Nuova Repubblica - anno V - n. 26 - 30 giugno 1957

4 ' IL PROBLEMAl)ELL'ISTRUZIONE_ PROFESSIONALE ILMULINO DELLE ILLUSIONI di N IN O ISA J A T RA I FATTORI di aumento della produttività o, jn senso più largo, dello sviluppo econornico pl'Odut– tivo cli •un paese si annovera senz'altro oggi il li– vello di pr·Ppat·a.-;ione culturale e di capacità prnfossionale delle fo.r-t.edi lavoro, Quando si riC'orda che negli USA il 15% delle forze di lavoro possiede la licenza elernenta.1·e e l'85% 1 m titolo di ~tudio superiore mentre da noi, al con– trnrio, il solo 15% clispqne cli un titolo' superiore e 1'85% o non ha titoli di studio o appena l'elementare (esattamente poco più del 10% di que11'85 ha la licenza elementare) si fa 11n raffronto eloqnentissimo. hl t11tti j paesi che si propongono di superare in uti certo tempo il proprio stato di al'l'eti·atezza economico• sociale jl Ùl'Oblc111adclrclevamento dell'ir:;trnzione generica e del suo completamento con quella ptofessionale vien po• sto in primo Piano. ln Cina, fra il '53 e il '57, sono stati ammessi alle scuQle d'istrnzione superiore più di 550 miln st11denti dei quali un buon 30.40% nelle scuole superiori indusfriali; ciò 111entre le scuole secondll!"ie prepa1·ano il matel'iale umano da. fornire a quelle superiori poi' il 2° piano quinquennale con un tota_le di più cli un milione di iscrit~i fra il '53 e il 1 57. Lo strcÙo legame fra lo stato di preparazione e di ca– paciti~ tecnico•ptofessionale e il grado e il ritmo di svi• luppo economico sociale di un paese complica il pi·oblerna della istn1zione professionale in quanto lo sposta su di un pia.no tutto diverso da' quello della scnola di fom1azio11e g enerale. Un serio progl'amma di elevamento delle capa• cità tecnico•professionali delle forze di lavoro de, 7 e inserirsi quindi (anche sotto l'aspetto finan:,;inrio) in un pili vasto piano di syiluppo econon'lico e di pieno impiego, e tener corito, nei fini e nell'inclir-izzo dell'insegnamento, dei fini gen6n\li e particolùi di questo piano. In altri termini non si affronta e non si risolv~ il problema oggi fondamentale òelPist-ruzione e dell'addestramento delle nostre forze di lavoro, senza operare· delle scelte politiche di fondo. Le societli capitalistiche dell'èra liberale lasciavano que– ste scelte all'iniziatjva del privato imprenditore confidando nelle virtù della automatica corrispondenza fra in-teresse individuale e benessere collettivo. Oggi, lo sviluppo delle tecniche produtt.ive e l'ampiezza e il carattere delle trasfor– mazioni inter\'enute in tu{ti i campi in conseguenza del– Papplicazione della scienza e della tecnica moderne, hanno turbato l)J'Ofondamente - ammesso che sia mai esistito - quell'equilibl'io spostandolo da un piano individuale a un piano collettivo. Le scelte s'ùnponaono oggi alle masse e, per esse, a. coloro ai quali in loro nonie son devoluti gli strumenti dei pubblici poteri. Credere oggi nella vecchia teoria d'una democrazia po· litica sufficente in se stessa, significa condannar·e a una -perpetua al'l'etl'atezza la nostra società accampata tutt'at– torno alle note «isole:, pz-oduttive della grande industria oligopolistica. La caoticità della attuale situazione nel nostro paese in mate.ria. d'istruzione professionale esige soprattutto, imme– diatamente, una regolamentazione Ol'ganica; · le norme }e. gislative in materia, l'isultato di ·una sede di adattamenti e di comprornessi sugg~riti o imposti dalle circostanze o dalle più varie situazioni ed esigenze, economiche, pOlitico– elettorali o finanziarie, sono completamente inadeguate. li quadro che si presenta nella realtà è quello di un insieme empirico di soluzioni disorganicamente elebol'ate eçl appli– cate, esposte al _gioco degli interessi particolari, alle flut– tuazioni del mercato e alle oscillazioni dei bilanci pubblici e privati Tutte le foJ"mttle vi trovan posto senza pel'altro che fra esse corra un qualche nesso: c'è l'insegnamento pubblico, c'è l'insegnamento privato; c'è ·Ja scuola della grande industria tipo Fiat modernamente organizzata ed attrezzata,· ma strumento di discriminazione e di p1·es– sione padronale; ci'sono « corsi liberi:. di" adclestl'8mento professionale ·gestiti da privati per conto del mjnJstero del lavoro, corsi ~be raccolgono, teoricamente, giovani dai 1-1 at 18 anni, prnticamente dai 12 ai 35 con una spesa,. dal '5_1al 1 56, di circa otto miJiardi; esistono per la q ualifica.• zione dei disoccupati cantieri di lavol'o istituti con criter.io di assistenza (e di clientela) più che di qualificazione che dal 1 47 al '56 hanno assorbito più di 34 miliardi di lire del contribuente; ci sono, ultimi, gli istituti di istruzione pr'ofessionale del ministel'O della pubblica istruzione (74 in tutta Italia con una popolazione scolastica che si ag– gira sulle 10.000 unità.) costituenti sino ad oggi il più sorio sforzo ministeriale in materia d'istruzione professionale (il Pjano Vanoni prevedeva la istituzione di 2000 scuole di q-uesto tipo). Tutte queste scuole, pubbliche e private, oltre che ai mi– nisteri o agli enti cli 1·elativa competenz·a, fan capo~. local– mente, a.i ·conso1'zi provfociali dell'i~truzione tecnica che dovrebbero: indi1·izzare, ·controllare e assistere anche fino.n– zjariamente le varie iniziative. Questi Consorzi, che do– vrebbero accogliere nei loro consigli di amministrazione i rappresentanti di tutti gli enti, pubblici e privati, inte. 1·essati allo sviluppo dell'istruzione professionale, son. retti dal dopoguerra da commissari nominati dal ministero della PI. Ad essi, recentemente, sono stati sovrapposti i « Comitati di cooL·dinarnento per l'istruzione. tecnico pro– fessionale:. cui sono demandate le funzioni dei consorzi in attesa della approvazione cli una prOposta di legge sul cui schema si clo\'rebbe riorganizzare tutto il settore. 11 pr"ogetto ( J), presentato alla Camera nel giugno sco1·so da un gruppo di deputati democristiani, si articola su quattro direttrici fondamentali: l .o) l'Alto commissariato autonomo; 2.o) il Co~1siglio nazionale; 3.o L'ispettorato; 4.o) il sistema di finanzi~mento: L'Alto commissariato avrebbe funzioni e rango di or– g;mo centrale di governo sem-:a alterare· tuttavia la già f'sistente compagine dei ministe1·i; organo eseéutivo ne sa.l'ebbe la ste,isa direziene ge~erale dell'istruzione tecnica. Ne co8tituirebbe l'ossatllr.a il Consiglio nazionale presieduto dal ministro Alto -commissario e costituito dai rappresen– tanti di tutti i contribuenti (nel più largo senso) alla fon118,1,ione professionale: i ministeri, i lavoratori, l'indu– stria, il commèrcip, l'agricoltu1·a, l'artigianato, In scuola sta. t8le e non statale, i tecnici, con criterio strettamente col– legiale. L'Ji-;petto1·ato avrebbe il cornpitO di assicurare e ga,·anlir0 la più stretta conisponde)Jza fra'. l'organo cen• tr·ale, i consorzi pr·ovinciafi' oppol'tu·namente riorganizzati, gli istituti professi·onali, le scuole· e i: corsi con largo or– .ganico comprendente ispelto1·i di . vai·i rninistei-i, presidi, insegr1Hnti, tecnici ed .esperti sia. statali che non sta.tali. Tn or·cline ai finan,,;iamenti il compito dello Stato sarebbe duplice: in primo luogo accura"tamente coace1·vare tutti, senza eccezione, i fonçli Stanziali nel bilancio genetale o p1·evikti da· leggi specifiche per gli scopi dell'istr:uzione pro– fessionale; in secondo l11ogo.svolgeré la ipiù ampia azionè per « invitare o stimolitl'e » il « libel'O afflusso) di" co,itri~ buti nnnui, ordinari e straordina1·i, da parte degli enti non statali e dei privati che abbiano comunque interesse al fatto educativo professionale offrendo loro a1npie garanzie di contl'Ollo. In questo senso l'art. 9 del l)ro,ietto prevede la formazione in seno all'Alto commissariato di una vera e prop1·ia cassa nazionale amministrata indistinta.mente da tutti i suoi contribuenti. Lo schema cosi com'è, per la inadeguatezza del sistema di finanziamento· e Pèccessivo accentramento di funzioni indipendentemente 'dalla totale assenza. di riferimento a un piano di .sviluppo economico e di pieno impiego, pre– senta dei sei-i pericoli di ·inefficacia e di burocraticismo. li pe1·icolo del centralismo burocratico si rivela, imme– diat;un6nte, nella rnancata articolazione del sistema -in or– gani decenti-ati che, facendo perno sulla Regione o Sulla Provincii:1, ne posl)ano assicura.re il plastico adattamento all~,<_2,ndizioni e alle esigenze specifiche locali nel distacco dw,,' ancora una volta, -si viene a sanzionare fra o!'gani centrali e organi locali, fra. scuole e società. Jn lnghiltena l'Educational act del 1944 ha affermato il p1·incipio che le scuole professionali e i suoi docenti debbano essere ass_?ggettati al diretto controllo democi·atico LA TRAGEDIA EI CONSIGLI OPERAI ( contìnuaz. da png. 3) dalla negazione nasce un programma costruttivo. STRZELECKI: La negazione è la prima parte di ogni prograr:nma costruttivo. LEWANDOWSKI: Se si nega qualcosa con l'intento di imbastire un programma costruttivo. STRZELECKI: Non può esserci nessuna conclusione co– struttiva prima d1 sperimentare ùna cosa. Bisogna _ten– tare delle vie nuove, se si è. arrivati !I limite dell'as- surdo. - LEWANDOWSKI: Mi sembra che non ci siano nem– meno delle proposte concrete da sperimentare. LIPINSKI: Vorreste forse averle qui dalla redazione di una rivista di cultura? LEWANDOWSKI: Non proprio dalla redazione, ma vorrei che le cose fossero dette. Non è soltanto un pro– blema che concerne gli ingegneri, ma anche i letterati o i pubblicisti. E' una questione di proporzione. Se ne– ghiamo troppo, creeremo un quadro della realtà diverso da quella vera. E' un problema importante: quanta tinta ne·ra adoperefemo. LIPINSKI: Si può chiedere a chi è diretto questo di– scorso. LEWANDOWSKI: Si può dire che questo discorso è diretto alle re~azioni della maggior parte delle riviste culturali e sociali. Dopo l'Ottobre io chiesi al compagno Koziecki, riferendomi al suo articolo sui ConsLgli operai, di guardare cosa succedeva « in. basso». Non so se Jo ha visto. Ma qui sente con le proprie orecchie cosa dice Zuzankiewicz. Sente come i nOstri uomini più attivi dei Consigli operai si trovino fra i1 martello e l'incudine. Oggi sono stato alla « Kasprzak )), una delle migliori no– stre aziende. Là sono stati arrestati più di una decina di giovani operai, perchè portavano via dalla fabbrica dei pezzi di ricambio ... Di tutto ciò che ha detto qui Zuzanki~wicz voi vi siete attacèati all'affare delle « odkuwki » ed io invece sono rimasto angosciato dal problema. che loro, cioè gli . attivisti dei Consigli operai, si trovino sotto la pres– sione dei propri compagni di lavoro e vivano soltant.o sulla parola. Quando questo credito verrà loro tolto, essj, i combattenti per la nuova esperienza, periranno insieme a questa esperienza, e nessuno porgerà loro una (169) -nuova repubblica locale a mezzo dei « counll'y Couucils:. e dei i' country - distrjcts.:• con ,gradi di potere v aria.bjlj da...contea. a con– tea é da distretto a cli:$,tl'etto. Il princip .io ci pare e.-;s1m• zi.a1e. Es.':io solo può permettere l'inserimento delle noové o çlelle vecchie scuole d'istruzione p.r.ofessionali jn Ùn Ili– sterna di gestione e d'amministrazione che, ponendole al centro dell'ioteresse e delle attenzioni locali, l'isvegli -le energie in letargo dei nostri piccoli e an.che non piccoli comuni; può sottral'le nello stesso· tempo al }Jericolo della jrregimentazione in scherni unjci su scala,,. nazionale che per tanta parte contribuisce all'est.ran.iamento della scuola e perciò dei giovani dàlla l'ea.lià economico•sociale. Il « libet·o afflus.so > d'altra parte è beri )ungi da!Fass.i: curare la copertura di .un'a spesa che, secondo attendibili valutazioni, si aggira sui 100 miliardi- annui (lo schùma. decennàle prevede investimenti netti pe1· il decennio -pari a 380 ìniliardi per l'assistenza tecnica e la istruzione pro– fessionale e pari a 210 miliardi per l'edilizia scola.r.lica, di CLri rispettivamente 143 milia1·di e ·86_ milioni per il nord e 237 miliardi e J 24 m_ilioni per il Sl~d). Le graJ~di .indust1·ie si interessano esclusivamente dell'avveni1·e pro– fessionale delle proprie maestranze~ e vi provvedono cqn , 'scuole interne che, come le scuole Fiat, si ,Uostrano ariche ottimi strum'enti, di division~ operaia e sono quindi poco .« stimoh1.bili >. Solo un contributo annuo imposto in bAse a un cei-to c1•jterio di valutazione (capitale- finan,..iarìo, numel'o delle maestrnnze, ecc.) potl'ebbe assicurar11e. il contributo e, quindi, la sicur-ezza del finaniiamento. L'insegnamento tecnico e la forrnnzione profes~io~1tle hanno bisogno oggi, imnfodiatamente, di stnmient.i cli coor– _.dina~ione così conie hall bisogno c!'aule, di' attr~,1,zature·, di docenti; a ltfnga scadehz'a, però•, occo1·1·euna programma– :,;ione d'obiettivi, di fini e cl'indii-izzo che~ ne ·pl'OspeUi il diretto in'sei·imento nella vira prbduftivn attraversò nn più vasto piano d'interventi e di cÒntrolli. pubblici· st1ll'eco– nomia. Senza di ciò q1ralf,iasi ·orgllnismo, ministero -o nito commissariato, si t'rasfoJ"merf ill un nuovo mulino d'illu- . . . ~ . ; - . - . . . . , SIOlll. Un ..più alto !(vello d 1 istl'n:,;ione, generica é tecnica, dc– tetmina, sia per •la rid11Zioné della irnm-obilit,à prol"es.':iionale e del provincialismo delle occupazioni e delle imprese, sia per l'ammodernamento dei sistem.i produttivi e l'abbandono di vecchi strumenti di lavoro, un netto aumento della pFoduttivitit. Occone però, anche. per questa pal'te, inter– venire con una dist' ifl.zio.ne fra i ·settori in espansione e quelli' in déclino, e urra pl'evision'e cli sviluppo e d'occupa. zione sezionali al fine di Orientai·e i giovani che s'indiriz. zane alle scuole professionali in base a una progr~siva ma prec'isa in:licazione di .obiettivi. Le scelte ~s'ithpongono a tutti, i livelli. _Non c'è altro mezzo per uscire dagli schemi del passato e affrontare jn teT'mihi nuovi il problema. fondamentale che è oggi quello dell'inserimento del paese nel grandioso processo di ammo– de1namento delle tecniche pr odutti ve 8 di sviluppo delle scienze, pure ed applicate, in at.to in tutto il mondo. Ostinarsi nell'immobilismo e nel rifiuto delle scelte vuol dire condannarsi a UllO stato di per·petua subordinazione. . (1) Camera dei Deputati. Proposta di legge d'iniziativa dei deputati: Franceschini, Ccippugi, Ferreri, Resta, Foresi i aUri: Ordinamento autonomo dell'istruzione tecnica e d€Ua educazione professionale. Organi di cooperazione, di esecu– zione e di controlto. mano,- nè quelli che sono gli oppositori « dal basso», nè quelli dall'alto, a causa della inerzia (perchè qui la vera ragione è l'inerzia, e non l'ostilità paventata -dal compagno Zuzankiewicz). STRZELECKI: Avete ragione a proposito di questa tragedia. LEWANDOWSKI: Può darsi che domani non porgano la mano a'gli uomini dei Consigli, nè quelli dall'alto, nè quelli dal basso. Fin da oggi bisogna salvarli. ZUZANKIEWICZ: Voi dite che . questione degli er– rori di un uomo. Scusate tanto. Adesso non (l'iuscirete a convincere un solo operaio di Zeran, un solo lavoratore (il quale del resto non nega il socialismo) che non si3 colpa del sistema (parlo del sistema economico). Chi si arrischierà a contare quei brevetti per cui abbiamo pagatn delle grosse somme, di cui nessuno è responsa:.. bile, - che non servono alla produzione· di automobili moderni? (1). Oggi bisognerebbe cambiare tutto il mac– chinario di Zeran. LEWANDOWSKI: Secondo me le macchine sono ab– bastanze buone. Sostenete forse che a voi furon~ co~– segnate macchine cattive? ZUZANKIEWICZ: Cattive, LEWANDOWSKI: Chi ha fatto venire queste mac– chine? ZUZANKIEWICZ: Cosa ne so io? LEWANDOWSKI: Ma io sì che lo so chi le ha fatte venire: è stata la vostra fabbrica stessa a ordinarle. ZUZANKIEWICZ: La nostra? LEWANDOWSKI: I vostri uomini per dei mesi inte1:i si erano trattenuti al « Gorkij ». Tutti tornavano· entu– siasti, scrivevano dei rapporti, dicendo che tutte le macchine e:rano lì ,bellissime, tutto era perfetto, firma– vano contratti. Fu forse il ministro a firmare? Furono i vostri uomini a firmare i contratti ZUZANKIEWICZ: Si tira van fuori le castagne dal fuoco con le nostre mani. Ecco la verità! (A cura -di Alberto Nire-nstajn) (1) Si ricorderà che anche Gomulka, nel suO primo di– scorso pronunciato dopò i( ritornO al potere, aveva portato l'esempio della « Zeran >> come dimostrazione della disa– strosa politica economica dell'èra staliniana quando tutto veniva copiato ciecamente dalla Russia. Alla « Zeran » fu– rono imposti dall'alto i brevetti di antiquati modelli di automobili sovietiche, ciò che ha frh. l'altro precluso· ogni · possibilità di esportare ·Ie ·automobili -fabbricate in Polonia. I

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