno e ora _(qui l 8Uoi cnticl possono instnuare si trat· ti di grafomania soltanto, menu·e vi è anche facilità, fluidità, .fecondità, spre• gludteatei.za . e assenza assoluta dl sno– bismo. La VII Sinfonia non è nè per pro· fesslonjsti, nè per dilettanti di musica. Non credo poi abbia molto a che fare con l'assedio di Leningrado. Il suo no• me infatti porta solo il numero del· l'opera, senza alcun sottotifolo (accetto invece l'aspirazione ultima·, 11 clima generélle della guerra russo-tedesca co• :~i~%a~~l~e!tp~ft 1 f~ifod~; 1 ~} 0 ~aI cUos? e finale ». mentre il frulli9 osti• IQtermezzo, una 1ivlsta navale nel gol• fo di Napoli. Di più il }i\tehrer espr,~sse un desiderio personnl~ sul quale non intese cli cedere: una breve :.osta a Fi· renze. E siccome durante la visita ro– mana il Sovrano prese Il prop110 posto vicino al Fuehrer, ract'J1do sp.1rire {per un attimo solo e pro forma) il Duce, dove i due condottieri furon.:>uniti per la vita e per la morte, fu a .F'icenze. Da Roma a Firenre vlagg,aro110 fn· sieme: che idillio! l.in .: luna di miele A Santa ~Iaria Novella scesero insi1;::mc e- al loro apparire. v-~uncro acclamati insieme; e più ancora nlla lvro par· tct'lza, peccato che sl fermassero cor,;l poco, poehe ore, dalle due del pomerig• gio alla mezzanotte, e per ~1uelle dieci ore non si separarono un istante. E quante cose in quelle poche ore, come furono impiegate bene! L'arte, i fiori, la storia, le bandiere, le aur~tte del viale dei .Colli:quanta soavità, che pace! Un buon pr::mzetto al palazzo Riccardi, le luminarie, incllmentlcabile auella dei Lungarni r.on filedi chlocctoline a per– dita d'occhio sulle spallette del fiume. Un pezzetto di Traviata, a quell'ora, e dopo aver mangiato S<)Poritamente, si sa ... guai se non cl fossero di queste donne con poco senso d'orientamento, bisognerebbe creare una scuola per in· segnar loro a sbagliare, ma sbagliano da sè, non vi pre'occupate. Ciascuno crederà che certe ore ange– liche, fossero cadute dal cielo come un altro fiore sulla città del fiore. Bisogna conoscere la vigilia di tali feste. Per la povera Firenze furono due me· si di angoscie e di paure. di attesa tre– pidante. Il Duce non voleva vedere dei vecchiumi! Lo si sentiva urlare dalla capitale. SI pensò sulJito a dare una mano di bianco a tu_tte le casi dove doveva rms· sare il corteo, e a spese del proprietari, questo s'Intende. Il Pont.P.Vecchio. po– verino, non sapeva come fare a ritirarsi su ie grinze, gli dettero due passatine di bianco a gran veiocltà. Nè bi~ogna dimenticare che H Fuehrer aveva fat• to l'imbianchino fino a poco tempo pri• ma, e questa imbiancatura generale fu un pensiero felice, era in suo onore, non si poteva festeggiarlo più: appropriata• mente. Ma 11 Ponte Vecchio se la rldeva da crepare sotto la pelle, non appena passato l'imbianchlno avrebbe ributtato fuori il suo colore. Al Palazzo Vecchio gli avevano messo una bellissima sot· tana con tante figure nude, e non si capiva più se era un vecchio o una vecchia, una vecchia di qut>lle scanda· tose. E quaranta giorni prima si incomin– c!ò durante la notte a aprire e richiu· der botole, sporte111,porticine per tuite I C_ A le strade; rovlstar fogne, pozzl neri. Finchè il gran giorno venne. condutture con torce e lnnterne, cal:m· I condottieri scesero fra improvvl· doci dei lumicini a ·olio, dove vedevano sali· giardini con fontane e statue, e r.rmbp~~~~~~~et~~:a;ii.i~~~~ed!1 1 ~::;~ ~~!! 1 ~~r~:~anft~~~~lt1!:-~~ /d~e p:i!~: in quella oscurità. E guai a fermarsi a davano a rispettosa distanza-;-ra popo· vedere, una sbirciatina di traverso al· )azione, e dietro ancora, a sandwich, lungando li passo, si sa, i tesori fanno un·altra fila di agenti in divisa e ln gola a chiunque. Frugar cantine, tett1, borghese · terrazze, soffitte. Chi aveva un vaso dl Non si arriva a capire come mai geranio o di basilico sul davanzale do- uomini tanto amati e acclanrntissimi, vette ritirarlo immediatamente e met· dalla mente vasta, e di un'audacia per– terlo in cucina, nemmeno la gnbbla sonale senza limite, s!ano Poi .lJ)lnuzio· del canarino si poteva lasciare alla fi. si e meticolosi da svenire nel prendere nestra per il passaggio del Fuehrer. E Ogni specie di precauzione. se taluno, la sera, si fermava a faJ due Il Fuehrer, che era rimasto a Roma chiarchlere con l'amico prJma di rlen freddino e scontroseuo, e a Napoli in• trare, veniva avvicinato da risolute per differente, a Firenze si lasciò andare, sone che chiedevano i documenti in rimase entusiasta di Firenze, chi sa poche parole, una sola, o.uella lndlspen- l>e'!-Chè. Era la città che aveva des\de sablle. Per fortuna i cittadini erano r~ rato di vedere e non lo deluse, anzi, gistrati bene, c'era chi aveva ln tosca superò le aspettative, vedl un po' che fino a dodici tessere; « la m'ha a dl' stranezze. Tro\·ò che le case erano 1m· quale la vole... ~ rispondeva il cittadino biancate bene, detto da lui. ci si poteva di Firenze. Ma se uno, per caso, non credere; ne ammirò i monumenti, le ce li aveva andava a passare la notte collezioni d'arte, e soprattutto il pano· al più vicino commìssariat6, albergo rama dal Pia21.ale).llchelanglolo lo con· privo di ogni comodità. qulse. Volle scendere In un campicello E durante I quaranta gi.orni li numf' per vedere gli olivi da vicino, e quando ro dei poliziotti in borghese aumemò vi ru ln mezzo uno Io volle accarezza· sempre, 1 quali essendo 11 per fàr qual• re nelle sue fronde più basse, so1,ri· cosa, pagati per ciò e non avendo altro dendo al Duce mentre accarezzava l'oli• da rare, fermavano la gente. vo; e siccome il Duce stava con le man• Poi incominciarono ad arrivare, dal· •i\bole chiuse, quel giorno benedetto fu le altre città, i metropolitani in uni anche il riposo festivo delle mandibole, forme. Alloggiavano nelle case cll irn· li Fuehrer rabbioso strillò: « questi noi minente demolizione, imminente per non li patremo mal avere•· Pareva modo di dire, e ridotte a caserme; nelle sputare gli occhi cli serpe pestando il caserme, nei teatri, nelle scuole. E Po· pledé per acciaccar l'olivo, invece pestò chi giorni prima di quelle dieci ore st~ un callo al Duce. L'olivo lmpallidl, e Il riche cllect volte, i reggimenti al com- Duce fu sul punto di spalancare le man· pleto: artiglieria, cavalleria, berSagllerl, dtbole, ma fu un attimo Inafferrabile, alpini, granatieri, avieri e genio ... Non una nube impercettibile nella serenità sapevano più: clove fit•care le mrnzie. di queJl'idillio artistico campestre. E non sapevano più dove ficcare gli .. llla piazza del Duomo, per quanto arrestati, tutti i giorni erano centinala le tre file dei soldali dividessero di di Jndivldul che sparivano dalla clr- almeno venti metr:i la popolazione, un colazione. Gli storici angolini vennero bel tipo, un capo scarico c'è sempre, ripuliti da poterc1Si specchiare. !i: tutti non riescono a farlo sparire nemmeno messi a mangiar la pappa dentro 1e· Il Fuehrer e il Duce messi insieme, caserme e a dormir sulla paglia con contro il più draconiano divieto e nel• le mlllzte ed altre compagnie. Tutto in l'impossibilit~ materiale dl esecuzione, onore del Fuehrer e del Duce. ne11'esplosione dell'entusiasmo lanciò Dalla prima a1l'ultima le finestre do- una rosa mag'ntrlca, enorme. Al v-0lar vevano rimanere ermeticamente chlu• di oueHa c06a per l'aria r condottieri se, non vt potevano stare affacciate che scattarono insieme la !rol'lte: (vai! ci le bandiere, e di quelle se ne poteva•. siamo), e la rosa andò a cadere esat· no mettere da farsi venire una vèrti• tamente ai piedi ciel Fuehrer li quale, ....._ gine, la città non era più che una forf' resosi subito conto di che fosse, si chi· sta di bandiere. E dietro le perslrmc, nò premuroso a raccogllerla, ne volle sopra i tetti, Sul terrazzi e nel portone, gustare il delicato profumo portando· :1~P~~~ut;~e~er!g~~~!u~n d~~~:~~ : ~~Wo~~~. ~1!:~:~~lo d~f1~clt~~bee 1:1 s~~s~ift condottieri comodamente,t e forse non bel sorris~ cl~ vecchia istitutrice ..Nella erano auelll che lo desideravano clipiù: ~città del f1on, che profumo genule. loro e le ban~iere. ALDO PALAZZESCHI trato nell'« eleganza» e nel «IJuon gu· sto ». Tono riconoscibile tanto nella musica che ricerca il ~ bello », quanto in que11a che ama t1 «brutto» {cosl anche le volontarie alterazioni, devia· MORALE CRISTIANA MORALE ROMANA zlonl e deformazioni di alcune musiche .modernissime sono in tutta reJ:ola prc· nato del tamburo del primo tempo, sul sentate ln «confezioni parigine», senza quale muove Il Quadrato di.scorso In le quali spunta subito l'accuso di dilet· « fugato » di tutta l'orchestra, la leg• tantfsmo o provincialismo). gerezza da idillio del secondo tempo Sciostacovic non sa di queste cose. nulla hanno in comune, e per loro for· Tuttavia conosce bene Ravel e Stra· tunc1, col genere del poema sinfonico•. vinsky, Bartok e Berg ma, fortunata· E DOARDO FENU, vigile e coscte,,zioso scrittore cattolico, trntta11do P,OC0 tempo fa in un articolo delle forze morali e dei vartlti politici, lam.enta che si sia dato in Italia (ma certo non in Ila la soltanto) un esempio di & u11agrave /'rottura mora/e•. negllaendo e rinnegan– do & il patrimonio più prezioso del popolo e della tradizione ... cocssenzlale alla 110• dl~u~i: 1 ; 01~lrr~b~~~~•i~l~e~~a: 1 ~e·Rtt:. mente per lui, da nessuno prende l'av• sia degli czar e del fulgidi balletti di vio. Si riallaccia piuttosto a Glazunotr Dlaghileff sono Qui lontanissimi, an:r.i e a Cialcovsky. La sua lunghissima invisibili. E' presente una Russia senza Setthna ... è senza fratture, scosse e In· decorazioni e canti popolnri. Aristocra· voluziont « a capriccio »; scorre senza lici, altc.1e plccola bory,hes\.i, artigiani generale pesantezza. e contadini, ai quali l musicisti russi, Dalla Prima alla Settima di Sciost.i• da Glinka al primo Strcivlnsky, dedi• covlc c'è un notevolissimo-passo in carono la loro .:irte, han ceduto 11 posto avanti senza deviazioni e pentimenti. f 0 ~~~r~l~~;t~l~i~~~-~o ~~~\«fr~~~J'~i Anche in questa, come già hell"altra, operai. A questi sembra l'ncllrizzarsi la che s'è ascoltata a Roma parecchi anni VII Sinfonia. E' un pubblico che paÌ-la' or sono, l'autore riesce bene nel rapidi molto e canta poco; veste in tuta e mtitamen.tl di scena. Penso a lui quale lavora indefesso alle macchine. Le· geniale commtntatore di film a sfondo amare, duris~ime sofferenze della grandioso. Questo non è/una offesa, ma guerra sono accettate come aualcosa di una lode. Perchè come la decorazione, ineluttabile; cosl, allo stesso modo, il l'illustrazione e il ritratto sono oggi dovere, il bisogno di sciogliersi e Hbe· malauguratamente divisi dal resto della r:~:~ ~i~df~ 0 i1~·~as~~~t~~~~~~~: Pittura, cosl in muSica la danza, 11 cl· tata in partenza l'eredità romantica nema e l'operetta hanno perduto quello dell'Ottocento soggettivo, wagneriano, stretto contatto di un tempo col genere anelante alla trasfigurazione, mentre è sinfonko e da camera (per l'opera an• mantenuta e continuata la parte nar· drebbe uno studio a parte). C:))iusa in ratlva e dialettica. Il «colore locale•, una torre d'avorio, la maggior parte l'Oriente. la Russia delle balalaike, delle della musica contemporanea loi.:ora e slitte, delle steppe, del « pope» e del macera se stessa in un astrattismo che ~1;~hS:~:nt~t;;,~~~!~ 1 d\~~~a~:i;::e~ l'allontana dalla vita .(è strano come tende a farsi sempllce europeo. :Ma in siano però proprio I francesi - vedi Fr..ancia, in Spagna, •In Italia, fh In· Honegger, Au·r1ce Poulenc - a man· ghilterra, tn GP.rmarilu e In Ungheria tenere un agile collegamento con la , l'Europa moderna s'è definita musical• « musica applicata »). Sciostacovic si mente differenzlnndo. ciascuno con troverebbe dunciue in buona com· volto, pregi e difetti propri, lasciando pagnia. tutt:v-ia a Parigi 11tono generale cen· DANTE ALDERIGIU, j ~~~~al~~'.lt~ /1 !;:~:;!~1e:~~ ;i;t:_f";,zo~ gf,u(l,e - in veritd fino dal Rina!cimento, dall'epoca tn cui titalia era ancora mae. stra al pOJ>Oli à"Europa; Cl siamo affidati, eccone le conscyue,,zc ,. Altri dirà che le & etiche provvisorje, hanno pales(lto un rrnovo volto alla 1,to ria e aperto nuovi ortzzo11tl atla coscien– ze. Co11rnnque, un processo alle ottivitd r aJ pensiero umano che rliale fino al fi1nucimenlo dovrd sembrare a tut'1 ~li animJ rijlesslvi -retorico, o scmplfccmente inane. SI t gid udito più volte, per bocca di spfrirt religiosi, Il & richiamo ai Me– dloc-vo, (era di voua per un'aura schiera di spiriti, po~itlci e leUcrarl, rJchlamaT• ratta e prudenziale saooezza deUa ContTO• riforma); t stato facile ribattere a eh.I idealizzava quel tempo. Fare quel commi• ·no a ritroso, abollrc n Rinascimento, se ::r 1 ~~:v~::i~i~C.,,!~;;:b: 1 ~n. ,!i:=ar:o ntlstra ricftiezza $ptrltuale. La nwrale cristiana orm,1 fa tutt'uno con la ,11orale umana, e su que,"1, più complesso, più ca.sciente, i:iiì profonda, bisouna ,oggigiorno lavorare. u ....
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