Nuova Repubblica - anno V - n. 37 - 15 settembre 1957

6 1180) nuo,va repub~Jic• UN l,IBHO DI SILVIO LEONAitUI una funzione di guida nel prog1·esso tecnico stesso, la– scia-ndo il meno possibile 'all'iniziativa. della classe av• vetsa.ria. Solo il rifiuto consapevole del tecn-ic·ismo apo– litico e del volontaris-nio poUt-ic-ista - che sono il rifor– mismo e il massimalismo del tempo d'oggi - potrà \ consentire questa prospettiva. Il sindacato non può muo– versi senza prospettive politiche, ma non deve neanche paralizzarsi con una prospettiva assurda, impossibile per- TECNICA E LAVORO .. chè priva di contenuto reale e destinata a portare i la– voratori divisi e disannati davanti al padrone: oggi la posta in giuoco. è la conquista di una posizione ege– monica. a.ll 'interno della società attuale, per- la sua tra– sformazione con mezzi e metodi democra,tici. di FRANCO FESTl conseguenze economico-sociali • Il «: nnovo > di oggi costituirà la norma. di domani. Per inta.nto, può acca– dere anche che i nuovi metodi di org8'nizzazione si in– troducano, almeno par,dalmente, dove non sono ancor~ arrivati i nuovi strumenti di lavoro. Si parla. spesso d1 « seconda rivoluzione industriale», senza tener pres~n– te che. con la prima «rivoluzione», non solo cambia– rono I~ forze produttive, ma. furono radicalmente tra– sfonnati anche i rapporti di produzione (di proprietà), con la liquidazione dei residui feudali da parte del ca. pitalisrno. Oggi, tutti riconoscono l'in~luttabi~ità ~i una. trasformazione dei rapporti di prodnz10ne esistenti; sol– ·tanto il modo è controverso. Non si tratta, come vor– rebbero i «tecnicisti», di un conflitto tra rapporti di produ,,.,ione e mezzi dì ];tvoro, sì bene trn uomini che detengono un determinato potere nei rapporti di prn– duzione e altri uomini che non lo detengono: questo qon– flittO è la. lotta di cfos.'Je, che si sviluppa.. in forme e modi assai diversi a seconda cli condizioni che riguardano in ugual misura l'evoltw,ione dei rapporti di proprietà e dei mezzi di lavoro, come gli nomini che lavornno e che .-icel'cano · migliori condi:-.ioni di vita. Crescente importanza del lavoro non manuale - L'uorno viene affrancato dallo sforzo fisico per produrre, inentr-e gli viene imposto di assumern un comporla.men– ti:, più -ra.zion.ale verso la produzione. L'aumento delle m:1nsioni irnpiegtlt,izie rispetto a quelle operaie e la di– minu:1,ione relati'(1a degli addetti alla produzione rnate– rilìLle .,mie1di8cono la trndizionale opinione che i fovo1·a– tori r,u11,uuli siano in m,agoioranza tra la popolazioljle oc– cupa.la: es8i sono soltanto il grllppo relativamente omo– geneo più 11umel'Oso. 1 lavoratori ,che svolgono funzioni -' più o meno ·elevale·_ di nabll'a intellettuale (sono ormai più <lel 25%) utilizzano anche loro mezzi di pro– du-t.ione di prnpr·ietà altrui: l'o1·gani:;;za.zione commer– ci :1.le ne assorbe quasi la metà, mentt·e i servizi tecnici e a,nminishativi si dividono il resto. Sviluppo dell'organizzazione interna - Es8a: condiziona shetLa1nente i vantaggi della parcelliz,r,;,1z_ione del lavoro. Dj qui la cornp!'es8ità delle funzioni del « sen 1 jzio pe1·so– na"le », della prepan,Y.ione delle ope1·a:-.ioni, della pro– gnunrna:;;ione. Sviluppo dell'organizzazione verso l'esterno - Il primo espe1·in1ento è di lford (iniz'io del secolo). Del'iva da.i p1•o·gn,m11,i di prodnzione predetenninati, che necessita– ne, di uno sme1·cio bene organiz7-ato (rete esterna di v~ndila, 1;ubblicità e ~b1di sul mercttto). Le gl'andi azien– de· non accettano più 1·ambiente esterno così com'è, ma se lo « g,:ii-antiscono » corne occorre loro che sia. Nuovi metodi di organizzazione - I problemi dfrezio– nii".li e. ..;1•0110ormai dil.lle possibiliUl di decisione e dal «fiuto» dell'individuo; essi compodano una nuova ca– tegori~ cli conoscenze t_ecniche almeno ttrnto complessa come quella che occon·e per far funzionaJ'e i mezzi di lavorn. I"! nwnero degli intellettuali addetti allo « deci– sioni » ( pl'ogrammazione matematica) aumenta rapida. mente, e in questo caso non si t"ratta. neppure di « tec– niche», ma di nuove capacità opei·ative dell'uomo, che app1:irlengono a individui in posizione analoga a quella degli operai ve·rso i rcapporti di propl'ietà. Essi sono j primi a constata.re la. non conispondenza tra for:-.e pro– duttive e rapporti di produzione. Jntelleltnali legati alla prodn;,;ione ce n'erano ti.nche piima, ma si trovavano soltanto in po.-;i;,;ioni gennchiche, ed ernno necess.inituncnte d~lla pa!'tc della classe do– nrin1:1.nte. Se Lenin sccHgeva in Taylor l'esempio tipico della ~ottornissione gernrchica richiesta. dal capitalisrno, oggi è vero il conlrario: l 'organiz.za ;,;ione tende al tipo f,tm.?·ionule, alla confl11enza, e non alla sottomissione, di diverse volont;1. Nes.,un radicale cmnbi.amento della so– cietà avrà luogo .'Jen.z(i la pa·rlecipa.zione attiva delle nuove cnleqorie d·i lavo1·olori non operai, divenuti atto1·ì e for:-.1.1 motl'ice premente per -lo sviluppo produtti,·o. Trasformazioni e nuove tendenze net sistema capita. Hstioo - B' pacifica l'esistenza di nuove tèndenze e nuove forme nel capitalismo: se ne di~cule il modo, il signifieflto e la pi-ofondibì. Le OSiservazioni dei Berle, Oalbniith e Stràchey ijOno molto importanti, anche se non intaccano Ja distinzione tra chi utiliz:-.a i HIC'/.'l',idi produzione e chi li possiede e li controlla. La dift'.u– sìone dell'azionariato ha spostato il peso del pote1·e dalla proprietà-conhollo a.I controllo con poca pt·op1·ietà: l'intervento pubblico in economia ha c,·eato enti che vengono r,estiti con crdet·i ident-ici a q11elli vriva.ti ; l'ac– cettazione dei nuovi venuti nei « g1·uppi di. potere» è cond.izionat::i alla assimilazione dei princìpi e metodi del 'gruppo, il che non riguarda neanche, bene inteso. il semplice passaggio da lavoro manuale a lavoro int'el– Jettuale, dove l'a.lienazione (non-potere sui mez-zi di la.– voro usati) resta. immutata. Solo di fronte a una visione in/ar,t ·i.le delta loltll 'di classe, legata ai luoghi comuni del lavoro come c.'jclu– sivarnento 1:nanuale e &:ubaltemo, dell'impove1·imento as– soluto della classe 13vor ·a.tt· ico e dell'insensibilità paclrn– nale -a.I progresso te0nico e alle condizioni dei lavoratori, i cambiamer,ti del cavitalùnno possono ris1tlta1·e riaol«t-itJi. Le cc relazioni umane>> • La reale soluzlone del pro– blema dell'integrazione tra g'.li uomini di una stessa azienda dipende d8l grado •ai correlazione tra integra– zione a.ziendale e partecipazione del lavoratore alle deci• sioni. Lo sviluppo dei mezzi dì -.lavoro pone il problema con la l'azionalizzazione ta.yloriana, ma offre anche Je condizioni ·obiettive per risolvel'lo col superame,)to della distinzione tra lavoro direttivo ed esecutivo, pi-oprio della Hl fase. I rapporti di, prnp1·ietà. non permettono di affronta!'e il problema in questi terrnini, anzi tendono a istituzionaliz ;za.re la .distinzione tra.. lavoro esecutivo e lavoro direttivo: di qui l'insieme di princìpì teorici e di metodi con cui si cerca dì superare questa con– traddizione senza esser costi-etti a intaccare il sistema. Contr.ibuiseono a pone il problema i noÌ~voli progressi della. cultura popolare e della democrazia pòlitica, con fo)'ti contrasti fra il lavoro parcellare e la frfesponsa– bilità richiesti all'interno della fabbrica e l'unitarietà di giudizio e la 1·esponsabilità che occorrono, ad esempio, peL· il voto politico. Le « relazioni umane» e le varie forme di aziendalismo tendono a scomparire_ negli stadi pili avanzati della Hl faM (automazione), quando il lavoro si ricompone in senso unitario e r.;isponsabile, con incidenza alrneno par'l',i11le da piu-te di tutti nelle de- ci&:ioni. Le e< relazioni pubbliche )J - In alcuni casi &:i tende adclir·iÙura a considerar·e i clienti come par·te dell'azienda: comnnqne l'integrazione nell'ambiente esle1-r10 è fenomeno· specifico, a.I giorno d'oggi, di qualsiasi istituzione anche non aziendale. Anche qui si cerna di soddisfare le esi– genze che derivano dalla prnsenza. nel COl'po sociale sal– vando quel principio dell'accenhamento di potere che è fortemente in contrasto col carnttere sociale della pro– duzione. L'ideologia del « sistema di libera concorrenza» è largamente propagand«ta, proprio quando non si è più disposti ad accettare il libero giuoco di forze e di in– teressi neppure nella [oi-mazione della opinione pubblica. La. parte piì:1 irnpodante non è la réclanie - ·che offre un pi-odotto - ma quel complesso procedimento diretto a suscita.re fo benevolenZ(, del pubblico verso l'azienda, mediante una valutazione positiva del ruolo da essa giuo– cato -~J.o sviluppo del progresso tecnico e della p.ro – sperità socia.le. In ciò sono impliciti profondi cambia– menti della sOcietà futurn. Conclusioni • E' necess,nia. una. trasformazione dei rapJ)Or·ti di produzione esistenti nei pResi capitalistici, perchè essi non conispondono ai nuovi caratteri delle forze produttive che si sono sviluppate nel capitalismo stesso._Ma le fol'ze urnane che spingono in questo senso possono l'aggiungere il loro fine solo svih1.ppando le con– t-ra.dd ·izioni esistent,1'., premendo per un continuo e rapido prngresso. E' ancora valida l'affermazione· di Marx che « una formazione sociale non p~iSce prima che non siano sviluppate tutto Jè forze produttive per le quali essa è ancora sufficiente», Oggi, per potei· essere « integrnto » nell'insieme azien– dale - come è necessario a causa dei nuovi mez~i di lavoro - il lavoratore deve esser reso pintecipe delle decisioni che rigua1·dano l'azienda, mentre lo stesso pro– cesso di. ·decisione viene sempre più esteso e « razio– nfl.lizzato » e una pian.ificazione economica si impone:_ questi sono i gerrni essenziali della. futu1·a società so– cialista. Sitiwzione • ovposta a quelfo verificatasi nel.– l'URSS, dove, peL' J'al'l'etrato sviluppo delle fo,·ze pro– duttive, lo sforzo per arnministrare 1·azionalmente l'eco– nornia. nazionale è segnito alla presa. del potere politico da parte di un gn1ppo. a.vam:ato della clc'lsse operni1-1. Una. gt·acl1rn!e transi,-,ione si rivelò impossibile, per la completa disgregazione delle stnitture preesistenti, e b. pianificazione doveHe ~ecP,ssa1·.iarnente vrocedere dall'alto, perchè fo applicata a unità economiche prive di mezzi cli integt·azione, di autocontro!lo e di autoconezione. La. mecc~rnizzazione industl"iale non è più soltanto un fenomeno di fabhi·ica, rna. investe aspetti e istituzioni cli tntto il coi-po sociale, dall'inten·ento statale in eco– nornia. alle autono1nie locali, dal siSterna scolastico a fjuello fiscale. L'adattarnento dell'uo1110 al processo pro– duttivo « ohiettivament-e » considerato toglie ogni va. lorn alla difesa sindacale t1:Rdizion8le, basata sulla q11a– li6ca e sul cottimo indi,·iduale, ma COi;tituisce la pre– messa percliè i b1vornto1·i t·iw•nclichino la trattativa su tutti gli wspetti" del lavoro (01·ganici, tempi, metodi, ecc.), rivendicazione che 1·ncide inevitahilmenle snl vroceMo di deci.~ione cii dive·r8i liveLii az-iendali: la macchina auto– matica, poi, getta un ponte tm lavOl'o esecutivo e fovoro direttiVo. Anche !e r·ivendica!l:"ioni di contrattare i « premi di prndnzione », cli collabor-are alla protezione antinfor– tuni, di ave1·e assicurata una stabile occupazione, provo– cano tutte una più approfondita conoscenza della realt.ù te..cnico-org,rnizzativa dell'azienda. e spingono l'azienda. a integrarsi sernpre ~li pit"1 col mercato. Nella sua fase più avan:-.ata di sviluppo -il capitalismo crea Je condizioni pe,·chè sor-ga110 for-n1e di ùemoc:..rnzia dìreUa (consigli). 1 lavorntori non devono limitar·si a. « non esserD contro il prog1·esso tecnico», corno si rinunzia a Op[>Or.si a qualcosa dl ineluttabile, ma debbono prtnta.re verso * * * Da un rapido esame di quanto è stato 1·iassunto, ,1·isulta. evidente come il Leonardi si collochi in mezzo alla crisi comunista e al « revisionismo :. che ne è co.n– seguito, mantenendo un& impronta. e un orienta.mento assolutamente originali. La rottura con la linea politica ufficiale del suo pa.rtito è troppo evidente in diversi as– sunti - il <massimalista-prete>, la. < concezione infa.n• tile della. lotta. dì classe>, la valutazione della rivolu– zione d'ottobre - perchè sia necessario tornarci sopra. I>erò il 1..eonardi non segue nè il filone strettamente «politico» del revisionismo com uri i sta, nè quello vaga- mente « cult.urale >, e in definitiva non ha torto: l'uno è troppo spesso po1tato a conservare J'abito mentale setta.l'io e massima-lista, con la connessa diffidenza verso tutto e tutti e la stretta chiusura ideologica, l'altl'o tende ad abnsare del termine «scientifico» e a por– tarsi verso la dissertazione astratta dei < primi prin– cìpi », quasi sfnggendo ogni tentativo di verifica nella. realtà dell'att1rnle schieramento di forze. · Nella sostanziale 1mità del. conoscete e del faOre, la vocazione «politica» si giustifica soltanto con l'impegno e la presenza non-manichea nel contesto delle forze po– litiche così come sono, qnella «scientifica.» con l'appli– cazione dii-etta. e concreta a un ·aspetto della. realtà. Se il Leonardi pare più «scientifico» che «politico:., di– mostra pe,·ò di saperne trarre immediahmente qualcosa di valido e di sostan'l',ioso. Da questo ricono:-:cimento, unito al 1·ilievo di uno stile limpidissimo e di rara efficacia dicfatt.ica, si deve concludere che il movimento operaio e il socialismo hanno b.isogno delresperienza. e della volont.\ di uomini come Silvio Leonal'di e che Pro(ll'esso tecnico e rappm-ti di lavoro dovrebbe circolare nelle manj del maggior nu– mero possibile di sindl'lcalisti; e di ,nilitanti socialisti. SLOG4N BUGUltDO (contfouaz. d.a pag. 5) cato della vita umati.a. Molti dei suffragi di questi mal– contenti andranno certam~nte alla SPD. Forse .anche gli ultimi tentativi compiuti da Adenauer e dalla Chiesa cattolica per scardinare il sindacato unitario provocando la defezione dei lavoratori cattolici potrebbero ritorcersi a favore di un consolidamento della SPD, ma è signifi– cativo, da una parte dei suoi orientamenti e della con• sapevolezza dei suoi limiti e dall'altra .anche della sua rassegnazione·, il fatto stesso che la socialdemocrazia per scalzare Adenauer dal governo conti in fondo più Su un progresso dei liberaldemocratici che su1le sue proprie forze. Ma le speranze sulla possibilità di trovare un va– lido alleato nella FDP sono decisamente mal riposte. E' vero che la FDP è partita lancia in testa contro la politica estera della GDU, con la chiara ambizione di fare da « terza forza » tra i due grandi, e che il suo pre. sidente Maier ha attaccato le tendenze autoritarie e ca– poralesche di Adenauer con Una virulenza sconosciuta agli stessi socialdemocratici. Ma tutto questo ancora non vuol dire che la FDP resisterà alla tentazione dì un compromesso vantaggioso. Non solo non sappiamo ancora quale delle due correnti, quella reazionaria o ·quello libe– rale, finirà per avere il sopravvento in seno al partito, che continua a dibattersi in non pochi equivoci pur d0po la defezione alla sua destra dei vari Bli.icher e Preusker, ma sussiste pure il fondato sospetto che in definitiva la solidarietà di classe tra la FDP, partilo di industriali, dì banchieri e di professionisti, e la CDU sarà più forte di qualsiasi divisione e che, posti nell'alternativa di :;ce– gliere tra l'alleanza con Adenauer e quella con la SPD, i liberaldemocratici sceglieranno senza esitazione la CDU, alla quale si accontenteranno di estorcere qualcl)e solida posizione ministeriale. Vorremmo sbagliare. ma franca– mente non crediamo sul serio alla· possibilità di una coa– lizione tra Maier e Ollenhauer, a meno che non si veri• ficasse un terremoto tale da portare la SPD al primo posto. Eventualità, questa, esclusa dagli stessi soc'ialde– mocratici, il cui sforzo consiste nel raccorciare la distanza che li separa dalla CDU. ., Nonostante quindi tutti gli elementi negativi che dan– no poco adito alla speranza di una grande vittoria social– democratica e di conseguenza di un mutamento dell'équi– pe gove.rnativa di Bonn, il rovesciamento di Adenauer è più necessario che mai. E' necessario per cercare l'ac– cordo tra le due Germanie ·in vista de\J'unificazione, per mettere fine al riarmo, per volgere a fini di pace l'enor– me potenziale industriale tedesco e lo sfruttamento del– l'energia atomica, per spazzare il monopòlio conservatore e clericale dalla vita pubblica, per infrangere Jo 3tra– potere dei cartelli, per rompere la cortina soffocante di conformismo che domina la stampa e la vita culturale, per ridare ;lancio e concrete responsabilità al movimerlto operaio e al socialismo tedeschi. Per questo la giornata del 15 settembre sarà una vittoria o una sconfitta non soltanto per il popolo tedesco ma per tutto il socialismo e la sinistra europei. ~ M.\RTIN t'ISCHElt

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