Nuova Repubblica - anno V - n. 42 - 20 ottobre 1957

(185) nuova repubblica 3 CATTOLICI E LA ICI ILCENTRISMO NELLA TRADIZIONE TALIAN Un dato condizionante della prospettiva politica italiana è costituilo dalla ·scelta che opereranno le nuove leve cattoliche. Scegliere, da una parte della sinislm, la collaborazione con la DC di Fanfani significa distruggere quel polo ideale d'attrazione che per non pochi callolici è costituito dall'alternativa laica e democ,·alica all'integralismo fanfa• uiano. Per la " sinistt·a,, • se non si vuol cadere, o ricadere, nei vecchi erroi·i • e' è solo la via dcli' opposizione di ANTONIO LETTIERI H I L -CENTRISMO degli ultimi dieci ann-i non è stato che una riedizione adeguata ai tempi del « trasfor– mismo», cioè del vecchio tipo di centrismo. Un tra– sformismo coperto, perché erano in gioco partiti che avevano conservato formalmente la propria individualità per incontrarsi sulla piattaforma della difesa, poi di– ventata mitica, della conquista democ'ratica, ma Ìl.on di meno trasformismo. Chi si trova a rifare la storia di questo decennio, potrà dire che al di là di ciò che ideologicamente il PSDI volesse rappresentare nella lotta politica, esso è stato Io strumento, cOnsapevole o no, del rafforzamento delle istituzioni democratiche minacciate. Considerazione che ci riporta alla concezione di una superiore classe poli– tica dirigente, che comprende il conservatore e il pro– gressista, il laico e il clericale. La verità è invece che i partiti minori della coalizione centrista o degasperiana hanno logorato il proprio patrimonio ideale e la propria funzione politica, contribuendo così alla decadenza del, sistema democratico-parlamentare. Non è. chi non veda le conseguenze: nonostante esi– sta un partito socialdemocratico, tutta l'attività e la critica politica dei tempi più recenti è volta alla qualifi– cazione democratica (giudicata in atto, vicina, remota o pressoché impossibile, in dipendenza dei diversi punti di vista) del PSI. Ecco la più chiara testimonianza del fallimento dell'esperienza del PSDI, ideologicamente e politicamente disgregato dalla politica di « coalizione democratica». E, parallelamente, se oggi è molto difficile che possa avere conforto di opinione pubblica e- successo elettorale un partito Che intendesse condurre una grande battaglia laica, la ragione è anche questa: che, per i" soliti dieci anni, i laici si sono lasciati intrappolare ·nella politica di difesa delle istituzioni, piuttosto che battersi per la laicizzazione di una democrazia che aveva il vizio di origine di basarsi su un partito di maggioranza di tipo confessionale. Orf"0ai a quei «laici» non si dà più cre– dito o se· ne dà molto poco. E laici e s0:cialdemocratici, alla stregua del partito monarchico-popolare, costitui– scono le pedine della sc~cchiera parlamentare italiana in cui attualmente si muove, solitaria regina, la DC di Fanfani. L' irìsegnamento di Gobetti ·è andato purtroppo perduto. La scissione,· anzi la contraddizione, tra quello che un dirigente politico .dice in quànto rappresentante di un partito e "quello ·che dice in quanto uomo di governo, è diventato un costume che •a trovato persino la sua teorizzazione: come uomo di ·partito ~·aI)presenterebbe in– teressi particolari, come uomo di governo diventa tutore degli interessi generali dello Stato. M·a i partiti in senso moderno e democratico noii possono ri~unciare ~ila rap– presentanza di quegli. interessi ·generali; i partiti sì dif– ferenziano per le ideologie che li animano e per gli f;tru– menti concreti di governo èhe propongono.· L'Italia è schiava di una tradizione corporativistica che si riflette in ogni occasione della ·sua vita .Politica. E il centrismo conserva e coltiva queste stigmate antidemocratiche de1la vita italiana. Svolgendosi la concreta direzione politica al di s0pra dei partiti 1 essi divengono- oÌ-gani fittizi e pletorici deJ re– gime democratico; e la democrazia è sempre meno la risultante dè1 confronto permanente di tutti i partiti, e sempre più, viceversa, tende ad identificarsi con la classe po1itica dominante e perciò coÌ partito di maggioranza, che ne è il perno. La riprova la si ha nel· fatto che ogni qualvolta i par– titi ritornano all'agone politico con atteggiamenti auto– nomi o di rottura dello schema tradiziona1e· 1 l'a':'"veni– mento viene désci:-itto come un deteriore fenomeno di partitocrazia, inabituati ormai, cbme siamo, alla funzione dei· partiti· nella lotta democratica. La politica :<centrista)" di questi dieci anni si rivela sempre più fo;mula inadatta e, anzi, contraria al pro--– gresso istituzionale e funzionale della democrazia; e poiché questo è· Ù grande problema irrisolto del nostro paese, rimasto alle soglie dello stato democratico m!?– derno, la prima battaglia da farsi è alla concezione cen– trista, al mito delle classi politiche dirigenti al di sopra dei partiti, alla tendenza dei partiti a lasciarsi assor– bire dalle classi politiche dominanti; e il primo obbfottivo da persegùire è evidentemente l'articolazione e demo– 'cratizzazione della_ lotta pOlitica, che ha il suo presup– posto nelle intransigenti convinzionj ideali e politiche, che non possono tollerare in alcun modo il compromesso elevato a regime. La funzione <lella sinistra. Che fare, dunque? Quale il compito dei partiti laici e democratici? Quale la funzione della sinistra italiana? L'alternativa non è, dopo tutto, tra riforme e rivo– luzione, tra laicis~o e democrazia. sociale. Il valore de– gli obbiettivi politici si misura concretamente su quello delle classi dirigenti che se li propongono. E, in Italia, manca ancora _la misura politica dell'autonomia e della capacità delle opposiziòni: di quelle stesse che si pl'o– clamano depositarie di ideologie rivoluzionarie, rifor-. miste, laiche. La misura concreta della loro forma ege– monica è mancata perchè non si è svolta una lotta politica democratica. In sostanza non abbiamo mai avuto un'op– posizione di partiti dialetticamente inseriti nelle istitu– zioni democratiche, perchè 1:ispetto alla DC partito do– minante, una parte della virt-uale opposizione - quella laica e riformistica - ha tenuto la coda; un'altra - quel– la sociaffi5-ta e comunista - è stata politicamente. ostra– cizzata. Le battaglie politiche sono state poste in termini di democrazia e ...di antidemocrazia; questa fase primor– diale aspetta di essere. superata perché la lotta si svolga all'interno della democrazia. Verso questo superamento noi abbiamo fatto di recente qualche progresso. Oggi tutta la responsabilità del governo è della DC, mentre al ai fuori esiste una opposizione che rappresenta, nelle sue articolazioni storiche; esigenze di laicismo, di de– mocrazia sociale e politica. Ut{a opposizione che con– diziona di fatto il goVerno, anche quando questo può contare su maggioranze assolute di destra. Sono · i pro– dromi di un chiarimento ideale e politico nella vita pubblica italiana. Di fatto a] paese noQ si propone più ùna sola forza-guida, rispetto alla quale tutte le altre sono subalternate, e alla· ricerca df un compromesso; bensì una forza dt governo e una di opposizione, che rappresenta un termine di scelta, poiché si presenta li– bera da legami di governo, e virtualmente capace di of– frire una sua alternativa. D'altra parte !"offrire una « alternativa politica» non significa una immediata al– ternativa sul piano parlamentare: questa può essere la conseguenza logica ma ri.on contemporanea di. quella. S~lo un'opposizione· ·che sia consapevole della sua capacità di direzione pòlitica può seriamente propon:i il problema di- un programma più <?meno laico, più o menq riformista e rivoluzionario. Queste stesse aspirazioni sono rimaste velleità per tutte le sinistre italiane, dal Risorgimento ad oggi; propriò perché la loro povertà ideologica e le condizioni- storiche obiettive le hanno mantenute in rap– porto di subalternanza rispetto alla classe dominante, rispetto al « céntro », sémpre: quando furono all'opposi– zione, quando furono al- gove.rno e quando si mantennero in bilico fra quella e questo. Intendiamoci, non sono le coalizioni in quanto tali che ci spaventano. Il giudizio e la critica si esercitano sui rapporto interno ad esse. I « Fronti popolari » sono coalizioni, ma il dominio è sempre di un sol partito; il centrismo italiano di que– sto decennio si è -incarnato ii:i una « coalizione demo– cratica », ma, come si è visto, anche in essa dominava– un sol partito. Ma qual'è il tipo di. coalizione che si prospetta in Italia tra +:centro» e «sinistra»? Poichè ogni collaborazione è stata sinora . un cedi• mento· al <<centro», vale a dire, per la storia recente,· alla DC, poichè - in termini pratici - se uno dei partiti è così forte da non essere ·1a sua politica legata alle sorti aena coalizione, questa maschera una sostan .. ziale condizione di vassallaggio e di sottogoverno: una coalizione tra DC e un qualsiasi altro partito di sinistra non costituirebbe l'ulteriore verifica di quanto si è detto? non implicherebbe ancora una volta la preva– lenza netta della prima e la decapitazione del secondo? Si tratterebbe, comunque, dì un nuovo « centrismo » 1 che è tale solo quando è in gioco l'esercizio del governo, con l'opposizione smembrata; alla reale lotta politica, succederebbe ancora la stasi, e in questa la democrazia si risolve, e si svilisce, come ormai sappiamo, nel p·artito di maggioranza. E' certo. che un dato condizionante della prospet– tiva po.litica italiana è costituito dalla scelta che opere– ranno le nuove leve cattoliche. Scegliere, da una parte della sinistra,. la collaborazione con la DC di Fanfani, cioè con una certa parte di cattolici (anche se la pre-– ponderante), significa distruigere quel polo ideale d'at– trazione che P.er essi è costituito dall'opposizione ·laica e democratièa· all'integralismo democristiano; favorire il tentativo dell'unità politica dei cattolici, che ogni cle– ricale persegue; rendere statica la prospettiva politica dei cattolici italiani, suffragando la DC. La « sinistra » se non vuol cadere - o ricadere - in questi errori, non può che scegliere l'opposizione. Se la « sinistra » di oggi non avrà questa consape– volezza ed intransigenza - l'intransig'enza dei Gobetti, Rosselli, Salvemini, Gramsci ... -, seguirà la tradizione di tutte le sinistre italiane; e il «centrismo» sarà an– cora l'unica soluzione politica possibile.- Sentiremo al– lora ronorevole Fanfani ripetere con maggiore solen~ nità: «·11 fallimento altrui dà un'attrattiva n:iaggiore alle prospettive aperte dal nostro Pensiero lt. (Discorso del 19 agosto à Sella Valsugana). In auto e in treno in aereo e in albergo sulle ginocchia, sul tavolo d'un bar, esatta e leggera scriverà la vostra corrispondenza gli appunti di· viaggio i ricordi delle vacanze. . I Olivetti Lettera 22 I I I ------- ----- - ......... ' ' ' ,, ' ' \ \ I I I I I I I I I , I modello LL lire 42.000 + u1.c. Nei negozi Olivetti ed In quelll di macchine pel" uffk:io, elett .... domestici e e.rtolerle. ·

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