Nuova Repubblica - anno V - n. 26 - 30 giugno 1957

(169) nuova repubblica 3 NELLA POLONIA DI GOMULKA LA TRAGEDIA EI CONSIGLI OPER Concludiamo la pubblicazione del teslo stenogealìco .del dibattito organizzato dalla rivista polacca "Nowa Kultura,, sui Consigli operai. In questo importante dibattito viene messo a fuoco, con toni spesso tragici, il problema della 1·esistenza delle vecchie strutture alle tendenze cli autogoverno nelle aziende operaie .2 , STRZELECKI: Ho visitato u1timamente la fabbrica· « CegieJski » a Poznan e lì il presidente del Consiglio operaio mi ha detto: « Gli operai non fanno che eleg- • gere. Hanno eletto ai sindacati, hanno eletto al Partito, hanno eletto ai consigli municipali. Non fanno che eleg– gere, ma -non si può dire che esistano dei legami fra gli eletti e i loro elettori. D'altra parte ci troviamo con– tinuamente sotto pressione: vi abbiamo eletto, dicono, ora fate vedere cos~ sapete fare. Indipendentemente dalle restrizioni economiche di cui ha parlato il prof. Lipinski e di cui parlano tutti gli economisti seri, i quali da tempo si rendono conto che l'uomo non è soltanto un essere economico, anche inda– gando sulle funzioni economiche dell'uomo non si può fare a meno di considerare una intera serie di esigenze umane, di inclinazioni ecc., di cui la più importante è qÙesta: al posto di lavoro sentirsi come a casa. E siamo certamente lontani da ciò. L·IPINSKI: Ho visto la fabbrica « Renault >l nei pressi di Parigi. La fabbrica è in campagna, una grande esten– sione, edifici molto belli, begli ambienti. Un quartiere operaio vicinissimo alla fabbrica. Delle casette allegre; tutti i servizi sociali_ a posto. Esiste anche lì un Consiglio operaio. E' un'azienda nazionalizzata. Nazionalizzata sì, ma non sotto~essa a qualche istituzione burocratizzata, ti– po Ministero, PKPG, Comitato Centrale. E' un.a società per azioni. LEWANDOWSKI: Chi esercita il controllo? LIPINSKI: E' sotto il controllo generale dello Stato. Sotto il controllo generale, dico, ma non è come se do– vesse rivolgersi alla Centrale, la Centrale al Ministero, il Ministero al PKPG e il PKPG al Comitato Centrale del Partito, come succedeva da noi non molto tempo fa. LEWANDOWSKI: Prendiamo un'azienda nostra, una azienda della cittadina di Krasnik, per esempio: anche lì come da « Renault » è stato costruito un quartiere re– sidenziale, anche esso allegro su nostra misura ... ZUZANKIEWICZ: L'uomo è solfanto un uomo. Nes– suno mi convincerà che tutti quei compagni, e a richie– sta posso fornire anche nomi, che tutti quegli attivisti i quali un tempo ci combattevano come leoni, che gli stessi siano cambiati. completamente. All'indomani del– l'VIII0 Plenum fecero sui Consigli operai dei discorsi migliori di quel che facessimo ·noi che per sei mesi a Zeran avevamo combattuto per questi Consigli. Ma cosa ci. danno i loro discorsi? LEWANDOWSKI: Ciò ·che voi dite non è forse una guerra contro dei mulini a vento? ZUZANKIEWICZ: Lasciate che io esprima il mio pen– siero. E' possibile che i mulini a vento siano soltanto mulini a vento, ma si potrebbe forse vedere chi li mette in movimento questi mulini? Si può frenare lo sviluppo dei Consigli operai (perchè ci sono dei segni di freno an– che se non ci sono oppositori scoperti), si può anche farlo in modo indiretto, determinando dei processi co– siddetti << oggetti~i » e non· soltanto in forma di pole– mica politica e di istruzioni dall'alto. E come stanno da noi le cose con quei « processi oggettivi», ·dirò più tardi. Non si dice chiaramente che Zeran si è guada– gnato con la forza il diritto-di sperimentare. Se non fosse stata l'agitazione delle nostre maestranze, se non fosse stato per la forza di seimila persone, noi il diritto di sperimentare non l'avremmo ottenuto perchè siamo << una azienda difficile ». Per ragioni pqlitiche hanno accettato che noi ci governassimo da soli, perchè siamo diventati l'esempio per quasi tutte le aziende del paese. E così hanno accettato ed hanno firmato tutto. E adesso che cosa vediamo? Che si sfugge alle respo~sabilità ... Zuzankiewicz. che è l'autorevole rappresen– tante della « Z•zran » in questa discussione, mette sul tappeto non solo le reticenze delle autorità centrali nel concedere alla sua fabbrica il diritto effettivo ad una autonomia aziendale, ma vuole far conoscere le rivendicazioni della massa operaia che dopo l'inganno staliniano tende prima di tutto ad assicurarsi salari più o meno equi: ZUZANKIEWICZ: Bisogna tenere a mente che l'uo– mo lavora per il denaro. Se diremo a1l'operaio: « Il bic– chiere prodotto da te non è bello, e questo perchè non hai una coscienza abbà~tanza sviluppata», egli ti ri– sponderà, come si suol dire nella fabbrica: « Compa– gno, sono chiacchiere. Parlate se vi piace, ma io so che cosa ci sta dietro. Se io non ricevo un soldo di più per un bicchiere più bello, o se non mi pagate di più quan– do faccio due bicchieri invece di uno, io n0n so cosa farmene della coscienza ». Zuzankiewicz continua a descrivere le d·i.f– ficoltà che il Consiglio operaio della « Zeran » incontra nei decidere i licenziamenti di mano- dopera s"Uperflua. («Esiste un grave pericolo dii. disoccupazione - dice. La gente sa eh.e non è tanto facile trovare un porto 'di lavoro»). Strzelecki, che rappnsenta la redazion-é del– la Nowa Kultura e a cui preme impostare l'aspetto politico general>z dai particolari portati da Zuzankiewicz, interviene: STRZELECKI: A quanto ho capito, la questione si pre– senta in questo modo: ci sono delle tendenze ad addos– sare al Consiglio operaio le decis.ioni più difficili. Anche a Poznan ho· potuto constatare come ·alcune istanze di fabbrica, sapendo che il Consiglio operaio è un'organiz– zazione nuova, la quale nonostante tutto gode di un certo credito, e sentendosi esse stesse un po' compro– messe, cerchino di attribuire al Consiglio un mucchlo di compiti difficili e impopoJari, per aver poi la possi– bilità di attaccarlo, a( prendere la rivincita su di esso, e magari di conquistarsi un po' di popolarità a scapito del Consiglio compromesso. E' questo che intendevate dire? ZUZANKIEWICZ: Noi consideriamo questa situazione assai difficile. Voi traete le conclusioni teoriche da ciò che io racconto, ma questa è la realtà. Noi ci rendiamo conto che siamo in una situazione difficilissima, e tut– tavia continueremo a muoveroi. Zuzankiewicz continua a descrive-re con d•z– gli esempi le diffìcoltà che deve superare il Consiglio operaio d.zlla « Zeran ». Fra l'altro si sofferma su un fatto da lui definito << il tumulto dei dieci», che molto probabilmente rappresenta un episodio della lotta contro l'op– posizione ispirata dagli staliniani del « gruppo di Natolin ». Quei dieci giovani sono stati al– lontanati dalla fabbrica, dal presidio del Con– siglio operaio . . Interviene Kozicki, anche lui a nome della Nowa Kultura: KOZICKI: Avete adoperato" qui più volte espressioni come « l'autogoverno farà», « faremo questo», « faremo quello». A~!e poi realmente delle basi concrete per esprimervi Jò ':"questo modo? Esercitate veramente il po– tere nella fabbrica? ZUZANKIEWICZ: SI, lo esercitiamo. KOZICKI: E quali sono i limiti di questo potere? A ve– te parlato all'inizio di restrizioni. ZUZANKIEWICZ: La prima• è che il Ministero ci ha ristretto i termini dello statuto ... O forse l'hanno fatto più che altro con l'intenzione di tappare la bocca ai Consigli del!e altre fabbriche, che volevano seguire l'e– sèmpio del nostro statuto. Ma la nostra pratica quoti:. diana passa ugualmente i limiti fissati dallo statuto. Ecco un esempio: lo statuto non..,-5--ciConsente di con– cludere accordi con le ban·che, e noi li abbiamo firmati ugualmente. Ci hanno dato battaglia con degli argo– menti legali: su chi graverà la responsabilità? Ma mi domando io forse se la Centrale o il Ministero sono re– sponsabili? Nessuno è responsabile, ecco, non grava nes– suna responsabilità su nessuno. LEWANDOWSKI: Il Ministero non ha concluso nes– sun accordo co:i la banca. ZUZANKIEWICZ: Ma trattandosi di una responsabi– lità legale, su chi gravava finora tale responsabilità? Su nessuno. LEWAJ"IDOWSKI: Non vi battete forse per delJe pre– rogative ilhtsorie? Vale forse la pena di imbarcarsi in una disputa per sapere chi deve firmare l'accordo con la banc"a? Io non vedo la ragione per cui voi disputate su questo. KOZICKI: La cosa mi sembra assai importante, trat– tandosi di sapere chi eventualmente deve andare in prigione. Questo ha una importanza fondamentale. LEWANDOWSKI: Se il direttore ha firmato, è lui che sarà il responsabile. ZUZANKIEWICZ: Se ci battiamo per l'uguaglianza, vuol dire che tutti devono pOter andare in prigione, il direttore, il presidente del Consiglio operaio, il ministro ... L'ultima parte della discussione Si svolge. con un ritmo più serrato. La polemica fra ii rappresentante della burocrazia statale ,e il rap– presentante del Consiglio operaio (a cui vanno ovviamente le simpatie dei redattori della Nowa Ku1tura) si fa sempre più aspra. Zu– zankiewicz aveva raccontato delbe difficoltà ·buro– cratiche che la « Zeran » deve superare per ap– provvigionarsi, .sui mercato interno e su quello estero, di materie pri-»1>2 e di certe parti di -macchinario. Fra l'altro . parla del difetto di coordinamento fra le singole fabbrj.che, difetto che rallenta U ritmo generale di ogni singola aziienda e del paese in generale. Ecco l'esem– pio del.le « odkuwki », un piccolo aggeggio mec– canico che la « Zeran » non può trovare in alcun modo in nessuna fabbricCL. cosicchè è costretta a rallentare notevolmente la sua pro– duzione. STRZELECKI: Già. E' come se la Polonia fosse ~n paese incantato, in cui vi è tanta gente brava e capace che, non si sa perchè, non combina nulla. Perfino un aggeggio come le « pdkuwki » crea delle difficoltà. LEWANDOWSK-1: Dedicatevi alla questione per spie– garla. Io non saprei quali sono le cause di questo stato di cose. ZUZANKIEWICZ: Secondo me la colpa è del sistema. Non bisogna difendere il sistema quando è cattivo, ma bisogna cambiarlo. Bisogna cambiare il sistema di am- ministrazione dell'economia nazionale. · Noi dal basso lo diciamo - non accusi-amo voi per– s6nalmente, compagno Lewandowski - e quelli dal– l'alto ribattono risentiti: « Voi non fate che piagnuco– lare». Ma questo non è affatto un piagnucolio. Ogni tanto penso a come vengono realizzate le risoluzioni dell'VIIIo Plenum da una parte del cosiddetto apparato. Forse non aspettano altro che passi del tem"po, che ven– ga il IXo Plenum e poi un altro ancora, e tutto vada nel dimenticatoio. E' per questo atteggiamento che bisogne– rebbe batterli. Non dobbiamo aspettare, dobbiamo com– biare! Nessuno è nato ministro! KOZICKI: Se venisse un nuovo ministro e si mettesse ad agire secondo il vecchio sistema economico, non cam– bierebbe gran che. ZUZANKIEWICZ: Gli uomini hanno costruito il si– stema, e gli uomini dovran·no correggerlo. Ma io non ho visto nessun documento del Partito che parteggi chiara– mente per i Consigli operai. Gomulka, sì. Ma lui solo non cambierà tutto. Bisogna ·finalmente dire con chia– rezza se il Partito è decisamente per i Consigli operai, o no! STRZELECKI: Volete dunque assicurarvi }'aiuto del Partito nella lotta contro la burocratizzazione? ZUZANKIEWICZ: I Consigli operai sono· in continua lotta contro la burocrazia, e in tale lotta vogliono avere un aiuto concreto, ma di fatti e non °di parole. LIPINSKI: Dalla discussione che stiamo svolgendo ve– do che il Consiglio operaio è una creatura nuova, che deve vivere in uri sistema vecchio ... LEWANDOWSKI: Esagerate. Voi pensate che dipin– gendo a tinte più forti, il quadro risulti più ·chiaro; 1que– sta è una tesi assolutamente falsa. Secondo me invece un pensiero appare più chiaro quanto più viene esposto con precisione. Io nori conosco la questione delle « odkuwki » di cui si è parlato qui; ma so che la questione delle « odkuwki » frena contemporaneamente il lavoro di 10 o 15 aziende più grandi e più importanti di quella di Zeran. Vuol dire che in questo ramo disponiamo semplicemente dl capacità produttive mino"ri di quelle che sarebbero ne– cessarie. Pur con queste deficienze, bisogna andare avanti lo stesso. · Vi siete chiesti se si potrebbe risolvere questo pro– blema con una giusta politica dei prezzi. Sognare che tutto nell'economia automaticamente vada ·a combaciare grazie ·ad una certa magica struttura dei prezzi, e ad una giusta politica della moneta, ci riconduce alla fonte del Capitalismo arretrato. In molti degli stessi paesi ca– pitalistici moderni la situazione sotto questo aspetto è cambiata da tempo; non è soltanto il prezzo che regola il processo di distribuzione delle richieste. Non si può sostenere che la colpa è di tutto il si– stema, se Tizio o Caio hanno agito male. Anche con .un sistema· buono è possibile commettere degli errori. ZUZANKIEWICZ: Sì, sì, naturalmente. LEWANÒOWSKI: Se siamo d'accordo nel riconoscere che questa non è una prova logica, cerchiamo di vedere concretamente, in questo caso, perchè le « odkuwki » non sono state prodotte. La ragione per cui il ministro in persona deve or– dinare le « odkuwki » è chiara: è il ministro che deve decidere se è più importante l'aut0mobile oppure la treb– biatrice. E nessun prezzo, -nessun automatismo lo deci– derà invece di lui. Questo deve essere deciso dall'uomo. Se in qualche casa non funziona, diciamo, il water closet, si deve concludere che tutta la casa non vale nul– la? E' un sogno volere che un'azienda come quella di Zeran sia indipendente ed autosufficiente. In riessuna parte del mondo succede una cosa simile. Lo stesso « Re– nault » che voi, professore, avete portato come esempio, è un énorme trust, non più piccolo della nostra Centrale, anzi forse il doppio, e nemmeno le sue aziende sono in– dipendenti. Alcuni dei nostri uomini sono stati lì e sono tornati convinti che non c'è nulla di miracoloso nella sua struttura organizzativa. La differenza consiste princi– palmente in ... LIPINSKI: Che la « Renault » funziona e la « Ze– ran ~ no. LEWANDOWSKI; Ma il problema è che non sempre _(seguea pag. 4, 2.a coi.>,

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