Nuova Repubblica - anno V - n. 42 - 20 ottobre 1957
(185) nuova repubblica TARDA RJVJ. 1 CITJ\ - Ecco finalmente dei reni spcz;,:ati... (Di!i'. di l)i110 l1os 0 chi) , '1 E 'f 'l' g R A BONN L'ESEM PIO DE.LL/1 8 \! IERll A UN MESE dalle nuove elezioni si incominciano a vedere le ripercussioni .sul piano interno e su quello internazionale della terza vittoria di Ade– nauer. Il fatto più clamoroso degli ultimi giorni è cer- · tamente il riconoscimento della Repubblica democratica della Germania orientale da parte della Jugoslavia, che mette in seria difficoltà il governo di Bonn, infliggen– dogli la più grave sconfitta diplomatica che esso abbia mai patito. Il governo federale con tutta probabilità fi– nirà per incassare il colpo, senza poter ricorrere a rap– presaglie rilevanti, poichè alla vigilia dell'inaugurazio– ne della politica della mano tesa verso l'Europa orientale preannunciata a Bonn, un. gesto di ostilità nei confronti di Belgrado coprirebbe di ridicolo ogni altra eventuale iniziativa distensiva di Adenauer, che Tito vuol mettere alla prova richiamandolo duramente alla realtà della · divisione della Germania e dell'esistenza di due stati tedeschi. Sconfitto sul piano diplomatico, Adenauer sta co– munque consolidando il monopolio del potere all'interno. E' vero che anche i lavori della Ruhr gli hanno dato qualche fastidio aumentando precipitosamente il prezzo del carbone proprio all'indomani della vittoria democra– ticercristiana, coincidenza ovviamente non del tutto oc– casionale, ma è anche certo che non sarà di sicuro lo scarso senso di opportunità dei mercanti di carbone a turbare la pace del cancelliere. Quando la destra si agita basta una sfuriata del « vecchio signore» di Bonn per ristabilire l'equilibrio e poi.. le cose ricominciano esattamente come prima, e meglio di prima. Infatti, co– me è noto, il pericolo vero ~ sempre a sinistra. Non per nulla, una volta assicuratosi il controllo del Bu.ndesta.g, Adenauer si è accorto che la sua mag– gioranza al Bundesrnt, composto dai rappresentanti dei governi regionali, cominciava a vacillare. Al momento delle elezioni per il Bundestag il governo di Bonn con– trollava al Bu.ndes1·at 24 seggi contro i 17 rimasti in mano alle opposizioni. Senonchè il 10 novembre prossi– mo avranno luogo le elezioni per il nuovo Landtag di Amburgo, e poichè il 15 settembre ha registrato nella città anseatica un grande successo socialdemocratico, il pericolo di un capovolgimento di posizioni del governo amburghese, e quindi della perdita dei 3 seggi di Am– burgo al Bundesrat, ha consigliato la CDU a prevenire la minaccia di rimanere nella Camera alta con soli 21 seggi contro i 20 dell'opposizione; minaccia tanto più rea– le in quanto questa volta i partiti antisocialisti di Am– burgo non sono riusciti a mettersi d'accordo per la for– mazione di liste uniche del « blocco borghese )>, come avvenne invece nel 1953. Fu proprio grazie a questo espediente che allora democristiani, liberaldemocratici, rifugiati e conservatori coalizzati riuscirono a strappare di stretta misura, con il 50 per cento dei voti contro il 45,2 per cento del1a SPD, la maggioranza nel Senatù e.iiAmburgo. Anche adesso per rafforzare il controllo del Bundesrat Ja CDU è ricorsa alla consueta manovra messa in opera dopo ogni elezione federale per conformare ai voleri del centro i governi periferici, ossia provocando una _crisi d_i governo in uno dei Lander più facilmente acquisibili; alle posizioni di Bonn, Dopo aver tentato invano di dividere socialdemocratici e libera1democratici nel go;erno della Renania-We$tfalia, la CDU ha individuato il punto di minore resistenza nella Baviera, grazie al concorso di circostanze..- pa~colarmente favorevoli. Anzitutto il fatto che la potente federazione democratico-cristiana bavare– se, quella tanto per intenderci che fa capo al ministro della difesa Strauss. sta facendo forti pressioni su Ade– nauer per rafforzare la sua rappresentanza in seno al governo federale, era una buona ragione per darle un contentino in sede locale onde arginarne le pretese sul piano na,zionale. In secondo luogo Ja strepitosa vittoria elettorale deJla federazione bavarese, che rispetto al 1953 ha aumentato del dieci per cento i suoi voti, arrivando al 57,2 per cento dei suffragi, ha provocato non poco sgomento nei partiti 'minori della coa)lzione presieduta dal socialdemocratico Hoegner, i quali hanno ritenuto più opportuno voltare le spalle ai vinti e puntare invece sul cavallo vincente. Così infatti è avvenuto e il ritiro dal governo prima del partito bavarese, letteralmente decimato dalle ele– zioni (dal 13,2 per cento dei voti raccolti nelle elezioni regionali del 1954 esso è caduto ora al 3,2 per cento), e poi dei rifugiati, ha posto Hoegner in minoranza cer stringendolo a dimettersi. E' finita in tal modo l'esisten– za alquanto fortunosa della coalizione quadripartita tra SPD, liberaldemocratici, bavaresi e rifugiat·i, sorta nel dicembre del 1954, allorchè, pur essendo risultata il par– tito più forte nelle elezioni regionali, la CDU bavarese riuscì a farsi porre in minora·nza · dall'unione di tutti gli altri partiti per la sua intran~igenza clericale nelle que– stioni scolastiche e culturali. Allora la defenestrazione dal governo di Monaco della CDU era stato un,, grave scacco per Adenauer, che si è preso adesso la rivincita. Ma per l'ironia della sorte il partito bavarese, che dando i1 colp.o di grazia a Hoegner sperava di rimanere aggrap– pato al potere con la compiacenza della CDU, è risultato escluso anche dalla nuova compagine ministeriale pre– sieduta dal leader della CDU bavarese Seidel, che ha formato il governo con i rifugiati e i liberaldemocratici. Scissi tra di loro da ambizioni personali e da posizioni da difendere, i dirigenti del partito bavarese finiranno per seguire probabilmente la sorte di tutti gli altri par– titini sorti e dissoltisi in questi ultimi anni in Germania, ossia finiranno per trovare la loro pace nelle braccia ac– coglienti della CDU, che non rifiuta ospitalità a nessuno. Cosi •è stato per gli scissionisti dei rifugiati, lo stesso per una parte degli scissionisti liberali ed ora altrettanto sta avvenendo anche per i superstiti del partito bavarese. Indubbiamente la semplificazione delJa scena politica di Bonn continua. Ma continua altresì il processo di espansione e di penetrazione della CDU che si impa– .dronisce di tutte le posizioni-chiave della vita nazionale, nella quale assume un peso sempre maggiore anche la fede.razione bavarese, che costituisce una delle frazioni più reazionarie e clericali del partito di Adenauer. MARTIN FISCHER 5 PlUGIONl NEU?AiUEIUCA LA'l'INA . LAVISIT CONIUGA L ' ISOLA di Pinos, a sud di Cuba, è la sede di una prigione a cui i diversi dittatori del paese hanno dato· una sinistra rinomanza. Attualmente un nu– mero considerevole di detenuti politici vivono nel pe– nitenziario dell'isola di Pinos. I detenuti di Santiago e dell'Havana hanno fatto u~o sciopero della fame, reclamando il m'iglioramento del regime carcerario dei loro compagni di Pinos. Essi hanno vinto la causa. Il direttore della prigione di Pinos è stato cambiato. E il nuovo direttore ha di recente accordato a-i detenuti politici il diritto di ·ricevere le loro donne e i loro familiari, in privato, all'interno della prigione. E' un importante passo in avanti. Gli avvocati cubani sperano che il successo dell'esperimento di Pinos per– suaderà il governo ad accordare un diritto simile ai de– tenuti per reati comuni. Cuba sarà anche il secondo pae– se, nell'America latina - e credo nel mondo - ad avere un sistema di « visite coniugali)) nelle prigioni. La p_rio– rità spetta al Messico. Ho avuto occasione, come giornalista, di veder fun– zionare il sistema delle visite coniugali nel Messico. Come inviato speciale, ho conosciuto anche le prigioni di Spa– gna e di Francia, dove l'isolamento del detenuto nei con– fronti della sua famiglia è severissimo. Ho letto poi nei giornali frequenti notizie di 'ribellioni nelle prigioni de– gli Stati Uniti - che figurano tra le più severe del mon– do -, dell'Australia e di altri paesi dove non esiste pos– sibilità di visita coniugale. Penso che sarebbe interessante confrontare i risul– tati diversi che l'esistenza o la mancanza di questo si– stema danno nella rieducazione sociale del detenuto e nel mantenimerÌto della disciplina. Posso dire che dal giorno in cui la visita coniugale è stata concessa nel l\1essico, ossia da più di venti anni, non una sola ribel– lione è scoppiata nelle prigioni messicane; e che la di– sciplina è stata nello stesso tempo rafforzata e uma– nizzata. Sembra che vi sia nell'Europa occidentale e negli St.ati Uniti un risveglio dell'interesse dell'opinione pub– blica a favore dell'abolizione della pena di morte. I re– centi saggi di Albert Camus, ad esempio, lo provano. lVIa molto spesso, nel1e circostanze attuali, la commuta– zione della pena di morte nel carcere a vita equivale a sostituire una tortura rapida con una tortura lenta, di un raffinato sadismo. Il regime penitenziario francese, com'è noto, ha un carattere talmente barbaro e feroce che sembra impossibile - a chi l'ha « gustato >) perser nalmente - che non vi sia una campagna costante per la sua riforma e la sua umanizzazione. . La stessa cosa si potrebbe dire, senza dubbio, del re– gime penitenziario americano, e di quello di altri paesi che non hanno la pena di morte, ma che fanno dei dete– nuti degli autentici cadaveri viventi. L'esperienza messicana e fra breve, certamente, la esperienza cubana potranno essere di grande utilità quando ci si deciderà ad affrontare seriamente ·1a ri– forma del regime carcerario. Nel Messico, da più di venti anni, il detenuto ha il diritto, prima e dopo la sua condanna, di ricevere rego– larmente nella cella la visita dei propri familiari. Il prer blema sessuale, che costituisce uno degli aspetti fonda– mentali della vita del detenuto, è così superato. Con ciò sparisce uno dei motivi profondi di esasperazione, che porta spesso alla ribellione e che pressochè sempre fa delle prigioni il covo di ogni sorta di anomalie· sessuali. Come è possibile in questo caso una rieducazione so– ciale del detenuto? La visita coniugale non ha soltanto un valore parti– colare per quella famiglia. ma anche un interes·se sociale, nella misura in cui aiuta a creare le condizioni indi– spensabili grazie alle quali la prigione cessa di essere un luogo di pena e diviene invece un luogo di correzio– ne e di effettiva rieducazione. Evidentemente, le condizioni materiali sono sempre in ritardo sui progressi accolti dalla legge. Spesso, l'in– sufficienza delle prig:oni, i fabbricati troppo vecchi, ren– dono difficile la visita coniugale. Ma il principio è acqui– sito, e con esso tutta una concezione più umana e più efficace di quello che deve essere il compito della pri– gione. Posso dire che nel Messico la percentuale dei dete– nuti che rientra in prigione una seconda o una terza volta è inferiore a quella dei paesi europei e degli Stati Uniti. E ciò, nonostante la maggiore miseria che- esiste nel Mes– sico, l'elevatissimo ,grado di analfabetismo e il dispr~zzo della morte e della sofferenza che caratterizza il messi– cano degli strati popolari. « Non è soltanto la que"'itione sessuale » mi ha detto un esperto del penitenziario del Messico. « E' il mantenimento delle relazioni familiari per tutto il lungo periodo di permanenza in prigione che aiuta fortemente a fare del detenuto un nuovo elemento sociale)). VICTOR ALBA
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